lunedì 4 ottobre 2010

GRANDE SPETTACOLO E PUBBLICO NUMEROSO AGLI INTERNAZIONALI D’ITALIA SUPERMARECROSS DI SCENA SULLA PLAIA DI CATANIA

 
di SERGIO CONTI

 
CATANIA – Giornata estiva quella appena trascorsa sulla splendida spiaggia di Catania al Lido Sobhà. Davvero numeroso il pubblico che ha goduto di una temperatura estiva e che ha animato con continui applausi una giornata ricca di spettacolo. Il tracciato inscenato per questa penultima tappa è davvero piaciuto agli intervenuti, ma non avevamo dubbi in tal proposito visto l’ onorevole impegno degli uomini del Motoclub Taormina guidati da Marco Mainardi e dello staff di FX Action. Dunque, dicevamo tanto spettacolo in pista anche se, ai fini del campionato, le sorti non sono mutate con i protagonisti che hanno incrementato il loro bottino di punti ma guardando la lotta al vertice tra i primi due, i distacchi, non sono cambiati. Nella MX1 troviamo, infatti, sempre Felice Compagnone (Honda-Pardi Racing) e Daniele Bricca (Suzuki-Petriglia Racing) che lasciano la Sicilia sempre con la stessa differenza di punti, trenta, con il campione in carica sempre davanti. Per loro una vittoria ed un secondo posto a testa, con Compagnone artefice del primato in gara 2 che gli ha consegnato l’assoluta di giornata. Medesimo responso l’ha dato anche la MX2 con Giovanni Bertuccelli (KTM-Cerbone Moto Racing) e Marco Maddii (Suzuki-Delta Racing) anch’essi vincitori di una manche e di un secondo posto, con il messinese vittorioso di gara 2. Per loro la classifica di campionato viaggia a punteggio pari. Un campionato ancora incerto, dunque, e che si deciderà a Gabicce Mare, sede dell’epilogo di questa edizione 2010 del Supermarecross.Tornando ad una veloce cronaca della gara, nella MX1, gli alti e bassi dei due piloti sono avvenuti ad opera di errori o problemi meccanici. Compagnone, in gara 1, è caduto sulle whoops lascando via libera a Bricca che nella seconda frazione ha accusato un calo di potenza del motore ed ha dovuto tirare i remi in barca lasciando spazio all’amico-avversario. Così anche in MX2 dove Bertuccelli è stato sempre il più lesto di tutti ad uscire dal cancello ed ha comandare da inizio gara, ma nella prima è caduto a causa di un contatto con un doppiato, lasciando libero Maddii di involarsi verso la bandiera a scacchi. Nella seconda Bertuccelli ha diretto la gara dal primo all’ultimo giro, non sbagliando nulla e Maddii ha amministrato il secondo posto anche perché non ancora al meglio della condizione. Da segnalare l’ottimo terzo posto assoluto del pilota locale e giovanissimo Manfredi Caruso (KTM-Pardi Racing) che abbandonata la categoria Minicross ha dimostrato una grande condizione in questo esordio nella quarto di litro. Ma un plauso va anche fatto a Francesca Nocera (Honda-Fonta Racing), unica ragazza presente qui a Catania, che ha chiuso con un ragguardevole nono posto assoluto. Nella categoria Minicross, dicevamo, che ha perso un protagonista come Caruso, né ha trovato un altro: Giuseppe Tropepe (KTM-TDR) che ha conquistato due nette vittorie. Mentre in gara 1 si è involato in testa al gruppo dal primo all’ultimo giro, Tropepe in gara 2 ha trovato un degno avversario in Jimmy De Nicola (KTM), autore dell’hole shot e per diversi giri al comando, ma non in condizioni fisiche ottimali, subendo così la rimonta di Tropepe. Per quanto riguarda la manche del Supercampione, valevole per il Trofeo Cost to Cost, che vede al via i migliori 10 di ogni cilindrata ma che non fa testo per la classifica di campionato, la vittoria è andata a Daniele Bricca che partito davanti al gruppo, complice una caduta alla prima curva di Compagnone, non ha avuto avversari ed ha vinto agevolmente. Di Compagnone conosciamo la tenacia: è ripartito ultimo ma ha chiuso secondo alle spalle di Bricca.
Nella foto>Bertuccelli e Maddii
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ENDURO UNDER 23/ SENIOR: ASSEGNATI GLI ULTIMI TITOLI OTTIMA ORGANIZZAZIONE DEL MC ARTIGLIO CHE HA MESSO IN SCENA LA QUINTA ED ULTIMA PROVA DEL CAMPIONATO ITALIANO


