sabato 19 gennaio 2013


NEVE FINO IN PIANURA 

Schiarite, ma ancora ghiaccio sulle strade nelle Marche, dopo le abbondanti nevicate di ieri nell'entroterra e la pioggia sulla costa. Al ghiaccio è dovuto un incidente stradale avvenuto lungo la strada provinciale 3 'Fogliense' nel Comune di Auditore (Pesaro Urbino), dove un uomo é stato investito da un'auto, che è scivolata e ha sbandato, travolgendolo. L'uomo era uscito di casa per andare a vedere un'altra auto uscita di strada. E' in gravi condizioni ed è stato trasportato all'ospedale di Torrette di Ancona in eliambulanza. Nel resto della regione, dove è previsto un rialzo della temperatura tra oggi e domani, non ci sono criticità. Ha ripreso a nevicare nell'alta Ciociaria. I fiocchi stanno cadendo di nuovo, ma in modo debole, nel comprensorio montano intorno a Fiuggi. Dopo la tregua della giornata di ieri e una notte di gelo, nevica ancora a Filettino, dove tra mercoledì e giovedì si sono accumulati circa cinquanta centimetri. E nevica anche agli Altipiani di Arcinazzo, tra le province di Roma e Frosinone: questa mattina nella località di villeggiatura il termometro ha raggiunto -7. I fiocchi hanno ripreso lentamente a cadere anche a Fiuggi, ma al momento non ci sono problemi per la circolazione. Intanto la notte scorsa l'intero comprensorio è finito nella morsa del gelo con diversi gradi sotto lo zero. A Campocatino e Campo Staffi la colonnina di mercurio è scesa fino intorno a -9, mentre questa mattina nelle due stazioni sciistiche si registra una temperatura tra -4 e-5. Freddo pungente anche a Fiuggi. Calabria ancora stretta nella morsa del gelo. In attesa dei caldi venti di scirocco e libeccio, che da domani, secondo gli esperti, faranno innalzare le temperature anche di oltre 10 gradi, portando pioggia su gran parte della regione, oggi in Sila, dove ha smesso di nevicare, si sono registrati -6 gradi nel corso della notte e -4,5 alle ore 12. Anche a quote più basse le temperature registrate in mattinata non crescono di molto: 5 gradi a Cosenza e 2,4 a Catanzaro.Sta giungendo sull'Italia una forte perturbazione accompagnata e sospinta da aria calda da sud con venti di scirocco sull'Adriatico e di Libeccio sul Tirreno, ma sulla pianura padana centro-occidentale rimane uno strato gelido nei bassi strati, che consentirà tanta neve anche in pianura, fino a oltre 8 cm tra il pomeriggio oggi e domani mattina. Antonio Sanò direttore del portale www.iLMeteo.it sottolinea che nevicate sono previste in pianura su Piemonte, Lombardia, Emilia Occidentale (Piacenza - Parma) e a bassissime quote sui rilievi liguri e sulle Alpi. Inizialmente fiocchi deboli cadranno sulla Toscana e sull'Umbria e sul frusinate. Neve più copiosa è attesa su basso Piemonte e rilievi liguri, e nella notte fiocchi misti a pioggia potranno scendere anche tra Genova e Savona per via del fenomeno della Tramontana scura.A Milano la neve dal pomeriggio fino a domattina con un manto nevoso dai 5 agli 8 centimetri così come a Torino prima di lasciar spazio alla pioggia nel corso di Domenica; la neve inizialmente cadrà anche sull'Emilia occidentale quindi a Parma e Piacenza e qui si trasformerà in pioggia nelle prime ore di domani. Altre nevicate imbiancheranno il resto delle Alpi e gli Appennini a quote via via più elevate. Una seconda forte perturbazione giungerà subito domenica sera e lunedì e porterà severo maltempo generale, con temporali sulla Campania, basso Lazio e Sicilia e pioverà quasi ovunque, il limite delle nevicate si innalzerà anche sulle Alpi oltre i 1200 metri. Le piogge continueranno al centro-sud, Isole Maggiori e nordest fino a martedì, mentre tra mercoledì e giovedì è atteso un nuovo importante peggioramento del tempo per la formazione di un vortice ciclonico mediterraneo, a cui saranno associate ancora una volta piogge, temporali e nevicate di nuovo in pianura al nord e a bassa quota al centro per l'arrivo di aria fredda nuovamente da nord.                                                                                                                          

                                                                                                            p.c.m.s.r.d.c.

venerdì 18 gennaio 2013


SONDAGGI: SALE IL PDL, SI RIDUCE LA DISTANZA DAL PD

Con il 33 percento, la coalizione di centrosinistra si conferma quella con più consensi in vista delle prossime elezioni, ma perde quasi due punti (-1,9%) rispetto alla settimana scorsa. Nel dettaglio, infatti, il Pd perde un punto (da 29,8% a 28,8%) mentre Sel scende dal 4,4 percento al 3,8 percento. Sale invece il centrodestra, che si attesta al 27,2 percento (+1,9%) per effetto della crescita del Pdl (+2%, toccando quota 17,7%), che bilancia la flessione della Lega Nord+Lista Tremonti (-0,7%). E' quanto emerge da un sondaggio realizzato dall'Istituto Swg in esclusiva per Agorà, su Rai Tre. Pressoché stabile la coalizione di Centro intorno a Monti (- 0,1%), che si attesta al 13,7 percento, con il risultato di Scelta civica con Monti (8,6%), Udc (4,1%) e Fli (1%). Dopo un periodo di flessione, torna invece a crescere il Movimento 5 Stelle, che sale di quasi un punto percentuale (+0,9%), raggiungendo il 16,8percento. Significativa anche la salita di Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, che guadagna quasi un punto percentuale (+0,9%) superando la soglia del 5 percento (5,4%). In lieve flessione (-0,3%) Fare per fermare il declino, al 2,2 percento. Una nota di swg precisa che si tratta di un sondaggio telefonico (CATI) e online con metodo online CAWI - su un campione casuale probabilistico stratificato e di tipo panel ruotato di 1500 soggetti maggiorenni (su 4800 contatti complessivi), di età superiore ai 18 anni. Il campione intervistato online è estratto dal panel proprietario SWG. Tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall'ISTAT. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri di sesso, età e macro area di residenza.

giovedì 17 gennaio 2013


BERLUSCONI E L'ALFABETO DELL'ETERNO RITORNO


A come Alfano. Lui è rimasto indietro. Doppiato dalle Amazzoni.

B come Bunga Bunga. Sempreverde. Dalle ragazze di Drive In che allietavano i capodanni, alle cene eleganti nel sottosuolo di Arcore. Non pensate male: è una barzelletta. Divertentissima, secondo Bondi.

C come Caimano. E' tornato ed è lui che guida la rimonta. Mica Silvio

D come Dell'Utri. E' il tormentone del toto-candidature. Perché “stavolta saranno liste pulite”. Alfano: “Voglio il partito degli onesti”. Marcello è “un galantuomo ma non possiamo permetterci di candidarlo”. Magari finirà con l'”arricchire” la formazione di Micciché. E' un amico. Non ha un voto, ma ha la memoria lunga. Mica è l'unico nei guai: Cosentino, Papa, Milanese, Nespoli. Ma Silvio tiene la contabilità: c'è un solo condannato definitivo nel partito, ed è Aldo Brancher.

