mercoledì 17 aprile 2013

ISTAT:IL 44% DELLE PENSIONI SOTTO I MILLE EURO AL MESE

Quasi un pensionato su due (il 44,1%) riceve un assegno sotto i 1.000 euro al mese. È quanto rileva l'Istat. Nel dettaglio, il 13,3% dei pensionati riceve meno di 500 euro al mese; il 30,8% tra i 500 e i 1.000 euro, il 23,1% tra i 1.000 e i 1.500 euro e il restante 32,8% percepisce un importo superiore ai 1.500 euro. Sono i dati rilevati dall'Istat. «La condizione dei pensionati purtroppo è destinata a peggiorare ulteriormente perché su di loro pesano il fortissimo prelievo fiscale e l'iniquo blocco della rivalutazione annuale delle pensioni introdotto con la riforma Fornero», dichiara il segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone. «I pensionati continuano a pagare un prezzo altissimo nei confronti della crisi e sono stati tra i principali destinatari, insieme ai lavoratori e ai giovani, delle politiche di solo rigore adottate da chi ha governato negli ultimi cinque anni». «Bisogna tutelare le pensioni di chi ha lavorato duramente per quaranta anni, versando regolarmente i contributi, per questo è assolutamente impensabile che si continui a bloccare la rivalutazione annuale». Nel 2011 i pensionati hanno raggiunto quota 16,7 milioni, circa 38 mila in meno rispetto al 2010; in media ognuno percepisce (tenuto conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato può contare anche su più di una pensione) 15.957 euro all'anno, 486 euro in più del 2010. È la fotografia scattata dall'Istat sui trattamenti pensionistici. Inoltre, il 67,4% dei pensionati ha una sola pensione, il 24,8% ne percepisce due e il 6,5% tre; il restante 1,4% è titolare di quattro o più pensioni. Le pensioni di vecchiaia assorbono il 71, 6% della spesa pensionistica totale, quelle ai superstiti il 14,7%, quelle di invalidità il 4,2%;le pensioni assistenziali pesano per il 7,9% e le indennitarie per l'1,7%. Il 47,9% delle pensioni è erogato al Nord, il 20,5% nelle regioni del Centro e il restante 31,6% nel Mezzogiorno. Il 13,3% dei pensionati riceve meno di 500 euro al mese; il 30,8% tra i 500 e i 1.000 euro, il 23,1% tra i 1.000 e i 1.500 euro e il restante 32,8% percepisce un importo superiore ai 1.500 euro. Le donne rappresentano il 52,9% dei pensionati e percepiscono assegni di importo medio pari a 13.228 euro (contro i 19.022 euro degli uomini); oltre la metà delle donne (53,4%) riceve meno di mille euro al mese, a fronte di circa un terzo (33,6%) degli uomini. Il 27,8% dei pensionati ha meno di 65 anni, il 49,2% ha un'età compresa tra 65 e 79 anni, il 23% ne ha più di 80. Nel 2011 in Italia c'erano 71 pensionati ogni 100 occupati, rileva ancora l'Istat sottolineando che nel Mezzogiorno il rapporto è di 82 pensionati ogni 100 occupati mentre nelle regioni settentrionali il rapporto è di 66 a 100. A livello nazionale, tra il 2001 e il 2006 il rapporto di dipendenza è diminuito, passando da 74 a 70 pensionati ogni 100 occupati, si è mantenuto costante nei successivi due anni ed è salito a 71 nell'ultimo triennio.
                                                                                                              m.r.c.p.d.s.
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martedì 16 aprile 2013


M5S VOTA GABANELLI AL COLLE E GRILLO RECLAMA: «IO PREMIER»


