lunedì 11 febbraio 2013


BENEDETTO XVI LASCIA, STUPORE NEL MONDO 'SENTO IL PESO. LO FACCIO PER IL BENE DELLA CHIESA' L'ANNUNCIO IN LATINO DURANTE UN CONCISTORO: LA VOCE SERENA E SOLENNE, IL VOLTO STANCO. PADRE LOMBARDI: 'A MARZO IL NUOVO PONTEFICE. PAPA NON LASCIA PER UNA MALATTIA'

Il Papa lascia il pontificato dal 28 febbraio. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell'incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. La ingravescentem aetatem cioé l'età avanzata. Questo tra i motivi addotti da Benedetto XVI, per le sue dimissioni. La sua decisione, annunciata in latino davanti al collegio cardinalizio e alla Casa Pontificia riunite per un concistoro di canonizzazione, è stata accolta nel più profondo silenzio e con smarrimento. Il Papa aveva una voce solenne ma serena e il volto un po' stanco. "Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile2005", ha detto Benedetto XVI. "Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti", ha aggiunto il Papa. "Non risulta nessuna malattia in corso che abbia influito sulla decisione" del Papa. Negli ultimi mesi è diminuito il suo vigore. Sappiamo l'età che ha e che è normale per persone in età avanzata vivere un declino delle proprie forze ed il Papa lo ha sentito negli ultimi mesi e lo ha riconosciuto con lucidità", ha detto padre Lombardi. Il Papa soffre per dolori articolari e reumatici ma è anche il peso del suo ruolo a incidere sul suo stato generale: è quanto trapela da fonti mediche dello staff che lo segue. Il Pontefice è anche sofferente di fibrillazione atriale cronica ma, si è appreso, rifiuta i farmaci anticoagulanti prescritti. Il Papa ha indicato il 28 febbraio per il termine del pontificato e chiesto che si indica un conclave per l'elezione del successore. La "sede vacante" scatta dalle ore 20.00 del 28 febbraio. Lo ha detto il Papa annunciando ai cardinali la decisione di dimettersi. Dovrà quindi essere convocato un conclave per l'elezione del nuovo Papa. Nel mese di marzo, probabilmente, avremo il nuovo Papa, ha detto Lombardi. "Il Papa ci ha preso un pò di sopresa". Lo ha detto il portavoce Vaticano, Padre Federico Lombardi, aprendo una conferenza stampa. Il Papa, negli ultimi tempi, "non era assolutamente depresso, aveva serenità spirituale e padronanza del rapporto con gli alti. Non c'erano segni definiti di depressione o scoraggiamento, anche se può essere stato toccato da vicende difficili, ma non direi che ciò lo ha indotto a decisione". Lo ha detto padre Lombardi. "Un fulmine a ciel sereno". Con queste parole il decano del collegio cardinalizio, cardinal Angelo Sodano ha commentato la decisione. Georg Ratzinger, il fratello di papa Benedetto XVI, era da mesi al corrente dei piani di dimissioni annunciati stamani dal pontefice. "Ero stato messo al corrente", ha detto il religioso secondo quanto riporta il sito del quotidiano Die Welt in un flash delle 12:49: "Mio fratello si augura più tranquillità nella vecchiaia". La decisione del papa di rinunciare al pontificato "sarà, come lui ha detto, per il bene della Chiesa", ha detto il cardinale Angelo Scola nel corso dell'Omelia durante la messa per i malati alla parrocchia di Santa Maria di Lourdes a Milano. Il cardinale Scola ha parlato di "decisione clamorosa" presa da "un uomo dalla fede e dall'umilità assolutamente straordinaria". "Un uomo che per tutti questi anni ci ha comunicato l'intelligenza profonda della fede, della verità, e del suo magistero". "Anche se questa domanda ci riempie di sorpresa e a prima vista di domande - ha aggiunto-,come lui ha detto, sarà per il bene della chiesa". Papa Wojtyla decise di restare sul Soglio pontificio fino alla fine della sua vita perché riteneva che "dalla croce non si scende". Cosi' il cardinale di Cracovia Stanislaw Dziwisz, segretario personale di Giovanni Paolo II fino alla sua morte nell'aprile 2005. Su questa sua decisione di rimanere alla guida della Chiesa nonostante la malattia, ha detto Dziwisz, Giovanni Paolo II si consultava anche con il cardinale Jozeph Ratzinger, suo stretto collaboratore."Nel nostro ultimo colloquio traspariva come fosse provato e consapevole di una fatica difficilmente sostenibile". Con queste parole stamani il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fatto capire come Benedetto XVI - già una settimana fa, nel corso del loro ultimo colloquio in Vaticano - non gli avesse nascosto la propria decisione di lasciare il magistero di Pietro. L'incontro si è svolto lo scorso quattro febbraio, poco prima del concerto alla sala Nervi per l'84/mo anniversario dei Patti Lateranensi. Il Papa tedesco - si è appreso - si sarebbe confidato con il capo dello Stato: una conversazione definita dalla sala stampa vaticana "particolarmente intensa". Napolitano, subito dopo l'incontro, era apparso particolarmente colpito e visibilmente commosso. Oggi, dal Quirinale, il presidente ha commentato con i giornalisti il gesto del Papa definendolo "straordinariamente coraggioso" e ricordando quanto il mandato del pontefice della Chiesa cattolica sia "impegnativo da tenere sulle proprie spalle". In più, ha aggiunto, "si deve fare i conti con il prolungarsi della vita, e il prolungarsi della vita non sempre in condizioni egualmente sostenibili".                                                                                                     

