giovedì 23 febbraio 2012



NAPOLITANO: STOP EMENDAMENTI FUORI TEMA


Il presidente del Consiglio, sottolineano fonti governative, ha apprezzato molto l'intervento del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che oggi ha inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato invitandoli a 'stoppare' gli emendamenti non attinenti ai decreti. L'intervento viene considerato un aiuto prezioso, proprio perchè il premier vuole in ogni modo raggiungere il risultato: ammodernare il Paese, renderlo più competitivo.Mario Monti questa mattina ha parlato di due cantieri, liberalizzazioni e mercato del lavoro, spiegando, dopo aver sottolineato il senso di responsabilità dimostrato dalle forze politiche, di essere aperto al dialogo in Parlamento ma di volere un accordo 'alto'. Il premier, durante la conferenza stampa con il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, si è soffermato a lungo sulla necessità che prevalga «l'interesse generale» perché «è in gioco il bene del paese». Ma, secondo quanto viene riferito, sul primo fronte il Professore è 'nettò: «si accettano solo miglioramenti» al decreto liberalizzazioni, non altre modifiche che possano peggiorare o stravolgere il testo. Discorso diverso, viene fatto notare, sul mercato del lavoro: sulla riforma il Professore, secondo quanto si apprende, è aperto al dialogo, pronto ad ascoltaresuggerimenti.Sulle liberalizzazioni non c'è alcun arretramento, viene ribadito. Anzi: Monti, viene fatto ancora osservare, tira dritto. Certo, ha più volte spiegato di considerare legittime le richieste delle categorie e di valutare positivamente il lavoro delle forze parlamentari, ma non è intenzionato a cambiare il provvedimento, se il testo dovesse essere peggiorato. «Si accetteranno solo miglioramenti», è la posizione di palazzo Chigi che respinge così qualsiasi 'assalto alla diligenzà. Sulla riforma del mercato del lavoro, invece, il Professore è impegnato a trovare una soluzione condivisa. Per questo in serata Monti ha ricevuto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Ieri Berlusconi ha invitato il premier ad andare avanti, ad avere coraggio. Il presidente del Consiglio sulla riforma del mercato del lavoro ha scelto la strada del confronto ed intende, viene sottolineato, percorrerla fino in fondo.
LA GIORNATA POLITICA- Oggi il Governo Monti ha incassato sul decreto Milleproroghe l'ottava fiducia dall'inizio del suo mandato. Le prime due, quelle programmatiche, le ha ottenute il 17 e il 18 novembre dello scorso anno segnando (con 281 sì al Senato e 556 alla Camera) il record dei consensi mai ottenuti prima da un Esecutivo. Ecco il quadro dei voti di fiducia, compresi i due iniziali, e i relativi risultati:
Senato 17/11/2011 governo 281 sì, 25 no, 1 astenuto.
Camera 18/11/2011 governo 556 sì, 61 no, 0 astenuti.
Camera 16/12/2011 manovra 495 sì, 88 no, 4 astenuti.
Senato 22/12/2011 manovra 257 sì, 41 no, 0 astenuti.
Camera 26/01/2012 Milleproroghe 469 sì, 74 no, 5 astenuti. Camera 09/02/2012 Svuotacarceri 420 sì, 78 no, 35 astenuti. Senato 15/02/2012 Milleproroghe 255 sì, 34 no, 0 astenuti. Camera 23/02/2012 Milleproroghe 477 sì, 75 no, 7 astenuti. Governo battuto su odg del Pd, Governo battuto in aula alla Camera su un ordine del giorno al decreto Milleproroghe, presentato da Antonino Russo del Pd. Il testo, su cui il governo aveva reso parere contrario, è passato con 257 sì, 213 no e sei astenuti. Pd, Lega e Idv hanno votato a favore; contro si sono espressi Pdl, Fli e Udc.Dopo essere stato battuto su un ordine delgiorno presentato dal Pd, il governo è andato sotto alla Camera anche su un ordine del giorno della Lega, sul quale pure aveva espressoparere contrario.L'ordine del giorno impegnava ilgoverno a stilare un elencodegli apparecchi soggetti al pagamento del canone Rai.
                                                                                          p.r.c.d.m.s.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare



