mercoledì 13 giugno 2012


GIRO DI BOA PER ASSOLUTI D’ITALIA A FEBBIO

di Paola Maurizio 

Tornano in prima linea i campionissimi dell’Enduro nazionale con il quarto e quinto atto del tricolore degli Assoluti d’Italia e Coppa Italia.A fare da palcoscenico a questo giro di boa della stagione 2012 sarà Febbio, un piccolo paesino in provincia di Reggio Emilia, già protagonista dell’Enduro italiano nel 2012 quando ospitò il terzo atto dell’Under23/Senior. Il circus motociclistico delle due ruote tassellate si sposta così verso il centro Italia, in una regione purtroppo nelle primissime pagine dei quotidiani per i tristi eventi legati all’ondata terribile di terremoti che hanno colpito la zona di Modena. Scosse che fortunatamente non hanno interessato la zona di Febbio, che ospiterà questo grande evento grazie alla volontà e alla determinazione del Motoclub Crostolo, guidato dall’attivo presidente Angelo Iotti, organizzatore della tappa. Ben 145 i piloti al via che sabato 16 e domenica 17 giugno si daranno battaglia tra i monti dell’Appenino. Una doppia trasferta quella Emiliana definita dalla C.N.S., su consenso del Motoclub Crostolo, lo scorso 17 aprile per il recupero di una delle due prove annullate a marzo a causa dell’abbondante neve caduta nelle Marche. Chiamati a sfidarsi ad oltre 2000 mt s.l.m., i nostri aitanti piloti affronteranno lungo il percorso di 45 km, tre impegnative prove speciali. Non appena scesi dal palco di partenza, scattate le ore 9.00, un trasferimento di circa mezz’ora accompagnerà i conduttori in gara nei pressi del Cross Test, tracciato sul versante della montagna e quindi molto ricco di sali e scendi che impegneranno i piloti per tutti i suoi 3500 metri di lunghezza.Terminata la speciale fettucciata, sosta al C.O., prima di immettersi in un sentiero che li condurrà all’Enduro Test il quale sarà caratterizzato da sottobosco e da una seconda parte in mulattiera. Un terzo trasferimento porterà i nostri cavalieri dalle due ruote tassellate all’Extreme Test dove una serie di tronchi, guadi e pietre metteranno in luci le abilità tecniche dei partecipanti.Dando un’occhiata alla situazione in campionato, corsa vincente per Giacomo Redondi (Iron Racing Team) nell’E1 2T che guida la classe con 60 punti grazie alle tre vittorie ottenute nei precedenti appuntamenti. Ad inseguirlo Matteo Bresolin (Husarberg GP Motorsport) secondo con 47 lunghezze e Guido Conforti (Yamaha), terzo a soli due punti dal giovane piemontese.Grande attesa per la classe E1, davvero ricca di colpi di scena. Al comando troviamo Simone Albergoni (HM Honda Zanardo) che nonostante la frattura al gomito è riuscito a conquistare punti preziosi nella tappa di Lumezzane, dove è terminato secondo dietro Thomas Oldrati (KTM Bordone Ferrari), sfortunato ad inizio stagione con uno zero registrato nella prima prova ma determinato a recuperare il gap che li divide. Tra i due piloti troviamo in seconda posizione il toscano Alessio Paoli (Suzuki RigoMoto).Appassionante anche la battaglia che ci propone la E2 dove in soli 4 punti troviamo i primi tre piloti del podio e maggiori pretendenti al tricolore 2012. Prima posizione per il portacolori delle Fiamme Oro Oscar Balletti (Beta), seguito da Alex Salvini (Husqvarna CH Racing) e Jonathan Manzi (KTM Bordone Ferrari), rispettivamente al secondo e terzo posto. Punteggio pieno anche per Andrea Belotti (KTM Iron Racing Team) nella E3 dove guida la generale con 60 punti, 13 in più del diretto inseguitore, Mirko Gritti (KTM), mentre il gradino più basso del podio è occupato da Maurizio Micheluz (HM Honda NSM).Tra gli Stranieri lotta tra Eero Remes (KTM Farioli), Matti Seistola (Husqvarna CH Racing) e Aigar Leok (TM Racing) i quali occupano le prime tra posizione di campionato, con l’assoluta invece che vede protagonisti piloti del calibro di Oscar Balletti, al comando, Jonathan Manzi, Simone Albergoni e Alex Salvini, tutti distaccati da pochissimi punti. I 161 punti conquistati nelle tappe precedenti vedono il G.S. Fiamme Oro leader tra le squadre il quale precede il Trial David Fornaroli e il Motoclub Lumezzane. Nei Team vetta del podio per l’Iron Racing Team.Interessanti le lotte anche per quanto riguarda la Coppa Italia dove i leader di ogni classe dovranno ben difendere il loro primati dagli attacchi degli avversari, che gli daranno certamente del filo da torcere. Nella Cadetti Alberto Rizzini (Husaberg) dovrà tener gli occhi ben aperti da Patrick Grigis (KTM), pronto a accorciare i sei punti che li separano attualmente. Terzo posto occupato da Michele Cobuzzi (KTM), a pari merito con Fabio Pampaloni (TM), entrambi a 32 lunghezze. Nella Junior prima posizione per Jonathan Zecchin (KTM) che precede Simone Martini (Yamaha) e Gabriel Franzetti (KTM), rispettivamente in seconda e terza posizione. Bella lotta tra i Senior dove un solo punto divide il leader di campionato Marco Luvisetto (KTM) da Riccardo Peroni (Husqvarna), mentre il terzo posto è occupato da Roberto Urgnani su KTM. Giordano Rossi (KTM), Agostino Volpi (HM Honda) e Francesco De Polo (KTM) sono invece i tre piloti che occupano attualmente i primi tre posti della generale Major.Tutto lo Staff Axiver, la Federazione Motociclistica Italiana e il Motoclub Crostolo vi aspettano numerosi a Febbio per questo elettrizzante giro di boa a partire da venerdì 15 giugno quando, come di consueto, si svolgeranno le operazioni preliminari, seguito dal briefing pre-gara il quale sarà allietato da un aperitivo di benvenuto. Inoltre, per tutto il weekend, una serie di stand espositivi potranno far conoscere ai visitatori i prodotti tipici locali.
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martedì 12 giugno 2012


