lunedì 30 agosto 2010

TROFEO MARATHON TIM 4° PROVA

di SERGIO CONTI


BORMIO-In molti l’hanno definita la gara più bella d’Europa e poteva sembrare una sbruffonata, ma l’edizione 2010 della Tre Giorni Della Valtellina, l’undicesima della serie, ha dimostrato che è veramente un evento di un livello di assoluta qualità europea. Quando esperti a livello mondiale, leggi i fratelli Eddy e Eric Lejeune, arrivano alla fine di una gara contenti come bambini dopo un giro a Mirabilandia, ecco allora che tutti i commenti diventano superflui. Ma non erano solo i big ad essere felici, all’arrivo della 3GV;domenica sera i 350 partenti di questa gara, se ne sono andati a
casa soddisfatti. E un miglior grazie, per tutti quelli che hanno “costruito” la 3GV 2010, non poteva esserci. Circa 230 km di percorso non si inventano così su due piedi, cosi come non si inventa la sicurezza ed il controllo esercitato sulla gara. Sicurezza e controllo che giovedì, nella rifinitura del tracciato, hanno salvato la vita di un “fungaiolo” che, caduto in un dirupo si è rotto un braccio e una gamba, ed è stato trovato e recuperato grazie a chi girava con una MOTO DA TRIAL! Tantissimi gli stranieri presenti, accorsi per poter girare in un’area cosi unica e bella, che solo una volta nell’anno si apre a chi va in moto: ecco la grande promozione turistica che esercita questa gara e della quale si giova tutta la Alta Valtellina. Non erano però cosi tutti bucolici i partenti; una parte di essi era presente per gareggiare nel senso stretto del termine, per l’ultima prova del Trofeo Marathon 2010. Qui Fabio Lenzi (Montesa), che nel lontano anno 2000 fu il primo vincitore della 3GV, è andato a cogliere la sua quinta vittoria su undici edizioni, ed i meritati applausi del pubblico che l’ha acclamato anche per aver conquistato il titolo tricolore. Sempre nella massima categoria in gara i Top, accanto a lui sul podio, vi erano gli scudieri Daniel Postal (Gas Gas) che ha qui dimostrato la sua ottima guida, ed un Danilo Sassella (Beta) che respirava aria di casa. Super giornate anche per Denny Parisi (Gas Gas) vincente nei Super, cosi come per Daniele Melli (Gas Gas) nella categoria Entry. Nella Over 40 Entry dopo il vincitore Nobili Gierri (Beta), troviamo il nome di un tre volte campione del mondo, quel Eddy Lejeune che è ritornato alla guida di una Honda 4T che l’ha aiutato a superare i postumi di una tremenda malattia. I puri della Sport hanno tributato feste a Calzi Stefano (Montesa) primo tra i giovani, mentre nella Over 40 il successo è andato all’inglese Nigel Greenwood, che ha guidato una specialissima Honda. Si è chiusa cosi anche l’edizione 2010 della 3GV che ha visto terminare la cerimonia della premiazione con un lungo applauso ai suoi organizzatori e all’indimenticato Lino Della Rodolfa che l’ha fortemente voluta,creata e lasciata agli altri come testimone della sua passione.

