COPPE FMI SUPERTWINS E ROADSTER, APPUNTAMENTO A VERONA di SERGIO CONTILa stagione agonistica 2010 è alle porte, ma prima che venga spento il primo semaforo della nuova stagione, rimane da vivere un altro appuntamento con la Divisione Sportiva del Gentlemen's Motor Club di Roma. In occasione del MOTOR BIKE EXPO SHOW di Verona, in programma dal 15 al 17 Gennaio, verranno consegnati i premi relativi alle COPPE FMI SUPERTWINS E ROADSTER che durante questo 2009 hanno suscitato un notevole interesse, oltre alla presentazione dei Campionati 2010. Domenica 17 Gennaio, a partire dalle ore 14:00 presso la Sala Puccini, sfileranno i Campioni Italiani Supertwins e Roadster insieme a tutti i partecipanti. Per quanto riguarda la categoria Roadster, oltre a
Franco Zenatello, laureatosi Campione Italiano in sella alla Moto Morini Corsaro, ci saranno Lorenzo Segoni (Benelli) e Stefano Cordara per la KTM. Nella categoria Road Air (motori raffreddati ad aria) Alessandro Trigila ritirerà nuovamente il primo premio, essendo riuscito a bissare il successo anche nel 2009, davanti a Sergio Manenti e Roberto Pozzi; mentre per lo Step1 (sotto i 100 hp) ci saranno Francesco Del Deo, Stefano Fugardi e Stefano Pacchiana. Per la categoria Supertwins ci saranno
Simone Bulai, Campione Italiano, Sandro Giangiacomo e Carlo Ceccaroni. Nella Seniores sarà la volta di Fulvio Rizzi, Luca Bassetto ed Enrico Martini; mentre per la Juniores toccherà a Dario Ciardelli ricevere il primo premio, davanti a Gabriele Vetro e Francesco Scicchitano. Per quanto riguarda la classifica Esordienti troveremo Massimiliano Veracini, Lara Paiola e Claudio Dottorini.Le tante novità per il 2010 saranno presentate presso lo stand del Gentlemen's Motor Club di Roma che si troverà nel Padiglione 6 stand 14AD. La passione ricomincia, sempre, da qui!




MOTOSLITTE: ALLE PORTE LA STAGIONE 2010; ECCO LE NOVITÀ E LE TAPPE IL 10 GENNAIO È LA DATA DEFINITIVA PER LA PROVA INAUGURALE DELLA STAGIONE NAZIONALE DELLE MOTOSLITTE AFFIANCATA DAL CONSUETO TROFEO ITALIA
di SERGIO CONTI Ecco il calendario con le sei tappe in programma e le novità del regolamento 2010.
Conto alla rovescia per il Campionato Italiano Motoslitte che aprirà ufficialmente le danze versione 2010. Ad ospitare la prima delle sei tappe in programma sarà per la terza volta consecutiva il comune di Ponte di Legno il prossimo 10 gennaio con una prova organizzata ancora una volta dal Motoclub Sebino. Pausa di un week-end prima di effettuare il 24 gennaio a Madesimo la seconda tappa che vedrà impegnati i monocingoli su neve del Campionato Italiano e del Trofeo Italia su una pista studiata dal Motoclub Tre Pievi. Uno stop ancora di quindici giorni prima di raggiungere il 7 febbraio la località di Formazza, per il giro di boa del Campionato Motoslitte sotto l’ occhio vigile ed attento dei ragazzi del Motoclub Alta Val Formazza. Il Trentino, con il Motoclub Tenno, sarà impegnato invece il 21 febbraio, nella quarta prova, mentre il 7 marzo Livigno sarà la protagonista della penultima tappa grazie al Motoclub Trela Pass. Ultima prova per i cavalieri delle neve si effettuerà il 14 marzo nella Val Brembana e più precisamente nel rinomato centro sciistico di Foppolo. A differenza dell’ anno scorso, per il 2010 i ragazzi del Motoclub Bergamo sono riusciti ad assicurarsi l’ ultima prova di campionato così da poter celebrare i futuri campioni italiani. Ma prima di proiettarci sui campi di gara, volgiamo uno sguardo sulle novità 2010. Il cambiamento più rilevante della prossima stagione riguarderà il Direttore di Gara poiché, a differenza dei precedenti anni, sarà nominato direttamente dalla FMI.Cambiamento anche nelle classi. Il Campionato Italiano e l’ Internazionale d’Italia saranno contraddistinti da Tabella Rossa e saranno ammessi tutti i piloti in possesso della licenza Fuoristrada Motoslitte Elite. Nel Trofeo Italia potranno partecipare tutti i conduttori che non hanno mai preso parte ai Campionati Italiani Motoslitte precedenti salvo il limite di età fissato a 17 anni. Quest’ultimi potranno gareggiare con motoslitte di cilindrata non superiore a 500cc. Variata anche la cilindrata massima per