È Milena Jole Gabanelli il candidato del Movimento Cinquestelle al Quirinale. A sceglierlo, tramite il voto on line delle 'quirinarie', gli iscritti al M5S che le hanno attribuito il primo posto nella rosa dei nove candidati. Scelta semantica un po' curiosa, quella di «classifica», per definire i risultati di una elezione, sia pure online, della quale del resto non si conoscono ancora i voti raccolti da ciascun candidato. I nove nomi compaiono con foto corredata da nome e cognome (diventano cognome e nome nel post sottostante) nella fotonotizia che ha il Torrino del Quirinale come sfondo e con un blu quirinalizio ad avvolgere tutto. L'annuncio dell'esito della votazione è comparso sul blog di Beppe Grillo, che ha scritto: «Si è conclusa la verifica dei voti assegnati ai nove candidati per la Presidenza della Repubblica. Di seguito la classifica completa. Ringrazio chi ha votato che, ricordo, doveva essere iscritto al MoVimento 5 Stelle al 31 dicembre 2012 con un documento di identità digitalizzato.
1. Milena Gabanelli
2. Gino Strada
3. Stefano Rodotà
4. Gustavo Zagrebelsky
5. Ferdinando Imposimato
6. Emma Bonino
7. Gian Carlo Caselli
8. Romano Prodi
9. Dario Fo
Beppe Grillo definisce «straordinaria» la scelta di Milena Gabanelli come candidata al Quirinale. «Non avrei mai pensato a questo risultato», ha aggiunto, «è la Gabanelli. Una signora contro tutti i poteri forti, fa indagini meravigliose e ce li ha ha contro tutti». La sua scelta «è un segnale fortissimo di cambiamento», ha detto l'ex comico a Zoppola in Friuli Venezia giulia. «Secondo Gino Strada- aggiunge Grillo- uomo apprezzato in tutto il mondo». Certo sarebbe «un cambiamento folle, sono nomi inconseueti, siamo abituati a nomi di persone che hanno 80 o 90 anni». Il nuovo presidente della Repubblica «dovrebbe dire: 'signor Grillo, il partito di maggioranza ha fallito, lei rappresenta il secondo partito, faccia il governo'». Beppe Grillo spiega: «Ci dia l'incarico e noi porteremmo subito persone al di sopra del bene e del male nei ruoli di governo, sarebbe un segnale straordinario per toglierci dalla vista queste persone che parlano di responsabilità e sono qui da 20 anni e non hanno mai chiesto scusa». Se invece il nuovo presidente sarà «fatto con l'inciucio Pd-Pdl non farà nulla. Porterà governo oltre l'estate e arriveremo a settembre». «Ci hanno chiesto perchè non avete fatto un patto con la sinistra? Ma questa sinistra non ci ha chiesto di governare insieme, la sinistra ci ha chiesto solo i voti. La fiducia la vogliamo noi, siamo il primo partito in Italia». «Non abbiamo preso il 50 per cento, se no li avremmo mandati tutti a casa, il nostro slogan era 'Tutti a casa' ed è rimasto questo».
«Vi sembra normale che Bersani e Berlusocni si chiudono in una stanza per decidere il Capo dello Stato? Vi sembra democrazia? Questi sono a inciuciarsi negli uffici per scegliere un bel presidente della Repubblica che non agiti le acque o se sono agitate le calmi», ha aggiunto il leader Cinquestelle. «Noi andremo avanti come treni ci stanno massacrando in tutti i modi. La stampa» e i partiti «ci vogliono far sembrae come gli altri: i grillini non fanno nulla, Grillo e Casaleggio dettato le teorie... ma non ce la faranno a impastarci come loro».Grillo ha poi spiegato che il nome della giornalista «lo sosterremo alla prima votazione, alla seconda e anche alla terza». E ha aggiunto: «Non so cosa potrà succedere se si arriva alla quarta, prima stiamo un pò a vedere cosa scelgono gli altri. Si mormora di gente straordinaria e ne vedremo delle belle in questi 3-4 giorni», ha chiosato Grillo. E nel caso Gabanelli rifiutasse la candidatura? «Passeremo al secondo, Gino Strada, e così via». No comment, invece, su un'eventuale convergenza dalla quarta votazione in poi. Al nome di Romano Prodi, Grillo ha replicato: «Non rispondo, volete tirarmi fuori una parola per poi fare i titoloni tipo 'Mentre l'Italia affonda Grillo se la prende con Prodi'». «Noi proteggiamo la democrazia in questo paese, che è morta, il Parlamento deve fare le leggi non il governo. Noi siamo pronti con una legge sull'incandidabilità e il conflitto interessi che manderebbe subito a casa Berlusconi, ma la sinistra le vuole?». «Perchè il Pd ha preso 48 milioni di euro, noi non li abbiamo presi - ha detto Grillo - perchè lo avete fatto? Avremmo fatto un governo insieme». «Vengono lì e fanno uno scempio. Vengono con il loro accento emiliano-romagnolo e ci dicono perchè non facciamo questo insieme. Hanno cercato di comprare i nostri senatori». Lo dice Beppe Grillo, parlando in piazza a Zoppola, in provincia di Pordenone. Certo, aggiunge, «qualcuno se ne andrà, ma è fisiologico. Che se ne vada non tratteniamo nessuno ma noi abbiamo una bussola dritta. I partiti devono scomparire e andare via, questo è il nostro slogan» e rimane tale. Milena Gabanelli è la candidata ufficiale del Movimento 5 stelle per il Colle ma in realtà, secondo quanto si apprende, la partita politica con gli altri partiti potrebbe giocarsi sul nome di Stefano Rodotà, arrivato terzo in 'classifica'. Infatti, la giornalista di Report nei giorni scorsi aveva fatto capire di non essere interessata anche se il deputato grillino, Manlio Di Stefano, su Facebook, ha scritto: «Attendiamo sua disponibilità». Ancora più chiaro Gino Strada, arrivato al secondo posto alle Quirinarie, che aveva già declinato l'offerta. Quindi, il nome che potrebbe essere 'spendibile' in una trattativa politica potrebbe essere quello del giurista Rodotà. In ogni caso, secondo quanto si apprende, di tutto questo i parlamentari 5 stelle discuteranno già oggi perchè dovranno fare il punto politico in vista delle votazioni per il Colle, che cominceranno giovedì mattina. E soprattutto in vista della IV votazione, nella quale il quorum si abbassa e i voti grillini possono diventare determinanti. È per questo motivo che l'incontro dei capigruppo 5 Stelle con gli omologhi del Pd, previsto nel pomeriggio di oggi (sembra al Senato), potrebbe anche slittare a domani mattina.
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lunedì 15 aprile 2013