                                                                                                           p.c.m.s.r.d.g.
Aggregatore notizie RSSShareContatore visite gratuito



domenica 10 febbraio 2013


SIGILLI AL CANTIERE DI MANTOVANI NEI GUAI L'EMINENZA GRIGIA DEL PDL IL SINDACO DI ARCONATE MA SOPRATTUTTO COORDINATORE LOMBARDO DEL PDL, NEI GUAI PER UN PROGETTO EDILIZIO A BELLARIA-IGEA MARINA...

È l’eminenza grigia del Pdl in Lombardia. Ma l’influenza del senatore Mario Mantovani non ha confini, ovunque caratterizzata dal quel mix meneghino di politica e imprenditoria che ha fatto le fortune del grande capo. Di Mantovani - sindaco di Arconate ma soprattutto coordinatore lombardo del Pdl, capolista in Regione a Milano oltre che candidato al Senato - in questi giorni si parla molto a Bellaria-Igea Marina. La località adriatica è il luogo del buen ritiro balneare di Mantovani: qui, la scorsa estate, maturò l’idea di chiedere a Berlusconi di ricandidarsi tramite sollecitazione aeronautica («Silvio ritorna», c’era scritto nella coda trascinata da un aeroplanino passato sopra la testa di migliaia di bagnanti increduli), e qui, da anni, macina affari o offre sponsorizzazioni e tutele politiche. Il centrodestra che amministra il Comune gli deve molto, addirittura grazie a lui un giovanissimo assessore è finito nella lista Pdl alla Camera in posizione eleggibile. Ma quando nei giorni scorsi il sindaco, pure lui del Pdl, ha visto nella sua corrispondenza un esposto per un presunto abuso edilizio commesso dal senatore, proprio non ha potuto invocare immunità sulla fiducia. E, fattosi precedere da qualche messaggio mediatico in codice (traducibile così: «Mi scusi, ma devo proprio farlo...»), ha trasmesso l’azzardo di quel cittadino villano ai suoi vigili. Che - sorpresa, proprio nei giorni in cui Berlusconi lanciava il tema del condono edilizio - nel cantiere di una delle tante proprietà di Mantovani (una casa sulla spiaggia, in posizione stupenda) hanno effettivamente trovato situazioni tali da giustificare l’ordine immediato di sospensione dei lavori, il sequestro del cantiere stesso e la trasmissione degli atti alla Procura. Nei giorni scorsi Mantovani era, indirettamente, finito nel mirino del Pd di Bellaria-Igea Marina per una operazione urbanistica approvata dalla giunta di centrodestra che intende concedere a una associazione temporanea di imprese, di cui fa parte anche l’Immobiliare Vigevanese di Mantovani, la realizzazione di due torri di 15 piani e 100 appartamenti, ciascuna in riva al mare (l’attrazione immobiliar-marina per Mantovani deve essere irresistibile...). Il tutto avverrà nel quadro di un accordo pubblico-privato col quale il Comune riceverà, in cambio, una scuola. Uno scambio che non pare esattamente equo per la collettività. A Bellaria-Igea Marina nel corso del tempo Mantovani ha acquistato quattro colonie marine, due adattate a struttura ricettiva mentre di altre due ha conservato la cubatura che, per la particolare normativa urbanistica, può essere «spostata» all’interno della zona colonie. E ora la cubatura di una delle sue colonie verrà proprio trasferita nelle due torri. L’affare si presenta allettante per Mantovani. Ma come effetto collaterale avrà una colata di cemento che nella skyline adriatica starà sotto solo ai grattacieli di Rimini, Cesenatico e Cervia, venuti su nei deliri edilizi degli anni Cinquanta e Sessanta. Il Pd, che si sta opponendo con forza alla realizzazione delle due torri, dopo il clamoroso sequestro solleva anche la questione di opportunità e mette in guardia. Pare, al Pd, che il coinvolgimento di un così autorevole esponente politico in un’operazione di questa natura e delicatezza sia inopportuno e dovrebbe consigliare al Comune (a maggior ragione dopo il sequestro della cantiere sul mare) cautela nella scelta del privato col quale fare l’accordo.
Aggregatore notizie RSSShareContatore visite gratuito