mercoledì 22 febbraio 2012


 E' MORTO ENZO SELLERIO EDITORE E FOTOGRAFO

È morto dopo una crisi cardiaca a Palermo l'editore e fotoreporter Enzo Sellerio. Aveva 88 anni. Nel 1969 con la moglie Elvira Giorgianni aveva fondato la casa editrice che nel 1983 si è divisa in due distinte realtà: quella gestita da Sellerio si occupava soprattutto di cataloghi e libri d'arte e fotogtrafici. Le prime esperienze professionali di Sellerio come fotoreporter risalgono al 19 52. Aveva mostrato in numerose opere e mostre anche all' estero il volto autentico della Sicilia del dopoguerra.I suoi scatti nella storia della fotografia. I suoi scatti sono nella storia della fotografia. Una passione che Enzo Sellerio ha coniugato con il 'mestiere' di editore. Porta infatti il suo nome l'azienda che era gestita dall'ex moglie Elvira, morta il 3 agosto 2010. Lui si dedicava parallelamente alla pubblicazione di libri d'arte e di immagini. Sellerio, padre italiano e madre russa, arriva nel giro della fotografia che conta a 36 anni. Un po' tardì come inizio anagrafico. Ma vi entra dalla porta giusta perchè le sue foto vengono pubblicate dalla sofisticata rivista zurighese di tendenza Du. «Il mio nome su quel giornale mi ha aiutato», raccontava. E aggiungeva: «penso che un fotografo che sia realmente tale non può essere che uno scrittore che si esprime per immagini». E ancora: «è il collegamento tra la percezione e la memoria, quello che fa la differenza fra l'essere e il non essere fotografo, fra il guardare e il vedere. Di lui Vincenzo Consolo scrisse: «La fotografia di Sellerio, come ogni vera arte non è naturalistica, ma è allusiva e metaforica». Verso i quarant'anni si trasferisce in America. Ma poi ritorna presto in Sicilia dove, pur avendo girato il mondo, realizza i servizi che lo rendono più celebre e ai quali teneva maggiormente. Documenta ad esempio l'esperienza di Danilo Dolci, racconta attraverso le sue immagini i paesi dell'Etna e naturalmente Palermo. Celebri i suoi scatti. Come quei fotogrammi che ritraggono alcuni ragazzini del quartiere della Kalsa che giocano a formare un plotone di esecuzione fucilando per finta un loro coetaneo. O il vecchio curvo che porta il suo asinello a vedere la portaerei americana. O ancora gli emigranti in partenza dalla stazione ferroviaria. O il riposo del giovanissimo suonatore di tromba seduto su un gradino. Sellerio era anche critico nei confronti della città e delle brutture che a volte racchiudeva. «Palermo è senza scheletro. - aveva detto in un'intervista - Come faccia a camminare non lo so. In questo senso è un luogo miracolato. Se tornassi a fotografare, per divertimento farei un servizio sulla maledizione dei Normanni. Guardi che cosa hanno combinato. A Monreale con due statue di bronzo alte quattro metri hanno rovinato il portico del duomo. La sala Duca di Montalto a Palazzo dei Normanni (attuale sede del parlamento siciliano) è un luogo che per come è stato restaurato sarà molto apprezzato dagli ortopedici perchè lì cadere è molto facile».  Alla fotografia si dedica quando già era assistente all'università. Un incarico che tiene per poco tempo. Una perdita per l'Ateneo. Un acquisto per l'arte fotografica.
                                                                                                             p.r.c.d.m.s.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare



martedì 21 febbraio 2012

SUPERMOTO/GRAN PREMIO D’ITALIA A OTTABIANO CON LA PROVA DI APERTURA DEL MONDIALE 2012

di Sergio Conti

OTTOBIANO- Sarà il Circuito Internazionale South Milano di Ottobiano, nel Pavese, ad ospitare il 15 Aprile il GP d’ Italia e ad aprire così le ostilità del mondiale Supermoto. Per l’ occasione il circuito si presenterà con un tracciato inedito e tutta la struttura sarà allestita per le grandi occasioni: nuove aree Vip, nuovi spazi per il pubblico e per ospitare la nuova pit lane. L’apertura del mondiale sarà particolarmente interessante poiché sono molte e attese le novità di questo campionato: squadre rinnovate, nuovi accasamenti e nuovi nomi che arriveranno da tutta Europa per cercare di strappare lo scettro ai “senatori” della disciplina. Ricordiamo che l’occasione permetterà anche l’esordio del Campionato Europeo S2 con molti ingressi nuovi, e inoltre a contorno una prova del Trofeo HM Honda con i concorrenti che potranno assaporare l’atmosfera dei grandi eventi. L’ambizioso traguardo premia l’impegno dell’organizzazione pavese che per ben due volte, nel 2004 con la vittoria di Thierry Van den Bosch (KTM) in S1 e Fréderic Bolley (Aprilia) in S2, e nel 2009 con la vittoria di Ivan Lazzarini (HM Honda) S1, è riuscita a portare al South Milano una prova iridata, gran premi che avevano trovato un diffuso riscontro da parte dei molti appassionati, ma anche per la qualità tecnica e l’ottimo allestimento.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare



lunedì 20 febbraio 2012

CAMPIONATO ITALIANO TRIAL INDOR/ GATTAROLA DOMINA LA SECONDA GARA DI PONTE DI LEGNO


di Sergio Conti

PONTE DI LEGNO- Gara doveva essere e gara è stata: intensa, sentita e combattuta in onore di chi non c’era più, ma solo fisicamente, perché certo dentro ai piloti presenti lui c’era eccome. I partecipanti della seconda prova del Citi Indoor, hanno onorato il ricordo di Diego Bosis con il loro massimo impegno, come Diego avrebbe voluto che fosse.Alla fine nessuno è salito sul podio, riservato a Diego: vincitori e protagonisti di questa gara erano tutti lì a salutarlo e con loro il tutto il Trial,sport di cui è stato per anti anni protagonista, campione vero di sport e di sportività. Ma la vita continua e lo sport ha decretato vincitore di questo evento Matteo Grattarola(GasGas). Il suo nome è emerso dopo una finalissima piena di phatos, con continui colpi di scena in ogni zona, da parte dei quattro protagonisti: Grattarola, Dani Oliveras (Ossa), Fabio Lenzi (Beta) ed Andrea Vaccaretti (Beta). Ma andiamo con ordine, partendo dalle qualifiche mattutine. Quattordici piloti presenti al via alle 11 con un Oliveras che chiude a zero;Francesco Iolitta (Montesa) è il migliore degli italiani e si limita ad un errore. Lo segue Michele Orizio (Scorpa) che si limita a due penalità. “Gratta” come al solito non va forte nelle qualifiche e paga un cinque alla zona tre, come anche Lenzi che lo paga alla due. Per la gara finale si qualificano anche Andrea Vaccaretti (Beta), Filippo Locca (Beta), Samuele Zuccali (Beta) e Matteo Poli (Ossa) che si infortuna leggermente alla zona tre. Giacomo Saleri (Beta) oggi proprio non c’è, e finisce in fondo alla lista, lasciando al decimo e ultimo posto Daniele Maurino (Ossa). Fuori dalla gara, ma in netta crescita Gabriele Giarba (Beta) e Francesco Cabrini (Beta), mentre anche Luca Cotone (Gas Gas) non passa questa fase pomeridiana.Alle 16,30 prende il via la prima manche ed ad aprirla è un irriconoscibile Maurino, che fa male quanto un altrettanto deludente Saleri. Poli risente del danno alla mano patito nelle qualifiche ed è in fondo alla classifica preceduto da un buon duo composto da Zuccali e Iolitta. Ottimi questa volta Locca e Orizio che non entrano in finale per un soffio, causa di un cinque alla zona 5, molto tosta, e per qualche errore al parallelo. Vanno invece alla finale: Vaccaretti, che trova nell’indoor il suo terreno preferito,Lenzi ed Oliveras che sono appaiati con un solo punto e poi il Gratta, che fa uno show per il numeroso pubblico presente “girando” pulito a zero. Finalissima al cardiopalma, visto che Oliveras al parallelo sbaglia e esce dal percorso, pagando un cinque molto pesante. Gratta “sporca” il cartellino con un due, uguagliato da Vaccaretti, ma per Lenzi il punto è uno solo.Finiti i paralleli si va alle zone, che vengono percorse in senso contrario.In questa occasione è Oliveras che fa i numeri nel tentativo di recuperare e fa veramente miracoli essendo l’unico a passare alla zona numero 2, dove è capace di fare solo due piedi, dove tutti fanno cinque.Un Grattarola molto attento e regolare però non gli perdona l’errore inizialeandando a vincere anche la seconda gara anche se con soltanto un punto di vantaggio.In questa fase è Lenzi che non riesce a mantenere il contatto con i migliori e consolida solo il suo terzo posto, lasciando distanziato un Vaccaretti autore di ben tre fiaschi su cinque zone.Dopo unafinalissima avvincente, la tensione si stempera e alla premiazione, quando tutti sono sul podio con l’immagine di Bosis che li sovrasta, parte il coro «ciao Campione».

