CENTRO SOCIALE INCENDIATO A ROMA «IMMEDIATA CHIAREZZA SU
CAUSE»
Il day after, forse, è ancora peggio. Le macerie sono ancora
lì, il capannone che ospitava la cucina, la scuola popolare e la sala concerti
del Corto Circuito è completamente distrutto da un'incendio divampato ieri
mattina all'alba nel centro sociale di Cinecittà. È la seconda volta che il
Corto Circuito viene distrutto da un'incendio: la prima volta era nel 1991, a
pochi mesi dall'occupazione, quando un gruppo di neofascisti appiccò un incendio
in cui morì un giovane che dormiva nei locali del neonato centro sociale, Auro
Bruni. Al posto di quel padiglione distrutto dall'incendio oggi c'è un campo di
calcetto dedicato alla sua memoria. La scena che si è presentata ieri mattina
agli occupanti della prima era molto simile a quella di venti anni fa, la
differenza è che questa volta l'incendio sembra essere causato da un guasto
elettrico, e che sono passati vent'anni «e in quel posto abbiamo costruito
tanto, e ora non possiamo semplicemente togliere le macerie, dobbiamo
ricostruirlo». In questi anni il Corto Circuito è stato uno dei centri
propulsori dei movimenti a Roma: dalle occupazioni di case, alle esperienze
delle tute bianche prima di Genova ai disobbedienti nei primi anni duemila. Qui
è nata Action che ha portato in Campidoglio i primi consiglieri comunali
"del movimento", prima Nunzio D'Erme ora Andrea Alzetta. Qui in X
municipio è nata grazie anche al Corto una delle esperienze amministrative più
avanzate su temi come la partecipazione e i servizi sociali con la presidenza
di Sandro Medici, qui migliaia di persone mangiano ogni mese a prezzi popolari
all'osteria, i ragazzi vengono aiutati nei compiti alla scuola popolare e
centinaia di giovani e meno giovani si allenano nella palestra. I ragazzi del
Corto sono stati investiti da uno straordinario abbraccio di solidarietà dal
quartiere, la città, da ogni parte d'Italia: «anche questo - racconta Davide -
ci ha fatto subito rimettere in movimento. Sappiamo che l'unico modo per
superare questo momento è non fermarci, andare avanti come siamo abituati a
fare». E così è stato ieri sera fino all'una di notte i cancelli del Corto
Circuito sono rimasti aperti perché «la gente non se ne voleva andare, voleva
testimoniarci la sua solidarietà, dare una mano». Da questa mattina continuano
i lavori per montare la cucina all'esterno e proseguono le attività della
palestra popolare, gli studenti del vicino Liceo Gullace preparano gli
striscioni da attaccare per il quartiere, continua il viavai di persone che vengono
ad offrire la loro vicinanza ed aiuto. Per questa sera è poi prevista una
grande cena di sottoscrizione nel giardino grazie all'aiuto delle altre cucine
popolari di Roma e di tanti cittadini. «Per ogni giorno stiamo costruendo
un'iniziativa - continua Davide - per la campagna Senza Corto non SoStare con
cui chiediamo una mano a tutti a rimettere in piedi il centro sociale nel più
breve tempo possibile». DUBBI SULLE CAUSE. Un intero centro che brucia in pochissime ore, guarda caso
alle 5 del mattina, dopo che un analogo episodio era già avvenuto anni prima
sempre nello stesso luogo, fa almeno sospettare. «Chiediamo che si faccia
immediata chiarezza sulle cause del rogo», ha detto Giovanni Barbera, membro
del comitato politico romano del Prc-Federazione della Sinistra e presidente
del Consiglio del XVII Municipio. «Desta molte perplessità il fatto che nel
giro di un'ora le fiamme abbiano potuto avvolgere e distruggere un intero
padiglione, nonostante l'intervento deivigili del fuoco. D'altronde già 21 anni
fa un attentato incendiario distrusse uno dei padiglioni del suddetto centro,
all'interno del quale morì un militante del centro sociale. Non vorremmo che
anche questa volta l'incendio non fosse casuale. Purtroppo continuiamo a
registrare nella nostra città, nell'indifferenza delle autorità competenti, una
crescita esponenziale di aggressioni e provocazioni da parte dell'estrema
destra. Nel frattempo esprimiamo la nostra solidarietà al Corto Circuito con
l'augurio di poter ricostruire il loro centro più funzionante di quanto era
prima». Gli stessi dubbi e la solidarietà al centro sociale sono stati diffusi
in una nota da Luigi Nieri, capogruppo di Sinistra Ecologia libertà nel
Consiglio regionale del Lazio.