venerdì 8 febbraio 2013


BERSANI: «SE VINCE BERLUSCONI L'ITALIA VA CONTRO UN MURO»

«Si scherza col fuoco. C'è un dato oggettivo: o vinciamo noi o vince Berlusconi. Ma sento delle divagazioni, qualcuno che dice ma tanto il Pd ha già vinto, allora diamo un segnale dal centro o da sinistra», dichiara Pier Luigi Bersani a Biella: «I voti sono tutti utili, c'è quello per protestare che ha la sua dignità, c'è quello utile per segnalare una adesione ideologica, i voti hanno tutti la loro dignità». «Dopodiché se uno vuole battere la destra, c'è solo il voto al Pd. E noi andremo a questa battaglia, perché se vince l'altra logica l'Italia va contro un muro».Bersani, «Berlusconi fa l'inciucio con Monti»: CONFLITTO D'INTERESSI TRA LE NOSTRE PRIME LEGGI «Il conflitto di interessi sarà una delle prime leggi che porterò all`approvazione ed è mia intenzione far entrare l`Italia in Europa anche in materia di normative antitrust e di autonomia del servizio pubblico». Lo ha assicurato il leader Pd e candidato premier del centrosinistra Pier Luigi Bersani, nel messaggio con cui ha aderito all'appello di Articolo 21 sulla libertà d'informazione. All'appello aderiscono anche Nichi Vendola e Gianfranco Fini. Il segretario Pd oggi ha rilasciato diverse interviste: «Avremo il 40% di donne elette in Parlamento - ha detto all'Agenzia Vista - si tratta di una vera rivoluzione non a chiacchiere, sono contentissimo e così si vedrà fisicamente cos'è il cambiamento e chi è veramente europeista. Anche nel governo saremo coerenti con questa impostazione». «Con la nostra proposta esentiamo le fasce deboli e togliamo l'Imu, credo, al 90% delle prime case e invece carichiamo sui grandi patrimoni immobiliari. Questa è una proposta che sta in piedi», ha poi spiegato Bersani. Quella di Berlusconi, invece, «non sta in piedi, perchè la copertura basata sul condono con la Svizzera è sia una cosa sbagliata che una cosa futuribile. L'Imu ha bisogno di una copertura perchè le favole non possiamo raccontarle», conclude. «Le imprese sono nei guai, molte piccole imprese stanno saltando, non ci sono pagamenti, la Pubblica amministrazione per prima non sta pagando: emettiamo dei buoni dedicati a questa operazione di restituzione del dovuto alle imprese per una somma attorno ai 10 miliardi all'anno per cinque anni. È un modo per rimettere in giro liquidità, se parte la pubblica amministrazione io credo che anche l'altro sistema dei pagamenti, quello tra privati, possa rimettersi a girare». È la proposta ribadita dal segretario del Pd Pierluigi Bersani, intervistato dall'agenzia Vista. «In queste elezioni è in gioco non solo la vittoria o il governo del Paese, c'è in gioco la possibilità di chiudere una vicenda di venti anni e impostare un altro sistema politico rispetto a quello che abbiamo visto, organizzato attorno alle singole persone». Lo ha detto il leader del Pd Pier Luigi Bersani, nel corso di un incontro pubblico, oggi, a Borgosesia, nel vercellese. «Un fatto - ha aggiunto - che ci ha portato al disastro, il berlusconismo è diventato contagioso. Dopo Berlusconi cosa c'è? Dopo Monti cosa c'è? Dopo Grillo, dopo Ingroia cosa c'è? Noi possiamo continuare ad avere il Paese affidato a evenienze di questo tipo? Siamo i soli al mondo». Ed ancora, «dopo Bersani, invece, c'è il Pd. Sono l'unico che non ha il nome nel simbolo. Il problema è serissimo, siamo arrivati per questo meccanismo sull'orlo del precipizio». «Ma siccome vinciamo noi - ha concluso - non ci sarà solo un cambio di governo, noi costruiremo e obbligheremo gli altri a costruire un cambio di sistema della politica italiana. L'Italia va ricostruita anche a partire dal sistema politico».
                                                                                         p.c.m.s.r.d.g.
Aggregatore notizie RSSShareContatore visite gratuito