GLI ITALIANI BOCCIANO I GRILLINI «SONO POLITICI UGUALI AGLI ALTRI» UN SONDAGGIO DELLA SWG RIVELA CHE IL MOVIMENTO DI BEPPE GRILLO CALA NEI CONSENSI: GIUDIZIO NEGATIVO DAL 62% DEGLI ITALIANI

L'Italia si divide sulla strategia parlamentare del Movimento 5 Stelle: per il 62 per cento degli italiani, infatti, la linea politica della formazione guidata da Grillo - fino a prova contraria orientata a rifiutare qualunque tipo di accordo su governo e Quirinale - è sbagliata. Il 76 per cento dei «grillini», però, è soddisfatto della direzione di marcia che hanno intrapreso i 5 Stelle. È quanto emerge da un sondaggio realizzato dall'Istituto Swg in esclusiva per Agorà, su Rai Tre. «Nel Movimento 5 Stelle - osserva Roberto Weber, presidente dell'Istituto Swg - c'è qualche primo elemento di difficoltà, anche se non grosso. La sensazione è che Grillo non riesca a tenere compatto il Movimento in questo periodo come sta facendo Berlusconi con il Pdl».Per il 43 per cento degli italiani i parlamentari del Movimento 5 Stelle si stanno dimostrando uguali a tutti gli altri. Un'ampia fascia (92%) dell'elettorato grillino crede, invece, che si stiano distinguendo dai loro colleghi, dice il sondaggio. «Va anche notata - osserva Roberto Weber, presidente dell'Istituto Swg - la percentuale significativa di quanti, tra gli elettori totali, colgono l'elemento di diversità rappresentato dal Movimento 5 Stelle».
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domenica 14 aprile 2013


ALONSO RE DELLA CINA, PRECEDE RAIKKONEN TERZA LA MERCEDES DI HAMILTON, POI VETTEL. LO SPAGNOLO: 'UNA GARA FANTASTICA, FIN DALL'INIZIO'