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

domenica 19 febbraio 2012

BERLINALE,VINCONO I TAVIANI ORSO D'ORO A  ITALIANI  DOPO 21 ANNI

Vittorio e Paolo Taviani, 163 anni in due, si rimpallano come ragazzi al Berlinale Palast l'Orso d'oro che hanno appena vinto alla 62/ma edizione del Festival di Berlino con 'Cesare deve morire' ma il pensiero di entrambi va solo ai carcerati, i veri eroi di questo film. Ma a vincere stasera a Berlino è anche l'Italia del G8 raccontata da Daniele Vicari in 'Diaz. Non pulire questo sangue' che ottiene il premio del pubblico nella sezione Panorama. «Spero che qualcuno tornando a casa dopo aver visto 'Cesare deve morire' pensi che anche un detenuto, su cui sovrasta una terribile pena, è e resta e un uomo. E questo grazie alle parole sublimi di Shakespeare». IL TRAILER DEL FILM.Questa una delle frasi più toccanti di Vittorio Taviani stasera ricevendo quel premio che l'Italia non aveva dal 1991 quando vinse Marco Ferreri per 'La casa del sorriso'. Il film, ambientato nel carcere di Rebibbia, nella sezione 'Fine pena mai', racconta appunto la tragedia di Shakespeare con le voci dei carcerati, ognuno nel proprio dialetto. Anche dal fratello Paolo, arriva, subito dopo, l'omaggio ai carcerati: «Voglio fare alcuni dei loro nomi: a loro infatti va il nostro pensiero, mentre noi siamo qui tra le luci sono nella solitudine delle loro celle. E quindi dico grazie a Cosimo, Salvatore, Giovanni, Antonio, Francesco e Fabione». 'Cesare deve morire' - prodotto da Kaos in collaborazione con Rai Cinema e distribuito dalla Sacher dal 2 marzo - va detto che è subito conquistato la stampa estera a Berlino. E il fascino di questo film in bianco e nero e, solo alla fine, a colori ha colpito anche per quanto riguarda le vendite al mercato.Il film è già stato acquistato da Francia, Spagna, Brasile, Danimarca, Iran e Taiwan e sono state avviate trattativeperla commercializzazione del titolo anche in Giappone e negli Stati Uniti. Infine, i fratelli Taviani - dicono all'Ansa - la loro ferma volontà di far vedere 'Cesare deve morirè (che ha ricevuto anche il premio Ecumenico Ocic) quanto prima ai carcerati: «andremo al più presto a Rebibbia a far vedere ai nostro amici carcerati il film anche se non nascondiamo che sarà dura per loro. Perchè, oltre a vedersi recitare, dovranno anche assistere, nei titoli di coda, all'elenco della pena e dei loro reati». Vera soddisfazione, infine, per la vittoria dei Taviani, arriva da parte Raicinema, dai vertici Rai presidente e direttore generale e dall'Anica.Il film italiano 'Diaz, Non pulire questo sangue' di Daniele Vicari è invece uno dei tre film (insieme a 'Paradà di Srdjan Dragojevic e al brasiliano 'Xingù di Cao Hamburger) della sezione Panorama che ha vinto il premio del pubblico. Il film che racconta i fatti della scuola Diaz durante il G8 di Genova ‚ una coproduzione Italia- Francia- Romania. «Dedico questo premio al cinema italiano a cui sta tornando finalmente la forza di raccontare cosa davvero accade in questo paese» dice il regista. E ancora Vicari su questo film prodotto dalla Fandango: «quando ho visto proprio qui a Berlino il film per la prima volta insieme a 1800 persone paganti, tra cui molti buyer, ero davvero emozionato. La reazione che c'è stata, a fine proiezione, mi stava facendo venire un infarto per quanto era sentita. Mi sono ritrovato in quell' occasione anche ad accogliere i pareri di un pubblico che veniva da ogni parte del mondo - ha continuato il regista di Velocit… massima -. Me ne hanno colpito uno: quello di una ragazza tedesca che era dentro la Diaz nel 2001 che mi ha detto 'ho rivissuto l'incubo fino in fondo, ora finalmente qualcuno mi credera».
                                                                                                              p.r.c.d.m.s.