di SERGIO CONTI

FABRIANO - Si è svolta, la quinta ed ultima prova del Campionato Under23/Senior che ha visto l’ assegnazione degli ultimi titoli tricolori 2010. Una bella ed impegnativa giornata di gara che ha visto i 216 piloti al via impegnati in due prove speciali, entrambe fettucciate, situate sul pendio di due colline. Più che buona l’ organizzazione messa a punto dal Motoclub Artiglio, veterano delle manifestazioni della «vecchia» regolarità, con alle spalle la realizzazione di numerose gare,come il Major nel 2007 e l’Under23/Senior nel 2008. Partenza effettuata dal Palazzetto sportivo Guerrieri di Fabriano per una gara al cardiopalma. Grandi le battaglie consumate in terra marchigiana, dato che in numerose classi si doveva ancora assegnare il proprio vincitore. Tra i Senior, nella 125 2t bella vittoria per Alessio Polidori (TM), anche se il titolo finale viene conquistato dal pilota del Yamaha Daihatsu Terios Team Giuliano Falgari, giunto secondo, mentre la terza piazza viene occupata da Luca Vecchi (TM). Vetta del podio nella 250 2t per Daniele Tellini (KTM), già laureatosi campione italiano a Dego, seguito da Fabio Ferrari (KTM) e Fabio Milani (KTM). Primo titolo nella 250 4t per Manuel Pievani (Suzuki Johnny Team) che però nella giornata termina in seconda posizione dietro a Costantino Capriotti (HM-Honda) e davanti a Matteo Rossi (Suzuki). Poker di titoli per Maurizio Facchin (Yamaha Mo.To RP Team) che conquista la 450 4t, subendo però per «punizione» un simpatico «taglio» della «cresta» dai suoi amici. Facchin termina la giornata dietro ad un ottimo Mattia Traversi (Suzuki) che fa sua anche la classifica assoluta.Traversi conquista inoltre il nono trofeo Massimo Roani messo in palio da Motoclub Artiglio. Terza piazza per Cristian Fiorini (HM-Honda). Taglio di capelli anche per il conterraneo di Facchin, Diego Nicoletti (Beta) con conquista dopo una bella ed intensa battaglia con Matteo Zecchin (KTM), il titolo nazionale nella 500 4t. I due piloti hanno concluso rispettivamente in prima e seconda posizione, mentre la terza piazza viene occupata da Davide Dall’ Ava (KTM). Tra i club tricolore già assegnato a Dego per l’ Acelum - La Marca Trevigiana che conquista comunque la classe anche nella giornata di ieri, mentre la seconda posizione viene vinta dal Mc Sebino, seguito in terza dal Trial David Fornaroli.Tra i team senior tricolore per l’ Enduro Team Treviza, mentre tra gli Elite vittoria di giornata per il marchigiano Luca Cherubini su TM. Tra i Cadetti vince il campionato italiano 50 codice, e la giornata, Simone Croci (Beta), che precede Riccardo Crippa (HM) e Andrea Castellana (HM). Nella 125 2t vittoria per Nicolas Pellegrinelli (Yamaha Daihatsu Terios Team), seguito in seconda posizione dal neo tricolore e neo convocato per la Six Days in Messico, Tommaso Mozzoni (KTM). Terza piazza per il pilota del Team Italia Guido Conforti (KTM GP Motorsport). Il marchigiano Mozzoni conquista inoltre il decimo trofeo Davide Amerio, messo in palio dal Motoclub Trial David Fornaroli al miglior under23 del campionato, in memoria del pilota e amico del moto club scomparso. Nella categoria 125 4t prima posizione per Daniele Andressi (HM-Honda) che precede il già tricolore Simone Poloni (HM-Honda), mentre fa suo il terzo posto il siciliano Antonino Arcuri (Fantic). Nella Junior vittoria per Jacopo Cerutti (KTM) nella 125 2t, mentre il campione italiano Davide Roggeri (Suzuki) termina la sua gara in seconda posizione davanti a Luca Rovelli (KTM). Bella battaglia nella 250 2t tra il portacolori del Team Italia Massimo Mangini (KTM GP Motorsport) e Nicolò Mori (KTM 2MR) per il titolo 2010. A spuntarla infine è stato Mangini che però termina la giornata in seconda posizione dietro ad un bravo Andrea Mayr (HM-Honda), mentre terzo si piazza Mattia Cargnel (KTM).
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domenica 3 ottobre 2010