giovedì 7 febbraio 2013


ENI, INDAGATO PAOLO SCARONI «MAZZETTE A POLITICI ALGERINI»


È indagato dalla procura di Milano per corruzione internazionale Paolo Scaroni, a.d. dell'Eni in relazione alle tangenti pagate da società del gruppo a politici algerini. Una commessa di 11 miliardi di dollari e una maxi tangente da 197 milioni di euro. Una vicenda che coinvolge la Saipem, la holding Eni e il suo amministratore delegato, Paolo Scaroni. Per aggiudicarsi i lavori del progetto Medgaz e del progetto Mle in joint venture con l'ente di stato algerino Sonatrach, le due società italiane avrebbero versato alla società di Hong Kong, Pearl Partners Limited dell'intermediario Farid Noureddine Bedjaoui quasi 200milioni di presunte mazzette da distribuire a faccendieri, esponenti del governo algerino e manager della stessa Sonatrach.
Aggregatore notizie RSSShareContatore visite gratuito



lunedì 4 febbraio 2013





SEI NAZIONI:ORA L'ITALIA FA PAURA ALL'ESORDIO CON LA FRANCIA UNA VITTORIA MEMORABILE

STAMPA FRANCESE, BLEUS 'MARTIRI', CHE SBERLA A ROMA - "Martiri di Roma". C'é tutta la delusione dello sport francese per la sconfitta della nazionale di rugby, ieri a Roma, nel titolo della prima pagina dell' Equipe, che non risparmia critiche taglienti ai Bleus. "Deboli tecnicamente e troppo limitati in carburante", nelle parole dell'inviato a Roma Pierre Michel Bonnot, che se la prende senza mezzi termini con i "bambini viziati del Top 14 (la serie A del rugby francese, ndr.), attribuendo uno "zero netto" alla loro prestazione romana. "Ma se i giocatori hanno certamente delle colpe di imprecisione e di sufficienza - commenta - se lo staff ha senza dubbio scelto un sistema difensivo troppo sofisticato, è di nuovo il rugby francese, il suo campionato bulimico e la sua formazione malridotta che sono colpevoli". Parole di elogio, invece, per gli azzurri. Certo, scrive L'Equipe, la loro vittoria "resta un exploit, ma dimostra che la squadra è ben cresciuta, in particolare grazie a di Jacques Brunel". Gli Italiani, scrive in un commento l'ex giocatore Fabien Galthié, "sono stati offensivi e ambiziosi, hanno preso dei rischi, sono andati a cercare i Bleus e li hanno dominati negli scontri, a livello del possesso, dell'occupazione e degli spostamenti". Critiche vibranti alla nazionale francese arrivano anche dal quotidiano di Parigi, Le Parisien, che in una finestra di prima pagina titola: "Che sberla!". E, nelle pagine interne, rincara la dose: "i Bleus, atoni, timorosi e permeabili, sono sembrati talmente fragili davanti all'Italia che non sapevano bene a che santo votarsi all'uscita dal campo". Colpa, secondo l'ex nazionale Alain Penaud, intervistato dal quotidiano, di una "flagrante mancanza di ambizione", lacuna "ricorrente" nella nazionale d'Oltralpe, che su questo piano "ha mostrato una disposizione catastrofica". GAVAZZI, SIAMO ALL'INIZIO DEL PERCORSO - La vittoria dell' Italrugby nella gara d'esordio del Sei Nazioni, a Roma contro la Francia vicecampione del mondo, fa subito gridare al boom della palla ovale: il presidente della Fir Alfredo Gavazzi chiede di non lasciarsi andare ai facili entusiasmi.'C'é stata una grande crescita in questo anno - dice Gavazzi a Radio Anch'io lo Sport -, giochiamo alla pari con dignità. Molto dipende dall'allenatore: è l'inizio di un percorso ma dobbiamo fare molto per dimostrare il nostro valore'.ITALIA ENTRA NELLA TOP TEN MONDIALE - L'Italia esulta per il successo sulla Francia nel Sei Nazioni, un successo che porta la nazionale azzurra al 9/o posto del ranking Irb e che viene celebrata per la prima volta tra le grandi. Jacques Brunel, il ct arrivato ad inizio 2012, e' il primo artefice di questa trasformazione ha portato Azzurra a disputare la miglior partita della sua storia ieri all'Olimpico.
Nella foto< Martin Castrogiovanni
                                                                                         p.c.m.s.r.d.g.
Aggregatore notizie RSSShareContatore visite gratuito



