LE PRIME CINQUEMILA FIRME LOMBARDIA, NEL CENTROSINISTRA SPUNTA IL NOME DI PIZZUL
Lo sfondo resta sfocato, visto che la data delle elezioni
ancora non c’è, ma i protagonisti della prossima campagna per il governo della
Lombardia incominciano a delinearsi. Dopo il no (con remota riserva) del
penalista Umberto Ambrosoli, il centrosinistra accelera sulla riorganizzazione.
Oggi il primo incontro di coalizione - Pd, Sel, Idv - incomincerà a mettere i
paletti intorno alle primarie regionali e verificherà le convergenze sui nomi
dei possibili candidati. Tra i più probabili c’è Fabio Pizzul, 47enne
consigliere regionale del Pd, figlio della voce storica della Rai Bruno, che ha
già dato una disponibilità di massima e che segue la linea, lo dice lui stesso,
del «moderatismo con concretezza».Per lui alcune resistenze, tra l’altro dovute
alla sua non longeva esperienza politica (fino a due anni e mezzo fa faceva
tutt’altro), ma anche molti consensi, che stanno superando quelli raccolti
intorno al collega consigliere Pippo Civati. Quanto alla data per le primarie,
la più probabile al momento è quella del 16 dicembre. Esclusa la
sovrapposizione con le primarie nazionali (il 25 novembre, eventuale
ballottaggio il 2 dicembre) rivolte tra l’altro ad una platea diversa, visto che
in Lombardia la coalizione comprende anche l’Idv. Ma il quadro resta a
geometrie variabili, in attesa di conoscere la data delle elezioni. È
possibile, infatti, che il Consiglio regionale si sciolga già domani sera, con
le dimissioni di 41 consiglieri, tra opposizione e parte del Pdl. Nell’incontro
di martedì scorso a Roma i vertici Pdl avrebbero condiviso la decisione del
gruppo al Pirellone di dimettersi domani, al termine della discussione sulla
legge elettorale. Se ciò avvenisse, si potrebbe andare al voto già a dicembre
(come vorrebbe Formigoni), il che inevitabilmente significherebbe l’addio alle
primarie del centrosinistra.Anche per questo, si sta lavorando in più
direzioni. Come dice Roberto Rampi, responsabile dell’organizzazione per il Pd
lombardo: «L’obiettivo è una candidatura che sia davvero espressione di un
patto tra il partito e la società civile». Un nome che rappresenti un’apertura
il più ampia possibile, dunque. Nella rosa spuntano Paolo Corsini, storico
sindaco di Brescia,l’attuale assessore all’urbanistica a Milano Lucia De
Cesaris e l’ex segretario della Camera del Lavoro di Milano, ora
europarlamentare Pd, Antonio Panzeri. Che di nomi non vuole sentir parlare,
mentre spinge perché le primarie vengano indette «immediatamente, per evitare
di dover lavorare nell’emergenza». «Essenziale - dice - definire subito la
Carta d’intenti e il programma». Sullo sfondo, anche un possibile (ma
improbabile) ripensamento di Ambrosoli: con un quadro più definito potrebbe
ripensare la sua scelta? «Se arrivasse la bacchetta magica che fa sì non si
vada a votare così vicino... ma non credo», risponde. Tra i suoi primi
promotori, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che lunedì a Otto e mezzo
aveva spiegato la sua posizione: «Per la Lombardia ci vuole un candidato
diverso da me, visto l’elettorato moderato: zone come la Valtellina o le valli
bergamasche non voterebbero mai uno di sinistra che rivendica il suo essere di
sinistra». La caccia al candidato è aperta anche nel centrodestra. Nei prossimi
giorni sarà convocato un ufficio di presidenza del Pdl «e lì faremo in modo di
trovare la sintesi», dice Formigoni. Il suo successore preferito, posto che -
bontà sua - continua a negare una sua ricandidatura, com’è noto sarebbe l’ex
sindaco di Milano Gabriele Albertini, che gode di consensi in buona parte del
Pdl. Il governatore continua anche a chiudere le porte alla Lega, che ha già
scelto Roberto Maroni: «Se avesse avuto pazienza fino al 2015, si sarebbe anche
potuto ragionare sul loro antico sogno - dice Formigoni - Ma per realizzare i
sogni bisogna avere pazienza, lealtà e coerenza». Questo, insomma, il prezzo
del dietrofront del Carroccio sulla giunta secondo il Celeste.Ma se anche
Alfano e Berlusconi la pensano esattamente così,è tutto da vedere.