di Sergio Conti

La Ferrari di Fernando Alonso ha vinto il Gran Premio di Cina precedendo la Lotus di Kimi Raikkonen e la Mercedes di Lewis Hamilton. Quarta la Red Bull di Sebastian Vettel. Quinta piazza per la McLaren di Jenson Button davanti alla Ferrari di Felipe Massa. Settima la Toro Rosso di Daniel Ricciardo che ha preceduto la Force India di Paul Di Resta e la Lotus di Romain Grosjean. Chiude in zona punti la Sauber di Nico Hulkenberg. Undicesima l'altra MacLaren di Sergio Perez. "E' bello correre qui, è stata una gara fantastica sin dall'inizio". Festeggia sul podio e sprizza gioia da tutti i pori Fernando Alonso dopo aver conquistato con la sua Ferrari il Gran Premio di Cina. "Il degrado delle gomme - dice ai microfoni di Sky - è andato meglio delle attese, decisamente l'inizio di questa stagione è andato bene". "Speriamo di ripeterci anche in Bahrain - aggiunge lo spagnolo della Ferrari - le feste stasera non saranno nulla di speciale perché abbiamo già un volo per il Bahrain". Curioso fuori programma al giro 16 per la Red Bull di Mark Webber che dopo un contatto con la Toro Rosso di Vergne è costretto a rientrare ai box per riparare l'alettone anteriore.Nella fretta i meccanici della scuderia austriaca montano male una gomma che al rientro in pista dell'australiano si stacca e sfila pericolosamente lungo il tracciato costringendo Webber, ovviamente, al ritiro e diverse vetture ad uno slalom imprevisto per evitare l'impatto con il pneumatico 'impazzito'.
Ordine d'arrivo  del Gran Premio di Shangai, terza gara del campionato del mondo di Formula 1:
1. Fernando Alonso (ESP/Ferrari), che ha percorso i 305,066 km in 1 h 36:26.945   (media: 189,779 km/h)
2. Kimi Räikkönen (FIN/Lotus-Renault) a 10.168
3. Lewis Hamilton (GBR/Mercedes) a 12.322
4. Sebastian Vettel (GER/Red Bull-Renault) a 12.525
5. Jenson Button (GBR/McLaren-Mercedes) a 35.285
6. Felipe Massa (BRA/Ferrari) a 40.827
7. Daniel Ricciardo (AUS/Toro Rosso-Ferrari) a 42.691
8. Paul di Resta (GBR/Force India-Mercedes) a 51.084
9. Romain Grosjean (FRA/Lotus-Renault) a 53.423
10. Nico Hülkenberg (GER/Sauber-Ferrari) a 56.598
11. Sergio Pérez (MEX/McLaren-Mercedes) a 1:03.860  12. Jean-Eric Vergne (FRA/Toro Rosso-Ferrari) a 1:12.604
13. Valtteri Bottas (FIN/Williams-Renault) a 1:33.861
14. Pastor Maldonado (VEN/Williams-Renault) a 1:35.453
15. Jules Bianchi (FRA/Marussia-Cosworth) a 1 tour
16. Charles Pic (FRA/Caterham-Renault) a 1 tour
17. Max Chilton (GBR/Marussia-Cosworth) a 1 tour
18. Giedo van der Garde (NED/Caterham-Renault) a 1 tour .
Mondiale piloti:
1. Sebastian Vettel (GER) 52 punti
2. Kimi Räikkönen (FIN) 49
3. Fernando Alonso (ESP) 43
4. Lewis Hamilton (GBR) 40
5. Felipe Massa (BRA) 30
6. Mark Webber (AUS) 26
7. Nico Rosberg (GER) 12
8. Jenson Button (GBR) 12
9. Romain Grosjean (FRA) 11
10. Paul di Resta (GBR) 8
11. Daniel Ricciardo (AUS) 6
12. Adrian Sutil (GER) 6
13. Nico Hülkenberg (GER) 5
14. Sergio Perez (MEX) 2
15. Jean-Eric Vergne (FRA) 1
Classifica costruttori
1. Red Bull Racing 78 punti
2. Scuderia Ferrari 73
3. Lotus 60
4. Mercedes AMG Petronas Formula One Team 52
5. McLaren Mercedes 14
6. Force India 14
7. Scuderia Toro Rosso 7
8. Sauber 5
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sabato 13 aprile 2013