domenica 3 febbraio 2013


ELEZIONI: UN PADRE, VENDO MIO VOTO PER SERVIZIO SCUOLABUS

Un genitore di Schiavi di Abruzzo vuol mettere in vendita il proprio voto per un nobile scopo: ottenere denaro per pagare un accompagnatore per lo scuolabus. I bambini dell'asilo e delle elementari di Schiavi di Abruzzo non hanno più una scuola in paese. Ogni giorno sono costretti arecarsi con lo scuolabus a Castiglione Messer Marino.Otto chilometri all'andata e altrettanti al ritorno su strade di montagne tortuose e dissestate. E come se il viaggio non fosse già abbastanza stressante per i piccoli alunni e pericoloso, succede che lo scuolabus comunale è sprovvisto di accompagnatore. Nonostante l'impegno del sindaco, Luciano Piluso, ad oggi i bambini viaggiano con il solo autista. Ed ecco allora il voto utile di un papa' messo in vendita.''Con il ricavato, girato al Municipio - dice l'uomo - si potrebbe pagare l'accompagnatore per i bimbi delle scuole di Schiavi. Solo vendendo il mio voto sara' davvero utile, utile ai bambini. La politica serve a risolvere i problemi dei cittadini, giusto? Allora, quale candidato e' interessato a voler risolvere il problema degli scolari di Schiavi di Abruzzo?''. Il papa' di Schiavi d'Abruzzo, il piu' alto comune della provincia di Chieti con i suoi 1168 metri sul livello del mare, si chiama Francesco Bottone, ha 38 anni, e' precario, padre di due bambini di quattro e due anni e con un altro in arrivo, e non ha voluto lasciare il paese. Francesco Bottone per il ''suo voto'' fa questa richiesta: ''Quanto prende un deputato oppure un consigliere regionale? Allora voglio un mese del loro stipendio. Per un mese non moriranno di fame e il gesto di uno solo dei futuri eletti sara' utile ai bambini di Schiavi pagando il servizio per un intero anno scolastico. La politica serve a risolvere i problemi dei cittadini, giusto? Allora, quale candidato e' interessato a voler risolvere il problema degli scolari di Schiavi di Abruzzo? Io resto in attesa, vediamo chi ha il coraggio almeno di chiamarmi'', ha chiarito. PD: PAPA' CHIEDA A PARTITI CENTRODESTRA - ''Caro papa', sono certa che tra i migliori offerenti per l'acquisto del suo voto, trovera' proprio quei partiti che si sono contraddistinti durante l'ultima legislatura per lo shopping di parlamentari per restare in piedi al Governo del Paese continuando a fare danni''. Lo scrive Francesca Puglisi, responsabile Scuola del PD in merito alla proposta di un genitore di Schiavi di Abruzzo (Chieti) di mettere in vendita il proprio voto per poter pagare un accompagnatore per lo scuolabus. ''Faccia molta attenzione pero', sono proprio coloro che hanno tagliato 8 miliardi alla scuola e chiuso con un forzoso dimensionamento le piccole scuole dei comuni montani - dice la Puglisi - Mentre facevano lievitare la spesa corrente statale, senza risanare il debito pubblico, scaricavano il risanamento dei conti massacrando di tagli anche i bilanci dei Comuni e delle Province. E' cosi' che sono diventati insostenibili anche servizi essenziali come il trasporto scolastico. Invece di vendere il suo voto al miglior offerente, lo impieghi bene per scegliere consapevolmente quelle forze politiche che davvero credono nell'istruzione e che hanno scritto con chiarezza nel programma che vanno sacrificati altri capitoli della spesa statale per tornare ad investire nella scuola''.
Aggregatore notizie RSSShareContatore visite gratuito