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

sabato 18 febbraio 2012

BERSANI: «ALLE ELEZIONI SORPRESE ANTIPOLITICHE»
Per le elezioni 2013 le maggiori novità non verranno dal centro,ma dai movimenti di «disaffezione della politica» anche perché dalle ceneri del berlusconismo ancora non è nato un centrodestra simile a quelli esistenti in Europa.È il pensiero del leader del Pd,Pierluigi Bersani, intervistato da Lucia Annunziata nel corso di un convegno organizzato dalle donne del Pd a Napoli."Noi compatteremo Centrosinistra"A vincere,dunque,per Bersani,sarà ancora il bipolarismo.«Mentre noi,alla fine,riusciremo a compattare un centrosinistra di governo che possa rivolgersi alle forze moderate di centro, vedo poco probabile un'evoluzione europea e popolare del centrodestra e-ha detto il segretario democratico-considero poco probabile un giro di boa della destra dalle ceneri del berlusconismo»."Novità dalla disaffezione della politica"«Vedo - ha aggiunto Bersani - che nel centrodestra sono in corso molte ipotesi. Se il tempo sarà buono potranno esserci delle novità, ma se il tempo sarà brutto e ci sarà ancora la crisi credo che l'assetto bipolare si confermerà e novità potranno arrivare non dal centro, ma da espressioni di disaffezione della politica». Per il segretario del Pd è improbabile che il centrodestra «diventi una forza europea perché in Italia ci sono pulsioni di populismo che non credo si possano risanare così velocemente». "Riforma del lavoro, senza accordo a decidere sara' il parlamento "In tema di lavoro il Pd valuterà le risposte che verranno dal Tavolo tra Governo e parti sociali per poi discuterne in Parlamento qualora non vi fosse un accordo condiviso. Dice ancora Bersani. «Se c'è un accordo condiviso tra il Governo e le parti sociali per noi va bene - ha esplicitato il segretario del Partito democratico-. Se manca l'accordo vedremo nel merito il problema alla luce delle nostre proposte e lo valuteremo in Parlamento» . «Non possiamo permetterci il lusso di un mancato accordo perché - ha concluso - l'Italia si salva tutti insieme». "Da Monti novita' straordinarie ma serve maggiore solidarieta'"Il governo Monti ha portato in Italia una serie di «novità straordinarie» anche se occorrerebbe una maggiore «solidarietà» dice il leader democratico. «Il Governo ha portato novità straordinarie su alcuni temi, dal linguaggio alla competenza, alla postura e stile. Ma gli manca una maggioranza politica coesa, non il fatto che non ci siano dei politici». Bersani, però, ha aggiunto: «Vorrei che il Governo ci mettesse un po' più di solidarietà e guardasse un po' più negli occhi la gente. Dovrebbe essere un po' più sensibile sul tema sociale, ma questo lo dà la politica ed è per questo -ha concluso -che la politica è ineliminabile». Bersani: non salti l'art.18 partire dalla precarietà. Quanto ai mercati finanziari che 'pretendono' lo stop all'articolo 18 nel nostro Paese, Bersani è netto: «Abbiamo visto ad altezza degli occhi questi famosi mercati e sappiamo anche come stanno le cose. Io non ho mai trovato un imprendiotre o un investitore che mi dicesse mi fermo o non mi fermo perche c'è l'art. 18». Capisco però, aggiunge, «che possono partire dei palloni ideologici che non vanno sottovalutati» perchè «diventano più duri del cemento armato nella simbologia dei mercati». Mercati a cui non interessa «la sostanza dell'art 18, ma la piega che prende il goervno». Si chiedono «ma questo goevrno è pronto a fare dei frontali oppure no?». Berlusconi insiste sull' articolo 18 «Se ne deve poter discutere. L'articolo 18 non può essere un tabù». Lo afferma Silvio Berlusconi in un'intervista all'agenzia di stampa spagnola Efe. «A suo tempo noi proponemmo di modificarlo almeno per i nuovi assunti, ma la reazione, soprattutto dei sindacati, fu furibonda - continua l'ex premier - Alla fine quest'idea è tornata. Produttività, crescita e occupazione, così come la fiducia dei mercati e degli investitori internazionali, dipendono in gran parte dalla riforma del nostro sistema di relazioni lavorative»."Se Monti affronta il tema avra' il nostro sostegno..." «Il professor Monti - aggiunge Berlusconi - si trova nella posizione ideale per realizzare le riforme che il mio esecutivo aveva avviato senza poterle portare a termine, anche per la riluttanza dei partner della nostra coalizione. Spero che riesca a rendere più flessibile il mercato del lavoro e a realizzare una effettiva libertà di concorrenza per restituire competitività all'Italia. E potrà contare per le riforme sulla leale collaborazione del Popolo della Libertà e mia personale».
                                                                                                              r.s.d.m.c.p.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