CGIL: BOOM CASSA INTEGRAZIONE E LA CGIA: CRISI, È PEGGIO DEL '29 

Esplode la richiesta di ore di cassa integrazione a marzo. Con poco meno di 100 milioni di ore registrate lo scorso mese, la cig aumenta in tutti i suoi segmenti (ordinaria, straordinaria e deroga), sia sul mese che sull'anno. L'allarme Cgia: gli effetti sulla crisi sono peggiori del '29. Le 96.973.927 ore registrate a marzo segnano infatti un incremento consistente su febbraio (pari ad un +22,44%), mentre da inizio anno il monte ore complessivo è pari a 265.043.645 per un +11,98% sul primo trimestre del 2012. Dietro questa mole di ore sono coinvolti da inizio anno circa 520 mila lavoratori che hanno subito un taglio del reddito per 1 miliardo di euro, pari a 1.900 euro netti in meno per ogni singolo lavoratore. Sono questi i dati che emergono dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell'Osservatorio cig della Cgil Nazionale nel rapporto di marzo. Il rapporto della Cgil segnala come a partire da gennaio del 2009 e fino ad oggi, le ore di cassa integrazione autorizzate siano state stabilmente intorno alle 80 milioni di ore per mese. Un trend che al momento prevede anche il per il 2013 un totale di ore di cassa integrazione oltre il miliardo. «Il sistema produttivo, e l'intero mondo del lavoro, sta letteralmente precipitando, trascinando dietro di sè l'intero Paese, travolto com'è da una valanga che non trova davanti a sè alcun argine», osserva il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada. Per la dirigente sindacale «servono risposte con urgenza che mettano al centro il lavoro, a partire dal finanziamento della cassa in deroga e per questo saremo in piazza unitariamente il 16 aprile a Roma. Un appuntamento- spiega- che potrebbe rappresentare l'avvio di un percorso di iniziativa sui temi del lavoro». Nel dettaglio dei dati, infine, Lattuada segnala «la forte preoccupazione determinata dall'aumento delle richieste di intervento sulle crisi di grandi gruppi industriali che non trovano risposte soddisfacenti e che rappresentano un ulteriore, inequivocabile segnale della profondità della crisi e della necessità di una politica industriale a tutela dei settori manifatturieri e dell'occupazione».
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venerdì 12 aprile 2013


"IL PAESE SOFFRE LO STALLO, MA PARTITI INDIFFERENTI"

Una fabbrica che chiude "è come un lutto in famiglia". Con questa parole il presidente della piccola industria di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha invitato gli industriali a "osservare un minuto di silenzio, un silenzio di denuncia per chi non interviene e non ha la consapevolezza della situazione di emergenza in cui versa lo stato dell'economia reale del paese". "Se i partiti non capiscono i rischi che stiamo correndo, se continuano a rifiutarsi di lavorare assieme, abbiamo di fronte una difficoltà enorme", ha avvertito Boccia, nella relazione introduttiva al convegno biennale della piccola industria che si è svolto a Torino. Un messaggio rivolto ai partiti "indifferenti alla situazione di emergenza economica e ai gravi danni che il Paese subisce", di fronte "all’irresponsabilità che emerge dallo stallo attuale"."Il messaggio del Capo dello Stato è di misurarsi pragmaticamente e senza pregiudizi sul Paese che vogliamo costruire - ha detto ancora Boccia -. Come si può continuare nelle tattiche di chi non vuole il governissimo, chi non vuole il governicchio, chi non vuole nessun governo ad eccezione del proprio mentre il Paese soffre?". Un messaggio rivolto anche a chi "predica la decrescita" e "non sa fare altro che dire sempre e solo no". Ribadiamo, ha detto Boccia, "che decrescita significa solo povertà" e che "con i no rischiamo solo di rimanere fermi e, a fronte degli altri Paesi che stanno reagendo, questo significa esclusivamente che stiamo arretrando"."Non dobbiamo mai stancarci di ripetere le cose giuste da fare per il Paese e per le nostre imprese, ogni giorno continueremo a chiedere ai partiti e ai loro rappresentanti l’attenzione ai contenuti", ha continuato il numero uno della Piccola Industria di Confindustria, indicando cinque punti. "Le domande saranno sempre le stesse - ha proseguito -. Cosa intendete fare per ridurre il global tax rate delle imprese italiane? Cosa intendete fare sui costi dell’energia? Cosa su debito e quindi sullo spread? Quali grandi infrastrutture dare al Paese e come procedere per realizzare le piccole opere? Quando ridurre il cuneo fiscale e agevolare il recupero della produttività". Confindustria sottolinea così, ha proseguito Boccia, "cinque domande, non otto punti, che ripeteremo ogni giorno fino a quando non avremo risposte nei fatti, a partire da oggi". Confindustria, inoltre, chiede alle parti sociali "di stringere un patto dei produttori", un "patto tra tutti gli attori della fabbrica" per "ricostruire il Paese" e per "una nuova rivoluzione industriale". Lavoriamo "insieme per salvare le fabbriche e il Paese", ha concluso Boccia.
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giovedì 11 aprile 2013


I FUNERALI DI ALESSANDRO POLIZZI, JULIA: ''MI HAI PROTETTO, NON TI SARÒ GRATA MAI ABBASTANZA''

