domenica 11 dicembre 2011

PD: «SU TAGLIO A STIPENDI PARLAMENTARI CREATO POLVERONE»

«Non difendo la casta, ma la politica e penso che chi sta orchestrando questa campagna contro i parlamentari, abbia in mente di farne a meno, di riservarla ai ricchi di famiglia, di indicare uomini della provvidenza. Un deputato italiano ha un’ indennità netta di circa 5000 euro, tanti rispetto a chi con la nuova manovra potrebbe non vedersi indicizzata la pensione di 1000 euro e per questo siamo disponibili a fare da subito la nostra parte. Il Pd è pronto a impegnare il Parlamento a provvedere in questa direzione immediatamente e autonomamente. Ma ieri non c'è stato alcun rinvio, perchè non c'era nulla da rinviare, né esiste nella manovra presentata dal governo Monti una norma che taglia il nostro stipendio». Lo afferma Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd. «Inviterei i giornalisti che scrivono sui giornali o che ne parlano alle radio o in tv o sul web - aggiunge Ventura - a leggere le carte. Scoprirebbero che c'era, c'è, una norma che dice che se la commissione Giovannini, chiamata ad adeguare le nostre indennità alla media europea, non concluderà presto il suo lavoro ci sarebbe stato un decreto che avrebbe provveduto al’ equiparazione». «Non si può fare e il governo l’ ha riconosciuto, perchè con un decreto non si può rinviare a un decreto successivo. Lo dice la Costituzione. Questo e soltanto questo è successo ieri. Ma il polverone è stato sollevato. Forse ad arte? - conclude Ventura - E di certo, come a qualcuno conviene, ha coperto i veri temi in questione: pensioni e Ici/Imu». Sull’argomento interviene con una provocazione anche Francesco Giro, Pdl, ex sottosegretario ai Beni culturali: «Dopo aver letto i giornali di oggi e i soliti commenti dei gazzettieri dell'antipolitica suggerirei di tagliare ai parlamentari, oltre agli stipendi, anche la testa». «Ormai - dice il deputato - demonizzare chi fa il deputato o il senatore è uno sport nazionale a scapito della verità dei fatti. Tagliateci la testa. Fate prima».
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

sabato 10 dicembre 2011

CENTO GIORNALI A RISCHIO, APPELLO «MONTI, LA MANOVRA LI UCCIDE»

 

A I direttori de l'Unità, il Manifesto, Liberazione, Europa, Avvenire, Secolo d'Italia, Il Riformista e il presidente della Fisc (i settimanali diocesani) con una lettera collettiva che esce domani, sabato 10, sulle prime pagine delle rispettive testate fanno appello a Mario Monti: la manovra così com'è ucciderà un centinaio di giornali. «Signor Presidente, come lei certamente sa la manovra che il suo governo ha predisposto rischia di assestare un colpo mortale a un centinaio di giornali che attualmente usufruiscono dei contributi diretti all'editoria», inizia così il testo. Questi giornali sono «impegnati in una corsa contro il tempo perché venga scongiurata la crisi occupazionale che una eventuale conferma dei tagli innescherebbe, con un aggravio dei conti pubblici superiore ai presunti risparmi ottenuti con quella voce della manovra». «Gli otto direttori e il presidente della stampa settimanale cattolica (oltre un milione di lettori e un radicamento importante sui territori) - spiega una nota - chiedono da tempo la riforma strutturale del settore che anche il nuovo governo ha annunciato ma, avvertono, se i tempi di questo auspicabile intervento di riordino dovessero risultare lunghi, e si procedesse nel frattempo con i tagli di risorse previsti, la riforma arriverebbe a situazione ormai compromessa, quando i giornali in questione avranno gioco forza cessato di esistere».