F come Formigoni. Non è attaccato alla poltrona che occupa: gliene basta una qualunque. Per non dimettersi dal Pirellone (13 indagati tra consiglio e giunta, lui compreso) ha lottato più di Cassius Clay. Ma per lo scranno al Senato ha sconfitto il senso del ridicolo.

G come Ghedini. Tranquilli. Sarà ricandidato insieme a Longo. Lo ha annunciato Silvio urbi et orbi. Come potrebbe farne a meno: gli avvocati sono la sua coperta di Linus. E pazienza se la strategia spesso non è vincente. Vedi da ultimo la fuga di Ruby Rubacuori in Messico e l'ideona del “legittimo impedimento perenne: il risultato è che il tribunale di Milano procede come un treno.

Oppure

G come Gaffes. Sempre di Ghedini. Prima fu il conio dell'utilizzatore finale. Adesso un vero colpo di genio: “Berlusconi non può fare allo stesso tempo l'imputato e il candidato”. Ecco, bravo, l'hai detto.

I come inquisiti nelle liste. Vedi alla lettera D. Vi sembrano tanti? Mica ci sono solo quelli: tanti altri non li hanno mai beccati (questa gira su Twitter).

L come Lega. Dopo tanta ammuina, eccoli di nuovo alleati di ferro. Torna la Casa delle Libertà. Stesso capo della coalizione. Bossi più acciaccato ma sempre capolista. L'unico salto di qualità è la promozione di Tremonti, che ha il nome nel simbolo del Carroccio.

Oppure

L come Lazio. Chi è il candidato pidiellino del terzo millennio? Un esponente della società civile? Un giovane parlamentare su cui investire? Una donna interamente vestita? Un volto pulito dopo gli scandali del Batman ciociaro e della governatrice in auto blu contromano per lo shopping? No, è Storace.

N come nipoti. E' appena nato il settimo e i telespettatori di Lilli Gruber lo hanno saputo per primi. Alla nascita pesava 3,4 chili. E' stato chiamato Riccardo. La madre è Eleonora, secondogenita di Veronica Lario. Il padre è il modello inglese Guy Binns. Nessuno dei sette è stato registrato all'anagrafe come nipote di Mubarak.

O come Olgettine. Un condominio dove tutti vorrebbero abitare. Un consigliere regionale, Nicole Minetti, come amministratore. Un tesoriere, Spinelli, come bancomat per bollette e spese vive. E una “paghetta” di tutto rispetto. Che ancora ricevono.

P come PdL. Ricordate? L'acronimo che “non scalda il cuore”. Berlusconi: “Cambieremo il nome”. Alfano: “Sì, e lo cambieremo alle primarie”. Sarà Forza Italia. No, Forza Silvio. No, una sola parola. Stiamo facendo degli studi. Accettiamo suggerimenti. Creativi a Palazzo Grazioli. Una squadra di grafici al lavoro. Speriamo che almeno li abbiano pagati.

Oppure

P come Primarie. Non pervenute. Sono rimaste indietro con Alfano.

Q come Quirinale. Mica penserete che voglia andarci. “Ho detto mille volte che non mi interessa”. Però tutti questi presidenti di sinistra. Pure Ciampi? Pure lui. Ci starebbe benissimo Mario Draghi. E' lui il vero Supermario, mica Monti. E' il dinosauro nel cilindro. E' più a sinistra di Gianni Letta. Ah, no, scusate, questo era ieri.

S come Simbolo. E come Solito. Uguale. Identico. C'è scritto “Berlusconi presidente” esultano gli azzurri. Sì, ma presidente del suo partito, mica del Consiglio, ribatte Maroni. Che spiritosone. Pure le gag sono stantie.

T come Tremonti. C'erano una volta i consigli dei ministri in cui SuperGiulio, isolato, vessava Bondi, tiranneggiava la Gelmini, faceva infuriare Galan, affermava spavaldo che “la cultura non dà il pane”. Poi ci sono state le liti con Silvio sui conti pubblici, le mani di forbice, il decreto crescita mai nato, lo sciagurato vertice di Cannes, l'avvento di Monti, la lettera del Quirinale che rivelava le perplessità del ministro dell'Economia. Il Cavaliere giurò vendetta: “Giulio sparla di me all'estero”. Lui uscì dal Pdl, annusò (invano) la Lega, battezzò davanti a una sala vuota della riviera romagnola il suo movimento 3L. Sparito? Quando mai: è il candidato premier della Lega 2.0. E Berlusconi non vede l'ora di fare il suo ministro dell'Economia per continuare a litigare a spese nostre.

U come Udienze. Mai senza. Ruby e le Olgettine. Tarantini e la D'Addario. Il nastro Unipol e i diritti tv. I risarcimenti di Mediaset che “gridano vendetta” e gli alimenti a Veronica che non tengono conto della crisi. Però tenetevi forte: subito prima del voto di febbraio potrebbe arrivare la sentenza milanese sulla vicenda della giovane marocchina.

V come Verdini. E' l'uomo forte, ora come prima. Ha spianato Alfano. E' inquisito ma fa le liste pulite. E' toscano ma fa le liste dappertutto. E' un ex forzista ma più aennino di La Russa. E' sempre in sella e ci resterà a lungo.

mercoledì 16 gennaio 2013


REDDITOMETRO, AGENZIA ENTRATE:SALVO CHI «SFORA» DI MILLE EURO

Il redditometro «non interesserà situazioni in cui la spesa si discosta dal reddito di mille euro per dodici mesi l' anno». Lo ha precisato il vicedirettore dell'Agenzia delle Entrate, Marco Di Capua, in occasione di un convegno sull'anagrafe tributaria.REDDITOMETRO, INCONTRO MONTI-BEFERA
Intanto, stasera il premier uscente incontra Attilio Befera. Non filtrano da Palazzo Chigi anticipazioni sui temi del colloquio tra il presidente del Consiglio e il direttore dell'Agenzia delle entrate. Di stretta attualità nel dibattito politico è,comunque, la questione dell'applicazione, e di una eventuale rimodulazione, del cosiddetto redditometro. I CONTROLLI-I controlli sui contribuenti «saranno inferiori ai 40 mila l'anno», ha sottolineato il vicedirettore dell' Entrate. Tali controlli sono previsti da una convenzione tra Agenzia delle Entrate e Ministero dell'Economia. COLPISCE EVASIONE SPUDORATA-Il nuovo redditometro «è uno strumento per intercettare forme di evasione spudorata, per intercettare i finti poveri». Lo ha sottolineato il vicedirettore vicario dell'Agenzia delle entrate, Marco Di Capua, intervenendo a un convegno sull'anagrafe tributaria. Il redditometro «non è uno strumento di accertamento di massa e non è la panacea: è uno strumento-ha aggiunto - insieme ad altri, importante come altri». «NON CRIMINALIZZA RICCHEZZA»
Con il nuovo redditometro «non c'è una criminalizzazione della ricchezza, perché è giusto avere libertà nell'uso del proprio reddito», ha assicurato il vicedirettore vicario dell'Agenzia delle entrate, Marco Di Capua, intervenendo a un convegno sull'anagrafe tributaria. L'obiettivo, ha sottolineato, «è un'applicazione equilibrata e intelligente del redditometro».