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DAVIDE GOZZINI SI AGGIUDICA IL GP DELLA SICILIA SUPERMOTO


di SERGIO CONTI


Il Gran Premio della Sicilia di Supermoto si è svolto a Triscina di Castelvetrano, con temperature molto alte e uno spettacolo impareggiabile che ha divertito il grande pubblico accorso per questa terza prova del mondiale della specialità organizzata da DBO in collaborazione con FMI e Youthstream.A dominare il GP è stato un italiano, Davide Gozzini, in sella alla sua TM targata 747 Motorsport con la quale ha vinto la prima e la seconda manche e chiudendo secondo la frazione conclusiva, conquistando così il primo Gran Premio della stagione e la leadership in campionato, nel giorno dell’ annuncio della convocazione al prossimo Supermoto delle Nazioni a Squadre che si svolgerà in Francia il prossimo 3 ottobre. Una trasferta positiva anche per gli altri colori azzurri, con il ventiquattrenne lodigiano Andrea Occhini del team Rigo Racing che ha chiuso con il miglior risultato in carriera salendo sul terzo gradino del podio di giornata grazie a un quinto e due quarti posti nelle rispettive frazioni finali che gli sono valsi anche la rapida ascesa in graduatoria sino all’ottavo posto. Quinto il pesarese leader del campionato italiano Ivan Lazzarini (HM Honda), secondo convocato al Nazioni Supermoto. Tra i migliori dieci di giornata anche il bolognese Christian Ravaglia (Suzuki) che è anche il terzo convocato al trofeo a squadre, Giovanni Bussei (Honda) e Paolo Gaspardone (Honda). Diciottesima piazza per l’idolo locale Raffaele Pirri che ha preso il via nel GP S1 chiudendo il weekend al diciottesimo posto. In gara nell’intenso weekend siciliano anche la terza prova del Campionato Europeo Supermoto, che ha visto la vittoria del pilota marchigiano del Freccia Team, Teo Monticelli (Honda) che al computo finale ha sommato un terzo posto e due vittorie, che gli hanno permesso di anticipare nell’ assoluta lo sloveno Uros Nastran (Husqvarna) che comanda la graduatoria provvisoria di campionato, e l’ imolese Fabrizio Bartolini (Husqvarna) giunto terzo nel weekend e secondo in campionato. Spettacolo aggiunto è arrivato anche dallo spettacolare Trofeo Scooter Malossi, che ha visto la vittoria di Elia Morreale sia nella Open sia in classe Italia, dove ha preceduto sul podio rispettivamente Filippo Marino e Giuseppe Mancuso. In classe Sicilia si aggiudica il trofeo Davide Stabile, anticipando Claudio De Marco e Giuseppe Angi. Nel Trofeo Nazionale Supermoto spicca nell’ assoluta di giornata Giorgio Puglisi su Antonino Vallone e Giuseppe Violetti.Il torneo si sposterà di nuovo fuori dai confini italiani e farà tappa a Pleven in Bulgaria, i prossimi 18 e 19 settembre. LA CRONACA DELLE TRE MANCHE MONDIALI-S1 GARA- 1: Scatta al comando per conquistare l’holeshot il francese leader di classifica Thomas Chareyre (TM-747 Motorsport), davanti al connazionale campione dell’ S1 Thierry Van Den Bosch (Aprilia-Pmr H2O), quindi il finnico Mauno Hermunen (Husqvarna-CH Racing), Davide Gozzini (TM-747 Motorsport), Andrea Occhini (Suzuki-Rigo Racing), Ivan Lazzarini (HM Honda Racing), Bernd Hiemer (GER-Ktm Motoracing), Giovanni Bussei (Honda). Il bresciano Gozzini, leader del tricolore, riesce a superare “VDB” e portarsi dietro al velocissimo battistrada Chareyre che riusciva a guadagnare secondi giro dopo giro, sino all’ ultimo dei sedici passaggi previsti, quando la sua moto si è improvvisamente ammutolita, lasciando così via libera al nostro Gozzini che ha conquistato la seconda vittoria parziale della stagione. Alle spalle del lombardo hanno chiuso nell’ ordine Van Den Bosch, Hermunen, Lazzarini, Occhini per i top five. S1 GARA- 2: Il francese campione del mondo in carica Thierry Van Den Bosch stacca l’ holeshot al via della seconda manche precedendo Davide Gozzini, Mauno Hermunen, Andrea Occhini, Ivan Lazzarini, Adrien Chareyre, Christian Ravaglia, Bernd Hiemer, Giovanni Bussei. Sei tornate con “VDB” al comando ma al giro successivo Gozzini supera il battistrada dall’ interno di una curva e si porta al comando andando a vincere anche la seconda manche, precedendo i transalpini Van Den Bosch e il progressivo Thomas Chareyre, quindi Occhini, Hermunen, Lazzarini, Ravaglia, Hiemer, Bussei e il belga Delepine che completa l’ ordine dei primi dieci. S1 GARA- 3: Ancora il transalpino Van Den Bosch con un ottimo spunto stacca l’ holeshot anticipando Davide Gozzini, Thomas Chareyre, Andrea Occhini, Mauno Hermunen, Ivan Lazzarini, Christian Ravaglia, Giovanni Bussei. Nel tratto sterrato cadono Gerald Delepine (BEL-Kawasaki) e anche Fabio Balducci (ITA-Suzuki) con Adrien Chareyre (Husqvarna), mentre al comando Van Den Bosch viene superato da un determinatissimo Thomas Chareyre che prende il comando mantenendosi davanti a tutti sino al sedicesimo giro quando taglia per primo la bandiera a scacchi davanti a Gozzini, Van Den Bosch, Occhini, Ravaglia, Lazzarini, Bussei, Hiemer, Hermunen, Gaspardone. S1 GARA-1: 1. Davide Gozzini (ITA TM) 16 giri in 19’32.271; 2. Thierry Van Den Bosch (FRA Aprilia); 3. Mauno Hermunen (FIN Husqvarna); 4. Ivan Lazzarini (ITA Honda); 5. Andrea Occhini (ITA Suzuki). S1 GARA-2: 1. Davide Gozzini (ITA TM) 16 giri in 19’28.080 e giro + veloce in 1’12.109; 2. Thierry Van Den Bosch (FRA Aprilia); 3. Thomas Chareyre (FRA-TM); 4. Andrea Occhini (ITA Suzuki); 5. Mauno Hermunen (FIN Husqvarna). S1 GARA-3: 1. Thomas Chareyre (FRA-TM) 16 giri in 19’22.984; 2. Davide Gozzini (ITA-TM) giro + veloce in 1’11.806; 3. Thierry Van Den Bosch (FRA-Aprilia); 4. Andrea Occhini (ITA-Suzuki); 5. Christian Ravaglia (ITA-Suzuki).S1 ASSOLUTA: 1. Davide Gozzini (ITA TM) punti 72; 2. Thierry Van Den Bosch (FRA Aprilia) 64; 3. Andrea Occhini (ITA Suzuki) 52; 4. Thomas Chareyre (FRA-TM) 50; 5. Ivan Lazzarini (ITA-HM Honda) 48. GRADUATORIA DOPO IL GP DI SICILIA: 1. Davide Gozzini (ITA TM) punti 190; 2. Thomas Chareyre (FRA-TM) 185; 3. Thierry Van Den Bosch (FRA Aprilia) 167; 4. Ivan Lazzarini (ITA-HM Honda) 150; 5. Mauno Hermunen (FIN-Husqvarna) 139. EUROPEO ASSOLUTA CLASSE OPEN: 1. Monticelli Teo (ITA-Honda) punti 70; 2. Nastran Uros (SLO-Husqvarna) 69; 3. Bartolini Fabrizio (ITA-Husqvarna) 60; 4. Porfiri Massimiliano (ITA-Honda) 56; 5. Tognaccini Alessandro (ITA-TM) 42.EUROPEO GRADUATORIA DI CAMPIONATO: 1. Nastran Uros (SLO) punti 206; 2. Bartolini F. (ITA) 169; 3. Monticelli T. (ITA) 146; 4. Porfiri M. (ITA) 138; 5. Dall'Era A. (ITA) 136.TROFEO NAZIONALE SUPERMOTO ASSOLUTA: 1. Giorgio Puglisi; 2. Antonino Vallone; 3. Giuseppe Violetti.