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

giovedì 8 dicembre 2011

DELRIO: «ICI PER LA CHIESA? CENSIRE GLI SPAZI COMMERCIALI»

A Se si vuole polemizzare è un conto, se si vuole discutere per risolvere i problemi un altro». Il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio liquida con poche parole gli scenari da battaglia tra «clericali convinti e laici furiosi», che «non rendono un buon servizio a nessuno», e da presidente dell’Anci lancia la sua proposta per «eliminare ogni ambiguità» sugli obblighi di pagamento - ma pure sulle esenzioni - in tema di Ici, o meglio di Imu, per la Chiesa. Insomma, niente tabù ma neanche atteggiamenti punitivi. Lo ha detto anche Vendola... «Non credo che la Chiesa chieda o pretenda privilegi, ma solo di poter esercitare le sue attività. Fatto salvo il rispetto per la libertà di culto, il tema dell’Ici per gli immobili di proprietà ecclesiastica deve essere inquadrato secondo un principio semplice: laddove è chiaro il carattere commerciale delle attività svolte in un immobile, per quei locali l’Ici va pagata. Se di fianco a un santuario c’è un bar, non credo che questo sia funzionale al culto. In questi casi il tema si pone meno». Dov’è allora, il nodo? «Già oggi per le attività commerciali la Chiesa ha l’obbligo di pagare. La vicenda è molto più complessa di come viene disegnata. Non si tratta della volontà o meno di far versare l’Ici alla Chiesa. Il punto sono quei casi che il decreto Bersani, varato sotto il governo Prodi, ha definito di carattere ‘parzialmente’ commerciale e che godono dell’esenzione. Se il proprietario ritiene ‘parzialmente’ commerciale l’uso che fa di un immobile, non ha l’obbligo di presentare la dichiarazione ai fini dell’Ici». Ad esempio? Quali attività ricadono in questo spazio grigio? «Può essere il caso di uno spazio di accoglienza alberghiera gestito da un ordine religioso, magari legato a un luogo di culto: si può dire che è parzialmente commerciale o no?». Se fa concorrenza alle strutture ricettive private, non è commerciale? «Gli enti religiosi pensano di no. E non dichiarano ai fini Ici, ritenendolo ‘parzialmente’ commerciale. Il codice civile, però, non prevede l’esistenza di un’attività mista, commerciale e non commerciale. Quindi, in caso di contenzioso, tutto viene rinviato al giudice». Come intervenire, allora? «Innanzitutto occorrefare un censimentodegli immobili ecclesiastici. C’è chi dice che valgano più di un miliardo, in termini di gettito Ici. Bisogna averne un quadro preciso. E poi, con tutto il rispetto per il mio segretario, si potrebbe superare l’interpretazione di Bersani su quel ‘parzialmente’ commerciale». Quindi? «Una volta che si disporrà di un’anagrafe degli immobili, quelli destinati al culto ovviamente continueranno ad essere esentati e quelli commerciali - come è già stabilito - a dover pagare. Per i locali su cui esista un dubbio, credo sia giusto che sia il Comune di appartenenza a giudicare se vada versata l’imposta o meno, sulla base delle attività che si svolgono lì dentro». Un gruppo di 20 deputati del Pd proprio ieri ha chiesto con una mozione che la Chiesa paghi e che venga determinato al più presto il gettito che dovrebbe derivare dal patrimonio immobiliare ecclesiastico... «Certo, è fondamentale una ricognizione precisa. Ma come dicevo, la questione è complessa e il punto è che vanno eliminate ambiguità interpretative dalla legge. E dove va chiarito che tipo di uso si fa di un immobile, intervengano i Comuni». E questo garantirà davvero che la Chiesa paghi l’Imu anche per quegli immobili che finora usufruivano delle esenzioni grazie a quel “parzialmente commerciale”? «Credo proprio di sì. E se l’applicazione dell’Ici sarà affidata ai Comuni, come è sempre stato, sarà difficile che venga tassata una mensa della Caritas o i locali dove si fa il catechismo. Una volta eliminati i potenziali contenziosi, si rende giustizia alla Chiesa e ai cittadini».