venerdì 17 febbraio 2012

ACCORDI A EUTELIA E FINCANTIERI SALVI I POSTI DI LAVORO

A In tempi di crisi economica, quando le cronache sindacali sembrano bollettini di guerra fatti da licenziamenti e chiusure, qualsiasi accordo sindacale che riesca a salvare il posto di lavoro a tutti i dipendenti viene salutato con particolare soddisfazione. Dal tracollo alla cessione.Ma se la vertenza in questione è quella dell’azienda aretina Eutelia, «sopravvissuta ai gironi danteschi» della gestione truffaldina dei Landi - finita all’ attenzione della magistratura penale e conclusasi con l’amministrazione straordinaria diquello che era ilquinto operatore nazionale di telecomunicazioni - allora l’intesa raggiunta ieri dai sindacati di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom con la nuova proprietà Cloud Italia ha quasi del miracoloso. Solo la scorsa settimana i 360 dipendenti scioperavano e manifestavano contro le iniziali proposte degli acquirenti per il riassorbimento di solo 230 lavoratori, mentre la riassunzione dei restanti veniva condizionata all’andamento economico dell’azienda.Oggi e domani, invece, saranno chiamati ad approvare un accordo sindacale che prevede l’assunzione immediata di 240 lavoratori delle sedi di Milano, Arezzo, Roma e Napoli, mentre i restanti 120 verranno reintegrati a scaglioni in azienda entro luglio 2014. Per costoro, nel frattempo, saranno attivati cassa integrazione e corsi di formazione professionale. «Con grande soddisfazione siamo riusciti a garantire il perimetro occupazionale dell’azienda e a togliere qualsiasi margine di aleatorietà agli impegni degli acquirenti» spiega Riccardo Saccone della Slc. «Considerando che l’attività della società si concentrerà sulla tecnologia cloud per la piccola e media impresa, oggi in espansione, e che l’azienda ha resistito in questi anni a vicissitudini terribili, siamo ottimisti sulle sue possibilità di rinascita». Nuove commesse e progetti.Altrettanto complessa e sofferta l’altra vertenza industriale che, dopo mesi di scioperi e proteste, ieri ha trovato finalmente una soluzione: quella della Fincantieri di Sestri Ponente. Ancora pochi giorni fa nulla si sapeva del suo destino dopo il mese di marzo, quando sarà conclusa la nave attualmente in produzione. Adesso, invece, sono arrivate una nuova commessa per la costruzione di una chiatta e un’intesa sindacale - raggiunta dopo una maratona di trattative, dodici ore senza soluzione di continuità, ed approvata ieri all’unanimità dai lavoratori riuniti in assemblea - a rischiarare il futuro dei dipendenti del cantiere. Dei 750 addetti complessivi dello stabilimento ligure, per 330 è prevista l’uscita temporanea dal lavoro. Ma se Fincantieri aveva inizialmente indicato come «eccedenze strutturali» gli operai, puntando quindi a procedure di mobilità, i sindacati hanno chiesto ed ottenuto che per loro si profili un periodo di cassa integrazione. Gli esuberi verranno gestiti in modi diversi ma «mai traumatici per i lavoratori»: cassa integrazione straordinaria, prepensionamenti incentivati, ma anche mobilità incentivata e trasferimenti volontari in altri cantieri. La forza lavoro che rimarrà in cantiere sarà destinata alla gestione dell’attività ordinaria, alla nuova commessa e ai nuovi progetti che sono però legati alla realizzazione del “ribaltamento a mare” del cantiere attuale, per cui si profilano attività di costruzione, ma anche di meccanica industriale.                                                                                       
                                                                                                                   r.d.c.p.m.s.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