sabato 2 febbraio 2013


NO A FILM POLITICI AL MAXXI IL GIORNALISTA EMMOT: "CENSURA"

 Il museo Maxxi ha revocato la premiere, prevista il 13 febbraio, del documentario «Girlfriend’s in a Coma». A scriverlo, su twitter, il giornalista inglese Bill Emmot, già direttore dell'Economist e molto critico di Berlusconi, uno degli autori del documentario sul declino dell'Italia insieme alla giornalista Annalisa Piras. Emmot accusa esplicitamente il ministero per i beni culturali di “censura”, la neo presidente del museo d’arte contemporanea Giovanna Melandri si è presa la piena responsabilità dichiarando che un’istituzione retta tutta da fondi pubblici non può ospitare manifestazioni dal risvolto politico finché c’è la campagna elettorale. «INCREDIBLE! MAXXIRome, on Culture Ministry orders, has revoked Girlfriend in a Comàs Feb 13Italy premiere booking. CENSORSHIP. STUPIDITY», scrive su twitter, con le maiuscole, Emmot. E accusa il ministero per i beni culturali. Il documentario è reduce da un pre-screening internazionale a Londra, New York, Bruxelles, tra le altre capitali, che ha suscitato sia applausi sia attacchi da parte di chi lo considera uno schiaffo alla società italiana. Emmott annuncia: «chiederemo al pubblico di insistere per riavere la libertà erosa. Stiamo vedendo le modalità». E cita una comunicazione dal museo: “Disposizioni della presidente della fondazione, che si fanno interpreti delle indicazioni assai rigorose dateci dal Mibac - socio unico della fondazione ed autorità vigilante sul nostro operato - non ci consentono di ospitare nello spazio del museo qualunque iniziativa che possa essere letta secondo connotazioni politiche, nell'imminenza della competizione elettorale". La regista Piras invita gli spettatori a «chiedere al Minculpop l'immediato rispristino dello screening». Il Ministero per i beni e le attività culturali, in una nota. dichiara di «non aver dato disposizioni in merito alla proiezione. Il Maxxi è una fondazione di diritto privato le cui decisioni sono assunte dagli organi competenti». «Il Maxxi – scrive a sua volta il museo in un comunicato - è un'istituzione pubblica nazionale vigilata dal Ministero dei Beni Culturali e, secondo una prassi consolidata e già attuata in altre occasioni, in campagna elettorale non può ospitare manifestazioni che, seppur promosse da soggetti esterni, a qualunque titolo potrebbero essere connotate di valenza politica. Dal 26 febbraio, finita la campagna elettorale, il Maxxi sarà ben felice di ospitare qualunque manifestazione culturale, inclusa naturalmente la proiezione del documentario di Bill Emmott».
Aggregatore notizie RSSShareContatore visite gratuito