la Classe 800 che passa da 1200 4t a 1400 4t. Essi saranno contraddistinti da Tabella Gialla e, se il numero dei piloti di entrambe le classi non supera i 30 piloti, saranno unite. Inoltre il primo classificato dei Trofei Italia 500 e 800 passerà a tabella rossa nella stagione successiva. I piloti che sono già stati in possesso in passato di una licenza Elite od Internazionale potranno disputare un massimo di tre gare nel Trofeo Italia per poi passere alla Classe Unica. La Tabella Rossa dovrà essere obbligatoriamente adottata anche negli anni successivi. Variazione di orario per le operazioni preliminari che inizieranno alle ore 8.00 mentre le tecniche si effettueranno dalle ore 9.00 alle 9.45: qui il pilota dovrà presentarsi con i numeri ben visibili sui fianchi della motoslitta. Infine, l’ultima novità riguarda le prove libere che saranno effettuate tra le 9.50 e le 10.00 per la Unica e dalle 10.05 alle 10.15 per il Trofeo. Attendiamo dunque con ansia l’ inizio di campionato per poter veder i giganti della neve darsi battaglia per la conquista del tricolore ma soprattutto Ploner, Fertilio e Pogna riusciranno a difendere il titolo 2009 tra gli agguerritissimi avversari? Non ci resta che aspettare il 10 gennaio…



ENDURO ITALIANO: INTERVISTA A FRANCO GUALDIdi SERGIO CONTI
Il 1 dicembre sono stati pubblicati i nuovi calendari per il prossimo anno: prima tappa in Sardegna il 21 marzo. Questa volta a battezzare la nuova stagione agonistica non saranno gli Assoluti ma bensì i Campionati più affollati dell’enduro: l’Under23 e i Senior.A questo punto, alla vigilia delle festività, abbiamo deciso di buttare uno sguardo alla stagione che ci stiamo lasciando alle spalle, tra gioie e dolori, e lanciare un’occhiata al futuro insieme al coordinatore dell’enduro nazionale Franco Gualdi, il quale ci ha rilasciato una breve intervista. Buongiorno Sig. Gualdi,
La ringrazio innanzitutto per il tempo che ci concede, sappiamo che Lei è molto impegnato. Cominciamo subito. Se le dico stagione 2009 cosa Le viene in mente immediatamente? Buongiorno a voi. Direi che la stagione 2009 è stata buona, la crisi si è sentita ma tutto sommato non è stata terribile. Tutte le gare che erano state fissate nel calendario sono state effettuate, anche se purtroppo verso fine stagione c’è stato un calo di partecipanti che si è fatto sentire. Per il prossimo anno il tiro andrà corretto in ogni caso. Campionato Major 2009. Una stagione sfortunata e frastornata da mille complicanze o complicazioni. Cosa ha contribuito maggiormente all’ insuccesso di questo campionato? Almeno dal punto di vista della partecipazione. Insuccesso non direi, specialmente dopo i fatti avvenuti. Abbiamo sofferto un calendario troppo sbilanciato; le gare erano concentrate verso il centro-sud dove vi sono tanti enduristi, ma che non partecipano a tutti gli appuntamenti nazionali. A. Qual è stato invece per Lei il momento migliore di tutta la stagione? Alla fine perché mi sono guardato alle spalle e ho visto tutto il programma gare effettuato, ma ancora di più quando ho visto le richieste gare 2010 che ci sono arrivate in abbondanza. Antoine Meo, un italo-francese, ex crossista, rivelazione della stagione ‘09 nell’Enduro: cosa pensa di questo giovane pilota? Le piacerebbe che entrasse a far parte nella squadra nazionale? E’ facile pensare oggi che è un grande , è stato bravo chi lo ha pensato alcuni anni fa.Fermo restando comunque che è un personaggio particolare, molto difficile da gestire, in una squadra come la nostra, dove il rispetto e la serietà sono i primi punti alla base di tanti successi, se uno ha le carte in regola perché non dovrebbe entrare? A fine stagione 4 infortuni hanno colpito la nazionale pronta per la Six Days in Portogallo: secondo Lei senza questi infortuni potevamo vincere? No, non sarebbe cambiato molto. Figueira da Foz. La Francia era forte già sulla carta, ma l’Italia non si è tirata indietro nonostante tutto: un complimento ai nostri ragazzi. Cosa ci racconta della Sei Giorni versione 2009? G. Credo che abbiamo fatto il massimo. Andando ad analizzare le singole prestazioni, ovviamente, si “potevano recuperare alcuni