martedì 15 gennaio 2013


ANNUNZIATA: «CARA SINISTRA, SAPER COMUNICARE È DA LEADER»

Lucia Annunziata sospende “In ½ ora” e accoglie i “Leader”: la giornalista avvia un nuovo programma in prima serata su Rai3 dove vuole mettere a confronto i leader degli schieramenti politici o i loro colonnelli e le loro squadre con cittadini, giornalisti e intellettuali sui temi caldi in vista delle elezioni. Da venerdì 18 per almeno quattro settimane. E la giornalista, nella video intervista a www.unita.it, interviene sulle capacità comunicative e sulla sostanza dei rappresentanti politici: “Ci sono i contenuti e c'è la loro comunicazione. Faccio notare, soprattutto alla sinistra ora spaventata da Berlusconi, che il modo con cui ci si rapporta con il pubblico è una grandissima parte della leadership”. E sulle polemiche intorno a Santoro e Travaglio criticati da molti per la loro puntata con il Cavaliere? “Non credo la puntata lo abbia rilanciato, è stata una grande trasmissione e un tale seguito ha un suo centro di verità”. Primo ospite Ingroia, Berlusconi ha accolto l'invito (figurati se declina), dagli altri la redazione attende risposte. “Leader” va in onda davanti a Palazzo Montecitorio, non in studio, da una sala dell'Hotel Colonna Palace dirimpetto all'ingresso della Camera. Da quella sala la giornalista raccontò una crisi di governo praticamente in diretta. La presentazione del programma vede l'esordio davanti alla stampa del neo direttore di Rai3 Andrea Vianello (il conduttore di “Agorà”) e la formula è piuttosto nuova per l'Italia: “Quello che cerchiamo di fare è come l'uovo di Colombo – spiega la giornalista – C'è uno scollamento tra la cittadinanza e la politica. Mettere i leader e le loro squadre a confronto con i cittadini, e non voglio parlare di popolo o gente ma di cittadini, è un format americano, accade per esempio con le Town-call, dove i candidati affrontano la cittadinanza. Abbiamo inviati in giro che scelgono chi portare qui: avvocati, inquilini, blogger, non solo chi ha visibilità in tv ma chi rappresenta tematiche più grandi”. Non sono quindi interviste a quattr'occhi come a “In ½ ora”? “No. Più che il conduttore io farò il coordinatore, sono interviste collettive. Per i politici magari non è facile, però non voglio processi distruttivi, vorrei piuttosto far vedere di più i cittadini ed emergere nuovi volti”. QUATTRO PUNTATE, C'E' IL TETTO DELLA PAR CONDICIO- Le puntate in calendario, di due ore ciascuna, a oggi sono quattro: da qui al 24 febbraio ci sono in tutto sei venerdì ma per gli ultimi due “Leader” è in sospeso per cui possono aggiungersene due o meno. Nel penultimo venerdì andrebbe a battere con il festival di Sanremo e comunque sulle ultime due settimane dipende – spiega Vianello – da cosa decide la commissione parlamentare sulla par condicio. La domanda principale riguarda naturalmente gli invitati. “Abbiamo invitato Grillo. Chi mandano poi i politici dipende da loro. Se Bersani manda Renzi a noi va benissimo”. L'invito è diretto ai capi di coalizione? “Non necessariamente. L'unico candidato premier sicuro ora è Bersani”, risponde in conferenza stampa Lucia Annunziata. Non esclude intervengano due esponenti di schieramenti diversi in una stessa serata, separatamente però, non insieme. “Bisognerà vedere se la formula funziona, magari sarà un flop, però è una formula nuova”, chiosa Lucia Annunziata.

domenica 13 gennaio 2013



ELEZIONI, SIMBOLO PDL: BERLUSCONI FA IL FURBO


«Berlusconi è il presidente del Pdl». Così Roberto Maroni, al termine della presentazione del suo libro, al castello di Melegnano, ha risposto a chi gli chiedeva di commentare il simbolo depositato dal Pdl al Viminale in vista delle politiche, che contiene la dicitura 'Il Popolo della libertà Berlusconi presidente', malgrado nell'accordo siglato tra Pdl e Lega vi sia scritto che il Cavaliere non correrà per la poltrona di premier. «Non temo niente» ha continuato il segretario federale della Lega Nord, replicando a chi gli chiedeva se non vede il rischio di fraintendimenti. Terza e ultima giornata al Viminale per presentare i simboli per correre alle elezioni politiche del 2013. Il termine scadrà alle ore 16. Silvio Berlusconi è il capo della coalizione di centrodestra: lo ha confermato stamattina Ignazio Abrignani, responsabile dell'ufficio elettorale del Pdl, è arrivato al Viminale per depositare il simbolo del Popolo delle Libertà. PRESENTATI DUE SIMBOLI DIVERSI l Pdl ha presentato due simboli diversi per le politiche 2013: in tutta Italia per Camera e Senato correrà con la scritta «Il Popolo della Libertà Berlusconi Presidente». Nelle circoscrizioni estere di Camera e Senato la scritta sarà «Il Popolo della Libertà Centrodestra Italiano». PDL, I PARTITI DELLA COALIZIONE- I partiti della coalizione sono sette, come nello schieramento del centrosinistra: Pdl, Lega Nord, Grande sud insieme a Mpa, Pensionati, Intesa popolare, Mir e La Destra di Storace.CALDEROLI RITIRA IL SIMBOLO MARONI PRESIDENTE- Il nome di Maroni resta solo sul simbolo tradizionale della Lega con Alberto da Giussano. Roberto Calderoli ha appena ritirato al Viminale l'altro simbolo con la dicitura 'Maroni Presidente'. Alle elezioni politiche del 2013 la Lega nord, coalizzata con il Pdl, correrà quindi con il simbolo che comprende le scritte 'Maroni', 'Tremonti', 'Padania', 'Lega nord' e la figura di Alberto da Giussano.

venerdì 11 gennaio 2013


FAN CONTRO LA VEZZALI IN POLITICA LEI: «MIO NON È OPPORTUNISMO»