POLEMICHE/ I MODENA A VASCO «MA TU HAI ASSEGNI DA STACCARE...»

«Capisco Vasco quando mette in guardia dalla solidarietà pelosa, ma lui può permettersi di staccare assegni di solidarietà corposi. Noi, i Modena City Ramblers, no, e come noi tanti altri scendiamo in piazza per cantare, perché questo sappiamo fare e ci viene dal cuore partecipare al coro per i terremotati, perché questo abbiamo e questo sappiamo offrire». Franco D’ Aniello sta nei Modena dalla fondazione e spiega volentieri cosa ha spinto il suo gruppo a partecipare al concerto bolognese del 25 giugno. Quindi, non vi siete sentiti toccati da Vasco quando, declinando l’invito, ha detto che non ama iniziative di solidarietà che profumano di autopromozione...«Per niente. Ciascuno riflette dal suo punto di vista». È una polemica antica, questa. Tende a scoprire, quando esiste, la doppiezza di comportamenti votati all’utile mentre si vestono di generosità... «È vero. Ma il gioco è scoperto, direi. Molti degli artisti che si avvicendano sui palchi d’Italia sono ben noti al pubblico, la gente è in grado di rintracciare coerenza nei loro comportamenti. Per esempio, se qualcuno accetta la gratuità solidale di tanto in tanto, è un discorso. Ma se questa è la strada maestra di un impegno continuo, coerente, appunto, il giudizio non è minato dal sospetto. Prendi Laura Pausini che ha lasciato in beneficenza l’incasso di tre concerti a Verona: un gesto che non lascia spazio alla diffidenza». E per quanto riguarda voi? «Da quando siamo vivi stiamo gratis dove si soffre, lo sai. Abbiamo un ritmo accordato sull’impegno e sulla testimonianza, senza presunzione. È una specie di militanza politico-sociale orchestrata su un nostro impulso fondamentale. Il 25 saremo a Bologna, più avanti andremo a San Possidonio, tra i terremotati. Sarà un concerto a costo zero. Serve, non serve? Ci pare che una serata di musica possa aiutare il morale di chi sta male... ». È una notizia grande il fatto che Cisco tornerà a cantare con voi... «Sì, ci siamo sentiti, tutti d’accordo, faremo un paio di pezzi assieme, ma si tratta di una occasione unica, bellissima ma unica, non prelude a niente... ». Tu sei emiliano, sai come stanno le cose, come le vedi? «Gli emiliani è gente che sta in piedi e reagisce. Ma quel che accade nelle tendopoli e attorno pone problemi nuovi, per niente facili. Si sta mettendo alla prova la tenuta di una convivenza compressa tra religioni e culture diverse. Poi, c’è una questione di potere da risolvere: si dovrebbe mettere in pratica la strategia adottata nel Friuli, quando i soldi furono gestiti dalle comunità locali e i risultati diedero ragione a questa ricostruzione “dal basso”. Ma intanto, non c’è fiducia». Nello Stato, vuoi dire? «Ovvio. Sulla Gazzetta di Modena c’è un video del 2008, è la registrazione di un dibattito con Giovanardi e l’ex capo dell’Ingv, Boschi. Quest’ultimo, appoggiando l’ipotesi di creare un deposito di stoccaggio di gas nella zona, garantisce che mai alla gente di Mirandola sarebbe caduta la casa a causa di un sisma».                      
                                                                                                      m.c.p.r.d.s.
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lunedì 11 giugno 2012