secondi”, ma non in modo da portare la nazionale alla vittoria; un secondo posto più che soddisfacente! Finlandia, America, Svezia si sono piazzate alle nostre spalle e questo non è poco.Nella categoria Junior invece si che abbiamo pagato le assenze degli infortunati, ma senza nulla to gliere ai 4 nostri piloti (D’Ambrosio, Mangini, Manzi, Pogna), i quali hanno fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità.Teniamo presente comunque che il limite dello Junior è di 23 anni, e 3 dei nostri sono ventenni…….Alex Salvini: un crossista, alla sua seconda partecipazione enduristica, risultato il migliore tra gli azzurri in terra portoghese. Cosa ne pensa? Lo vorrebbe veder competere tra Albergoni, Meo, Ahola ecc in Italia? E’ un buon pilota, un campione , aumenterebbe certamente l’interesse delle gare.A. Minienduro: un fenomeno in continua crescita che vede impegnati ad ogni prova un numero rilevante di piloti(sempre attorno ai 100). Un motivo di orgoglio per la Federazione. Quali saranno le novità 2010 a riguardo? Sono state cambiate le cilindrate portandole alla pari col motocross, questo per permettere a tutti i mini, enduro e cross, di partecipare alle due discipline senza spendere soldi in ulteriori trasformazioni. Poi è stata introdotta una classe “iniziale” denominata “Trofeo Monomarcia” riservata ai Baby, questa verrà aggiunta alle altre classi che assegnano titolo di Campionato Italiano Minienduro. Nuovo limite di iscritti per il Campionato Under23/Senior: come è formulato tale cambiamento e perché? Per poter permettere a tutti di partecipare, il regolamento 2010 prevederà l’iscrizione a tutto il Campionato Italiano senza limite agli iscritti, così che tutti , e ripeto tutti, possano partecipare al campionato in oggetto. Il numero illimitato di partecipanti è stato riservato solo alle iscrizioni per tutto il campionato entro la data prevista dal regolamento; successivamente ci si potrà iscrivere alle singole manifestazione solo se non è stato raggiunto il limite di 300 nelle pre-iscrizioni all’intera stagione 2010. Assoluti d’Italia 2010: notiamo che ci saranno 3 gare da un giorno e due da due giorni e tutte al nord, ci spieghi il perché di questa scelta.Abbiamo constato che vi sono sempre maggiori difficoltà , sia finanziarie che organizzative, per partecipare alle“ 2 giorni”. Con la formula di “1 giorno” vogliamo vedere come reagisce l’ambiente dell’enduro nel 2010 e capire se continuare con questa soluzione o trovarne di altre. Tutte le gare al nord? E’ vero. Dopo alcuni anni di manifestazioni effettuate quasi solamente al centro sud dove, come detto prima non si vede una buona partecipazione dei piloti locali, abbiamo voluto riportare gli Assoluti al nord dove, sicuramente, ci sono più praticanti e anche appassionati che potranno seguire queste gare. Questo calendario 2010 è stato effettuato comunque anche in base alle richieste pervenute e quindi non significa assolutamente che in un futuro non andremo ad effettuare gare al sud, come invece avviene per gli altricampionati già nel 2010. Voglio infine precisare che le gare organizzate negli ultimi anni sia al centro, sia al sud che al nord, sono state quasi tutte di buon livello.A. Il 2010 sarà un anno difficile: la crisi, le poche risorse a disposizione. Come vede il prossimo futuro dell’enduro? E soprattutto cosa propone la Federazione a tale proposito? Tutto vero, ma il mondo dell’enduro ha una forza incredibile e saprà reagire; è un popolo di appassionati praticanti, si, praticanti, questo è il vantaggio! L’enduro è uno sport per tutti e su questo dobbiamo puntare. Il primo obbiettivo è sicuramente quello di organizzare delle belle gare, che piacciano ai partecipanti; il secondo è quello di cercare di partire con le manifestazioni dai centri abitati o nelle immediate vicinanze, anche se non è facile come sembra, più che altro per il grande spazio destinato ai paddock che andiamo a chiedere agli organizzatori e che non sempre è possibile trovarlo nei centri cittadini. Per queste cause, dunque, siamo costretti la maggior parte delle volte a spostarci in grandi parcheggi fuori dai paesi o nelle zone industriali.