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lunedì 26 luglio 2010

SIAMO IN MANUTENZIONE
GLI AGGIORNAMENTI DEL SITO
E LA PUBBLICAZIONE DEI COMMENTI

RIPRENDERANNO MOLTO PRESTO
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domenica 25 luglio 2010

STRAGE ALLA LOVE PARADE. I MORTI SALGONO A 19. C'È ANCHE UN'ITALIANA

Il panico scoppiato all'ingresso del tunnel di accesso alla Love Parade di Duisburg, in Germania, ha causato almeno 19 morti e oltre 340 feriti, in un bilancio che rischia di aggravarsi ora dopo ora. La Farnesina: Giulia Minola, 21 anni, di Brescia, tra le vittime della tragedia nella cittadina tedesca. Tra le vittime vi sono altri tre cittadini non tedeschi. Lo ha detto il capo della polizia di Duisburg, Detlef von Schmeling, precisando che le altre vittime sono un olandese, un australiano e un cinese, senza fornire le loro identità. Per quanto riguarda i feriti, che secondo i bilanci forniti dalla stampa sono intorno a 340, non si può ancora fornire un bilancio certo. Un'altra ragazza italiana è rimasta ferita in modo non grave. STRAGE DI RAGAZZI Secondo alcuni media tedeschi, la ressa è stata originata dal tentativo della polizia di impedire l'accesso a migliaia di persone all'area dove si svolge l'evento, il sito di una ex acciaieria dismessa a metà degli Anni '80 e trasformato in parco pubblico. Secondo molti testimoni, il tunnel di accesso era semplicemente «troppo stretto» per garantire l'afflusso dei partecipanti. La tragedia, sintetizza Bild online, basandosi sulla testimonianza del suo reporter sul posto, «è avvenuta all'entrata principale, un vero e proprio collo di bottiglia: a causa del sovraffollamento, in migliaia volevano abbandonare il terreno della Vecchia stazione merci dove è posizionato il palco. Al tempo stesso, sono arrivati in migliaia che volevano raggiungere il palcoscenico! È sconvolgente.». «Urla, paura, panico», descrive la Bild: «Migliaia di persone si sono scontrate, molti - almeno una dozzina di persone - sono stati stritolati, capovolti nella ressa e hanno dovuto essere rianimati da personale sanitario». Un partecipante alla manifestazione, Marius, di 18 anni, riferisce ancora Bild, ha raccontato che «non c'è stata possibilita di fuga, la gente faceva come un muro. Ho avuto paura di morire». «Ho avuto fortuna: ho trovato un piccolo buco, ma accanto a me sono morte due donne», ha raccontato inoltre una ragazza. La Procura di Duisburg ha ufficialmente aperto un'inchiesta sulla tragedia, mentre la polizia ridimensiona le cifre dell'affluenza all'evento. L'area dove si svolgeva il concerto «poteva accogliere oltre 300.000 persone, ma non è mai stata piena», ha sostenuto in conferenza stampa Wolfgang Rabe, capo dell'unità di crisi. Secondo gli organizzatori, la Love Parade ha richiamato, nel corso dell'intera giornata, circa 1,4 milioni di persone. Sono stati mobilitati circa 1.200 poliziotti. Per Rabe, le «sole cifre attendibili» sono quelle relative alle persone arrivate via treno, che alle 14 risultavano essere 105.000. Il capo dell'unità di crisi non ha fornito ulteriori dettagli sull'accaduto, evocando l'inchiesta aperta dalla Procura.Il FESTIVAL SI E' SVOLTO COMUNQUE L'evento è stato fatto proseguire: la maggior parte dei partecipanti è rimasto all'oscuro della gigantesca ressa. «L'Unità di crisi della città di Duisburg ha deciso di non porre fine alla manifestazione per motivi di sicurezza», ha detto il portavoce del municipio, Frank Kopatschek, nell'annunciare la misura, aggiungendo che le uscite di sicurezza dell'area nel frattempo sono state aperte e «numerosi visitatori» ne hanno approfittato per allontanarsi. Nata a Berlino nel 1989, sull'onda del crollo del Muro di Berlino, l'annuale Love Parade a suon di musica techno era stata organizzata di nuovo dopo una pausa osservata l'anno scorso.GLI ORGANIZZATORI: NON SI FARA' PIU' Dopo la strage, l'organizzazione della Love Parade ha annunciato oggi che la manifestazione sarà definitivamente annullata e non avrà mai più luogo. Rainer Schaller, l'organizzatore, in conferenza stampa è stato chiaro: «La Love Parade è arrivata alla fine. È sempre stata un evento pacifico e una festa, non si farà più». Nel mirino della critica è finita proprio l'organizzazione dell'evento che avrebbe consentito l'arrivo di un numero eccessivo di persone in un luogo diventato troppo piccolo e con un solo ingresso. Persino il fondatore dell'evento, Matthias Roeingh, conosciuto come Dr Motte, ha denunciato problemi di organizzazione, ricordando che «l'unico ingresso attraverso un tunnel ha provocato la catastrofe».LE PAROLE DI BERTOLASO«Un caso da manuale di tutto quello che non si deve fare per organizzare un raduno del genere». È secco il commento su quanto accaduto da parte del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, che sottolinea come «in Italia non sarebbe mai potuto accadere, anche grazie all'esperienza che abbiamo maturato nell'organizzazione dei Grandi Eventi: dalla Giornata Mondiale dei giovani del 2000 ai funerali di papa Giovanni Paolo II nel 2005». Si parla, spiega Bertolaso, «di una folla superiore al milione e mezzo di persone per la Love Parade di Duisburg: sono numeri impressionanti che presuppongono un'esperienza in materia che non può essere quella degli organizzatori di concerti. E forse - aggiunge - oggi qualcuno si renderà conto del perchè in Italia è la Protezione civile a gestire i grandi eventi: quella legge è stata voluta proprio per garantire al meglio la sicurezza delle persone».
Nella foto>Giulia Minola, 21 anni, morta alla Love Parade di Duisburg
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sabato 24 luglio 2010

LUXURIA: «SONO SEMPRE DI SINISTRA MA LA SINISTRA, ESISTE ANCORA?»