TUTTI I SEGRETI DELLA SIAE: ECCO IL NUOVO STATUTO

Paese di Pulcinella, segreti di Pulcinella: è il caso dell’oramai famigerato nuovo statuto Siae, pronto, ma tenuto nascosto. È appunto un segreto di Pulcinella, perché da qualche tempo questo documento circola clandestinamente: tutti lo conoscono ma non possono discuterne non essendo pubblico e ufficiale. Sciviamo questo articolo prima dello sciopero dei dipendenti Siae, anche loro soggetti come gli iscritti allo stesso potere non trasparente, che si concretizza nell’attuale gestione commissariale. Così gli iscritti, i dipendenti Siae e quanti vorranno potranno intervenire, commentare, criticare o plaudire. Pubblicamente. A una prima lettura appare lampante come nel nuovo statuto l’assemblea, eletta da tutti gli iscritti, sia ridotta a organo puramente formale, mentre il potere passa nelle mani del «Consiglio di gestione», né più né meno che un CdA. Viene poi accresciuto il potere del voto pesante, per cui all’iscritto – editore o autore – che incassa di più corrisponde un voto che vale di più rispetto agli altri. Il modello, ben noto, è quello delle SpA, con gli iscritti trasformati in azionisti: una scelta per molti versi singolare. Infatti, la Società italiana degli autori e degli editori nasce non per spacchettare dei proventi del diritto d’autore, ma per tutelare il diritto d’autore e gli aventi diritto, ovvero gli autori e in seconda battuta gli editori, per la parte di diritto d’autore che gli autori cedono loro. Le ripartizioni economiche sono quindi solo un compito, ancorché importante, di Siae. Il nuovo statuto è invece favorevole agli editori, tant’è che negli organi elettivi i rappresentanti restano divisi a metà, mentre nel resto d’Europa sono per due terzi appannaggio degli autori e solo per un terzo degli editori. Tuttavia per la sua missione istituzionale e non solo economica, Siae gode, unica in Europa, di un regime di monopolio. Se ridotta a una SpA distributrice di soldi, si spalancherebbero le porte alla richiesta, avanzata già da tempo, di cessazione del monopolio e di creazione di analoghe società in regime di concorrenza.Rimodellare Siae come una SpA è dunque doppiamente impegnativo, sia perché ne cambia radicalmente la natura, sia perché potrebbe comportare un suo ridimensionamento, per la probabile nascita della concorrenza. È però una opzione possibile, se scelta secondo le regole di un «ente pubblico economico a base associativa», quale appunto è Siae. Nelle istituzioni associative è la base – gli iscritti aventi diritto – a farsi carico di redigere o fare redigere lo statuto, anche attraverso l’elezione di rappresentati, di discuterlo, modificarlo, infine di ratificarlo con il voto. Spiace constatare come per Siae non sia andata così: commissariata dal governo Berlusconi nel 2011, da allora a redigere lo statuto sono stati due vicecommissari, nominati a suo tempo da Gianni Letta e che hanno tenuto in scarsa considerazione la base associativa. Ancora più spiacevole che, cambiato il governo, oggi la Presidenza del Consiglio e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, organi vigilanti su Siae, non pubblichino lo statuto aprendo un confronto con la base associativa, dando l’impressione di volerla tenere all’oscuro. Bell’esempio di democrazia. Merita segnalare una ultima aporia: in una SpA il Consiglio di amministrazione viene eletto dall’assemblea degli azionisti. Nel nostro caso invece il Consiglio di gestione dovrebbe essere eletto da un organo intermedio, il Consiglio di sorveglianza, ma con scarsi poteri di controllo, eletto dall’assemblea a sua volta eletta dagli aventi diritto, gli iscritti. Farragine pura? In realtà appare evidente che chi ha scritto lo statuto, pur avendo pesantemente demansionato l’assemblea, continua a temerla e pone, tra questa e l’elezione del CdA, un organo ristretto a poche persone, più soggetto a pressioni e facilmente controllabile. L’impressione è che qualcuno non voglia togliere le mani dalla torta: ma leggendo questo documento chiunque potrà farsi una propria opinione. Lo stesso meccanismo che rende gelatinosa la discussione sullo statuto, ha colpito in questi mesi i dipendenti della Siae che si sono visti, come affermano i sindacati, «disdire gli accordi – il contratto in via di rinnovo ndr –, con l’interruzione della trattativa e l’applicazione per i lavoratori di una normativa di emanazione unilaterale cancellando salario e diritti». Slc Cgil, Fistel Cisl, Uil PA, Ugl, Cisal e Siae Confsal hanno perciò indetto per il 12 giugno uno sciopero in tutte le sedi Siae, con due presidi dalle ore 10 a Piazza di Montecitorio e Via del Collegio Romano, sedi rispettivamente del Governo e del Ministero dei Beni culturali, le due autorità vigilanti, ma sarebbe meglio dire latitanti, su Siae.
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domenica 10 giugno 2012