MALTEMPO, NORD ANCORA AL GELO. CAOS DI FERROVIE E AUTOSTRADE
L'Italia nella morsa di gelo e neve mostra tutte le sue carenze strutturali. Nelle regioni settentrionali il maltempo ha mandato in tilt le ferrovie con centinaia di convogli soppressi nel Nordest e il blocco del traffico in molte città della Lombardia. E negli aeroporti la situazione non è migliore. I principali scali del nord sono rimasti chiusi per ore e migliaia di passeggeri sono stati costretti ad accamparsi in attesa di poter salire su un volo. Disagi pesanti che hanno avuto ripercussioni anche sugli scali del resto del paese, dove sono stati cancellati decine di voli in partenza per le città del nord Italia. L'hub milanese di Malpensa è rimasto chiuso fino alle 13, mentre Linate è andato a singhiozzo per tutta la mattina e poi in serata è stato chiuso di nuovo fino alle 22. Chiusi anche Bologna e Verona, che ha riaperto solo in serata, e Genova, mentre a Fiumicino sono stati complessivamente 40 i voli cancellati. Quanto alle ferrovie, Trenitalia ha soppresso anche oggi il 6% dei convogli regionali e il 5% dei 430 treni a media e lunga percorrenza, dunque dieci volte più di ieri, con attese di ore nelle stazioni. L'Italia è stata praticamente divisa in due a causa della chiusura dell'A1 fino alle 13 all'altezza del nodo di Bologna, ma anche dell'A14, dell'A13 e delle autostrade attorno a Genova. Chiusure che hanno provocato lunghe code e rallentamenti. Centinaia di automobilisti bloccati 12 ore sulla Milano-Lecco a causa di auto e camion finiti di traverso sulla carreggiata per l'abbondante nevicata. Diversi anche gli incidenti stradali verificatisi a causa del ghiaccio e della neve: il più grave sulla A6 Torino-Savona dove in un maxitamponamento una persona è morta e altre 15 sono rimaste ferite in modo grave. Non è stata la neve ma una tromba d'aria a provocare invece il ribaltamento di due tir sulla A19 Palermo-Catania, che ha costretto alla chiusura dell'autostrada. Nel lodigiano chiuso un tratto dell'A1 per un tamponamento a catena che ha coinvolto venti mezzi. L'esecutivo è corso ai ripari mettendo in campo l'esercito. Soldati schierati a Bologna, Verona, Forlì, Ferrara e soprattutto a Milano dove fin dalla serata di ieri ne sono scesi in strada 800 per spalare la neve. Altri 400 soldati restano a disposizione in caso di necessità. Ma il Pd presenta una interpellanza urgente con cui chede al governo di «spiegare subito agli italiani la catastrofe trasporti».Intanto l'innalzamento della temperatura ha fatto sciolgiere il ghiaccio e ha trasformato la neve in pioggia. La tregua però durerà poco: gli esperti prevedono una ripresa delle nevicate soprattutto sul nord ovest del paese, mentre sulle regioni centro meridionali saranno ancora le piogge intense e il vento forte a provocare i maggiori disagi. Una situazione che dovrebbe mantenersi stabile fino a giovedì e per questo il Dipartimento della Protezione Civile ha rinnovato l'invito ad evitare di mettersi in auto se non in casi strettamente necessari e ad informarsi con i vettori prima di raggiungere aeroporti e stazioni ferroviarie.