Vista l’altra sera, all’ingresso della festa romana di Sinistra e Libertà. Dopo tanto. Chiesto a bruciapelo: ma allora è vero che ti sei trasferita a destra? «Ma basta con questa storia. Ti sembra davvero, conoscendomi, che potrei mai essere di destra?». Campane a festa ma ce la tenevamo dentro da mesi. Da quando ci era arrivata l’eco di una intervista al Corriere dalla quale sembrava evidente l’avvenuto salto della quaglia di un nostro eccellente collaboratore che si chiamava Vladimir Luxuria. Pareva passato armi e bagagli al berlusconismo, addirittura sul punto di entrare nelle liste regionali armate da quel fronte politico. Succede, non è vero? E pazienza, ciascuno ha la sua strada. Però, ci soffrivo perché «Vladi» lo avevo voluto io molti anni fa come commentatore nelle pagine di cronaca nazionale dell’Unità che allora dirigevo. Ricordo come andò quando annunciai la sua prima firma nella riunione del mattino: quel nome gridava vendetta, pochi lo conoscevano fuori dalla realtà romana; non aveva, credo, mai scritto su testate nazionali ma era e resta un\una raffinata intellettuale che allora dirigeva il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. Mi guardarono come fossi matto ma cedettero senza troppo soffrire, perché l’Unità è l’Unità ed è in grado di ospitare settanta chili di una Luxuria liberatrice senza farsi travolgere da pudori verginelli. Allora, Vladi, se è così, parliamone, va? «Sì, va». Eccovela, con la speranza che vi addolcisca il cuore, lo so che soffrivate...Vladi, ma ti par maniera? Eppure lo sai che sei un personaggio pubblico e che quel che fai e dici ha il suo rumore. Quindi, vogliamo dare un dispiacere a La Russa che pareva entusiasta di te?«Ma insomma, diciamo che sono rimasta in mezzo a un pacco ben confezionato, per il quale avevo, è vero, offerto io il pretesto. Poi ho provato a spiegare sul mio blog, smentire sui giornali è cosa difficile, laboriosa, un po’ sono stata giocata, un po’ no...».A me non la racconti, sei tosta come pochi, o poche e, per stima sincera, so che non ti fai manipolare se non ti garba...«Grazie. Adesso che mi rimproveri con un complimento, devo ammetterlo: altra gente mi ha chiesto “ma è vero che sei diventata di destra?”. Quasi non ci credevo, forse non ho percezione esatta dell’effetto delle cose che mi riguardano sull’opinione pubblica...».Ecco, mettiamola così, racconta...«Vuoi sapere di La Russa?».Yes, niente di intimo, prego...«Spiritoso, ma siccome devo anche a te se mi sono affacciata sul fronte della grande comunicazione, ecco che racconto. Era in atto un ennesimo attacco discriminatorio nei confronti degli omosessuali nelle Forze Armate. Solita frattaglia di pregiudizi secondo i quali i gay sarebbero fragili, molli, effemminati, anche se la stragrande maggioranza degli omosessuali esce da questa stereotipia. E qui entra in gioco La Russa che si smarca a sorpresa e bolla l’attacco: discriminazioni senza senso, sbagliate insomma. Nella trasmissione di Sposini faccio i complimenti al ministro perché ha detto bene e perché io sono libera di dire quello che voglio. Sposini chiede a La Russa se avrebbe avuto problemi a candidarmi nelle liste del Pdl e lui risponde che Luxuria “ha lavorato meglio e di più di molti candidati del Pdl”. Sempre Sposini - ma sei sicuro che interessi tutto questo? - mi chiede se mi sento di escludere che il Pdl possa candidarmi e io rispondo che non escludo niente, ma nel senso che loro potevano fare quello che volevano, non che io ero disposta ad accettare le loro offerte, tanto è vero che qualcuno ci ha provato ma che io sono rimasta fuori per scelta mia. Non bastasse dalla destra in generale, ma da questa destra terribile, neanche a pensarla...».Il cielo ti illumini di immenso, Vladi, sei ancora di sinistra...«Sì, sì, di sinistra sempre e comunque. Ma che ci sia la sinistra chi me lo garantisce?»Tu, bella gioia, le teste come la tua...«Lascia stare, sto parlando di rappresentanze e di istituzioni, non vedo brillare granché. Per esempio, mi piace Vendola e lo stimo, è una risorsa per la sinistra ma perché nel programma della festa non c’è una iniziativa sui diritti e sulla uguaglianza, sulle unioni omosessuali? Invece, devo ammettere che alla Festa dell’Unità di Roma questi temi ci sono, sono affrontati, fanno parte del fronte culturale e politico. Nonostante il nulla dei governi Prodi in questa direzione...».Frena, Vladi: hai un bel coraggio, di quei governi si ricorda soprattutto il dibattito bellicoso sui Dico, ci sono morti su questi temi e tu dici che è niente?«Parlo di risultati. Poi, è colpa mia se almeno a parole La Russa mostra più comprensione di Mastella sul tema? Io devo stare attenta, non mi interessa vincere le elezioni, mi interessa che i principi di uguaglianza convincano chi sulla carta non dovrebbe essere disponibile. Come la Carfagna: ha fatto o no autocritica sul modo di intendere le questioni legate alla omosessualità? Queste cose per me contano...».D’accordo, allora perché non pretendi i Dico da questa sensibile destra sulla via di Damasco?«Sempre spiritoso. Ma te lo ricordi Rutelli che faceva lo scendiletto di Ruini? E la Binetti? E, ci torno, Mastella? Hanno fatto il loro lavoro, hanno demolito il governo di sinistra, hanno sfondato la sinistra e si son tolti di mezzo a lavoro finito. Missione compiuta. E Casini? Davvero speriamo di poter fare qualcosa con lui che vada nel senso del progetto di liberazione dell’umanità? E D’Alema? Gli ho sentito dire cose impronunciabili, secondo me, a sinistra su questi argomenti, altro che Udeur. Vedi, se son riuscita a riallacciare rapporti con mio padre, puoi scommettere che sono pronta a cercare, accettare e apprezzare spostamenti del pensiero anche in chi è molto distante da me sul piano culturale e politico, questo è il mio fronte e ti garantisco che è un fronte di sinistra».Non fa un grinza, resta il fatto che a parole quei signori sono pronti a qualsiasi cosa pur di intercettare al volo qualche consenso, sono i peggiori studenti della terza “C” europea e fuori dall’Italia lo sanno meglio che da noi...«Vero, ma questa è la materia. Serve che ti ricordi come si è spostato il vecchio e bravo Pci dai tempi della condanna per indegnità morale a Pasolini?».No, non serve, peccato che tu stia parlando di sessantuno anni fa...«Bando ai ricordi e largo al presente: il sindaco di Fano, Pdl, mi ha cassato uno spettacolo firmato da Patroni Griffi perché turba secondo lui la sensibilità degli abbonati. Italia, Italia....».
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venerdì 23 luglio 2010