CICLISMO: MONDIALI, VINCE HUSHOVD PRIMO TITTOLO MONDIALE PER LA NORVEGIA SOLO QUARTO L’AZZURRO POZZATO


di SERGIO CONTI


GEELONG - In mezzo ai canguri spunta un vichingo, così Thor Hushovd, il ciclista con il nome da dio del tuono, regala alla Norvegia il suo primo titolo iridato. Un risultato storico che il corridore scandinavo, rimasto al coperto per tutto il giorno, ha raccolto venendo fuori negli ultimi trenta metri e sfruttando una delle sue caratteristiche migliori, la capacità nello sprint. «Il finale era adatto alle mie caratteristiche, e le ho sfruttate alla grande - sottolinea Hushovd a fine gara -. Per prepararmi così bene è stata fondamentale la Vuelta». Così vince il ciclista con un passato nello sci di fondo, e l’ Italia rimane a bocca uscita nel circuito dov’ é di casa il campione uscente Cadel Evans, idolo locale che si è impegnato e dato spettacolo per tutto il giorno, infiammando il pubblico, ma che alla fine si è dovuto accontentare del 17/mo posto lasciando il podio al connazionale Allan Davis, altro uomo veloce oggi piazzatosi al terzo posto. Dietro a lui, beffato per una manciata di centimetri, è arrivato il grande deluso di questa giornata, quel Filippo Pozzato che ha chiuso al quarto posto, fallendo quindi il salto di qualità definitivo e non riuscendo a regalare una medaglia all’ Italia del pedale. Il vicentino che vive a Montecarlo, e che per il Mondiale era in astinenza sessuale da maggio, sognava la maglia iridata (era tra i favoriti) per se stesso e per onorare al meglio la memoria di Franco Ballerini, ma a volte capita che la squadra giri al meglio, lavori e faccia la corsa per tutto il giorno, com’ é successo oggi all’ Italia (grande, in particolare, il lavoro di Tosatto e Nibali) ed anche al Belgio, ma poi di non raccogliere niente. Pozzato è stato ‘portato’ bene dai compagni e ha fatto la corsa sul temibile Oscar Freire, spagnolo che in Australia avrebbe voluto conquistare la sua quarta maglia iridata (sarebbe stata un’ impresa, finora mai riuscita a nessuno). Sembrava ben posizionato ma si è dovuto arrendere non solo alle difficoltà delle corsa ma anche ai crampi che hanno cominciato a tormentarlo ad una quindicina di chilometri dal traguardo. «Ne avevo anche sulle orecchie», ha esagerato l’ azzurro per far capire che non ne poteva proprio più e che comunque ha fatto del suo meglio. Così come la squadra, «che ha lavorato bene - ha detto ancora Pozzato - come ci aveva insegnato Franco Ballerini e come ci aveva chiesto Bettini. Mi dispiace soprattutto per lui». Ma per il ct «c’ é poco da recriminare, la squadra ha fatto ciò che doveva, ha lavorato di comune accordo con i belgi e si è presa le sue responsabilità. Ma poi ci sono anche gli avversari: complimenti a Hushovd che, pur senza squadra, ha avuto le gambe per gestirsi». Il successo del norvegese, che praticamente ha corso da solo visto che la sua nazionale era composta da soli tre atleti, suona come una beffa per gli azzurri, in tanti e quasi sempre in prima fila per cercare di fare la corsa, forse con troppa foga al punto da rimanere con poca lucidità ed energie nel finale. Ma questa è, come l’ ha definita Bettini a fine gara, «la danza dei ‘se’ e dei ‘ma’ che cominceranno adesso». Fra i quali c’ è anche la considerazione che forse un velocista come Bennati a Geelong avrebbe fatto comodo. L’ urlo di Hushovd sul traguardo, dopo la volata finale con gli ultimi 750 metri in salita al 7% ed il colpo di reni che gli ha permesso di domare la resistenza del danese Matti Breschel, e l’ espressione amara di Pozzato sono le immagini che resteranno di questa gara. Ma fra i grandi delusi di giornata c’ é sicuramente anche il belga Philippe Gilbert. Era il favorito numero uno, aveva corso bene schierando i suoi sempre davanti assieme agli italiani, e si era impegnato in prima persona per riportare sotto il gruppo dei migliori quando una fuga a cinque, cominciata a 42 km. dal traguardo, in cui c’ erano dentro gli azzurri Nibali e Visconti (due siciliani), sembrava poter assumere sviluppi pericolosi. Poi Gilbert sembrava aver piazzato la botta vincente scattando sulla salita a dieci chilometri dal traguardo, una botta micidiale con cui faceva il vuoto dando l’ impressione di aver chiuso i giochi, guadagnando subito fino a 24 secondi di vantaggio. Poi però ritrovava il vento contro, quindi in faccia, e doveva cedere facendosi riprendere a tre chilometri e mezzo dal traguardo. «Quando è scattato e se n’ é andato via - ha ammesso Hushovd - ho pensato che il Mondiale era finito. Poi mi sono accorto che c’ era tanto vento, e allora mi sono detto che era possibile riprendere Gilbert. Ma se non ci fosse stato il vento, il belga sarebbe arrivato al traguardo». L’ anno prossimo si replica a Copenaghen, «ci riprovo sicuramente» ha sottolineato Pozzato, ma il circuito danese sembra adatto ai velocisti ancor più di questo di Geelong. Ecco perché forse Bettini farebbe meglio a cercare se esiste davvero l’ erede di Mario Cipollini. Pozzato, amareggiato, ha detto: «Abbiamo fatto una corsa perfetta fino all’ ultimo giro dimostrando di essere una squadra forte. Ho accusato crampi – ha aggiunto - e non sono riuscito a rispondere all’ attacco di Gilbert anche se sono scattato almeno tre volte». Appuntamento tra un anno a Copenaghen per un altro Mondiale mentre l’ Italia cerca un altro velocista, l’ uomo di un giorno come era Mario Cipollini. Bettini: nulla da recriminare. «Ora comincerà la danza dei «se» e dei «ma», però c’ è poco da recriminare». Il ct azzurro Paolo Bettini commenta a caldo, la gara dei suoi. «La squadra ha fatto tutto ciò che doveva - dice Bettini - e la gara è stata come ce la immaginavamo. Va bene così, anche se avevamo creduto in una medaglia, e con un pizzico di fortuna si poteva andare sul podio con Pippo Pozzato. Ci siamo presi le nostre responsabilità, ma ci sono anche gli avversari. Complimenti a Hushovd, perché era un nome pericoloso e, pur senza la squadra (la Norvegia ha schierato al via solo tre concorrenti n.d.r.), ha avuto gambe per gestirsi. Ripeto, c’ è poco da recriminare. Il podio non è una novità, c’ è anche Allan Davis, che è un altro dei nomi che avevamo fatto».
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sabato 2 ottobre 2010