giovedì 16 febbraio 2012

LA CHIESA PAGHERÀ L’ICI SULLE ATTIVITÀ COMMERCIALI

Il tema, lo si ricorderà, ha rappresentato uno dei primi scogli del governo Monti, accusato di aver fatto un’ ingombrante eccezione alla sua politica di «sacrifici per tutti». Ed ora il premier, a settimane di distanza, è tornato sul delicato argomento dell’ esenzione della Chiesa dal pagamento dell’Ici annunciando un’iniziativa di legge che si propone di fare chiarezza e mettere il punto alle polemiche. In contemporanea con la visita di ieri a Strasburgo del presidente del Consiglio, da Palazzo Chigi è partita una lettera al vicepresidente della Commissione europea, Joaquin Almunia. Oggetto, l’intenzione di presentare al Parlamento un emendamento che chiarisca ulteriormente e in modo definitivo la questione delle esenzioni Ici. Il fatto che il premier abbia manifestato i suoi propositi nel contesto europeo non è assolutamente casuale. Infatti, nel 2010 l’Unione Europea aveva aperto una procedura di infrazione contro l’Italia ritenendo che le esenzioni dal pagamento dell’Ici concesse alle istituzioni ecclesiastiche rappresentino un indebito aiuto di Stato, quindi sostanzialmente delle pratiche contrarie alla concorrenza. Criteri cardine -Per quanto attiene i contenuti dell’annunciato emendamento, si baserà su alcuni criteri cardine. Innanzitutto l’esenzione dal pagamento farà riferimento agli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale. Gli altri principi a cui si ispirerà il provvedimento del governo riguardano «l’abrogazione di norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente, e l’esenzione limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale». Inoltre, sarà contemperata «l’introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose, stabilite dal ministro dell’Economia, circa l’individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all’interno di uno stesso immobile». Sulla base di questi impegni, Monti ha auspicato la chiusura della procedura aperta dalla Commissione Ue nell’ottobre 2010. «Attendiamo di conoscere l’esatta formulazione del testo così da poter esprimere un giudizio circostanziato»: è il commento a caldo rilasciato dal portavoce della Cei, monsignor Domenico Pompili, che ha ricordato come il presidente dei vescovi, cardinal Bagnasco, ha dichiarato più volte che «ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti in tema di pagamento dell’Ici sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità. Ci auguriamo - ha concluso il portavoce della Cei - che si tenga conto della ragione di fondo dell’esenzione, ovvero il valore sociale dell’attività svolta dal vasto mondo del no profit». Sì al milleproroghe- Intanto, mentre il premier "giocava" a tutto campo in quel di Strasburgo, in Parlamento si sono registrati importanti passi in avanti sul decreto relativo alle liberalizzazioni. Progressi concretizzatisi dopo i primi incontri dei due relatori al decreto, Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (Pdl). In particolare, le intese riguardano banche e assicurazioni. Un emendamento " di sintesi" dovrebbe prevedere non solo che le banche siano obbligate a proporre almeno due polizze vita diverse al cliente che sottoscrive un mutuo, ma anche che quest’ultimo possa cercarsi da solo una polizza e sottoscrivere quest’ultima. Inoltre il beneficiario della polizza non potrà essere l’istituto bancario, come ha chiesto l’Isvap. Per quanto riguarda le assicurazioni, ci si sta indirizzando verso la possibilità degli agenti di essere plurimandatari, cioè di rappresentare più compagnie. Sempre ieri, dopo gli ultimi ritocchi in aula, il Senato ha dato il via libera con la fiducia (255 sì, 34 no) al cosiddetto "milleproroghe". Ma non è finita qui perché il provvedimento, una volta modificato, viaggia verso la terza lettura a Montecitorio. Nel decreto non riescono però a entrare le modifiche a favore degli "esodati", ovvero quei lavoratori particolarmente penalizzati dalla riforma delle pensioni. Tanto che il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha dichiarato che l’argomento sarà trattato in un altro provvedimento dell’esecutivo.
                                                                                                              r.d.c.p.m.s.

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

mercoledì 15 febbraio 2012

SERGIO CHIAMPARINO :«UN PAESE DEVE INVESTIRE SU SE STESSO»