INCOMINCIA LA FASE DI PREPARAZIONE AL MONTEROSATO DI FERMO IN ATTESA DELL'ULTIMO ROUND MONDIALE MX1 E MX2

di PAOLA MAURIZIO


Fervono i preparativi all’International Circuit City of Fermo per l’ultimo round mondiale motocross della stagione, che si terrà nella bella città marchigiana dal 10 al 12 settembre prossimi. Sarà un weekend con grandi emozioni in pista, con Tony Cairoli (Ktm) attualmente leader della classifica dopo la doppia vittoria dell’ultimo GP in Svezia, ma anche con David Philippaerts (Yamaha) che dal suo attuale terzo posto lancia segnali di “pericolo” al secondo in graduatoria il belga Clement Desalle (Suzuki). Quattro i GP rimanenti prima di Fermo: l’1 agosto in Belgio, l’8 in Repubblica Ceka, il 22 in Brasile e il 5 settembre in Olanda. Il paddock, luogo che nei round dell’MX1 in Italia diventa punto d’incontro fra piloti e fans, riserverà tante iniziative organizzate durante il programma dei tre giorni di prove e gare che si sveleranno con l'avvicinarsi all'evento. Si tratta di un’area all’ interno della quale vi saranno momenti di intrattenimento, esposizione di moto, consegna di gadget e il ritorno della prova delle auto Fiat che tanto successo ha riscosso nelle precedenti prove italiane MX1. Tutti ingredienti che mettono in contatto il mondo del Motocross e i tanti tifosi che accorreranno a Fermo. Il round numero 15 di questa stagione rappresenta anche il momento più importante dell’intero campionato essendo l’ultima e decisiva prova prima di conoscere i nuovi campioni del mondo della specialità.All’entusiasmo italiano per la possibilità di vedere la riconferma del siciliano Tony Cairoli (Team Yamaha Red Bull De Carli) campione del mondo per la quarta volta, anche se si tratterebbe della prima volta in sella alla Ktm, con la quale è andato in testa già dalla seconda prova italiana di Mantova dello scorso aprile. Ma il Monterosato di Fermo sarà anche teatro di altre importanti attese, dal già citato ex campione del mondo toscano Philippaerts (Team Yamaha Monster Energy Motocross) al pilota lombardo Davide Guarneri (Team Yamaha Monster Energy Ricci Motocross), e ancora il perugino Manuel Monni (Team 3C Racing - Yamaha), Matteo Bonini (Team KTM Silver Action) tra i titolari dell’MX1, mentre l'onore di partecipare al grand prix come wild card spetterà ad Alex Salvini (Husqvarna) e Giovanni Bertuccelli (Ktm).In gara nel weekend marchigiano, come di consueto, anche i giovani dell’MX2, con il transalpino Marvin Musquin che attualmente conduce la graduatoria provvisoria di campionato davanti al tedesco Roczen e all’altro francese Frossard. Primo e più costante tra gli azzurri è il laziale Alessandro Lupino (Yamaha) che al momento si trova quattordicesimo, mentre più giù transitano Gianluca Martini (Honda), Rudi Moroni (Yamaha), Deny Philippaerts (Suzuki) e Alessandro Battig (Honda). Wild card di questa prova italiana saranno Gianluca Martini (Honda) e Andrea Cervellin (Husqvarna).L’ occasione del Gran Prix d’Italia servirà anche per consacrare altri campioni con il FIM Women's Motocross World Championship e il Campionato Europeo Motocross 125 2T, entrambi inseriti nel ricco programma di eventi di Fermo. Un insieme di ingredienti che garantiranno il consueto grande spettacolo.Sta partendo, intanto, la promozione sul territorio con manifesti, volantini, flyers, pubblicità su stampa, radio e tv con lo strumento principe che riguarda il mondo del web. I social network sono diventati il mezzo ideale attraverso i quali diffondere ogni dettaglio e invitare conoscenti, amici e, perchè no, appassionati di motori in genere.UN NUOVO MONTEROSATO ACCOGLIERA’ PUBBLICO E PILOTI
I lavori per la realizzazione del nuovo Monterosato, a Fermo sono iniziati nel 2008. Per adeguare il circuito alle esigenze più attuali è stato quasi completamente riedificata la collina sulla quale spicca il nuovo tracciato internazionale. Rispetto al precedente circuito è stata spostata la partenza in avanti di quasi 150 metri e modificato l'ultimo tratto del percorso di gara. Un nuovo paddock accoglierà il Circus mondiale, ma si è pensato anche al flusso di mezzi quindi viabilità, parcheggi per il pubblico con percorsi brevi da e per la pista e servizi lungo tutto il perimetro. Un’ampia e facilmente raggiungibile area commerciale per pubblico e piloti troverà anch’essa posto all’interno del circuito, così come tutte le altre iniziative programmate dagli sponsors. Completa l’opera di rinnovamento la palazzina servizi che domina l’area di partenza e che servirà da centro operativo della direzione gara.Per chi vorrà godere dell’evento in presa diretta, sarà disponibile un’area camping riservata a camper e tende. COME RAGGIUNGERE IL CROSSODROMO MONTEROSATO DI FERMO
In auto: Uscita Autostrada A14 Fermo/Porto San Giorgio. Alla prima rotonda direzione Porto San Giorgio. Alla seconda rotonda (sono vicinissime) strada provinciale Val d'Ete (direzione ovest passando sotto il ponte dell'A14), proseguire per circa 6 km. All'incrocio verso sinistra per Monterubbiano, dopo 400 m. girare a destra verso Ponzano di Fermo e dopo circa 2 km fare attenzione a destra (in salita) all'indicazione per il crossodromo.
In treno:
FS tratto Bologna-Bari/Bari-Bologna stazione di arrivo Porto San Giorgio (10 km circa dal crossdromo).
In aereo:
Aeroporto Ancona Falconara - Piazzale Sordoni - Falconara Marittima (Ancona)
a Km 80 da Fermo. Tempo di percorrenza in auto circa 55 minuti.
Aeroporto Internazionale d'Abruzzo - Via Tiburtina Km 229,100 – Pescara a 105 km da Fermo. Tempo di percorrenza in auto circa 1 ora e 15 minuti.
Il programma
SABATO
125cc Free Practice Group-2 8.05 - 8.30
125cc Free Practice Group-1 8.40 - 9.05
Women’s Free Practice 9.25 - 9.50
MX2 Free Practice 10.00 - 10.35
MX1 Free Practice 10.45 - 11.20
125cc Pre-Qualifing Group-1 11.35 - 12.00
125cc Pre-Qualifing Group-2 12.10 - 12.35
Women’s Time Practice 13.00 - 13.25
MX2 Pre-Qualifying Practice 13.35 - 14.10
MX1 Pre-Qualifying Practice 14.20 - 14.55
Women’s Race-1 (20’ + 2 laps) 15.15
MX2 Qualifying Race (20’ + 2 laps) 16.05
MX1 Qualifying Race (20’ + 2 laps) 16.55
125cc Qualifing Race-1 (15’ + 2 laps) 17.45
125cc Qualifing Race-2 (15’ + 2 laps) 18.35