ALFANO ASSEDIATO DALLE DONNE NEL CUORE DI SILVIO C'È DANIELA?

Nella trincea di via dell’Umiltà Alfano mette a punto il regolamento per le primarie, la task force della macchina elettorale e l’offensiva digitale per avviare di fatto il «Pdl 2.0». Ben sapendo che, al di là del vincitore, il consenso si misurerà sul numero dei partecipanti. Intorno a lui si muove un contesto magmatico la cui evoluzione, da qui all’autunno, nessuno è in grado di prevedere. «Come dimostra l’esperienza Pd, il giocattolo delle primarie può rivelarsi difficile da gestire» dicono in molti. E il segretario, erede del fronte moderato ma non del carisma berlusconiano, rischia brutte sorprese. Preoccupazioni - condivise da tutti i big - vengono dall’incertezza sul sistema elettorale. Che, nonostante l’accelerazione impressa dal Pdl, non lascia escludere l’ingresso in gara di esterni comeMontezemolo, Casini, (meno probabile) Fini. Mai timori più forti arrivano dal fronte interno. Al di là delle pubbliche dichiarazioni di sostegno, Alfano sa che il Cavaliere non esiterebbe a sparigliare le carte. «Angelino, se ci saranno le primarie, è un bene che ci siano tanti candidati “civetta” - gli diceva tempo fa - Ma al momento giusto io sosterrò te». Ebbene, Angelino non ne è più così sicuro. Teme che il cuore di Silvio sia virato su «Daniela». Del resto, chi è con lui da tempo sa che Berlusconi è saldo in sella anche grazie al «divide et impera». E dunque, il partito si è schierato compatto con Alfano: per difendere lui e se stesso dal capriccioso padre politico. È un coro: Fitto, Gelmini, Cicchitto, La Russa, Rotondi, Gasparri. A oggi però il dato significativo riguarda la «svolta rosa» dentro il Pdl. Con Alemanno fuori gioco («Non mi candido al 100%» ha detto, proiettandosi sulla spericolata sfida bis per il Campidoglio) e Formigoni impegnato a non lasciare il Pirellone a Maroni o alla sinistra, Alfano si ritrova «assediato» da potenziali competitrici.Saranno nomi-“ civetta” ma del calibro di Daniela Santanché, Gorgia Meloni, Renata Polverini, Mara Carfagna, Michela Vittoria Brambilla. Personalità ingombranti. Cinque “valchirie”contro un povero segretari MOVIMENTI IN AREA AN-Le interessate tacciono o smentiscono, più o meno convintamente. La “popolana” (ex) del Billionaire, già candidata premier della Destra storiaciana, dice sibillina che «non andrà in vacanza ». Ma la sua corsa è benedetta dal Cavaliere. Obiettivo: intercettare i fieramente anti-montiani, i rivoltosi dell’Imu, i grillini d’area. Ieri i suoi militanti hanno distribuito nei mercati i volantini che invitano a non pagare la prima rata della tassa sulla casa. La governatrice del Lazio Polverini chiude le porte: «Non ho voluto partecipare alla gara per la premiership: è un patto d'onore con gli elettori del Lazio, resto fino al 2015». Ma della «presidentissima » (così la chiamano nel Pdl romano), che ha appena festeggiato in grande spolvero il compleanno, gli uomini di Alfano ricordano le sue liste «Città Nuove » che nel 2011 hanno sfidato il partito ai ballottaggi di Sora e Terracina. Liste che ieri lei ha rimesso in campo con un’iniziativa di sapore pre-elettorale. Più complicata la posizione della Meloni. L’ex ministro della Gioventù è attivissima in tutta Italia con la sua mobilitazione popolare «ripartiamo da zero» e dialoga con i rottamatori dell’Emilia. Un modo per rivitalizzare la rete ex An sul territorio. Ma i “colonnelli” sono schierati al fianco di Alfano, e dunque sulla corsa in proprio la trattativa sarà al centimetro. Michela Vittoria Brambilla, a sua volta, in questi mesi di post-governo si è buttata sulla (sacrosanta) battaglia contro l’allevamento di cani cavie Green Hill. Mentre tiene un profilo bassissimo Mara Carfagna: «nuova lady Diana dei diritti» secondo Stracquadanio, senpre cara al Cavaliere. Il neo-Dc Gianfranco Rotondi spera che Alfano possa guidare «una nuova stagione di unità dei cattolici» e non teme sgambetti: «La primarie sono una modalità. Sarebbe come prendersela con il termometro se si ha la febbre. Il partito è tutto con il segretario. Vedremo i numeri della partecipazione». Il suo pronostico: «Scommetto su Alfano nel Pdl e Bersani nel Pd. Poi magari vincono Santanchè e Renzi». Magari perché Berlusconi punta su Daniela? «Non credo. Lei è donna di grandissime capacità di mobilitazione, non ha bisogno di Silvio per parlare al Paese».                                                                            m.s.p.c.r.d.
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sabato 9 giugno 2012