Valentina Vezzali campionessa olimpica di scherma, ora gioca sulla pedana della politica: pur avendo in programma di continuare fino alle Olimpiadi del 2016, la schermitrice è tra i candidati della lista civica che sostiene Mario Monti. Ma molti fan su internet non apprezzano affatto la scelta. C'è chi la definisce “opportunistica”. L'atleta ci rimane male e risponde. «Ho letto attentamente i vostri commenti e sono dispiaciuta nel leggere che alcuni di voi reputano la mia una scelta opportunistica e soprattutto non mi danno fiducia in ambito politico», scrive sul suo sito la fuoriclasse del fioretto mondiale. «Ma avverto - aggiunge - un senso di profondo dispiacere nell' avvertire che la scelta di 'salire in politica' sia letta come un momento in cui approdare in un mondo avulso dalla realtà, fatto di poltrone e benefici economici. È questo profondo senso di sfiducia verso la Politica che mi lascia l'amaro in bocca, più di ogni altro giudizio sulla mia persona. È anche per questo motivo che ho scelto di dire sì alla proposta avanzatami dal professore Mario Monti. Conoscete il mio carattere e la mia determinazione.Ecco, credetemi, saranno queste le due 'armi' che utilizzerò per fare in modo che la politica torni ad essere vista come quel momento di serio, reale e concreto servizi alla collettività di un Paese». «Non avevo di certo ambizioni di carriera politica, nè tanto meno intenzioni di 'accaparrarmi' poltrone. Se ho scelto di impegnarmi in questa ambiziosa sfida è perché mi sento di poter dare il mio contributo all'Italia, infondendo esperienza, entusiasmo e passione nell'azione di risanamento e rinnovamento dell'Italia che Mario Monti ha avviato e che adesso avanza come proposta al vaglio di tutti i cittadini italiani». Valentina Vezzali, (foto) ma lei non era berlusconiana? «Come ci pensate? A Quattro Castella, in provincia di Reggio Emilia, c'è una via intestata al mio bisnonno Oliviero Bernieri, che è stato un partigiano. Al funerale della mia bisnonna partecipò anche Sandro Pertini. Le origini della mia famiglia sono chiare. Come si può essere diffusa una voce del genere?». Magari da quel giorno a Porta a Porta, nel 2008. Ricorda? Disse a Berlusconi: “Da lei presidente mi farei toccare”.«Una semplice battuta, travisata e strumentalizzata da chi non conosce la scherma. Lo invitai a incrociare le lame in studio. Lui disse che non mi avrebbe toccato neanche con un fiore. Io replicai: da lei mi farei toccare. "Toccare" nel gergo schermistico significa affondare una stoccata. Una risposta sportiva e gentile. Quanto ci hanno ricamato...». Vezzali, ora in lista per Mario Monti. «Sì. Ci siamo sentiti giorni fa, poi ci siamo visti. È bastata una stretta di mano. Ho deciso di far parte della squadra perché Monti è una persona seria che crede nella famiglia, nei valori come l'etica e la morale e credo possa veramente fare qualcosa per risollevare le sorti dell'Italia». E le Olimpiadi di Rio nel 2016? «Sono e resto un'atleta. Il mio obiettivo, oltre a contribuire a cercare di risollevare le sorti dell'Italia, resta Rio». Un grande personaggio come la Valentina Vezzali che rappresenta le Fiamme Gialle deve restare al proprio posto, non scendere in politica da entrambe le parti, con un nonno partigiano.                                                                          p.c.m.s.r.d.n.
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lunedì 24 dicembre 2012


L'ALTRAREPUBBLICA

AUGURA BUON NATALE E FELICE 2013 !!!
GLI AGGIORNAMENTI DEL SITO E LA PUBBLICAZIONE DEI COMMENTI RIPRENDERANNO
GIOVEDÌ 10 GENNAIO

venerdì 21 dicembre 2012


BERLUSCONI: MONTI NON CHIAMA E CON CASINI FA UN «CENTRINO»

Continua la campagna mediatica di Silvio Berlusconi. Oggi è il turno di Gr Parlamento. Dove definisce una legislatura sprecata quella dei tecnici, un "centrino" che avrà meno voti di Storace quello che si sta formando intorno a Monti e Casini, "una storiella" il conflitto d'interessi. E difende il Porcellum: "Non è una gran perdita non aver fatto la riforma elettorale". DA MONTI NESSUNA TELEFONATA, IO FEDERO MODERATI «Ho detto che ero a disposizione per farmi da parte, proponendo Monti come federatore dei moderati. Aspettiamo una risposta ufficiale, ma lui non ha ritenuto nemmeno di farmi una telefonata. Vedremo cosa dirà, ma mi vedo costretto a essere ancora io il federatore dei moderati nell'interesse del Paese», dichiara a Gr Parlamento. «I moderati dal 1948 ad oggi sono la maggior parte ma se qualcuno decide di dividere i moderati portando via dei voti comporta la vittoria della sinistra. Quindi, questo 'centrino' che si profila con Casini, che sta avendo meno voti della destra di Storace, e con altri piccoli partitini che si uniscono mettendo nella richiesta di voti il fatto di essere per monti, toglieranno voti ai moderati e faranno vincere la sinistra». Lo afferma l'ex premeir a Gr parlamento. «Quindi a un elettore conviene votare direttamente a sinistra perchè questo centro non ha nessuna possibilità di vincere le elezioni». Una legislatura sprecata? «In parte il Presidente Napolitano ha ragione, con il governo dei tecnici c'era la possibilità di avere la maggioranza per approvare una riforma costituzionale che il governo dei tecnici non ha ritenuto di proporre». CONFLITTO D'INTERESSI? RITORNELLO DI BERSANI «Quella del conflitto d'interesse è una storiella. Bersani tende a dire che Berlusconi usa le sue televisioni per fare politica ma non è vero niente, ricordo che le televisioni del mio gruppo in 25 anni non hanno mai fatto una trasmissione contro la sinistra. Dunque quello di Bersani è un ritornello stonato». E il Tg4 diretto da Fede – tanto per dire – che criticava la sinistra ed elogiava Berlusconi un giorno sì e l'altro pure? OCCUPO LE TV?LA SINISTRA 'NON TIENE VERGOGNA...' «Io occupo le tv? Rispondo in napoletano, quelli della sinistra 'non tengono vergogna...'». Così l'ex premier Silvio Berlusconi intervenendo invece a Tele Julie. Per il Cavaliere «nei mesi passati per le primarie la sinistra ha avuto il monopolio delle televisioni, mentre io dopo le mie dimissioni non ho rilasciato una sola intervista ai giornali italiani o in tv. Ho un credito enorme e questa settimana credo di avere accumulato tre ore in tv, questi signori della sinistra sono quelli di sempre e basano tutto sulla disinformazione e sulla falsità»,BERLUSCONI: PORCELLUM IMPERFETTO MA È OK «La legge elettorale» attuale «può essere imperfetta ma non mi sembra una grande perdita» non averla riformata: Berlusconi, ospite di Gr Parlamento, difende il Porcellum.CAMBIARE BCE O MONETA NAZIONALE «Lo spread è indipendente dai governi e dipende da altri fattori. Gli italiani devono capire qualche imbroglio è stato montato dall'opposizione e dalla grande stampa per far chiudere un governo eletto democraticamente», ripete l' ex premier La prima possibile soluzione della crisi è che «la Bce deve diventare la vera banca centrale, garantendo il debito pubblico per far si che gli interessi dei Paesi mediterranei siano gli stessi della Germania. La seconda è disastrosa per l'euro e per l'Ue: i singoli Paesi, stremati dalla differenza dei costi d'interesse di una moneta che è la stessa, arrivano a essere costretti loro a tornare alla moneta nazionale e a uscire dall'euro».                                                                                                                
                                                                                                              p.r.c.d.s.m.
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giovedì 20 dicembre 2012