DOMENICA
125cc Warm-up 8.00 - 8.20
Women’s Warm-up 8.30 - 8.50
MX2 Warm-up 9.00 - 9.20
MX1 Warm-up 9.30 - 9.50
125cc Race-1 (25’ + 2 laps) 10.20
Women’s Race-2 (20’ + 2 laps) 11.15
Women’s - Podium
MX2 Grand Prix Race-1 (35’ + 2 laps) 12.10
MX1 Grand Prix Race-1 (35’ + 2 laps) 13.10
MX2 Grand Prix Race-2 (35’ + 2 laps) 15.03
MX2 - Podium
MX1 Grand Prix Race-2 (35’ + 2 laps) 16.03
MX1 - Podium
125cc Race-2 (25’ + 2 laps) 17.20
125cc - Podium

PREZZO BIGLIETTI
Sabato €. 25Domenica €. 45, ridotti FMI € 40 Sabato e domenica €. 50, ridotti FMI € 45Under 14 €. 20 (biglietto unico)Under 12 omaggioIngresso Paddock €. 20 (valido per sabato e domenica) Area Camping €. 30 (dotata di toilette e sorveglianza 24 h., accesso dalle ore 14 del venerdì).
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giovedì 22 luglio 2010

STUPRI, CONSULTA CHOC: «CARCERE NON OBBLIGATORIO»

La Corte Costituzionale boccia in parte le nuove norme, più restrittive, varate con decreto nel 2009, in materia di misure cautelari per chi è indagato per violenza sessuale, atti sessuali con minori e induzione o sfruttamento della prostituzione minorile. Per i giudici delle leggi, infatti, il decreto n.11/2009 (convertito in legge nell'aprile dello stesso anno) viola i principi costituzionali nella parte in cui prevede che, quando sussistano gravi indizi di colpevolezza per i suddetti reati, debba essere applicata la custodia cautelare in carcere, escludendo così la possibilità del giudice di optare per un altro tipo di misura cautelare anche quando questo sia opportuno alla luce di «specifici elementi acquisiti». A sollevare il caso di fronte alla Consulta erano stati, con diverse ordinanze, i gip di Belluno e Venezia, nonchè il tribunale del Riesame di Torino. Con la sentenza n. 265 (relatore Giuseppe Frigo) depositata oggi, la Corte ha ricordato che il «tratto saliente» del regime inerente le custodie cautelari «conforme al quadro costituzionale» è quello di «non prevedere automatismi nè presunzioni», ma si esige piuttosto che «le condizioni e i presupposti per l’applicazione di una misura cautelare restrittiva della libertà personale siano apprezzati e motivati dal giudice sulla base della situazione concreta». Dunque, «per quanto odiosi e riprovevoli - si legge ancora nella sentenza - i fatti che integrano i delitti in questione ben possono essere e in effetti spesso sono meramente individuali, e tali, per le loro connotazioni, da non postulare esigenze cautelari affrontabili solo e rigidamente con la massima misura». La norma impugnata, quindi, viola l'articolo 3 della Costituzione «per l'ingiustificata parificazione dei procedimenti relativi ai delitti in questione a quelli concernenti i delitti di mafia, nonchè per l'irrazionale assoggettamento ad un medesimo regime cautelare delle diverse ipotesi concrete riconducibili ai paradigmi punitivi considerati», l'articolo 13, primo comma, «quale referente fondamentale del regime ordinario delle misure cautelari privative della libertà personale», e l'articolo 27, secondo comma, «in quanto attribuisce alla coercizione processuale tratti funzionali tipici della pena». Contatore visite gratuito Aggregatore notizie RSSAggregato su Addami