BRONZINI ORO MONDIALE GRAND'ITALIA ROSA
Trionfo delle azzurre al Mondiale. Splendida la squadra, stupenda Giorgia Bronzini, nuova campionessa del mondo


di SERGIO CONTI

GEELONG – L’ italiana Giorgia Bronzini, 27 anni, ha vinto allo sprint finale l’ oro ai campionati mondiali di ciclismo su strada in corso in Australia, precedendo l’ olandese Marianne Vos e la svedese Rmma Johansosn. La 27enne Bronzini, che e' anche una specialista della pista, aveva gia' conquistato il bronzo nella prova su strada dei Mondiali del 2007. La tedesca Judith Arndt e la britannica Nicole Cooke, andate in fuga a sei chilometri dal traguardo, sono state riprese a meno di 150 metri dalla linea d'arrivo, e la Bronzini si e' imposta allo sprint. Per l'olandese Vos, battuta dall'azzurra e campionessa del mondo nel 2006, e' stata la quarta medaglia d'argento in quattro anni. Nell'albo d'oro la Bronzini succede ad un'altra italiana, Tatiana Guderzo. L'Italia ha vinto degli ultimi quattro titoli mondiali della prova femminile in linea su strada.La guardia forestale di Piacenza Giorgia Bronzini, campionessa mondiale 2010 di ciclismo su strada, non e' al suo primo titolo iridato. L'anno scorso aveva infatti vinto l'oro nella corsa a punti su pista e, per la seconda volta, la Coppa del Mondo di questa specialita', raccogliendo la pesante eredita' lasciata da Vera Carrara, sola ciclista azzurra ad aver vinto prima di lei un titolo mondiale su pista (la Bellutti fu invece oro alle Olimpiadi). Ventisette anni (e' dell' agosto dell'83), alta 1,60 per 53 chili di peso, e' tesserata per il team bresciano Gauss-RDZ-Ormu, quest'anno aveva gia' vinto una tappa del giro del Qatar donne, il Gp del Carnevale di Cento e la seconda tappa del giro della Toscana. Nel 2005 aveva vinto la classifica Giovani del Giro donne. Nella classifica generale finale, penalizzata dal suo essere una velocista, non ha mai ottenuto piazzamenti di rilievo. La Bronzini ha partecipato anche alle Olimpiadi di Atene 2004, nella prova in linea su strada, piazzandosi 37/a. L'anno scorso, dopo aver conquistato il titolo mondiale della corsa a punti, aveva protestato vivacemente per la decisione del Cio, su richiesta dell'Uci, di cancellare questa prova dal programma olimpico di Londra 2012.L'azzurra aveva parlato di ''federazioni dominanti, ed ora c'e' il rischio che alcune scuole corrono di sparire in seguito a queste decisioni. Tra queste c'e' anche l'Italia, che rischia di uscire fortemente ridimensionata''. Oggi invece ha dedicato il suo trionfo a Franco Ballerini. ''Sapevo che c'era soltanto una possibilita' di battere la Vos - ha detto l'azzurra - ed era quella di aspettare, aspettare, aspettare: wait, wait, wait. E' stata la volata piu' bella della mia vita, le mie compagne hanno creduto in me fino all'ultimo, ho sofferto moltissimo sulla salita e io le ho ripagate''.''Dedico questa vittoria a Franco Ballerini - ha sottolineato - ed a tutte le nazionali. Siamo un grande gruppo. We are the best''. Sul traguardo la Bronzini ha fatto il gesto del cuore, quello 'inventato' dal calciatore del Milan Pato, dedicato a Marina Romoli, la 22enne azzurra travolta da un'auto l'1 giugno scorso, mentre si allenava, ed ora in fase di riabilitazione.
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venerdì 1 ottobre 2010