«FALSO RIMBORSO DA 64MILA EURO» ARRESTATO CONSIGLIERE CAMPANO PER MASSIMO IANNICIELLO L'ACCUSA È DI TRUFFA AGGRAVATA CHE IL PM GIANCARLO NOVELLI HA SCOPERTO ESSERE FALSE

Il gip del tribunale di Napoli ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un consigliere regionale campano del Pdl, Massimo Ianniciello, nell'ambito dell'inchiesta sui rimborsi ai gruppi in consiglio regionale aperta nei mesi scorsi. L'accusa è di truffa aggravata per rimborsi per 64mila euro ottenuti con fatture che il pm Giancarlo Novelli ha scoperto essere false. L'indagine madre è quella che vede indagato per peculato un altro consigliere regionale Udeur, Ugo De Flaviis. Nei mesi scorsi, le forze dell'ordine avevano effettuato sei o sette perquisizioni nelle sedi del consiglio, acquisendo documentazioni relative a viaggi, rimborsi elettorali e ogni altra spesa dei gruppi consiliari. La procura di Napoli, che ha acquisito decine di faldoni, ha ordinato una serie di perquisizioni che sono tuttora in atto. I magistrati avrebbero iscritto nel registro degli indagati per concorso in truffa, un commercialista e un ex capogruppo in consiglio regionale. Già dal primo esame dei documenti sarebbe emerso che tra i rimborsi chiesti e ottenuti da alcuni consiglieri c'erano cene in ristorante e viaggi all'estero. I magistrati acquisirono anche un modulo prestampato con il quale i capigruppo chiedevano rimborsi senza dover dimostrare l'effettività delle spese sostenute. A Ianniciello notificato anche un decreto di sequestro per equivalente che riguarda la sua abitazione per 63.800 euro.
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martedì 18 dicembre 2012



DEPARDIEU NEL PARADISO FISCALE NON È L'UNICA STAR IN FUGA

Depardieu ha lasciato l’amaro in bocca alla sinistra francese, trasferendo come altri paperoni la sua residenza nel vicino Belgio, fiscalmente più ospitale della Francia di Hollande. E per sancire il divorzio definitivo ha messo in vendita anche il suo prestigioso palazzetto a Saint-Germain-des-Pres per 50 milioni di euro: 1.800 metri quadrati nel cuore di Parigi, fatti costruire dal barone di Chambon nel 1820 e acquistati da Depardieu nel 2003. Solo un paio di giorni fa, l’archistar Calatrava ha messo al sicuro le sue fortune in Svizzera, accumulate grazie alle ricche commesse pubbliche spagnole che lo hanno portato alla ribalta anche per l’impovviso lievitare - all’insaputa del contribuente-dellepercentuali delle sue spettanze. Naturalmente Depardieu e Calatrava non sono i soli al mondo a cercare di pagare meno tasse. Nel solo Belgio si contano 5000 «esiliati fiscali» francesi. Negli Stati Uniti, una campagna elettorale costata sei miliardi di dollari alla fine della fiera si riduceva a due messaggi opposti: l’insistenza di Obama perché i più ricchi contribuissero di più alle risorse dello Stato, anche in nome di un principio di equità, e l’altrettanto ferma difesa repubblicana di un fisco il più lieve possibile, specialmente per i redditi più alti, teoricamente creatori di imprese e posti di lavoro. Obama l’ha spuntata, ma solo per ritrovarsi - sia pure più forte - davanti al baratro fiscale, che attende l’America allo scoccare del 31 dicembre in assenza di un accordo per ora lontano. Poco più di un anno fa Occupy Wall Street lanciò lo slogan diventato poi celebre del 99%, contrapposto a quell’1 che ingloba ricchezza e potere - e che per questo finisce per minare la stessa democrazia. Plutocrati,si sarebbe detto in altri tempi.Le percentuali potranno anche non essere matematicamente veritiere ma è una tendenza globale. In Italia scopriamo, per dire, che il 10 per cento della popolazione detiene quasi il 50 per cento della ricchezza del Paese.Per restare alle statistiche del pollo, è come se - a tavola - mezzo finisse in un solo piatto, lasciando gli altri nove commensali a litigare intorno alle briciole: un sistema insostenibile. E gli indici di Bankitalia ci dicono che nel tempo il divario è cresciuto: qualcuno è diventato sempre più grasso, la maggioranza ha cominciato a stringere la cinghia. Abbiamo perso lavoro, scuole e ospedali: siamo un Paese in via di sottosviluppo.In Francia Hollande ha sostenuto l’aliquota del 75% per i redditi eccedenti il milione di euro. Misura temporanea da applicare per due anni, per rafforzare le capacità dello Stato davanti alla crisi. E si è ritrovato diversi Depardieu in partenza, contro i quali - spiegano i costituzionalisti - non è possibile invocare la revoca della nazionalità: misura simbolica e niente affatto compensativa per il mancato introito fiscale. Oltre che appellarsi all’etica, ad un principio di solidarietà e responsabilità collettiva come ha fatto implicitamente il premier Ayrault, non si può fare nulla. Nemmeno imporre sanzioni: perché la Ue stabilisce la libera circolazione di uomini e merci, e non è reato cambiare residenza. Lo è tanto poco, che dalla sempre più euroscettica Gran Bretagna, David Cameron ha promesso ponti d’oro per gli esuli fiscali d’oltre Manica: Londra li aspetta a braccia aperte, con le loro valigie piene di soldi. È per certi versi lo stesso meccanismo che finora ha frenato la Tobin tax. Inutile tassare le transazioni finanziarie - si dice - a meno di non vederle migrare su altri e più benevoli mercati. È la globalizzazione, bellezza. Solo che la globalizzazione potrebbe anche essere quella che fa scattare un meccanismo solidale, quando finisce in carcere un giornalista greco per aver pubblicato la lista degli evasori fiscali e l’Europa reagisce sdegnata, per trovarsi qualche settimana dopo con il governo di Madrid che addirittura propone, come ha fatto ieri, di pubblicare una lista analoga: una gogna virtuale, che certo da sola non basta e rasenta persino il populismo. Globalizzare, su scala europea, potrebbe invece voler dire cercare un meccanismo comune per evitare che gli evasori o i potenziali esuli fiscali finiscano per trovare spiagge dorate altrove. Perché in questa crisi nessuno si salva da solo: soprattutto gli Stati.
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lunedì 17 dicembre 2012