mercoledì 21 luglio 2010

IL SUD CHE ARRANCA UN MERIDIONALE SU 3 È A RISCHIO POVERTÀ

È la fotografia di una terra desolata, quella fornita quest’anno dal rapporto Svimez sul Mezzogiorno. La crisi globale si abbatte su un microcosmo già disperato: e la disperazione aumenta. I segnali sono quelli della povertà assoluta: c’è chi non può pagarsi il medico (una famiglia su cinque), chi non ha i soldi per il riscaldamento (la stessa quota), chi non ce la fa ad acquistare un abito nuovo (30%), chi paga in ritardo le bollette (16,7%). Si riducono gli acquisti su tutto, perfino sul cibo: 8 famiglie su 100 hanno rinunciato agli alimentari nel 2009. Quasi una famiglia su due non ha potuto sostenere una spesa imprevista di 750 euro. Sono quasi 7 milioni le persone a rischio povertà, un meridionale su tre, contro uno su dieci a Nord. Tra questi non mancano i lavoratori stabili (889mila dipendenti) e pensionati (760mila).Ma i bilanci familiari restano ai minimi, in nuclei molto spesso (47%) monoreddito. Le donne restano a casa e non cercano neanche più lavoro «anche per fattori culturali», osserva il rapporto. Nel 12% dei casi un lavoratore ha a carico tre o più familiari, un dato quattro volte superiore a quello del Centro-Nord. Di fronte a queste rilevazioni fanno impallidire tutti gli slogan sulle gabbie salariali che spesso si diffondono nel ring della politica. Il Sud affonda in una disoccupazione endemica. Il 36% dei giovanissimi è senza lavoro. Cresce anche il numero dei disoccupati di lunga durata. Molti giovani laureati, vera linfa vitale dei sistemi economici, hanno ripreso a partire prevalentemente verso il Nord Italia. In un ventennio sono emigrati verso regioni più ricche 2 milioni e 385mila persone. Oggi, se si somma il tasso di disoccupazione a quella zona grigia che non cerca più lavoro ma che si dichiara disponibile a lavorare, il tasso arriva al 24%: un meridionale su 4. Prospettive nerissime, che si aggiungono alle ultime stime del Cnel, che per l’anno in corso prevedono in tutta Italia 350mila posti di lavoro a rischio, con possibili peggioramenti fino a 420mila. La recessione è profonda. Da otto anni il Sud cresce meno del centronord:segno inequivocabile della frenata italiana. Il Pil nell’anno della crisi è tornato ai livelli di 10 anni fa, con un impatto su tutti i settori. Il calo del 2009 è stato del 4,5%, un valore molto più negativo del -1,5% del 2008, ma inferiore al -5,2 dell’Italia centrosettentrionale, esposta maggiormente alla crisi mondiale. In ogni caso la ricchezza pro capite resta quasi la metà di quella del resto d’Italia. Anche l’agricoltura è stata colpita dalla crisi, con un arretramento del 5%, contro il -1,9% del resto del Paese. A fare le spese maggiori della crisi , l’industria , con il crollo del valore aggiunto industriale del 15,8%, mentre la produzione manifatturiera ha segnato un calo del 16,6%. In questa situazione, denuncia Svimez, l’industria del sud è a rischio estinzione. Dal 2008 al 2009 l’industria manifatturiera del sud ha perso oltre 100mila posti di lavoro, di cui 61mila lo scorso anno.In questo modo il ga pdell’industria meridionale rispetto al resto d’Italia e rispetto all’Europa è ulteriormente aumentato.Cosa manca davvero per recuperare terreno? Il rapporto Svimez individua due cause principali dell’andamento recessivo. Investimenti che rallentano, famiglie che non consumano. Queste ultime infatti hanno ridotto la spesa del 2,6%, contro l’1,6% del Centro-Nord. Mentre gli investimenti industriali sono crollati del 9,6% nel 2009, dopo la flessione (-3,7%) del 2008. Per questo Svimez propone l’avvio di un ampio piano di investimenti per invertire la rotta. Ma sta in questo dato tutto il segno del ritardo della politica vero il Meridione. Stefano Fassina, del Pd, denuncia «la completa assenza di una strategia riformista per aggredire i nodi che da decenni soffocano le potenzialità del Mezzogiorno».Questo fatto, aggiunge il responsabile economico, «ha portato il governo a saccheggiare, anche con la manovra ora alla Camera, le risorse dedicate agli investimenti nel Mezzogiorno e a spostarle a spesa corrente e ad irresponsabili sprechi elettorali. Il Sud non è un problema territoriale, è l’ espressione acuta dei fondamentali problemi dell’Italia».
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martedì 20 luglio 2010