A carico di Riccardo e Valerio Menenti la squadra mobile della questura di Perugia ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere. I due - si legge in una nota della procura perugina - sono ‘’gravemente indiziati del reato di omicidio in danno di Alessandro Polizzi e tentato omicidio in danno di Julia Tosti’’, la notte tra il 25 e il 26 marzo in un appartamento di via Ricci, nella prima periferia di Perugia. Le indagini sono comunque ancora in corso.Una nota firmata dal procuratore della Repubblica, Giacomu Fumu, informa che oggi la squadra mobile della questura ha eseguito “due ordinanze applicative della custodia cautelare in carcere emesse dal gip presso il Tribunale di Perugia nei confronti di Riccardo Menenti e Valerio Menenti”.I due Menenti erano stati iscritti nel registro degli indagati già nei primi giorni dell’indagine. Valerio, 25 anni, pochi giorni prima del delitto, aveva avuto una violenza lite con Polizzi e la notte dell’omicidio si trovava in ospedale. Sia lui che il padre, 54 anni, di origini romane ma residente a Todi, si sono sempre professati innocenti. La procura precisa che le indagini sull’omicidio proseguono.
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mercoledì 10 aprile 2013


 

RENZI, SU GRANDI ELETTORI ARRIVATE TELEFONATE DA ROMA


BERSANI, NON HO IMPEDITO ELEZIONE RENZI GRANDE ELETTORE - "Nella sequela di quotidiane molestie mi vedo oggi attribuiti non so quali giochini tesi ad impedire la nomina di Renzi a grande elettore per la Toscana. Smentisco dunque di aver deciso o anche solo suggerito, o anche solo pensato alcunché, a proposito di una scelta che riguarda unicamente il consiglio regionale Toscana". Lo dice Bersani.RENZI, SPERO SI VADA A ELEZIONI IL PRIMA POSSIBILE - "Spero si vada alle elezioni il prima possibile". Lo dice Matteo Renzi a Trieste. "Se Bersani e Berlusconi riterranno più opportuna qualche forma di accordo nell'interesse del Paese, spero facciano il più veloce possibile". "Se dovesse dipendere da me - ha aggiunto Renzi - tornerei alle elezioni domani mattina". Il sindaco di Firenze è tornato ma con più insistenza rispetto ai giorni precedenti a chiedere il ritorno alle urne "perché il risultato delle politiche non ha dato una maggioranza". L'eventuale accordo Bersani-Berlusconi, alternativamente, arrivi "il più veloce possibile - ha detto - ogni giorno che si perde é tempo perso per l'Italia"."Mi avevano detto vai avanti tranquillo ti votiamo, ma poi è arrivata qualche telefonata da Roma per fare il contrario". Matteo Renzi commenta così la propria esclusione dai grandi elettori. "Mi avrebbe fatto piacere rappresentare la mia Regione", ha detto a Trieste."Se ci sono nuove elezioni vedremo cosa accadrà. Ora sono fuori dai giochi della politica romana", ha spiegato Firenze Matteo Renzi rispondendo a una domanda su un possibile incarico per formare un governo. "Ora - aggiunge - sto facendo il sindaco della mia città"."Oggi bisogna decidere velocemente il prossimo Presidente della Repubblica perché è una decisione fondamentale per il Paese. Nell'incontro di ieri, quindi, si è parlato giustamente della scelta di un metodo largamente condiviso e non di governo". Lo ha detto Paolo Romani (Pdl) intervenendo ad Agorà, su Rai Tre. L'esponente del centrodestra ha poi dissentito con le proteste del M5S sul mancato avvio delle commissioni: "Ieri alle 22.30, tutti insieme, anche con il Movimento 5 Stelle, abbiamo trovato un'intesa su un provvedimento che oggi è in aula al Senato, cioé il decreto Balduzzi sulle staminali. Le Commissioni speciali stanno lavorando - ha aggiunto Romani-alla faccia di chi dice che il Parlamento è bloccato". Infine Romani ha parlato dei rapporti con la Germania: "Io non accetto lezioni da Schulz e comincio ad essere stufo anche delle lezioni che ci danno i tedeschi. Con i tedeschi - ha concluso - dovremmo iniziare a parlare in maniera più seria".SERENI, BERSANI-BERLUSCONI IMPORTANTE - "Importante l'incontro tra Bersani e Berlusconi, speriamo che si trovi una soluzione che