LISTE PD, 50 SENZA PRIMARIE ECCO CHI ESCE E CHI ENTRA

C’è chi, come Massimo D’Alema e Walter Veltroni, ha già annunciato che non si ricandiderà in Parlamento. E c’è chi, come Rosy Bindi e Franco Marini, è pronto a chiedere la deroga al regolamento che vieta a chi ha più di 15 anni da parlamentare alle spalle di ripresentarsi. Ma poi c’è anche chi non si candiderà alle primarie per scegliere i candidati parlamentari pur non avendo superato il limite dei mandati, come il senatore Pd Stefano Ceccanti o il deputato Pd Andrea Sarubbi, perché visto il regolamento sanno praticamente in partenza che non ce la faranno. C’è chi, come il tesoriere Ds Ugo Sposetti, non parteciperà alla sfida ai gazebo. Chi, come Beppe Fioroni, non vuole cedere alla logica della “rottamazione” (contrariamente al suo compagno d’area Lucio D’Ubaldo che non si ripresenterà) ma guarda anche con interesse alle operazioni che fervono al centro. E poi c’è chi non parteciperà alle primarie per scegliere i parlamentari ma Bersani vuole comunque nelle liste elettorali, come l’ex segretario della Cgil Guglielmo Epifani o i docenti di storia Miguel Gotor e Carlo Galli. La direzione di oggi voterà le regole per le primarie e le deroghe per chi è già stato oltre 15 anni in Parlamento. Ma anche se sarà un’altra direzione ad approvare le candidature, che sarà fissata dopo la sfida ai gazebo del 29 e 30, già oggi si vedrà chi esce e chi entra nelle liste del Pd per le prossime politiche. Tra i 24 parlamentari che hanno superato i 15 anni di legislatura e non chiederanno deroghe e non si ripresenteranno ci sono l’ultimo segretario del Ppi Pierluigi Castagnetti, il leader dei Cristiano sociali Mimmo Lucà, la responsabile Immigrazione del Pd Livia Turco, la neopresidente del Maxxi Giovanna Melandri. Anna Finocchiaro, che nei giorni scorsi aveva espresso l’intenzione di non chiedere la deroga, ha ricevuto pressioni da parte di Bersani a ricredersi. Fino a ieri sera stavano ancora riflettendo sul da farsi Marco Follini ed Enrico Morando. Alla sfida per il prossimo Parlamento parteciperanno i membri della segreteria, nessuno dei quali è attualmente deputato o senatore. Si stanno preparando a correre nel Lazio Stefano Fassina, Matteo Orfini e Roberta Agostini, in Calabria Nico Stumpo, in Emilia Romagna Francesca Puglisi, in Toscana Cecilia Carmassi. Pronti a correre anche i tre giovani dirigenti che hanno guidato il comitato Bersani alle primarie del centrosinistra, ovvero Roberto Speranza, Alessandra Moretti e Tommaso Giuntella. Oltre a speranza, segretario della Basilicata, sono pronti a candidarsi anche molti segretari regionali, a cominciare dal campano Enzo Amendola. Sul fronte renziano sono invece pronti a scaldare i motori il presidente dell’assemblea re gionale dell’Emilia Romagna Matteo Richetti (Matteo Renzi è andato a Bologna nei giorni scorsi per convincerlo a farsi avanti) e l’ex sindaco di Piacenza Roberto Reggi. Oggi si saprà comunque soltanto chi rinuncerà alla deroga e quindi non sarà della partita. Se dovesse essere confermata la data del 17 febbraio per le politiche, verrà convocata per venerdì 11 gennaio la direzione che darà il via libera alle liste elettorali del Pd.
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domenica 16 dicembre 2012





DAL PANE AI GIOIELLI: DI BERLUSCONI LE SPESE PAZZE DI MINETTI

di Sergio Conti

Dai ristoranti giapponesi e di lusso, al Mc Donald's passando per le sigarette, alle cartucce per armi da caccia. E ancora gelati, ovetti Kinder e perfino il conto dal panettiere. Queste sono alcune delle spese «dubbie», tutte rimborsate con soldi pubblici, che i consiglieri regionali lombardi di Pdl e Lega hanno sostenuto tra il 2008 e il 2012. Scontrini e fatture sono finiti al centro di un'inchiesta avviata dalla procura di Milano. I pm Alfredo Robledo, Paolo Filippini e Antonio D'Alessio hanno indagato per peculato una quarantina di consiglieri regionali del Pdl e della Lega e invtato a comparire 22 di loro, che saranno tutti interrogati la prossima settimana fino a sabato 22 dicembre. Tra gli indagati ci sono il presidente del consiglio regionale Fabrizio Cecchetti, che nel maggio scorso ha sostituito Davide Boni, costretto alle dimissioni da un'altra inchiesta per corruzione. Dovranno presentarsi in Procura anche i capigruppo del Carroccio e del Pdl Stefano Galli e Paolo Valentini e la ex soubrette Nicole Minetti. Saranno interrogati anche i leghisti Cesare Boschetti, Angelo Ciocca, Alessandro Marelli, Enio Moretti, Massimiliano Orsatti, Ugo Parolo, Roberto Pedretti, Giovanna Ruffinelli, Pierluigi Toscani. Verranno sentiti dai pm anche i loro colleghi del Pdl Giovanni Bordoni, Giulio Boscagli, cognato di Roberto Formigoni, Alessandro Colucci, Giuseppe Gianmario, Antonella Maiolo, Nicole Minetti, Marcello Raimondi, Gianluca Rinaldin, Carlo Saffioti, Paolo Valentini, Sante Zuffada. In tutto, secondo la guardia di finanza che ha condotto le indagini, sarebbero stati utilizzati in maniera illecita 2 milioni di euro che si aggiungono ai già tanti benefit dei politici. Lo scorso 10 ottobre proprio i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria erano andati in Regione Lombardia con un decreto di esibizione di documenti e avevano acquisito i rendiconti dei gruppi consiliari lombardi di Pdl e Lega dal 2008 al 2012. Con i soldi dei rimborsi al gruppo consiliare della Lega Nord, per esempio, il consigliere regionale lombardo Pierluigi Toscani ha comprato, tra le altre cose, lecca lecca e gratta e vinci. tra i suoi acquisti figurano anche cartucce da caccia comprate presso l'azienda Muninord per 752 euro, ma anche «cono medio e coppetta gelato», «lemonsoda, pizzette, cannoli, ciambelle, torta sbrisolona, zucchero semolato, farina, salsicce di Norimberga, cracker e biscotti, frutta e ortaggi». Tra le ricevute presentate anche un conto da 127 euro per una cena di ostriche. Il suo collega di partito Alessandro Marelli ha chiesto rimborsi per alcuni fuochi d'artificio comprati da un rivenditore cinese, sei computer, stampanti, web cam, articoli di elettronica. Poi un ovetto Kinder, una clessidra, un Pinocchio, degli aeroplanini di carta. Tra gli scontrini presentati anche quelli di bar, ristoranti chic come 'Da Bertì e 'a Riccionè. Più contenute le spese di Nicole Minetti, che si è 'limitatà a ricevere oltre 27mila euro di rimborsi nei tra anni dal 2010 al 2012. Tra gli acquisti bizzarri c'è quello di un iPhone5 da 899 euro e una crema da viso da 27 euro, oltre ad una copia del libro «Mignottocrazia» di Paolo Guzzanti. Minetti ha anche pagato 832 euro per un aperitivo all'hotel principe di Savoia e 400 euro per una cena da Giannino. L'ex consigliera ha anche comprato un iPad da 750 euro, nonostante la Regione Lombardia ne avesse già dato uno ad ogni consigliere. Accertamenti anche su Renzo Bossi, che si sarebbe fatto rimborsare videogiochi, Red Bull e sigarette.Più consistenti, invece, le spese del capogruppo Pdl Paolo Valentini, che, nei 4 anni passati sotto la lente degli inquirenti, ha speso ben 118mila euro soprattutto in cene e incontri pubblici, ma lui si è difeso dicendo che si tratta di «normale attività di rappresentanza». Intanto oggi la guardia di finanza di Milano ha acquisito anche i documenti relativi alle spese dei gruppi consiliari, tra cui Pd, Idv e Sel, Udc e Pensionati, che fanno parte della minoranza al Pirellone. «Batman non c'è in Lombardia», ha assicurato il governatore uscente Roberto Formigoni, anche lui costretto alle dimissioni dalle inchieste giudiziarie che lo rigurdano. «Credo proprio - ha aggiunto - che i nostri gruppi abbiano rispettato fino in fondo le regole, credo che ci sia un grande equivoco alla base di tutto questo perché le regole in Lombardia sono chiare e sono assolutamente diverse da quelle delle altre regioni».
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sabato 15 dicembre 2012