PONTE SULLO STRETTO, IL GRANDE SPOT. L'AVVIO AI LAVORI. MA È BLUFF
Un’unica grande via trans/europea che da Berlino arriva a Palermo, scavando il Brennero e gettando l’avveniristico ponte con tremilatrecento metri di luce sullo Stretto. Sogno ingegneristico ed economico per unire la Sicilia al continente ma, come dice uno spot sul gioco responsabile, «bisogna sognare senza illudersi». Altrimenti il risveglio potrebbe essere brusco e la scommessa foriera di cattive sorprese: «Attenti a non unire due cosche anziché due coste», mette in guardia la rete «No ponte». A scendere dal mondo dei sogni con i piedi per terra dovrebbero aiutarci gli studi preliminari (1986 e 2003) che proiettavano le loro ipotesi al 2012. «Ma ormai ci siamo» osserva Gaetano Giunta, che è stato presidente della commissione sul Ponte del consiglio comunale di Messina. «Oggi quelle previsioni le possiamo confrontare con ciò che è successo». Le previsioni sulle magnifiche sorti e progressive dell’economia siciliana stimavano 8 milioni di passeggeri sullo Stretto nel 2000, 9 milioni 700mila nel 2012 (un aumento del 20 per cento su base annua nel caso di una crescita economica bassa) oppure 12 milioni 300mila in caso di crescita economica alta (un aumento 52%). Queste stime si sono rivelate sbagliate per più motivi. Purtroppo la crescita economica non è stata quella prospettata: gli estensori dello Studio di impatto ambientale ipotizzavano che il Pil sarebbe cresciuto del 4,4% nell’ipotesi migliore e dell’1,7%, nell’ipotesi peggiore. «E ci marciavano - sostiene Gaetano Giunta - perché il traffico passeggeri non cresce di pari passo con il Pil». Come sono andate effettivamente le cose? Nel periodo 2001-2007 l’economia siciliana è cresciuta dello 0.9 % e quella calabrese dell’1%, l’anno migliore è stato il 2001 (2,8%), dal 2002 in poi lo sviluppo è stato sempre inferiore a quello del Centro nord. Merci via mare Ma, in tutti questi anni, che le cose andassero bene o male, il traffico marittimo delle merci sullo Stretto è sempre diminuito mentre è cresciuto l’export via mare da Palermo, Trapani, Catania, Messina e, ovviamente, da Gioia Tauro. È per mare che le merci arrivano da e per il Nord e, si presume, tanto più si svilupperanno negli anni in cui il gigantesco cantiere metterà sottosopra Scilla e Cariddi. Chi è che fa la spola nei traghetti dello Stretto? Oltre ai pendolari fra Messina e Reggio (poco trans/europei) ci sono i “padroncini”. I possessori di un furgone o camioncino che portano la merce da paese a paese: un traffico residuale che difficilmente giustifica la Grande Opera in Project Financing. Chi mette i soldi dovrebbe poter rientrare attraverso i pedaggi, ma se il traffico non giustifica l’opera, allora molto difficilmente si troveranno forze imprenditorialmente sane disposte a rischiare i 3.300 milioni di euro richiesti.Tutto questo alimenta due tipi di preoccupazione. La prima: il Ponte potrebbe rivelarsi una grande occasione di riciclaggio per le mafie delle due sponde sinergicamente interessate al controllo del territorio, alla copertura del traffico di droga , alla gestione dei posti di lavoro. E ci sono attività come il movimento terre, gli espropri, il ciclo del cemento e i servizi ai cantieri che sono particolarmente a rischio perché settori tradizionalmente infiltrati da organizzazioni. La seconda: i costi sono ora ripartiti al 40% per lo Stato e al 60% per i privati. Ma se il Ponte fallisse chi si assumerebbe il passivo? Alla fine l’intero costo potrebbe finire a carico del debito pubblico e dei contribuenti.