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

mercoledì 7 dicembre 2011

DE GIROLAMO: «ALFANO PREMIER CON L'UDC E LA CHIESA PAGHI L'ICI»
“La casa dei moderati siamo noi e non si può pensare di farla con altri leader, non vedo perché dovremmo sostituire Berlusconi e Alfano con altri”. Dal XX congresso del Partito Popolare europeo a Marsiglia arrivano ipotesi di alleanza future e nuovi scenari per il Pdl. L'ex ministro Franco Frattini lancia un appello all'Udc per riunire i popolari in Italia, Rocco Buttiglione risponde che si può fare ma “intorno a Casini e non a Berlusconi”. E Nunzia De Girolamo deputata Pdl e delegata al Congresso replica: “Non ci possono essere altri leader al di fuori del Pdl”. Da parte sua nessuna apertura a Udc e Terzo Polo? “La casa dei moderati è il Pdl, quando l'abbiamo fondato pensavamo proprio a questa casa. Prima con Berlusconi, poi con Alfano. Ora non possono chiedere un passo indietro anche a lui, non capisco questo accanimento contro Alfano. E non vedo perché dovremmo sostituire il leader”. Ma è stato Frattini, ex ministro del suo partito, a tendere la mano. E con lui sono molti pidiellini a guardare al centro... “Si tratta di posizioni individuali che non commento. Per me vale lo spirito di partito e mi attengo a quanto dice e sceglie di fare il segretario”. Che ne dice Alfano dell'Ici sui beni di proprietà del Vaticano? Lei ha chiesto espressamente che la Chiesa paghi come tutti. “Spero di confrontarmi presto con lui su questo tema. Sono curiosa di sapere esattamente cosa ne pensa. Secondo me la Chiesa dovrebbe dare buon esempio in questa situazione di emergenza e pagare l'imposta sugli immobili che producono reddito. D'altra parte c'è anche una sentenza della Cassazione che lo dice. E c'è stata anche un'apertura del Cardinal Bertone a ragionare sulla questione. Credo sia un'apertura importante”. Eppure Rotondi e Lupi ribadiscono che il Pdl è per le esenzioni a favore della Chiesa. Senza se e senza ma. Troverete un accordo?“Si è avviata una discussione nel partito, sono tanti che la pensano come me in questo momento. E lo dico da cattolica. Vedremo”. Un'altra discussione aperta è quella sui vitalizi, probabilmente mercoledì 14 ci sarà il via libera alla riforma. Che ne pensa? “Per quel che mi riguarda sono orgogliosa di questa riforma, ma non è giusto che paghino solo i giovani, che si faccia demagogia solo sulle nostre spalle, sulla nuova generazione. Perché non estendere il sistema contributivo a tutti? Noi siamo felici di questo cambiamento, ma deve essere chiaro che Fini e Schifani stanno decidendo non per se stessi, per loro non cambia nulla.Invece per essere coerenti dovrebbero fare qualche rinuncia”.Per esempio? “Hanno tanti benefit economici e non. Sarebbe auspicabile un' operazione trasparenza, la pubblicazione on line di questi benefit e la rinuncia a qualcuno di essi”. Sui vitalizi lei ha annunciato un documento bipartisan, con quali proposte? “Faremo delle proposte precise: ad esempio un contributo di solidarietà a chi cumula pensioni, a chi ha pensioni d'oro e a gli ex presidenti di Camera e Senato. Proposte affinché a pagare siano tutti i politici, non solo quelli di ultima generazione”. Un'ultima cosa: alle primarie del Pdl non ci sarà solo Alfano, lei per chi voterà? “Io voterò Alfano. Chi ci sarà? Mah, forse Formigoni, forse Alemanno, forse qualcun altro... ma io, a proposito di generazioni, credo che il ricambio generazionale sia garantito da Angelino. E non ho dubbi”.