PRIMARIE LOMBARDIA,AMBROSOLI VINCE CON IL 58%
Con il 98% delle sezioni scrutinate Umberto Ambrosoli vince con il 58% delle preferenze le primarie del centrosinistra in regione Lombardia. Andrea Di Stefano ha ottenuto il 23% e Kustermann il 19%. Oltre 130mila il numero dei votanti. AMBROSOLI, SFIDARE MARONI O ALBERTINI? ENTRAMBI «Tutti e due», così Umberto Ambrosoli, candidato alla primarie del centrosinistra per la Regione Lombardia, uscito vincitore dalla competizione elettorale, ha risposto ai cronisti che gli hanno chiesto se alle prossime regionali preferisse sfidare Albertini o Maroni. Interrogato su un suo eventuale gradimento di un accordo tra i due, ha detto: «nel centrodestra ci hanno abituato a tutto, come dalla compravendita di ruoli e responsabilità. mentre nel centrosinistra siamo abituati al fatto che è possibile vincere contro tutti». AMBROSOLI A CONTENDENTI: AVANTI TUTTI ASSIEME  «Ora avanti tutti assieme». Questo l'invito che ha lanciato Umberto Ambrosoli al suo arrivo al Pirellone, dove è stato allestito il quartiere generale del Patto Civico per la Lombardia, agli altri due candidati Andrea Di Stefano e Alessandra Kustermann. «Sono soddisfatto dei riscontri positivi al mio progetto», ha aggiunto Ambrosoli, che si è detto molto contento del fatto che «oggi 120mila lombardi hanno sfidato il freddo e hanno voluto esserci». Al suo arrivo Ambrosoli è stato accolto dai molti sostenitori e dal segretario lombardo del Pd Maurizio Martina. PISAPIA, DA DOMANI SI RIPARTE INSIEME PER VINCERE «Da domani si riparte tutti insieme. L'ampia coalizione di centrosinistra dovrà non solo vincere le elezioni amministrative per knock-out degli avversari, ma convincere i lombardi della bontà dell'alternativa proposta». Così Giuliano Pisapia commenta, sul suo profilo facebook, l'esito delle primarie per la scelta del candidato del centro-sinistra al Pirellone. «Dopo 17 anni, Palazzo Lombardia ha davvero bisogno di aria fresca e il centrosinistra con Ambrosoli porterà quel cambiamento che tutti aspettiamo», scrive il sindaco di Milano. 80% SPOGLIO, AMBROSOLI IN TESTA CON IL 58%
Secondo i dati quasi definitivi, con l'80% delle sezioni scrutinate, Umberto Ambrosoli è in testa col 58% nelle primarie del centrosinistra in regione Lombardia. Segue Andrea Di Stefano con il 22% e Alessandra Kustermann con il 20%. «Aspettiamo i dati definitivi, ma i primi numeri confermano le sensazioni positive raccolte da tanti cittadini lombardi in queste settimane». Questo il primo commento che Umberto Ambrosoli ha affidato a Twitter dopo aver letto i dati relativi allo scrutinio del 30% dei 1033 seggi. AMBROSOLI AL 56%, DI STEFANO AL 23%, KUSTERMANN AL 21% -Alle 21 sono stati scrutinati il 30% dei 1033 seggi della Lombardia. In testa, secondo i dati diffusi dal Patto Civico per la Lombardia, Umberto Ambrosoli con il 56%, segue Andrea Di Stefano al 23%, testa a testa con Alessandra Kustermann, al 21%.MARTINA, SU AFFLUENZA SCOMMESSA VINTA «La scommessa di queste primarie è stata vinta, anche per quanto riguarda l'affluenza». È il commento del segretario regionale lombardo del Pd Maurizio Martina sul dato dell' affluenza alle primarie regionali del centrosinistra in Regione Lombardia. L'obiettivo del comitato promotore infatti era quello di superare quota 100mila votanti. «Non si può fare un paragone con le primarie nazionali - ha proseguito - perchè in quel caso c'e stata una mobilitazione generalizzata, se ne è parlato per 5 mesi». Secondo Martina, «la Lombardia è stata una novità assoluta, perchè ad eccezione della Puglia siamo stati la prima regione a scommettere sulla partecipazione». «Si chiude con queste elezioni un'epoca durata 18 anni - ha sottolineato - tutti e tre i candidati si sono rivelati validi, ma secondo noi Ambrosoli è quello più in grado di interpretare questa sfida per il cambiamento». COME SI VOTA- Per votare basta presentarsi alla propria sezione con scheda elettorale e documento di identità, fornire i propri dati anagrafici e versare un contributo di un euro. resta l'incognita della partecipazione: l' obiettivo che si è posto il comitato civico è di raccogliere 100 mila voti. Almeno sulla carta, il favorito è Umberto Ambrosoli, figlio dell «eroe borghese» Giorgio, il commissario liquidatore della banca privata finanziaria assassinato nel luglio 1979 da un sicario di Michele Sindona. LA SFIDA A TRE-Quarantunenne, di professione avvocato penalista, dei tre in corsa Ambrosoli è senza dubbio il candidato più moderato e, soprattutto per questo, può contare sul sostegno dei vertici del Pd ma anche su quello di Giuliano Pisapia e della cerchia di collaboratori del sindaco di Milano. Alessandra Kustermann è invece una storica rappresentante della sinistra meneghina fin dai tempi del Pci: primario dell'ospedale Mangiagalli (prima donna a ricoprire questo ruolo all'interno della casa di cura milanese) è iscritta al Pd e beneficia dell'appoggio di alcune frange del partito oltre che di quello di diverse liste civiche. Più difficile aspettarsi sorprese dall'outsider Andrea Di Stefano, giornalista quarantottenne di radio popolare e direttore della rivista 'Valori' (periodico specializzato in economia sociale, finanza etica e sostenibilità) sostenuto dalla sinistra radicale.L'ALTRO FRONTE- Dall'altra parte della barricata, invece, regna il caos. Roberto Maroni è candidato della Lega Nord, che scommette ancora una volta sulla consultazione dal basso. Al punto che il Carroccio ha organizzato per sabato e domenica oltre 1100 gazebo nelle piazze dei principali centri della regione (una cinquantina solo a Milano) per suggerire al segretario federale (a sua volta in corsa dopo aver vinto una sorta di primarie tutte interne al partito) le linee guida del futuro programma indicando su una scheda le priorità che la prossima amministrazione regionale dovrà affrontare.C'è poi l'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, in corsa con il sostegno della lista «Lombardia civica», sponsorizzato dal governatore uscente roberto formigoni ma senza aver incassato l'appoggio del Pdl. A conferma del clima di confusione sono arrivate le parole di Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano per tre legislature, che ieri ha lanciato la candidatura di Viviana Beccalossi. Ma sul nome che il partito di Silvio Berlusconi schiererà nella sua regione roccaforte Roberto Formigoni è al vertice del Pirellone dal 1995) è ancora giallo.