BOLZANO SFIDANDO LA BUFERA SUL TRENO DELLE VACANZE

di SERGIO CONTI
«Natale? No siamo a Pasqua, questa è una via crucis». Forse esagera il signore con la barba sale e pepe mentre urla al telefonino alla moglie che arriverà tardi all’ appuntamento con la famiglia e i canederli allo speck. Ma qui, sul treno Alta Velocità 9452 diretto a Verona, la pazienza dei viaggiatori è messa a dura prova da una lunga mattina di neve, ghiaccio e ritardi che montano come il bianco oltre il finestrino. Molti sono diretti al Nord, alla stazione di Bolzano. La missione, via via impossibile, è raggiungere in tempo le località di montagna, i famosi mercatini natalizi e i parenti mezzo tedeschi. Fino al 12 dicembre c’era un treno diretto per il capoluogo dell’Alto Adige, ma poi è stato cancellato. Cambio obbligato, quindi, a Verona (o a Bologna). Ad arrivarci.La promessa, stampata sul biglietto, è quella di raggiungere la città di Giulietta e Romeo in tre ore con la “freccia” dell’alta velocità in partenza da Roma alle 8.05.Stazione Termini. Ore 7.50, ultimo sabato prima di Natale: il popolo dell’Italia che viaggia si raduna qui. Le notizie che arrivano sul blocco di molti aeroporti per la neve spingono un esercito di passeggeri supplementari a usare il treno. Ma le cose si complicano subito: il display delle partenze comincia a illuminarsi di rosso. Parte il treno per Verona? No, parte il balletto lampeggiante dei ritardi. Prima un rinvio di 20 minuti, poi un altro sempre di 20. Tra il freddo e l’ansia di una meta che si allontana. Qualcuno urla: «Devo arrivare a Firenze, vi prego aiutatemi!». Qualcuno chiede spiegazioni del treno per Verona. Risponde cortesemente una impiegata delle Ferrovie in giacca e foulard: «Lo stanno preparando al deposito». Preparando? Che vuol dire? «Aspettava un traghettatore che lo portasse in stazione», spiegherà più tardi un onesto ed efficiente capotreno. Alla fine, mentre il bollettino di Termini registra ritardi di altri treni, soppressione di convogli dal Nord e proteste, arriva la notizia: signori in carrozza, si parte. Un paio di minuti dopo le nove. Insomma, quasi un’ora di ritardo. Il convoglio esce fuori da Roma e man mano che il treno si allontana il paesaggio comincia a colorarsi di bianco. Tutto bene. Ma cominciano gli annunci del capotreno, rintocchi premonitori: «A causa del maltempo i treni ad alta velocità potrebbero ridurre la marcia e ci potrebbero essere ritardi e soppressioni di convogli lungo il percorso». Tutti cominciano a preoccuparsi. E fanno bene. Il treno intorno alle 10.20 si arena a pochi chilometri dalla stazione di Campo di Marte a Firenze. Passano i minuti. Il giovane capotreno, faccia gentile di un’Italia che lavora, spiega che si sono ghiacciati gli scambi e si è bloccata la circolazione. Poi un altro annuncio: «Servizio ristoro gratuito nella carrozza ristorante». Ma la fila sembra quella alla Posta il giorno delle pensioni. Comincia a fare freddo mentre un paio di “treni-freccia” arrivano in senso contrario. Qualcosa si muove, i viaggiatori per Verona no. Alle 11.12 il treno si rimette in moto e arriva alla stazione di Campo di Marte dopo 240 secondi: il ritardo accumulato è già di un’ora e 45 minuti. C’è chi decide di tornare indietro e di rinunciare a impegni e vacanze, altri salgono raccontando di ritardi e convogli in panne. «Nessuno ci ha dato spiegazioni», borbotta un’anziana signora piena di pacchi. Anche se qui sul treno il servizio informazioni non ha lacune. Si riparte e la “freccia” si riscatta nella corsa verso Bologna, complici anche le gallerie al riparo dalla neve che fuori è alta come i binari. «Abbiamo ridotto la velocità solo a 250 chilometri orari», spiega il capotreno. Insomma si va alla grande verso Bologna: il paesaggio fuori sembra quello della Russia del Dottor Zivago. Manca solo Lara. In una quarantina di minuti si arriva. E poi si riparte verso Verona. E vai! Si, a quel paese: Poggio Rusco. Comune di poco più di 6.000 anime in provincia di Mantova. Alla stazione del paesino il Treno Alta Velocità si accoda dietro a un treno regionale come un carretto a un mulo. Cosa è successo? Altri treni, spiega il capostazione, occupavano i binari e forse c’era il timore di muovere gli scambi ghiacciati per non ripetere i problemi di Campo di Marte. Così si arriva “tranquillamente” alla stazione di Verona Porta Nuova alle 13.10 con un ritardo di 2 ore e 5 minuti.Le coincidenze ormai sono saltate e si scommette sul “regionale” delle 13.43 in partenza per il Brennero. Ma il binario 3 è occupato da un treno per Venezia. Una mamma infreddolita, con bimbetta al seguito, chiede al controllore a che ora arriva quello per Bolzano: «E che ne so? Con tutto quello che è successo oggi». Parte il treno per Venezia mentre brusii di viaggiatori raccontano di odissee sulla rete ferroviaria, di treni cancellati o mai arrivati. Leggende? Realtà? Non c’è tempo per frugare la nebbia: arriva il treno per il Brennero. Non è quello delle 13.43 ma quello delle 11.47 in ritardo. Si sale, il treno è sporco. Triste come un film di Amedeo Nazzari. Fa il rumore di un trattore e la nostalgia e la rabbia per il treno diretto per Bolzano (un comodissimo Eurostar) salgono: «Siamo italiani anche noi!», tuona Frau Helga di Brunico. Ma la neve comincia a diradarsi mentre si arriva finalmente a Bolzano alle 15.40. Tutti scendono, esausti ma felici. In fondo è Natale. E si è arrivati con “solo” due ore e dieci minuti di ritardo.