sia più condivisa possibile. Chiediamo alle altre forze politiche di consentire che parta un governo del cambiamento. In questo momento al paese non serve un governo bloccato tra opzioni contrapposte". Queste le parole di Marina Sereni (Pd) a Tgcom24. Bersani al Colle? "Sui nomi-risponde-bisogna essere molto attenti, l'identikit del Presidente della Repubblica deve essere frutto di un lavoro attento e anche un po' riservato. Vedo tanti nomi, molti autorevoli, ma la bussola da seguire è trovare una personalità che sia di garanzia". Infine sul mancato ruolo di grande elettore per Renzi, osserva: "Penso che il ruolo di Renzi sul piano politico non dipenda dal fatto di essere o meno tra i grandi elettori. Poteva essere un'esperienza alla quale lui giustamente teneva ma non vorrei dare a questa scelta che deve fare il Consiglio Regionale della Toscana un significato nazionale". FASSINA, TENERE DISTINTA TRATTATIVA DA GOVERNO - "Occorre tenere distinti i due tavoli per il Quirinale e per il governo, perché riteniamo che per la riscrittura delle regole della Costituzione e per la scelta di chi quelle regole deve garantire, deve esserci la massima convergenza possibile. Rispetto al governo invece, riteniamo che le domande di cambiamento da affrontare non siano compatibili con la presenza del Pd e del Pdl". Lo ha detto il responsabile economia del Pd Stefano Fassina al programma 'La telefonata di Belpietro' su Canale 5. "Non abbiamo bisogno di un qualunque governo - ha proseguito Fassina -. Le difficoltà del paese sono tante che abbiamo bisogno di un esecutivo di cambiamento. Se si fosse voluto fare un qualunque governo, a questo punto Bersani avrebbe accolto l'offerta di Berlusconi e sarebbe a palazzo Chigi. Riteniamo non ci siano condizioni per fare un esecutivo di cambiamento con Pdl. Mentre sul Capo dello stato proviamo a costruire una soluzione condivisa". A Belpietro che citava l'obiezioni di Matteo Renzi ("perché trattativa col Pdl sul Capo dello Stato e non sul governo?"), Fassina ha risposto "le regole del gioco e la presidenza della Repubblica che le garantisce devono essere condivise da tutti in democrazia. Il programma di governo no. Rimane fondamentale la differenza fra sinistra e destra". "Riteniamo Berlusconi non affidabile - ha concluso Fassina -. E' uno che, a detta del diretto interessato, ha comprato un senatore o più senatori per far cambiare la maggioranza. In questo paese discutiamo tanto di moralità della vita pubblica. Non possiamo affrontare questi problemi con chi ha piegato le regole a suo uso e consumo". CRIMI, INCONTRO CON IL PD DOPO SCELTA ON LINE - "I capigruppo del Partito Democratico di Camera e Senato Roberto Speranza e Luigi Zanda, mi hanno contattato per gli incontri di prassi su questioni metodologiche legate all'elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Ho ringraziato gentilmente i due parlamentari, chiedendo che l'incontro venga almeno rinviato a dopo l'11 aprile. Dopo quella data, tutte le cittadine ed i cittadini iscritti online al Movimento 5 Stelle al 31 dicembre 2012 e certificati con un documento entro il 30 marzo 2013, avranno scelto democraticamente con votazione elettronica la rosa finale dei 10 candidati alla Presidenza della Repubblica". Lo dice il capogruppo del M5S al Senato Vito Crimi. "E' tra questi 10 nomi che verrà poi scelto, sempre democraticamente e con votazione online degli iscritti al M5S , il candidato Presidente della Repubblica che sarà votato in Parlamento dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle. Auspichiamo che anche le altre forze politiche, per una scelta così importante, consultino direttamente i loro iscritti".MARONI, DOMANI ALLE 11 INCONTRO LEGA-BERSANI-Il segretario federale della Lega Nord, Roberto Maroni, ed una delegazione del Carroccio, incontrerà domani mattina, alle 11 a Roma, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Lo ha spiegato Maroni conversando con i giornalisti al termine di un incontro a Milano. 

sabato 30 marzo 2013


BUONA PASQUA !!!