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venerdì 14 dicembre 2012



IL PPE VUOLE MONTI. BERLUSCONI RIPIEGA: ANCH'IO 


Il Ppe vuole Monti e lo ha detto a chiare lettere il presidente del Partito popolare europeo, Wilfred Martens. «Il risultato di questa riunione a Bruxelles è un appoggio marcato all'azione politica di Monti da parte del Ppe, non solo per ciò che ha fatto in Italia, ma al di là dell'Italia, dove è stata essenziale per conseguire la relativa stabilità di cui gode oggi l'euro», ha detto Martens alla fine del vertice definito come «un chiarimento» sulla situazione politica in Italia. E dove si sono ritrovati faccia a faccia Silvio Berlusconi e Mario Monti, invitato a sorpresa, di fronte ai capi di governo e di partito. «Se Monti scomparisse dalla vita politica sarebbe una perdita, ma la decisione su chi sarà il candidato premier del centro destra deve essere presa in Italia; noi diciamo solo - ha precisato il presidente del Ppe - che devono proseguire gli elementi essenziali che apprezziamo nell'azione politica di Monti». Il 'processo' al Cavaliere «PPE APPOGGIA MONTI E NON BERLUSCONI»
Il Partito popolare europeo «sostiene Mario Monti e non Silvio Berlusconi». Lo ha detto il primo ministro olandese Mark Rutte, a margine del vertice del Ppe a Bruxelles. «I popolari europei- ha aggiunto apprezzano i risultati raggiunto da Monti». DOCUMENTO A SOSTEGNO AZIONE POLITICA MONTI- I leader del Ppe sostengono l'azione politica e le riforme realizzate in Italia dal Governo Monti, perchè hanno contribuito alla stabilizzazione dell'euro. I leader del Ppe esprimono l'auspicio che i leader italiani di centrodestra trovino un modo per continuare su questa strada. Questi i contenuti principali, secondo quanto si apprende da fonti del Ppe, del documento che i Popolari europei hanno approvato questa sera nella riunione a Bruxelles, presenti il Presidente del Consiglio Monti e il leader del Pdl Silvio Berlusconi. Le stesse fonti del Ppe sottolineano che nessuno ha chiesto a Monti di candidarsi, tanto meno Angela Merkel. Monti ha incassato il sostegno del Ppe con soddisfazione. D'altronde era stato Angelino Alfano, segretario del Pdl, partito che aderisce al Ppe, a dichiarare in aula alla Camera di «considerare conclusa» l'esperienza Monti. Resta da stabilire se ora il Pdl seguirà le indicazioni del Ppe oppure se seguirà un'altra strada.BERLINO: MERKEL NON SI E' ESPRESSA SU MONTI- Fonti governative di Berlino hanno smentito le posizioni attribuite ad Angela Merkel da alcuni organi di stampa italiani, secondo cui la cancelliera tedesca avrebbe chiesto al premier Mario Monti di candidarsi come leader della coalizione di centro destra alle prossime elezioni, durante il vertice dei leader del Ppe oggi a Bruxelles. Merkel «non si è espressa a proposito di specifiche candidature» alle elezioni,«spetta al popolo italiano scegliere», si precisa nella dichiarazione.RIUNIONE DEL PPE CON MONTI A SORPRESA-E'cominciato poco dopo le 14 con l'arrivo a sorpresa del presidente del Consiglio, Mario Monti, nella sede dell'Academie Royale de Belgique a Bruxelles, il vertice del Ppe che tradizionalmente precede il Consiglio europeo.Monti è entrato senza fermarsi con i giornalisti pochi istanti dopo l'arrivo della cancelliera Angela Merkel. Berlusconi era arrivato poco prima delle 13. Nella stessa sala sono anche presenti i vertici Ue, il presidente del Consiglio Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso, oltre al presidente dell' Eurogruppo e premier lussemburghese, Jean-Claude Juncker.Il premier Mario Monti partecipa al vertice del PPE a Bruxelles su invito del presidente Wilfrid Martens. Lo si apprende da fonti europee.Da presidente del consiglio, Monti ha partecipato all'incontro del gruppo PPE di Fiesole di settembre. Ma è la prima volta che partecipa ad un pre-vertice dei popolari prima dei summit dei leader Ue.A spiegare il motivo della sua presenza è lo stesso premier italiano, che dice di essere intervenuto per spiegare i motivi della crisi italiana. «Qualunque sarà l'esito delle elezioni italiane - rassicura il premier - ci sarà in Italia un governo che si collocherà nella linea tradizionale di un forte appoggio all'integrazione europea», perché questo «é nell'interesse nazionale italiano».Monti non risponde ad una domanda su una sua eventuale candidatura nelle prossime elezioni.«Nessun commento.Non sarebbe questo il momento e il luogo», ha affermato. C'è però chi lo vedrebbe di nuovo in campo. La cancelliera tedesca Angela Merkel gli avrebbe infatti chiesto di ricandidarsi.A tirarlo per la giacca, ancora una volta, è poi Berlusconi, presente anche lui a Bruxelles. «Monti si deve candidare», avrebbe detto il Cavaliere, secondo quanto si apprende da fonti popolari.Ma per Berlusconi, annunci a parte, non è una giornata facile. Joseph Daul, capogruppo del Ppe al Parlamento Ue, ha ribadito la sua stigmatizzazione contro «contro chi non dice la verità ai cittadini sperando di ottenere voti con vane promesse populistiche».E Barroso rincara la dose. «Ho parlato con Silvio Berlusconi e gli ho ribadito molto francamente l'importanza di avere un'Italia stabile e che prosegua sulla strada delle riforme. Questo è cruciale per l'Italia e per l'Europa».E se il messaggio non fosse chiaro, Barroso ha poi aggiunto lodi al presidente del consiglio Monti per le riforme avviate e i risultati conseguiti finora per risolvere la crisi in Italia.
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