L'ITALIA
CELEBRA LA SUA FESTA MA PENSA A CRISI E TERREMOTATI
E' durata
cinquanta minuti la parata militare senza cavalli e senza Frecce tricolori,
aperti da un minuto di raccoglimento per il sisma in Emilia. Ha fatto da
prologo la deposizione di una corona d'alloro all'Altare della patria da parte
di Giorgio Napolitano. Insieme al presidente il premier Monti, i presidenti di
Senato e Camera Schifani e Fini, il ministro della Difesa Di Paola, il
presidente della Consulta Quaranta. La parata è iniziata alle 10,10 lungo via
dei Fori Imperiali con i gonfaloni di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e
delle Province di Bologna, Ferrara, Mantova, Modena, Reggio Emilia e Rovigo, in
rappresentanza delle comunità colpite dal sisma, posizionati presso la tribuna
d'onore. Con i ministri Cancellieri, Severino, Terzi e Profumo c'erano anche il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio Catricalà, il capo della polizia
Manganelli, il vicepresidente della Corte Costituzionale Gallo e diversi
esponenti politici. Preceduti dai carabinieri, hanno sfilato tra l'altro i
reparti e le unità impegnati nelle missioni internazionali nel quale
comparivano le bandiere delle Nazioni unite, dell'Alleanza atlantica e
dell'Unione europea, di alcune nazioni amiche e alleate. L'ha chiusa una
simbolica rappresentanza delle componenti, militari e civili (circa 4.500 tra
uomini e donne) impegnate nelle operazioni di soccorso e assistenza alle
popolazioni colpite dal terremoto. Sono in corso a Roma i festeggiamenti per il
2 Giugno, Festa della Repubblica. Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha
inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, il
seguente messaggio: «Celebriamo oggi il 66ø anniversario della nascita della
Repubblica. Il 2 giugno 1946 gli italiani, risorti dalle sofferenze di due
guerre e spezzato il giogo della dittatura, completarono il loro lungo e
difficile cammino verso un nuovo stato democratico, i cui principi fondanti
trovarono poi mirabile sintesi nella Carta costituzionale, architrave delle istituzioni
e supremo riferimento per il paese e per il cittadino. Questa mattina, chinando
il capo di fronte al Milite Ignoto, ho reso omaggio a tutti i militari che
hanno perso la vita per la Patria, per costruire, difendere e diffondere i
grandi valori ai quali l'Italia repubblicana si ispira e che promuove nel
mondo. Pur stretto nell'impegno volto a fronteggiare una grave crisi economica
e profondamente ferito da uno sconvolgente e luttuoso evento sismico, il nostro
paese è più che mai determinato a proseguire nella propria azione in seno alla
comunità internazionale, consapevole che, fino a quando la legalità e i diritti
fondamentali saranno offesi, la cooperazione pacifica tra i popoli e lo
sviluppo sociale ed economico non potranno definitivamente affermarsi».
«Esprimo il mio forte apprezzamento alle Forze Armate, che di tale azione
costituiscono componente rilevante – ha proseguito Napolitano – per la preziosa
opera che svolgono in tante travagliate regioni, a sostegno della stabilità e
della sicurezza e per l'assistenza alle popolazioni. Esse debbono continuare ad
attuare con determinazione il complesso e ambizioso processo di trasformazione
e razionalizzazione intrapreso, al fine di realizzare uno strumento militare
agile e capace, in grado di far fronte efficacemente alle nuove minacce e alle
imprevedibili situazioni di rischio che ci prospetta un mondo sempre più
interdipendente e globalizzato. Un riconoscimento particolarmente sentito va ai
reparti intervenuti con la Protezione Civile in soccorso dei cittadini emiliani
che un disastroso terremoto ha, in questi giorni, così duramente e
dolorosamente colpito. Con il loro impegno essi testimoniano ancora una volta
la totale dedizione delle Forze Armate alla nostra Italia ed alla sua gente di
cui sono nobile espressione. Quei reparti saranno oggi virtualmente al fianco
delle unità che sfileranno in Roma. Con questi sentimenti, insieme a tutti i
cittadini, stringo idealmente in un affettuoso abbraccio i militari italiani di
ogni ordine e grado e le loro famiglie e rinnovo loro il mio plauso e l'augurio
più fervido. Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l'Italia!». La
festa del 2 Giugno «è una ricorrenza di cui è protagonista il popolo, il nostro
popolo, che, in questo momento, si riconosce nelle comunità colpite dal sisma
in Emilia e altrove. È intorno a loro che la famiglia della Difesa si stringe
in un abbraccio forte e caloroso». Lo scrive il ministro della Difesa,
Giampaolo Di Paola, in un messaggio inviato ai militari in occasione del 2
Giugno. Alle popolazioni colpite, afferma Di Paola, «va quest'oggi la
solidarietà dello Stato, valore su cui si fonda una nazione davvero coesa.
Questa tragedia infatti, non tocca solo una parte di italiani, ma tutti».
ERRANI, DA ITALIA SEGNO IMPORTANTE DI SOLIDARIETÀ FAREMO PRESTO E BENE «Il 2
Giugno è la festa della Repubblica. Il fatto che il Presidente Napolitano abbia
scelto di dedicarla alla vittime e alla popolazioni terremotate è un segno
importante di solidarietà e unità della Repubblica. Di questo ringrazio
Napolitano e tutti gli italiani». È il ringraziamento arrivato durante la
diretta del TG1 dal presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani in
collegamento da Marzaglia, nel Modenese, punto chiave della macchina dei
soccorsi di questi giorni. «Faremo presto e bene. Qui non esiste un Commissario
- ha detto riferendosi a sè - ma un sistema di istituzioni democratiche forti a
cominciare dai Comune e dalla Province,sui cui faremo leva per ricostruire». DI
PAOLA, DIFESA ABBRACCIA COMUNITÀ COLPITE DA SISMA «A voi, donne e uomini delle
Forze Armate impegnati in questi giorni nell'assistenza a questa gente colpita
ma coraggiosa- scrive Di Paolo-rivolgo l'apprezzamento del governo e mio
personale. Il conforto, materiale e spirituale, che voi offrite a chi sta
soffrendo la perdita dei propri cari, delle proprie cose e delle certezze, è la
migliore risposta possibile che un'istituzione come la nostra può dare in
momento così difficili. Lo spirito che anima l'impegno di quanti con o senza
stellette, stanno operando insieme nelle zone devastate per aiutare le
popolazioni colpite dal sisma - ha aggiunto - ci consente di guardare con
fiducia, nonostante tutto, al futuro».