IMU E TASSE, UNA STANGATA DI OLTRE 1400 EURO

Non sono giorni felici per il governo dei tecnici, che nel pieno della bufera economica rischia di rivelarsi litigioso quanto esecutivi politici di fresca memoria. Ieri, nel bel mezzo delle polemiche interne ed esterne a Palazzo Chigi per il rinvio del decreto Sviluppo, è scoppiata un altra "grana" relativa all'Imu, o meglio riguardo il possibile rinvio della scadenza per il pagamento della prima rata, fissata al prossimo 18 giugno. Una richiesta avanzata da più parti, vista la perdurante confusione sull'argomento, dalle modalità di calcolo dell'imposta a quelle di pagamento. Senonché la stessa confusione è emersa dalle parole di esponenti del governo. Interrogato sul possibile spostamento dei termini per il pagamento, a margine del convegno dei giovani di Confindustria, il viceministro dell'Economia si è mostrato irremovibile. «Ciò che dovevamo fare sull'Imu l'abbiamo già fatto, siamo già intervenuti. Un conto sono gli interventi sulle zone terremotate, altre cose sono interventi in questo momento. Abbiamo leggi approvate sull'Imu, abbiamo già fatto tutte le discussioni parlamentari e confermato le tre tranche». Discorso chiuso? Tutt'altro, perché poche ore dopo uno stretto collega di Grilli, il sottosegretario del ministero dell'Economia, ha rilasciato una dichiarazione di diverso tenore. «C'è una discussione aperta sul rinvio della prima rata dell'Imu - ha affermato Gianfranco Polillo a margine di un convegno a Genova -, per il momento non abbiamo deciso nulla e non so se ci sarà. La difficoltà è rappresentata dall'accavallarsi del pagamento di più imposte. Ci stiamo riflettendo perché le osservazioni fatte sono legittime». Nel tardo pomeriggio, poi, il chiarimento definitivo (?) da parte del ministero dell’Economia: nessuna proroga per i versamenti dell'Imu, slittamento invece al 9 luglio per i pagamenti delle imposte sui redditi delle persone fisiche e di quelle relative a Unico degli studi di settore. Intanto, si moltiplicano gli esercizi di calcolo su quello che sarà l'impatto dell'Imposta Municipale propria. Dal Servizio Politiche Territoriali della Uil è giunta una proiezione elaborata dall'Osservatorio periodico sulla fiscalità locale. Ad essere analizzati sono stati gli effetti di più tributi in base alle recenti novità legislative. In particolare, il mix tra nuove imposte e sblocco delle vecchie (Imu, Addizionali Irpef, Tarsu, Imposta di soggiorno) costerà, mediamente, ai contribuenti 1.427 euro. In particolare 177 euro a famiglia scaturiranno dal pagamento dell'Imu sulla prima casa; 865 euro a famiglia per la seconda casa; 143 euro di addizionale comunale Irpef per contribuente; 220 euro per la Tarsu. Si tratta, come detto, di una media, mentre la cifra raggiunge picchi di oltre 3mila euro a Roma, 2.580 euro a Bologna, 2.519 euro a Milano. Per quanto riguarda l'Imu e la Tarsu è stata condotta sui 107 Comuni capoluogo, una platea che si è invece allargata alla totalità degli 8mila Comuni italiani in relazione alla valutazione dell'impatto delle Addizionali Irpef e dell'Imposta di soggiorno. «Senza considerare - prosegue la Uil - le cattive sorprese che moltissimi cittadini troveranno al termine della pausa estiva quando a settembre porteranno i propri bambini alle scuole dell'infanzia ed elementari. Infatti, si troveranno a dover pagare le rette: 22 euro a persona per la tassa di soggiorno, quasi 300 euro al mese per i nidi e 40 euro per la mensa scolastica». La Cgia di Mestre ha invece calcolato che il 62% del gettito previsto dall'applicazione dell'Imu sarà in capo alle famiglie italiane, mentre il restante 38% graverà invece sulle attività economiche. In particolare, su un gettito totale stimato dalla Cgia in 18,4 miliardi di euro, 3,1 miliardi saranno in capo ai proprietari di prima casa (pari al 17,2% del totale), 8,2 miliardi peseranno sui proprietari di seconde e terze case (44,8% del totale), mentre gli imprenditori dovranno pagare poco più di 7 miliardi di euro (38% del totale). «In una fase recessiva che in questi ultimi tempi ha contratto ulteriormente i consumi - ha detto Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia -, l'applicazione di questa nuova imposta inciderà non poco sui bilanci delle famiglie e delle imprese, con gravi ripercussioni su tutta l'economia»    

                                                                                                              m.c.p.s.r.d.
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venerdì 8 giugno 2012