VINO, FIRENZE SI CANDIDA COME NUOVA CAPITALE ENOLOGICA ITALIANA CON WINE TOWN

ROMA – Firenze Wine Town candida il capoluogo toscano a nuova capitale del vino in Italia con convegni scientifici, appuntamenti innovativi, arte, educazione e tanto altro distribuito in più location tra cui palazzi storici, mercati e stazioni. L’evento, partito ieri e con una programmazione che arriva fino a domenica mattina, esce dalla solita idea di fiera o festival di settore ma richiama ugualmente i riflettori di specializzati, operatori e mass media. Non mancano infatti i convegni scientifici, come quello di giovedì 30 "Vino e consumatore: il ruolo della comunicazione nei mercati globali" nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio promosso da WineTown e organizzato dall’UniCeSV (Centro universitario di ricerca e formazione per lo sviluppo competitivo delle imprese del settore vitivinicolo italiano), ma del tutto nuovi sono gli appuntamenti di “Wine Camp: Vino, Bellezza, Nuova comunicazione, Mercato” che si terrà al Mercato di San Lorenzo sabato 2 Ottobre dalle 10. Imperdibile poi l’appuntamento di oggi, venerdì 1 ottobre, alle 16 dal titolo “Il paese del Sangiovese” nel Salone de' Dugento di Palazzo Vecchio, nel quale saranno protagonisti – con Daniele Cernilli come moderatore - sette grandi enologi che hanno contribuito a fare grande la storia del vitigno: Franco Biondi Santi, Giacomo Tachis, Marco Pallanti, Vittorio Fiore, Franco Bernabei, Alessandro Cellai, Graziana Grassini. WineTown, organizzato dal Comitato omonimo con la consulenza dell’Associazione Italiana Sommelier, si presenta come un incontro internazionale con i produttori di vino di grande qualità. Un evento che punta su strumenti non convenzionali e a diventare annuale, sfruttando tra l’altro il fatto che Firenze è internazionalmente riconosciuta quale una delle Nove Capitali Mondiali del Vino insieme a Bilbao, Bordeaux, Cape Town, Mainz, Mendoza Porto, San Francisco e Christchurch. Anche queste città sono state invitate, col loro vino e con il loro folklore, a Wine Town e a loro è stata dedicata l’intera Piazza Pitti. Innovazione, tradizione, cultura, arte e tanto altro a ingresso libero (per le degustazioni invece c’è la Wine Card ovviamente) con un filo conduttore che ricorre in quasi tutti gli eventi, la comunicazione. Nuova o vecchia, con nuove forme o nuovi contenuti, sembra questa la chiave di volta di chi pensa a rinnovare il settore e a dargli fiato per riprendere la propria crescita dopo la crisi. Il momento difficile non sembra del tutto passato comunque, altro appuntamento per capire a che punto è il futuro dell’enologia italiana sarà infatti il Merano Wine Festival di inizio novembre, la seconda fiera del vino in Italia per importanza. Anche qui la comunicazione sarà uno dei momenti importanti dell’appuntamento, con l’Associazione Gruppo Matura – rimanendo in tema di realtà toscane che si aprono all’intero Paese – che dedicherà una giornata e alcune degustazioni a chi, finora, è rimasto fin troppo nascosto sulle guide o sulla stampa, il produttore.
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giovedì 30 settembre 2010