A I soldi non sono tutto. Non è una frase facile da dire di questi tempi. Però Sergio Chiamparino, che era il sindaco di Torino quando la città fu sede dei Giochi olimpici invernali del 2006, la dice. «Le Olimpiadi costano, ma un Paese deve avere il coraggio di investire su se stesso, sulle proprie capacità, su un futuro migliore. Ne ricaverà un guadagno di fiducia che è impagabile». Monti voleva pagare tutto, e subito «Lui i conti li fa meglio di me, non lo discuto. Ma credo che ci fossero altre valutazioni da fare». Non sono giorni di suggestioni, ma di lacrime e sangue. «Un sistema-Paese può provarci, specie adesso che sta ritrovandola fiducia delle istituzioni internazionali. Potevamo concorrere, e se ci avessero dato queste Olimpiadi il riconoscimento sarebbe stato così evidente, clamoroso che si sarebbe trasmesso anche ai cittadini». Cosa successe a Torino? «Per una città - qualsiasi, normale o grandissima - le Olimpiadi sono un investimento significativo. E così anche per lo Stato che le ospita e per iprivati che vi partecipano, come sponsor. A noi costarono 3 miliardi di euro. Un terzo lo coprì lo Stato, creando un’agenzia apposita. Un miliardo e mezzo arrivò dai privati e il resto dal Comune, che si accollò anche la spalmatura dei costi organizzativi del Toroc (fondazione costituita dalla città di Torino e dal Coni): si appoggiò agli enti locali per chiudere in pareggio». Debiti, dunque. «Decidemmo per la prima volta nella storia dei Giochi di consegnare gran parte delle medaglie agli atleti vincitori in una piazza, nel centro città, invece che consumarela cerimonia sui campi di gara.La costruimmo, non fu gratis. E ogni sera un concerto accompagnava lo spettacolo». Altre spese? «Cercammo di far coincidere l’avvio dell’Olimpiade con una nuova qualità urbana: parcheggi sotterranei, aree pedonali. Tutto questo fece il costo finale di 3 miliardi di euro». Cosa trasforma un costo in un investimento? «Un dato: da allora, dal 2006, c’è stato un aumento del 25% dei flussi turistici. E si è stabilizzato, con punte intorno al 30%. Nelle ultime vacanze natalizie Torino è stata la seconda città italiana dopo Roma, stando alle prenotazioni. Quella nuova qualità urbana di cui parlavo è stata apprezzata, la città ha saputo dare valore all’immensa pubblicità che restituisce un’ Olimpiade». A Roma non mancano certo i turisti. E i numeri cambiano: i Giochi estivi coinvolgono 12mila atleti di duecento Nazioni. Quelli invernali riguardano 2mila atleti di ottanta Stati, o poco più. «Certo, Roma non ha bisogno di pubblicità. È già conosciuta in tutto il mondo. E i problemi da affrontare sarebbero stati enormi, come è enorme la dimensione di questa città. E i costi - ripeto - ci sarebbero stati, guai a fingere il contrario. Negare è un atteggiamento perdente. Anche se le Olimpiadi permettono molte nuove entrate, non avrebbero ripagato tutti i costi. Ma il “centro” della scelta era un altro». L’ambizione di saperle fare. «E la fiducia: a Torino fu quello il lascito più importante. Una città che temeva di non essere più in grado di sentirsi importante ha ritrovato in quei giorni l’orgoglio di farcela. Questo non ha prezzo, ripaga, negli anni e con gli interessi, tutti i debiti».Un po’ di argomenti dei contrari ai Giochi: che fare dei costosi impianti sportivi che vengono costruiti.Per i mondiali di nuoto del 2009, Calatrava vinse il progetto per il nuovo stadio del nuoto. È meraviglioso, ma i mondiali sono finiti da tre anni e lo stadio non è ancora pronto... «Rispondo per esperienza: tutte le strutture sono state riutilizzate, a parte le piste da bob e il trampolino, opere per un uso troppo specifico. In città tutto è stato poi destinato all’edilizia sociale e universitaria». Si tende a cercare paragoni e ognuno sfodera il suo, pescando nella soria:Barcellona grazie ai Giochi è rinata,Atene è sprofondata. «Appunto: non c’è una regola, un risultato scritto in anticipo. E si possono fare molte Olimpiadi. Potevamo raccogliere una sfida diversa, per certi versi più affascinante: organizzare dei Giochi più sobri».Quanto può aver inciso il retaggio del passato? Il disastroso esempio di Italia ’90, per cui ancora oggi paghiamo un rateo annuale di debito intorno ai 50 milioni? E i mondiali di nuoto del 2009, nei quali s’intrufolò la “cricca” e in troppi guadagnarono, a spese dello Stato? «Non c’è un destino cinico e baro per cui in Italia le cose si devono per forza essere fatte male. Sempre. In eterno. Anzi, anche per questo Roma 2020 poteva essere una buona occasione per mostrarsi diversi, migliori, magari nelle mani di una classe dirigente capace e onesta».
                                                                                                                r.d.c.p.m.s.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare