STIPENDI ITALIANI AL PALO -15% RISPETTO AI TEDESCHI REPORT ISTAT SULLE RETRIBUZIONI: NEL 2010 LE NOSTRE BUSTE
PAGA AL DODICESIMO POSTO IN EUROPA. LE DONNE PAGATE QUASI IL 10% IN MENO, I
DIRIGENTI QUATTRO VOLTE PIÙ DEGLI OPERAI.
I lavoratori italiani hanno buste paga più leggere del 14,6%
rispetto ai colleghi tedeschi. Rispetto a quelli del Regno Unito la distanza è
del 13% e dell’11% se il confronto avviene con i francesi. Questo almeno quanto
accadeva nell’ottobre del 2010, data in cui l’Istat ha scattato la fotografia
poi analizzata in un report sulla struttura delle retribuzioni pubblicato
alcuni giorni fa.In quel mese, nella classifica generale le nostre retribuzioni
si collocano al dodicesimo posto nell’Unione europea a 27 e sono inferiori alla
media dell’Eurozona: se invece si considera l’intera Unione europea, i salari
italiani sono leggermente superiori alla media. Peggio di noi stanno, tra gli
altri, gli spagnoli con il 25,9% in meno. Questo il quadro generale. Vista da
vicino, la struttura rivela altri dettagli. Nel 2010 la retribuzione lorda
annua per ora era di 16,2 euro: così la media tra lavoratori dipendenti nelle
imprese e istituzioni con almeno 10 addetti nell’industria e nei servizi
(escluse le attività della pubblica amministrazione in senso stretto). Le donne
però prendono meno: la loro retribuzione oraria è pari a 15,3 euro, inferiore
del 9,2% a quella degli uomini (16,7 euro). Si chiama gender pay gap ed è la
differenza percentuale tra la paga oraria di uomini e donne rapportata alla
retribuzione maschile: ebbene tra il 2006 e il 2010 la distanza tra lavoratori
e lavoratrici si è ridotta nella Unione europea a 27 passando dal 17,7% al
16,2%, mentre in Italia è aumentata da 4,4 al 5,3%. Altre differenze: i
dirigenti guadagnano quattro volte tanto gli operai (44,3 euro contro 11,8) e i
laureati o diplmati prendo il doppio di chi si è fermato alle medie o alle
elementari (26,2 euro contro 11,6). Il fattore anzianità- Analizzando i diversi
settori, guadagna di più in assoluto (26,5 euro) chi lavora nel comparto
finanziario e assicurativi, in coda troviamo invece i lavoratori dei servizi
con 10,8 euro lordi all’ora. Anche l’età ha il suo peso: si passa così dai 9,6
euro dei lavoratori tra 14 e 19 anni, a 11,2 euro in quella tra i 20 e i 29 anni,
fino a 23,5 euro per il personale dipendente ultrasessantenne. Traducendo le
percentuali in cifre assolute la retribuzione lorda annua per dipendente è pari
a 28.558 euro: sale a 31.394 euro per gli uomini e scende a 24.828 per le
donne. Questa differenza - spiega l’Istat - è dovuta in parte al diverso numero
di ore annue retribuite, che per gli uomini si attesta a 1.876 ore e per le
seconde a 1.620 ore. Le retribuzioni medie per i dipendenti che hanno
qualifiche più elevate ammontano a 88.942 euro l’anno per gli uomini e a 61.361
euro per le donne; quelle delle qualifiche più basse a 20.064 euro per gli
uomini e a 13.784 euro per le donne. I dipendenti con almeno 15 anni di
anzianità aziendale percepiscono una retribuzione annua superiore del 61,4% rispetto
a quella dei dipendenti che sono stati assunti da meno di 5 anni. Il rapporto
in questione ha cadenza quadriennale: la rilevazione analizza la struttura
delle retribuzioni, armonizzata a livello europeo. L'indagine analizza il mese
di ottobre perché sono limitati gli effetti della stagionalità e la presenza di
giorni festivi e non tiene conto di quanto avviene in agricoltura e nella
pubblica amministrazione e nella difesa. Tornando alla classifica europea, i
meglio pagati sono i danesi: prendono in media 27,9 euro all’ora; seguono gli
irlandesi (22,23 euro) e i lavoratori del Lussemburgo (21,95 euro). In coda
troviamo la Bulgaria (2,04 euro), Romania (2,67 euro), Lettonia e Lituania
(rispettivamente 3,78 euro e 3,44 euro).
r.d.c.p.s.m.
r.d.c.p.s.m.