I SESSANT'ANNI DI RENATO ZERO TUTTI SORCINI, ANCHE LA SORA BOSSI



E' dedicata a Roma la canzone inedita che ha aperto ieri sera - sulle immagini di romani doc come Sordi, Fabrizi, Magnani, Proietti, Panelli e Verdone - il primo concerto di 'Sei Zero', la serie di otto esibizioni in Piazza di Siena a Roma, con cui Renato Zero festeggia i suoi 60 anni, che compie proprio oggi. L'artista romano entra in scena e si rivolge ai suoi 12mila 'sorcini': «Volevate portarmi sulla luna e ci siete riusciti, da solo non ce l'avrei fatta. Vi porto i miei 60 anni con un messaggio: mi raccomando mantenetevi cosi' come vi ho incontrato la prima volta, con quella serenita' e romanita' che ci viene un po' rimproverata...che peccato perdere certe occasioni per dire: Viva l'Italia!». Zero fa un esplicito riferimento alla polemica scatenata da Umberto Bossi, che domenica scorsa aveva fatto una «battuta» (secondo lui) sull'acronimo SPQR: «Vuol dire Sono Porci Questi Romani», aveva detto il leader leghista, scatenando le polemiche del mondo politico. E a questo proposito, Radio Dimensione Suono ha inscenato uno scherzo telefonando al figlio del senatur, Renzo Bossi, detto il Trota. Barty Colucci, comico e imitatore, lo ha chiamato fingendosi Renato Zero. «Smorziamo questa polemica, vieni al mio concerto e suoniamo insieme «L'Italiana», la canzone che ho scritto in onore di Mamma Italia, questa madre che ci accoglie e ci stringe con tanto affetto, tutti uniti sotto la stessa bandiera», propone il finto Renato. E Renzo Bossi non solo accetta volentieri l'invito ma rivela che la madre (la signora Manuela Marrone) è una «sorcina» e che l'ingiuria del padre contro i romani gli ha procurato il dissenso della moglie. Impegnato in una campagna di spiegazioni diplomatiche, Bossi jr ha rubricato a «battuta senza malizia» quella del padre sull'acronimo SPQR. «Eravamo a una selezione di Miss Padania. Io poi mi trovo bene a Roma. I romani sono simpaticissimi e quando prendo il taxi mi diverto tanto a parlare e a farmi una chiacchierata: questo io l'ho già detto ad agosto e lo riconfermo». Poi ha confessato di essere lui stesso un fan dell'artista: «Io l'ho vista - confessa - qualche anno fa alla Galleria Sordi (ndr. la presentazione del cd 'Presentè) ma non ho avuto il coraggio di disturbarla». A questo punto il finto Renato Zero fissa l'appuntamento per la pubblica riappacificazione a Roma non a Piazza di Siena bensì negli studi di 'Tutti Pazzi per Rds' svelando - tra le risate di un divertito Trota - la sua vera identità. Nelle tre ore di concerto a Roma, in cui ha cantato vecchie e nuove canzoni - da 'Niente trucco stasera' a 'La favola mia', da 'Ancora qui' a 'Amico', da 'Magari' a 'Cercami', da 'I migliori anni della nostra vita' a 'Mi vendo', cantata in mezzo al pubblico - tanti gli ospiti che sono saliti sul palco per festeggiare renato Zero: Ron che ha cantato 'Gli Ex' scritta con lo stesso Zero; Mario Biondi che ha duettato con l'artista in 'Non smetterai mai' con l'accompagnamento al sax di Stefano Di Battista; Carla Fracci con le allieve del Balletto di Roma che danzano sulle note di 'Dormono tutti'; Monica Guerritore, voce recitante di 'Letti'; Cecilia Gasdia che ha cantato 'Ha tanti cieli la luna'. Zero ha chiuso con la canzone che ama di piu' (lo ha confessato, dopo mille tentennamenti, durante l'incontro con la stampa di due giorni fa): 'Il cielo'. Per l'ultimo brano torna il 'Re dei sorcini': indossa un abito celeste e una maschera con le piume che riporta indietro di molti anni. Infine saluta il pubblico urlando alla sua amata Roma il suo solito 'Non dimenticatemi, eh!' «Mi chiedono di fare outing, ma perché devo accettare l'idea di essere omosessuale quando so che ho amato e continuo ad amare donne»?. Lo rivela Renato Zero che, però, precisa: «Se arrivasse un uomo e mi provocasse un trauma formidabile non vedo che cosa ci sarebbe di male a starci insieme». Sul sesso dice: «Attribuirgli tanta importanza è un paravento per certe nevrosi. Se non viene l’ erezione bisogna essere liberi di non scusarsi». Ammette di non essere «mai finito nei letti giusti». «Ora dormo solo in un letto matrimoniale: non si sa mai», prosegue il cantautore oggi festeggia i suoi 60 anni. «I tempi della stravaganza sono finiti. In ogni caso, non ci si traveste come Renato Zero per paraculaggine, ma - conclude - per una sorta di riscatto per chi, come me, viene da una zona d'ombra».
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mercoledì 29 settembre 2010