BERLUSCONI PREMIATO A MILANO, ELOGIA IL GOVERNO E TIRA IN BALLO L'UNITÀ

Silvio Berlusconi non è solo un politico ma anche «un artista». Parola di Charles Aznavour che ieri sera si è esibito sulle guglie del Duomo dopo che il Cavaliere ha ricevuto, con don Luigi Verzè, il premio Grande Milano ideato dalla Provincia per i suoi 150 anni. Il presidente del Consiglio ha spiegato di essere «allergico ai premi» aggiungendo però che il presidente della Provincia Guido Podestà «si è fisicamente imposto e che domani l'Unità faccia il commento più adeguato». Berlusconi è andato a ruota libera, parlando di politica, del suo governo laborioso, dell'accordo che è fiducioso si troverà sulle intercettazioni, della lotta alla mafia (dalla piazza sottostante alcune persone durante la serata hanno scandito slogan come «fuori la mafia dallo stato). Prima ha rilanciato sull'impegno suo e del governo per sconfiggere il tumore che è l'obiettivo del fondatore del San Raffaele. Poi ha ironizzato su che scoop sarebbe stato farsi confessare in diretta aggiungendo che don Verzè gli dà sempre una »assoluzione benevola«. Già in passato il premier ha raccontato che il sacerdote lo assolve senza bisogno di dire nulla e stasera il fondatore del San Raffaele ha spiegato perchè: »si sa bene che cosa hai fatto«. Poi ha ricordato l'incidente del 13 dicembre quando il premier fu colpito da una statuina del duomo spiegando che il fatto che oggi Berlusconi si sia trovato sopra la cattedrale »è un grande segno«. Secondo don Verzè infatti, Berlusconi »è stato mandato dalla Divina provvidenza per salvare il paese e lo sta facendo bene«. Parlando di politica, Berlusconi ha consigliato al pubblico - fra cui sedevano tra gli altri i ministri Ignazio La Russa e Michela Vittoria Brambilla, il presidente della Regione Roberto Formigoni e il capo di Mediolanum Ennio Doris, oltre a Lele Mora - di stare alla larga da chi non ha »ironia e autoironia, cioè da tutti quelli della sinistra«. Ha annunciato che sarà ripristinata la legge, scaduta nel 2009, che garantisce 5 milioni di finanziamento all'anno per la manutenzione della cattedrale. Poi al momento della consegna ufficiale di un bozzetto della Madonnina al Comune, ha chiamato sul palco il sindaco Moratti e le ha fatto recitare le parole di quella che ha definito »la nostra canzone fondante».
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domenica 18 luglio 2010

MANOVRA, MEDICI IN SCIOPERO CONTRO I TAGLI: «CHIEDIAMO SCUSA MA È IN GIOCO LA SANITÀ PUBBLICA»

Domani, a causa dello sciopero nazionale unitario proclamato da medici, veterinari e dirigenti della sanità pubblica per protestare contro la manovra economica del Governo, negli ospedali e nei presidi territoriali pubblici potranno saltare visite specialistiche, esami diagnostici ed operazioni chirurgiche. Saranno comunque garantite le urgenze. Alle 12 si terrà un sit in a piazza Montecitorio a Roma. Lo sciopero è unitario ed è stato proclamato da Anaao Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi-Emac, Fp Cgil medici, Fvm, Fassid, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials medici, Sds Snabi, Aupi, Sinafo, Fedir sanita`, Sidirss. «Chiediamo scusa ai cittadini per i disagi - spiega Massimo Cozza, segretario nazionale Fpcgil Medici - ma è in gioco il bene prezioso della sanità pubblica. Domani ci vogliamo far sentire, con il primo sciopero nazionale unitario da quando è in carica il Governo Berlusconi, andando anche in camice bianco davanti alla Camera dei Deputati, dove si avvia la discussione sulla manovra economica».«Il governo e il Parlamento - denunciano i sindacati - hanno dimostrato di non avere alcun interesse per la salute dei cittadini di questo Paese e per i professionisti chiamati a tutelarla, perseguendo un progressivo impoverimento del servizio pubblico, destinato ad un ruolo residuale, povero per i poveri». In particolare sottolineano i sindacati, il testo finale del provvedimento non contiene alcuna risposta ai temi sollevati nell`ultimo mese, ovvero: «Nessuna risposta sul blocco del turnover che determinerà nei prossimi 4 anni una carenza di circa 30.000 medici e dirigenti sanitari necessari al funzionamento degli ospedali e dei servizi territoriali, anche a fronte del licenziamento della metà dei precari in settori fondamentali quali il pronto soccorso e i trapianti; »nessuna risposta sulla precarizzazione di tutti gli incarichi professionali, non rinnovabili a prescindere da merito e competenze, che spalanca le porte alla invadenza della politica«; »nessuna risposta sul congelamento della progressione economica prevista e finanziata dal Ccnl e non dalla spesa pubblica, e sulla mancata retribuzione dei turni notturni e festivi«; e »nessuna risposta alla richiesta di attenzione per i giovani medici esageratamente penalizzati nel trattamento economico e nelle prospettive di carriera«.Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, «smetta di negare l'evidenza. I medici fanno bene a scioperare e io sarò con loro in piazza». Questo quanto afferma, in una nota, Ignazio Marino, senatore Pd e presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale in merito all'astensione dal lavoro, domani, con sit-in davanti a Montecitorio dei camici bianchi contro la manovra. «Trovo davvero superficiale - sottolinea Marino - la posizione del ministro della Salute che ha liquidato le conseguenze della manovra economica sull'efficienza del Sistema sanitario nazionale con un giro di parole. Non si tratta affatto di lotta agli sprechi ma di veri e propri tagli che indeboliranno i nostri ospedali e i servizi vitali che essi rendono ai cittadini. Per questo domani mi unirò allo sciopero dei medici».«Il ministro forse non ha letto con sufficiente attenzione il testo voluto da Tremonti - continua Marino - di fatto la prima conseguenza sarà il quasi totale blocco del turn over: per ogni cinque medici che andranno in pensione, infatti, sarà possibile assumerne solo uno e questo produrrà un impatto molto negativo sulla qualità dei servizi e sull'assistenza ai nostri malati. I sindacati hanno ragione, il Governo è rimasto del tutto indifferente al valore sociale di un mestiere che tutela un diritto costituzionale, il diritto alla salute».
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