CGIL: BOOM CASSA INTEGRAZIONE E LA CGIA: CRISI, È PEGGIO DEL '29
Esplode la richiesta di ore di cassa integrazione a marzo.
Con poco meno di 100 milioni di ore registrate lo scorso mese, la cig aumenta
in tutti i suoi segmenti (ordinaria, straordinaria e deroga), sia sul mese che
sull'anno. L'allarme Cgia: gli effetti sulla crisi sono peggiori del '29. Le
96.973.927 ore registrate a marzo segnano infatti un incremento consistente su
febbraio (pari ad un +22,44%), mentre da inizio anno il monte ore complessivo è
pari a 265.043.645 per un +11,98% sul primo trimestre del 2012. Dietro questa
mole di ore sono coinvolti da inizio anno circa 520 mila lavoratori che hanno
subito un taglio del reddito per 1 miliardo di euro, pari a 1.900 euro netti in
meno per ogni singolo lavoratore. Sono questi i dati che emergono dalle
elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell'Osservatorio cig della Cgil
Nazionale nel rapporto di marzo. Il rapporto della Cgil segnala come a partire
da gennaio del 2009 e fino ad oggi, le ore di cassa integrazione autorizzate
siano state stabilmente intorno alle 80 milioni di ore per mese. Un trend che
al momento prevede anche il per il 2013 un totale di ore di cassa integrazione
oltre il miliardo. «Il sistema produttivo, e l'intero mondo del lavoro, sta
letteralmente precipitando, trascinando dietro di sè l'intero Paese, travolto
com'è da una valanga che non trova davanti a sè alcun argine», osserva il
segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada. Per la dirigente sindacale
«servono risposte con urgenza che mettano al centro il lavoro, a partire dal
finanziamento della cassa in deroga e per questo saremo in piazza unitariamente
il 16 aprile a Roma. Un appuntamento- spiega- che potrebbe rappresentare
l'avvio di un percorso di iniziativa sui temi del lavoro». Nel dettaglio dei
dati, infine, Lattuada segnala «la forte preoccupazione determinata
dall'aumento delle richieste di intervento sulle crisi di grandi gruppi
industriali che non trovano risposte soddisfacenti e che rappresentano un ulteriore,
inequivocabile segnale della profondità della crisi e della necessità di una
politica industriale a tutela dei settori manifatturieri e dell'occupazione».