SCI: MORTO 'CAVALLO PAZZO' STRICKER IN NAZIONALE DAL '69 AL '78 E FU NELLA VALANGA AZZURRA


BOLZANO - E' morto all'ospedale di Bolzano Erwin Stricker, 60 anni, ex campione di sci e soprattutto uomo pieno di iniziative e idee, per questo la stampa gli diede il sopranome il ''cavallo pazzo dello sci''. Stricker gareggio' per la nazionale italiana dal 1969 al 1978 e fece parte della mitica 'valanga azzurra'. La sua carriera fu costellata da alcuni successi, ma anche da una serie di gravi infortuni. L'altoatesino e' diventato famoso per alcune innovazioni applicate allo sci alpino, come ginocchiere, speciali caschi e bastoni per lo slalom. Negli ultimi anni si affermo' come imprenditore con iniziative come 'Rent a sport', noleggio di attrezzi sportivi, ProNeve, una piattaforma di lavoro per la produzione della neve artificiale, e anche come 'ambasciatore' del turismo invernale in Russia e in Cina. THOENI 'FU PIONIERE - ''Ancora non ci posso credere. Non riesco a rendermi conto. Solo un mese fa ero a Merano, alla sua festa per i 60 anni. Se ne e' andato un amico, uno che come pochi amava la neve e lo sci, un uomo coraggioso ed un pioniere capace sempre di innovare''. Gustav Thoeni ha la voce rotta dall'emozione quando ricorda Erwin Stricker, suo ex compagno di squadra nella valanga azzurra, improvvisamente scomparso. ''Erwin era un bravissimo sciatore, uno che andava bene in tutte le discipline. Un atleta - racconta Thoeni - che era soprattutto pieno di coraggio. Sono rimaste famose proprio per questo anche le sue spettacolari cadute che gli hanno portato il soprannome di 'cavallo pazzo'. Ma e' anche stato uno dei primi atleti a sapersi muovere con il mondo delle imprese. Chiamava le aziende, chiedeva modifiche, chiedeva novita' per migliorare la nostra attrezzatura e per migliorare il nostro sport. E poi Erwin e' stato uno che ha viaggiato molto, dalla Russia alla Cina, soprattutto negli ultimi tempi. Si muoveva perfettamente a proprio agio in questi Paesi emergenti, in questi nuovi mercati degli sporti invernali visti anche come nuovi bacini di futuri campioni''. Erwin Stricker gareggio' per la nazionale italiana dal 1969 al 1978 e fece parte della mitica 'valanga azzurra'. La sua carriera fu costellata da alcuni successi, ma anche da una serie di gravi infortuni. L'altoatesino e' diventato famoso per alcune innovazioni applicate allo sci alpino, come ginocchiere, speciali caschi e bastoni per lo slalom. Negli ultimi anni si affermo' come imprenditore con iniziative come 'Rent a sport', noleggio di attrezzi sportivi di alta qualita' e di piu' recente produzione e ProNeve, una piattaforma di lavoro per la produzione della neve artificiale, e anche come 'ambasciatore' del turismo invernale in Russia e in Cina. Stricker lascia la moglie e due figli.
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martedì 28 settembre 2010

