ITALIA E SPAGNA SOGNANO LA COPPA SALE FEBBRE PER LA
FINALE EURO2012
di Sergio Conti
Ancora Italia-Spagna, l' ultima, la più bella, la prima
finale tra le sorelle di calcio latino. Così vicine, così diverse. Da Danzica a
Kiev, stasera è la sera di Euro 2012. Si ricomincia da dove ci eravamo
lasciati, un pareggio all'esordio che per noi significava una mezza vittoria:
«Loro restano i più forti ma noi saremo la sorpresa», il concetto tutto nostro,
ripetuto anche ieri Prandelli e Buffon, un po’ per ammorbidire la vigilia, un
po’ perché è la verità. «No, si parte alla pari», rispondo loro, un po’ per non
esagerare, ma anche per passare a noi la tensione. Che invece sembra scivolare
addosso agli Azzurri. « La Spagna è la migliore al mondo, è la squadra da battere»,
ripete Prandelli, con una naturalezza che sa di grande maturità. L’ultimo
precedente in una gara a eliminazione diretta fu ai quarti di Euro 2008, quando
la forza della Spagna era ancora incastrata nella roccia, come Excalibur (ma
servirono i rigori per eliminarci). Ora, dopo la scorpacciata mondiale in
Sudafrica, gli iberici sanno di avere tra le mani un'opportunità storica:
vincere tre trofei consecutivi, cosa mai accaduta prima. Meno bella rispetto
agli anni passati, ma i Los Siete Magnificos (Casillas, Xavi, Ramos, Xabi
Alonso, Iniesta, Torres e Fabregas) fanno paura a chiunque. La novità è che
anche l'Italia fa paura, per storia, ma anche – questa è la novità – per il
gioco: «Siamo grati per il rispetto che ci hanno mostrato, ma anche noi rispettiamo
l'Italia. È un'ottima squadra e in semifinale hanno dimostrato il loro valore.
Partiamo alla pari», spiega il ct spagnolo, Vicente Del Bosque, che vincendo
stasera eguaglierebbe lo stesso miracolo di Helmut Schön, vincere mondiali ed
Europei da tecnico: «Credo – glissa il Del Bosque - che a questo punto la
storia sia stata già scritta, perché siamo in finale».LA NOVITA'. FACCIAMO
PAURA All’Italia di Prandelli il compito di riportarci a Berlino 2006. Senza
paura e pressioni, è il volto rilassato del ct in conferenza stampa che
introduce gli Azzurri in una nuova era: «Dovremo creare superiorità numerica, e
quando gli avversari ce lo permetteranno, faremo gioco. È la strada vincente,
anche in prospettiva». Da Danzica a Kiev, comunque vada è stato un Euro 2012
esaltante per gli Azzurri, che pareva essersi incrinato nel pari con la Croazia
seguito però dalla definitiva consacrazione contro Inghilterra e soprattutto
Germania: «Perché siamo cresciuti come condizione fisica ed equilibri – dice
Prandelli - e ritrovato le sicurezze che avevamo perso nel frattempo». Stasera
in campo la finale più giusta, otto trofei in tutto e se la storia recente dice
Spagna, quella universale dice Italia: quattro mondiali e un Europeo, non
dimenticarlo mai. Questione di motivazioni, pretesti e pressioni. Quelle degli
iberici parlano di record, sono loro ad avere più da perdere: « La partita più
importante per il calcio spagnolo», ripete Del Bosque. «Abbiamo la possibilità
di entrare nella storia e faremo di tutto per vincere. È un risultato
incredibile essere giunti alla finale per la terza volta», spiega Xavi, per poi
chiudere una volta per tutte la querelle sul “biscotto”: «Abbiamo solamente
fatto il nostro lavoro nella fase a gironi, non ce ne pentiremo mai». Non
finiremo mai di dire bravi spagnoli, ma stasera niente «bonus» per dirla con
Buffon: «Era un modo di dire – spiega il numero uno azzurro – per riconoscenza.
Domani incontriamo la squadra che manifesta la sua superiorità, per fortuna si
parte sullo zero a zero. Loro sono favoriti, ma noi abbiamo lo stesso spirito
del 2006». In più, l'Italia piace a tutti, è diventata un esempio di gioco, e
da una settimana è risbocciato l'amore con gli italiani. Quello che alla truppa
prandelliana non ha mai fatto mancare il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, che ieri ha consegnato a Prandelli una lettera scritta di suo
pugno: «Con molta emozione l'ho letta – ha detto il ct - e ho trovato come
sempre parole importanti per noi e non vedo l'ora di leggerle ai giocatori». Al
Quirinale la visita degli Azzurri è prevista domani, che vincano o perdano.
Ancora una volta, le chiavi del centrocampo a Pirlo. Si prepara la gabbia allo
juventino: «Loro hanno Pirlo, Montolivo e sanno come giocare a calcio – precisa
però Del Bosque - noi abbiamo l'esperienza necessaria». Differenze, la Spagna
con Fabregas “finto 9” stenta a segnare e ieri Del Bosque ha detto che
«giocheremo con tre attaccanti» (bisogna credergli?), noi un 9 lo abbiamo
appena trovato. Dopo la doppietta alla Germania, ora Super Mario se lo
coccolano tutti: «Balotelli? Il merito – dice Buffon - è tutto suo, e di
Prandelli». Balotelli, Cassano, Pirlo, De Rossi, Buffon, e poi i gregari della
difesa, Balzaretti, Barzagli, Bonucci, Chiellini. Nomi che in 90' possono
finire in cantina o passare alla storia. Loro hanno solo la musica, noi anche
le parole. E allora pazza Italia, facci cantare ancora.