LAUREATI, PIÙ DIFFICILE TROVARE UN LAVORO

Aumentano i laureati in cerca di lavoro a quattro anni dalla fine degli studi. Nel 2011, quasi uno su sei (il 15,2%) dei laureati nel 2007 non ha ancora trovato un'occupazione. Lo scrive il rapporto dell'Istat su 'Laureati e lavoro'. Nel 2011 lavora il 71,5% dei laureati che hanno conseguito il titolo nel 2007, mentre è in cerca di lavoro il 15,2%. Rispetto alla precedente indagine (nel 2007 chi si era laureato nel 2004), diminuiscono gli occupati (allora erano il 73,2%) e cresce la quota di chi cerca lavoro (era il 13,5% nel 2007). Tra i laureati in corsi di durata triennale l'occupazione è inferiore, rispetto al 2007, di quasi quattro punti percentuali (73,2% nel 2007 contro il 69,3% del 2011) e il tasso di disoccupazione più elevato di oltre cinque (14,2% nel 2007 contro il 19,5% del 2011). Vanno bene le lauree di area sanitaria, male quelle di area letteraria e biologica. Tra le triennali trovano più lavoro chi ha fatto corsi di professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche (circa il 95% di occupati). Tra le lauree specialistiche biennali, livelli di occupazione superiori al 90% si registrano per i corsi di ingegneria meccanica, gestionale ed elettronica e per quelli di architettura e ingegneria edile e delle scienze economico-aziendali. Più dura per i laureati triennali di scienze biologiche, scienze della terra, lettere e filosofia (con tassi di disoccupazione superiori al 40%). Anche i laureati del biennio specialistico dei gruppi geo-biologico e letterario hanno difficoltà. Particolari prolbemi li hanno coloro che vivono abitualmente nel Mezzogiorno: a quattro anni dalla laurea la percentuale di persone in cerca di occupazione è superiore al 27% tra i triennali. Inoltre, vive nel centro nord circa il 30% dei laureati che prima di iscriversi all'università risiedevano nel Mezzogiorno e nel 2011 ha un lavoro. Evidente la differenza con il Nord: sono meno del 5% coloro che già vi risiedevano prima di andare all'università e che nel 2011 lavora altrove. In merito alla soddisfazione per il lavoro svolto, appagano di più il grado di autonomia sul lavoro e le mansioni: la quota dei «molto o abbastanza soddisfatti» su questi aspetti supera l'85% ogni tipo di laurea. La possibilità di carriera e il trattamento economico sono, invece, gli elementi meno gratificanti, con quote di soddisfazione intorno al 60%. Il livello di soddisfazione femminile è sempre più contenuto rispetto a quello dichiarato dagli uomini.                                                                              m.c.p.d.s.n.r.
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giovedì 7 giugno 2012


DI SCENA QUESTO WEEKEND IL MINIENDURO A SAN SEVERINO MARCHE

DI PAOLA MAURIZIO 

