«Passare dalla fase dell'opposizione alla fase dell'alternativa, questo il nostro obiettivo per il futuro. Perché oggi? Perché oggi abbiamo la forza per farlo, riteniamo di essere in gradi di costruire questa alternativa. Ma da soli non ce la possiamo fare, dobbiamo cercare un' alleanza per costruire un'alternativa, perché se no restiamo a fare opposizione. E io non voglio restare a fare opposizione, perché si può finire a morire di opposizione». È con queste parole che il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, irrompendo nell'ampia sala dell'hotel Mariott dove è in corso il primo congresso nazionale dell'Idv, avvia il suo intervento, aggredendo i temi centrali sul tavolo politico. E spazza subito il campo da ogni equivoco: «Abbiamo bisogno di alleanze, perché da soli non si fa figli» chiarisce, ammonendo gli elettori che «se si dice no a qualche cosa o a qualcuno, bisogna anche dire sì a qualche altro programma o persona». E per quanto riguarda la competizione interna con De Magistris, «ma vi pare possibile che possa essere invidioso di una mia creatura, che un padre possa essere invidioso di un figlio? Non esiste da parte mia la voglia di mettermi in competizione, uno contro l'altro all'interno del partito. Noi siamo una squadra, in cui tutti vanno insieme verso un obiettivo».L'obiettivo è scontato: battere Berlusconi, batterlo «politicamente», perché per quanto riguarda la «sua persona, l'affido alla magistratura». Ma questo è solo il primo passo, perché l'obiettivo politico dell'Idv è sconfiggere la politica della destra, «che ci fa schifo». Ed è per questo che «noi ci saremo anche dopo, ci saremo anche senza Berlusconi». «Io mi assumo questa responsabilità - ha detto Di Pietro - in questa traversata del deserto siamo arrivati a una riva, che è però un punto intermedio. Abbiamo costruito la squadra, ci siamo dati un programma, abbiamo individuato un progetto, abbiamo detto a chiare lettere in quale famiglia politica europea ci riconosciamo: quella dei liberl democratici. Tutto questo significa che ci saremo anche senza Berlusconi, perché è la politica della destra che ci fa schifo. La politica xenofoba, fascista e razzista, perché la nostra concezione della politica è stare dalla parte delle fasce più deboli».Raggiunto l'obiettivo della cacciata di Berlusconi, Di Pietro annuncia che passerà la mano. «Dopo il 2013 mi chiamate come socio onorario. Da qui al 2013 dovete provare a fare da soli. Il mio obiettivo è quello di passare la mano ma solo dopo aver portato la nave in porto, vale a dire dopo aver liberato il Paese da questo governo. Mi auguro - continua Di Pietro - che possa esserci una squadra che nel suo insieme possa camminare da sola». Al termine dell'intervento di Antonio Di Pietro a congresso dell'Idv, il segretario del Pd Pierluigi Bersani è salito sul palco per abbracciare l'ex pm.