GLI AGGIORNAMENTI E LA PUBBLICAZIONE DEI COMMENTI RIPRENDERANNO


MERCOLEDÌ 10 APRILE
CELENTANO, DA GURU A 'TRADITORE' DEI GRILLINI LETTERA SPIETATA DEL MOLLEGGIATO A GRILLO: «BEPPE TU NON SEI UMILE. NON BATTI IL TEMPO PACIFICO DI PAPA FRANCESCO» 
Indietro tutta. Cala il silenzio. Tacciono i fiancheggiatori. Dormono i guru. Casaleggio medita, Grillo si rilassa in spiaggia allentando i muscoli su un tronco morto. Ordina al suo factotum di vestirsi da Spiderman per depistare la stampa impicciona. Uno vale uno. Il nemico è in agguato. Siamo in un fumetto della Marvell. Eroe buono. Eroe cattivo. Smazziamo le figurine come necessaria conseguenza di una presa di coscienza.Tutti sono immobili. Nessuno si sbilancia. Siamo in attesa di un responso salvifico. Dal Quirinale. Aspettiamo un post escatologico. Un comunicato ecumenico. Un «no» finale, definitivo, firmato Cinque Stelle, verso gli indegni. Siamo tutti corpi opachi, intermedi. Intrusi da cancellare con un colpo di spunga. In attesa della presa finale. Di quel 100 per 100 che non ammette deroghe. Fino alla vittoria del pensiero unico, del cittadino ideale che fa jogging sul lungomare. Meditando sul futuro del pianeta. Noi aspettiamo, fiduciosi, la rivoluzione. Siamo con la retromarcia ingranata, carica di promesse a venire. Crediamo ormai nel tempo a ritroso. Pronti per andare a rinculo nel Novecento profondo. Verso un passato remoto di radio, di tv commerciali, di piazze transustanziate da un salvifico vaffanculo mediatico. Un assolo trombone, maschile. Retrattile,furbacchione, impostore.Per ora contiamo l’elenco dei no. Annotiamo le scomuniche. I passi falsi. Gli scivoloni. Non ci salveremo l’anima, no. Ma potremo sempre rispondere punto per punto. Come un editoriale sgobbone e acido, di Marco Travaglio.In queste ore solo Adriano Celentano, l’ eroe scamuffo nazionale, rompe maldestramente la crisalide del silenzio, goffo e pasticcione come al solito. Il molleggiato, qualunquista, in basco di lustrini, scrive a Grillo una lettera confusa, spietata come la verità: Beppe tu non sei umile, non batti il tempo pacifico di Papa Francesco. Non sei dentro il senso di questo tempo pacifico e dimesso. Il tempo ora dice: dialogo. Confronto. Mediazione.La voce di Adriano si leva come un’interferenza maldestra nel vocìo confuso della corrente impaludata dei commentatori di carriera. Un messaggio in bottiglia, sigillato alla meno peggio, tra anonimi pasticcioni e opionionisti molesti. Tra troll, fake, fiancheggiatori, fanatici e millantatori di rivoluzioni digitali, il messaggio di Adriano sembra quasi vero: Grillo rischia di essere divorato dal narcisismo. Deve trovare una via di fuga fuori da sé. Ma non c’è modo per redimerlo. Beppe è un invasato. Non legge i commenti del blog. Li emenda e basta. Non riceve le lettere da Venezia. Considera infiltrati quanti gli hanno dato il voto, con riserva. I più giovani, che smanettano seriamente sul web, dicono che non c’è democrazia. Non c’è liquid feed back. Le decisioni più importanti sono appannaggio degli Eletti, senza ritorno nella rete. Uno non vale più uno. La rete mobilita ma non governa. Il feticcio sta per mostrarsi mostro. Un sessantenne goffo usa la rete a suo piacimento. Si intesta rivoluzioni generazionali che nessuno gli riconosce. I più sgamati, i nerd, hanno già capito il trucco. Lunedì il capo raduna i suoi per fare il punto. Come è giusto che sia. Lo streaming è già una barzelletta. Buona solo per mettere in scena il vecchio che c’è, nel nuovo da corteggiare per restare a galla. Un copione tetro. Triste. Perfino Bersani sembra autentico. Vero e ditignoso come Vasco Rossi. A quanto pare l’Italia deve vivere, ancora. I pentastelluti sono anime sconosciuti. Alcuni cominciano a sbadigliare. A reclamare la loro parte nel reality della politica. Non avremmo mai pensato di trovare simpatico Vittorio Sgarbi, con i suoi Tiziano, con la sua religione pazza della bellezza. Con un Riccardo Muti presidente. Ma almeno così nessuno si sente in colpa. Ed è ancora più chiaro a che solo noi, tutti, possiamo salvarci. A partire da noi.
                                                                                                              m.r.c.p.d.s.
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