A fare da palcoscenico a questo fatidico giro di boa sarà la splendida cittadina marchigiana di San Severino, nel cuore della regione centro italica. Ben 89 i conduttori al via in questa prova che vede per la prima volta nella storia nazionale l’  organizzazione del Motoclub Simoncini Racing, guidato dall’ex pilota di specialità, Juri Simoncini. Appeso il casco al chiodo, Juri si è dedicato all’attività giovanile per l’avviamento allo sport creando un apposito parco, l’Hobby Park, che domenica 10 giugno farà da cornice a questo evento. All’interno di questo circuito, situato in località Valle dei Grilli Camere, a circa un paio di chilometri da San Severino Marche, è stato disegnato un impegnativo un percorso di 60 km dove saranno disposte due prove speciali. Scattate le ore nove di domenica mattina, i nostri aitanti piloti in sella alle loro moto in miniatura andranno ad affrontare l’Enduro Test, situato su un terreno prevalentemente duro e sassoso. All’interno dei suoi 2500 metri di lunghezza alcuni tratti difficili impegneranno i conduttori, con passaggi tecnici nel sottobosco e su tronchi. Un trasferimento di 10 km su un sentiero attraversato da un fiume, porterà i cuccioli dell’enduro nazionale nei pressi del Cross Test dove un prato li vedrà darsi battaglia per circa 3500 metri. Un gara che si presenta interessante anche per la lotta al titolo 2012. I pretendenti al tricolore sono infatti chiamati a difendere il loro primato in campionato dai diretti inseguitori che certamente non molleranno la presa tanto facilmente. Per quanto riguarda l’Aspiranti 50 il friulano Lorenzo Macoritto con la sua Suzuki Valenti conduce la generale con 37 punti grazie ad un secondo posto conquistato in Sicilia e la vittoria ottenuta a Pederobba. Ad inseguirlo a 5 lunghezze troviamo Federico Piccina (Suzuki Valenti), mentre il terzo posto con 28 punti è occupato da Carlo Augusto Cabini (HM). Andrea Verona (KTM) (foto) dopo un brillante avvio di stagione è chiamato a tenere stretto il suo primato nell’Aspiranti 85, conquistato con le due vittorie, Sicilia e Veneto. A cercar di strappargli la leadership ci saranno Matteo Pavoni e Enrico Zilli, i quali si trovano attualmente al secondo e terzo posto di classe, entrambi su KTM. Punteggio pieno anche per Manolo Morettini in sella alla sua KTM nella Esordienti, inseguito a poche lunghezze di distacco da Giovanni Bonazzi (KTM), mentre la terza posizione è divisa tra Lemuel Pozzi e Nicolò Rumi, entrambi su KTM ed entrambi con 30 punti. Marcia trionfale anche per il siciliano Andrea Adamo che con la sua Husqvarna conduce la classe Baby con 40 punti, con Daniele Delbono e Roberto Ponti ad occupare alle sue spalle la seconda e terza posizione. Tra le squadre un solo punticino divide la leader Gaerne dal Motoclub Bergamo, 108 a 107, mentre sul gradino più basso del podio troviamo il Motoclub Val Luretta, terzo a 89 punti.Vi aspettiamo numerosi a San Severino Marche per questa imperdibile terza prova di campionato, la quale sarà contornata nella giornata di sabato dallo spettacolare Palio Dei Castelli, dove i rioni della cittadina si scontreranno per decretare il vincitore dell’edizione 2012.
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mercoledì 6 giugno 2012


FALSI CIECHI A CAMPOBASSO, DANNO ALLE CASSE DELLO STATO PER OLTRE UN MILIONE DI EURO UN UOMO FACEVA ADDIRITTURA  ALLENATORE DEI PORTIERI 

Percepivano l'indennità come ciechi, ma in realtà si muovevano perfettamente a proprio agio per le vie della città, sia di giorno che di notte, aggirandosi senza alcun bisogno di assistenza o ausilio. La Guardia di Finanza di Campobasso ha scoperto due falsi ciechi che hanno causato un danno erariale per oltre un milione di euro. Si tratta di 2 persone, un uomo e una donna, entrambe residenti nel Capoluogo molisano, che a dispetto della diagnosi medica conducevano una vita normale, senza handicap visivi evidenti. L’ uomo era addirittura allenatore dei portieri di una squadra dilettantistica di calcio. Per la donna, classe 1946, dichiarata “cieca assoluta” sin dall’anno 1964 era prevista una indennita’ mensile di 1.850 euro. Ma le immagini riprese dai militari documentano come la signora attraversasse la strada da sola, con padronanza e sicurezza, ed al mercato scegliesse con cura i prodotti ortofrutticoli da acquistare. Prove schiaccianti anche a carico dell’ uomo uomo, classe 1971, con indennità di 1.200 euro ma da anni impegnato in attività sportive come allenatore dei portieri in una squadra dilettantistica di calcio. Anche lui “cieco assoluto”, nei filmati dei Finanzieri si muove invece con disinvoltura fra i pali e l’erbetta dei campi di gioco, calciando tiri precisi in direzione dei suoi allievi. Il danno erariale causato dai due falsi ciechi ammonta a 1.052.480,13 euro e l’importo dovrà essere restituito, ferme restando le responsabilità penali accertate a loro carico. L’uomo e la donna sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria di Campobasso.             p.c.i.s.m.
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martedì 5 giugno 2012


LO STATO NON PAGA I DANNI PER LE TRASFUSIONI INFETTE  "PIGNORATE EQUITALIA" TRENTO, LO CHIEDE UN AVVOCATO PER UN TOTALE DI 250MILA EURO 

La legge del contrappasso rischia di costare cara ad Equitalia, che di solito è molto sollecita nel richiedere i pagamenti dovuti da altri, ma che stavolta si vede pretendere pagamenti per vie legali. Succede a Trento, dove sono ben due le richieste di pignoramento contro Equitalia per un totale di quasi 250mila euro. In sostanza lo Stato non ha pagato gli indennizzi da danni da epatite C contratta con trasfusioni. I due casi riguardano un uomo che ha contratto la malattia 25 anni fa e nel frattempo è morto (e i parenti chiedono oltre 150.000 euro) e un anziano ancora in vita, al quale spettano 90mila euro di risarcimento, riportano i quotidiani locali. Nel primo caso il riconoscimento dell’indennizzo venne ottenuto, ma il denaro non è mai arrivato: il poveretto è morto tre anni fa a soli 45 anni e ora sono i parenti a proseguire la sua battaglia.Lo stesso è successo a un signore di 67 anni, che prosegue la sua battaglia contro l’epatite, come pure contro la patologia che l’aveva portato alle trasfusioni. Stesso iter, stessa approvazione del giudice a Trento per l’indennizzo. Ma anche niente denaro che arriva. Le richieste di pignoramento ora sono al vaglio del giudice dell’esecuzione di Bolzano, dove ha sede Equitalia.
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