ITALIA TRA GHIACCIO E TEMPERATURE POLARIMARCHE, UOMO CADE E MUORE ASSIDERATO Stufe difettose: due morti in Liguria. Termometro a -29 nel Vicentino, -25 sul Gran Sasso
di PAOLA MAURIZIOL’ Italia ancora nella morsa del gelo. Sul Veneto, dopo le intense nevicate di ieri anche in pianura, con le temperature che in montagna hanno toccato minime da «giornata di ghiaccio», A Piana di Marcesina, nel vicentino, in area non abitata, la minima ha toccato i meno 29 gradi centigradi. Non tanto meglio nelle località montane: ad Asiago -22, a Sappada e Arabba -18, a Cortina -16, ad Agordo -14. Anche il capoluogo bellunese è andato ben sotto la media stagionale con un -11. Sulla Marmolada, in quota, la minima si è fermata a -26. Per domani - secondo il centro previsioni meteo e valanghe di Arabba - è previsto un peggioramento con possibilità di nuove nevicate a bassa quota, specie dal pomeriggio. Per martedì non è escluso un aumento delle temperature e piogge anche a quote anomale, con possibilità di gelate. Freddo anche in pianura, dove sulle strade secondarie sono ancora in azione in mezzi per liberare i tracciati dalla neve, mentre la polizia stradale non segnala particolari problemi lungo le autostrade e le statali. Ritardi ancora nella circolazione ferroviaria lungo le principali direttrici. A Venezia è prevista una punta massima di marea tra i 95 e 100 centimetri sul medio mare.Nel Bolognese - 16,4. È stata una notte ghiacciata, come da previsioni, in Emilia-Romagna, ma senza particolari conseguenze per la circolazione stradale, peraltro ridotta come ha rilevato la centrale operativa del Compartimento Polstrada di Bologna, che non ha segnalato incidenti gravi. Le stazioni locali del servizio meteo Arpa hanno registrato temperature minime decisamente sotto la media del periodo: -6,3 gradi a Bologna, -4,8 a Piacenza e un più 'mitè -2,1 a Rimini. Ma si è arrivati a -12,1 a Vignola (Modena), -14,6 ad Argenta nella Bassa ferrarese, -16 a Bedonia sull'Appennino parmense e ben -16,4 a Mezzolara, nella pianura bolognese. Per domani sono previste ancora minime molto basse (da -8 di Piacenza a -1 di Rimini), con precipitazioni deboli-moderate anche a carattere nevoso nella parte occidentale della regione. A Bologna, in particolare, nelle prossime ore continuerà l' ondata di gelo, per domani è prevista una nuova nevicata.Toscana: -20 nel Mugello. Prosegue l'allerta gelo in Toscana dopo le nevicate che hanno interessato tutte le province a partire da venerdì. Su tutto il territorio si sono registrate temperature sotto lo zero, arrivando a meno 20 in alcune località del Mugello (Firenze) in prossimità dei valichi appenninici mentre stamani alle 7 a Borgo San Lorenzo, comune principale del territorio, era meno 16. La protezione civile della Provincia di Firenze rinnova l'invito a mettersi in viaggio solo in caso di effettiva necessità e comunque sempre con catene a bordo. La protezione civile regionale segnala problemi di reperibilità del sale, specie per la provincia di Lucca. Il traffico su autostrade, dall'A1 all'A15, e superstrade come la Firenze-Pisa-Livorno è segnalato dalla polizia stradale come regolare. Obbligo di catene sui passi montani. Attenzione al ghiaccio sulle strade secondarie. Ancora disagi per chi deve viaggiare in treno: alla stazione fiorentina di Santa Maria Novella sono segnalati ritardi medi intorno ai 25 minuti, sempre chiusa la linea Firenze Borgo San Lorenzo via Vaglia. Segnalati anche problemi per il freddo sulle carrozze: è il caso del treno 761 Torino-Reggio Calabria, dal quale, alle 6.30 di oggi a Pisa, sono scesi parte dei passeggeri perchè alcuni vagoni erano rimasti senza