venerdì 1 febbraio 2013


FINE DEL BEL TEMPO, ARRIVANO VENTO, NEVE E PIOGGIA 

Ultime ore in compagnia dell'alta pressione delle Azzorre che sta garantendo da giorni tempo stabile, soleggiato e mite al centro-sud e cieli grigi sulla Val padana e sulle Marche con clima rigido anche di giorno per via dell'effetto freezer che soprattutto sull'Emilia mantiene valori termici costantemente negativi. Questa sorta di limbo meteorologico ha i minuti contati: dalal serata di venerdì arriva una forte perturbazione spinta da aria fredda di origine polare. GUARDA IL METEO CITTA' PER CITTA'- Gli esperti del portale www.ilmeteo.it avvertono che nel week end arriva una vera e propria sciabolata artica portata dalle correnti in discesa dal Circolo Polare e dalla Finlandia con conseguente formazione di un complesso ciclone mediterraneo ad occhiale ovvero con due occhi posizionati uno sul mar Tirreno e uno sull'Adriatico, in una configurazione fortemente perturbata. Sabato il maltempo colpirà prima il nord , poi il centro e la Sardegna, con venti forti di maestrale dalla Sardegna e dalle Bocche di Bonifacio verso il Tirreno e i venti di Bora da Trieste, fino a 100km/h. La neve scenderà di quota fino a diventare mista a pioggia in pianura sull'Emilia e nevicate più copiose imbiancheranno le colline oltre i 200m e nella notte la neve cadrà a quote basse collinari anche su Toscana, Umbria e Marche. Domenica il maltempo colpirà le regioni centrali diretto verso il sud e Sicilia, con la neve che imbiancherà l' Umbria, le Marche, l' Abruzzo e il Molise fin a quote bassissime, poco sopra il livello del mare.
Aggregatore notizie RSSShareContatore visite gratuito



giovedì 31 gennaio 2013


MAGISTRATI INDAGANO SU MPS «INSIDER TRADING E AGGIOTAGGIO»

Sull'inchiesta che riguarda il Monte dei Paschi, e in particolare l'acquisizione di Antonveneta, il procuratore di Siena, Tito Salerno, è pronto ad aprire «un procedimento penale per insider trading e aggiotaggio, trattando di società quotata presso un mercato regolamentato nazionale». Salerno si sofferma anche sulla «infondatezza delle notizie circa le iniziative che questa procura della Repubblica sarebbe in procinto di adottare«. Secondo alcuni quotidiani, sarebbe pronto un sequestro preventivo da 1,2 mld nei confronti di Mps. I magistrati senesi hanno sentito stamattina in Procura il banchiere Ettore Gotti Tedeschi, in qualità di rappresentante in Italia del Santander (è presidente di Santander Consumer Bank Italia), l'istituto spagnolo da cui Banca Mps acquisì Antonveneta al prezzo di 9,2 miliardi. L'ex presidente dello Ior è anche responsabile del banco Santander in Italia: Mps pagò all'istituto spagnolo Antonveneta 10,138 miliardi di euro, accollandosene anche tutti i debiti, pari a oltre 6 miliardi.Secondo indiscrezioni, quando furono perquisiti l'abitazione e l'ufficio di Ettore Gotti Tedeschi, su disposizione della Procura di Napoli, sarebbero emersi anche documenti relativi alla vendita di Antonveneta da Santander a Monte dei Paschi. Sarebbe anche per questo motivo che oggi i magistrati della Procura di Siena hanno chiamato Gotti Tedeschi come persona informata dei fatti. Sul fronte giudiziario, gli ex vertici del Monte dei Paschi di Siena sarebbero accusati, nell'ambito dell'inchiesta per l'acquisto di Antonveneta, di aver costituito una vera a propria «associazione a delinquere». Sarebbe questa la convinzione dei pubblici ministeri senesi nei confronti dell'ex presidente della banca, Giuseppe Mussari, dell'ex direttore generale Antonio Vigni, dell'ex capo dell'Area finanza Gianluca Baldassarri e del suo vice Alessandro Toccafondi, oltre a quei manager che si occuparono dell'acquisto di Antonveneta e delle successive operazioni finanziarie collegate a quell'affare. E sarebbe stato siglato un «patto segreto» con i vertici del Banco Santander per truccare i conti e far salire il prezzo, provocando una plusvalenza di oltre due miliardi di lire. Ai reati specifici di aggiotaggio, false comunicazioni, tur- bativa e truffa si aggiungerebbe dunque una contestazione che lega i presunti comportamenti illeciti in un unico disegno criminale. Intanto, Moody's ha messo sotto osservazione il rating a lungo termine Ba2 di Mps e della sua controllata Mps Capital Services per un possibile downgrade. La decisione, spiega una nota, riflette «la considerevole incertezza legata all'impatto sul profilo di credito standalone della banca derivante dall'eredità di prodotti strutturati posti in essere dalla vecchia dirigenza». «Io credo che il Pd sia stato subalterno culturalmente a questa stagione a questa ideologia che chiamiamo liberismo. Penso che il Pd debba condividere la separazione tra banche affari e politica. Occorre porre anche una regola di trasparenza».
Aggregatore notizie RSSShareContatore visite gratuito