CAMPIONATI INTERNAZIONALI D’ITALIA SULLA SPIAGGIA DI CATANIA ARRIVA IL SUPERMARECROSS


di SERGIO CONTI

La città siciliana è pronta ad accogliere la ripresa dei Campionati Internazionali d’ Italia Supermarecross. Al Lido Sobhà della Plaia di Catania torna il grande spettacolo del motocross su sabbia. Domenica 3 ottobre sarà, dunque, un grande evento! Il Supermarecross - Trofeo «Gaetano di Stefano» torna nelle regioni dove risalgono le origini di questo torneo, che di particolare e affascinante ha la caratteristica di esprimersi sempre e solo sulla sabbia, solcando le più belle spiagge d’ Italia. C’ è grande attesa per questo appuntamento che quest’ anno ha ottenuto la titolarità di Campionati Internazionali d’ Italia Supermarecross, dunque aperto anche a conduttori stranieri. Ci si aspetta un evento «con i fiocchi», a Catania, per il terzo e penultimo round degli Internazionali d’ Italia Supermarecross. L’ organizzatore, il Moto Club Taormina guidato dal suo infaticabile presidente Marco Mainardi e il promoter FX Action, unite le forze, cercheranno di allestire un evento memorabile, come da tradizione. La pista realizzata da «Cinquemani», esperto tracciatore di circuiti, sarà un capolavoro. Ed i piloti che giungeranno a Catania, oltre a quelli del Sud già esperti nel gareggiare sulla sabbia, arriveranno anche da diverse regioni d’ Italia. Dunque occhi puntati, il 3 ottobre, sull’ arenile Lido Sobhà della Plaia di Catania, dove ritorneranno in pista i migliori atleti specialisti della sabbia per un ennesimo confronto. Per ricordare chi sono, attualmente, i protagonisti va detto che nella MX1 soltanto 30 punti dividono la classifica tra i due principali contendenti: Felice Compagnone (Honda-Pardi Racing) e Daniele Bricca (Suzuki-Petriglia Racing). Qui, vi è in lotta anche un siciliano DOC, Eros Doria (Honda-Pardi Racing) che sostenuto dal pubblico locale tenterà di dare filo da torcere ai due pretendenti. Mentre la MX2 è ancora tutta da giocare con i due primi attori a pari punti in classifica: Giovanni Bertuccelli (KTM-Cerbone Moto Racing) e Marco Maddii (Suzuki-Delta Racing). Un’altra bella sfida sarà inscenata anche tra i protagonisti del Minicross Junior e Senior dove attualmente la fanno da padrone, rispettivamente, Alessandro Lentini (KTM-Scuderia Milani) e Manfredi Caruso (KTM-Pardi Racing).
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CAMPIONATO ITALIANO MINIBIKE MOTARD 2010 A VITERBO DUE TITOLI ASSEGNATI

di PAOLA MAURIZIO


Domenica 19 settembre sullo splendido Circuito Internazionale di Viterbo si è svolta la penultima prova del Campionato Italiano Minibike Motard e del Challenge Mobster. Il temporale del sabato notte aveva fatto temere il peggio poi, domenica, è apparso il sole che ha accompagnato tutta la giornata di gare. Oltre all’ Italiano, a Viterbo, è stata abbinata anche una gara di Campionato Toscano Supermoto aperto anche ai piloti Interregionali. Il paddock era ben gremito di conduttori ed è sempre stato in fermento: si presumeva, infatti, che alcuni titoli potessero arrivare con una prova di anticipo, e così è stato. La Bucci Moto ha conquistato due titoli con due piloti marchigiani: nella Stock Agonisti, con Francesco Levi, nella MB Open con Alceste Pallotta, entrambi hanno vinto gara 1 e gara 2. A fine giornata, dunque, grande festa sotto la tenda del Team Bucci. Nella categoria Stock Amatori ha conquistato il titolo la Rotek con il suo pilota Simone Valentini, il forte pilota veneto con la doppietta di Viterbo, ha preso matematicamente quel vantaggio che gli ha permesso di festeggiare a campionato non ultimato; un titolo questo in una categoria che è stata molto combattuta ed affollata di partecipanti. Rimane da assegnare il titolo nella categoria dei giovanissimi, la Boymotard, dove a contendersi la leadership saranno in tre: Chiariotti (WT Motors), Finello e Pastorino su Bucci Moto. A Viterbo, questi, non si sono risparmiati dando vita a delle gare combattute fino in fondo, i tre piloti a fine gara erano a pari punti ma per la discriminante della seconda manche, vincitore della giornata è risultato Riccardo Lodigiani (Rotek). Il Challenge Mobster, come sempre, si è dimostrato spettacolare e avvincente. Il dominatore delle gare, Emanuele Frosi, nonostante la doppia vittoria ha dovuto sudare più del solito per i continui attacchi della rivelazione della giornata, il giovanissimo veneto Castagna. Terzo il regolare e sempre veloce Dragoni. A Pomposa, il 23 ottobre prossimo, ci sarà l’ ultima gara della stagione. Sarà decisiva per la Boymotard e per il Challenge Mobster. In questa gara che chiuderà un’ annata di indubbio successo per questa disciplina, anche se alcuni titoli sono già stati assegnati vi sarà comunque spettacolo.
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