riscaldamento. Nel capoluogo toscano operativo l'aeroporto dove si registrano ancora ripercussioni per i ritardi accumulati per la chiusura ieri mattina dello scalo. Nel pisano problemi stamani a causa del ghiaccio per l'erogazione di acqua e luce in particolare nelle zone tra Castelfranco di Sotto e San Miniato: numerose le chiamate ai vigili del fuoco. Sul posto sono intervenute squadre di Enel e Acque spa.Gelo record sul massiccio del Gran Sasso a Campo Imperatore (L'Aquila) dove stanotte la temperatura è scesa a 25 gradi sotto lo zero: a mezzogiorno, nonostante la presenza del sole, la temperatura era di -13 gradi. Gli impianti di risalita sono stati aperti intorno alle 10: finora si sono registrate circa 1.700 presenze.Neve sulla Sila. Pioggia e freddo intenso stanno caratterizzando il maltempo in Calabria. Nelle zone più alte della Sila è nevicato per alcune ore. Nonostante il maltempo la situazione delle strade non fa registrare disagi o problemi. Sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria e sulle statali il traffico è normale. Anche sulle strade utilizzate per raggiungere le principali località della montagna calabrese non vengono segnalati problemi o disagi. In molti stamani hanno deciso di raggiungere le località montane per trascorrere la domenica che precede il Natale.Marche: neve nell'entroterra. Non muoversi in auto se non strettamente necessario, e in quel caso solo con catene a bordo e gomme termiche. È l'appello ripetuto della polizia stradale per gli automobilisti delle Marche, dove si segnalano strade ghiacciate nell'entroterra, in particolare nell'Anconetano e nel Maceratese. I passi sono tutti transitabili. Non si registrano incidenti. La neve ha fatto la sua timida comparsa questa mattina ad Ancona, dove peraltro, a causa delle temperature glaciali si sono verificate piccole rotture nelle tubazioni dell'acqua. Sul resto della regione solo rapide spruzzate, e in alcune località - come ad Ascoli - c'è il sole. Il problema, dunque, resta il ghiaccio. Da qui, l'invito alla cautela per chi si mette in viaggio. Un morto assiderato ad Arcevia. Un uomo di 61 anni, G.B., è stato trovato cadavere ieri sera nei pressi del campo sportivo di Arcevia (Ancona), deceduto per assideramento. L'uomo si era allontanato con la propria auto dirigendosi verso la zona del campo sportivo. Sceso dal mezzo, non si è accorto di un dislivello di terreno ed è precipitato in un dirupo. Nella caduta si è rotto un femore e non è riuscito a risalire la scarpata né a chiamare i soccorsi. G.B. è morto a causa del freddo.Stufe difettose: due morti in Liguria. Stufe difettose a Genova e Savona hanno ucciso due persone e una terza è in gravi condizioni. Il primo incidente si è verificato a Savona. Un uomo di 76 anni, Giovanni Campora, è stato trovato morto nella sua abitazione in via Cimavalle, una casetta a due piani, nella zona savonese del Santuario, probabilmente soffocato dalle esalazioni di una stufa. La moglie, Lina Siri, di 74 anni, che era con lui, è stata ricoverata in condizioni molto gravi all’ospedale San Martino di Genova. A Genova, una donna di 86 anni è invece morta asfissiata stamani all’ alba nella propria abitazione per un incendio che sarebbe stato provocato dal corto circuito di una stufa. La tragedia, intorno alle 5.30 in un appartamento in Corso Gastaldi 15. L’ allarme è stato dato dagli inquilini del piano di sopra che hanno sentito odore di bruciato. Il rogo sarebbe stato innescato da un corto circuito nella presa elettrica a cui era stata attaccata una stufa. La donna si sarebbe accorta delle fiamme e avrebbe cercato di fuggire ma le esalazioni di fumo l’ hanno uccisa.