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

martedì 6 dicembre 2011

MAXI STANGATA DA SUBITO SU BENZINA E DIESEL
Aumento immediato per le accise sui carburanti. Al contrario del previsto aumento dal primo gennaio, «a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto» le aliquote su benzina e diesel salgono rispettivamente a 704,20 euro (+8,2 cent al litro) e 593,20 euro per mille litri (+11,2 cent). È quanto prevede la manovra. Dal primo gennaio 2013 ci sarà un ulteriore balzello solo su benzina e gasolio auto di 0,5 euro per mille litri. Quanto all'effetto sui prezzi alla pompa (per calcolare il quale bisogna aggiungere all'accisa l'Iva del 21%) per la benzina sarà di 9,9 centesimi al litro, per il gasolio di 13,6 centesimi al litro, per il Gpl di 2,6 centesimi al litro». Questi gli effetti sul settore carburanti del decreto-legge 'Salva Italia, la manovra del governo Monti, come descritti dalla Staffetta quotidiana. Come anticipato dalla testata specializzata, «è stata invece espunta la norma che aboliva il vincolo di esclusiva sulle forniture dei carburanti». Secondo il Codacons, «determinerà a danno degli automobilisti un aggravio di spesa pari a +130 euro annui per le auto a benzina, e +150 euro annui per quelle a gasolio. «Questo aumento delle accise si aggiunge a quelli voluti dal precedente governo per finanziare il Fus e per far fronte alle alluvioni di Liguria e Toscana - spiega il presidente Carlo Rienzi - e determinerà non solo un rincaro dei listini alla pompa, ma un generalizzato aumento dei prodotti trasportati,con conseguenze negative sul tasso di inflazione».                                                                                  c.p.s.m.

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

lunedì 5 dicembre 2011

SPECIALE MANOVRA: ECCO COSA CAMBIA



Intervento netto di 20 miliardi, lordo di 30. Rivalutazione delle pensioni: si salvano solo quelle sotto 900 euro. Prelievo sui capitali scudati. Circa 10 miliardi di maggior gettito dalla tassazione sulla casa. Ecco tutti i punti:PENSIONI 1: Aumento dell'età delle donne a 63 anni. Si accelera sull'aumento dell'età di vecchiaia delle donne dipendenti del settore privato. Dal 2012 andranno in pensione a 63 anni mentre entro il 2018 saranno a quota 66 come gli uomini (l'età salirà a 64 nel 2014, 65 nel 2016). Alle lavoratrici pubbliche si chiedono 66 anni dal 2012). Lo scalino tra 2011 e 2012 sarà quindi di due anni dato che quest'anno le donne dipendenti del settore privato uscivano a 60 anni più 12 mesi di finestra mobile (quindi a 61). Per le donne sarà prevista una fascia flessibile per il pensionamento tra i 63 e i 70 anni mentre per gli uomini sarà tra i 66 e i 70. Inoltre, è previsto un aumento delle aliquote contributive degli autonomi di 0,3 punti ogni anno per arrivare a due punti in più nel 2018 (adesso sono al 20-21% per i commercianti e gli artigiani).PENSIONI 2: Aboliti di fatto i trattamenti di anzianità. Abolite le cosiddette quote (età più contributi) e per i dipendenti dal 2012 sarà possibile uscire dal lavoro in anticipo rispetto all'età di vecchiaia solo con almeno 41 anni di contributi per le donne e 42 per gli uomini. Per gli autonomi si andrà in pensione con 41 anni e mezzo di contributi per le donne e 42 e mezzo per gli uomini. Scompare il meccanismo della "decorrenza" di 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi previsto dalla manovra 2010 a partire dal 2011 che allungava di fatto i tempi per l'accesso al pensionamento. Il periodo sarà però assorbito nei requisiti che per la vecchiaia degli uomini dipendenti saranno dall'anno prossimo quindi pari a 66 anni (65 anni attuali più 12 mesi di finestra). Gli autonomi andranno in pensione a 66 anni e mezzo (andavano a 65 ma a questi si aggiungevano 18mesi di attesa di finestra mobile).IRAP: più bassa per chi assume giovani e donne. Il Governo ridurrà l'Irap alle aziende con dipendenti giovani e donne. In particolare, l’intervento avviene attraverso la deducibilità integrale dell'Irap-lavoro, in modo da favorite le imprese che assumono lavoratori e lavoratrici, per un importo pari a 1,5 miliardi di euro nel 2012 e 2 miliardi nel 2013 e nel 2014. Vengono previsti con l'Irap interventi a favore di donne e giovani per un miliardo di euro per ciascuno degli anni del periodo considerato. Ed ancora, con l'introduzione del meccanismo denominato Ace di favore fiscale alla raccolta di capitale di rischio, in modo da favorire la patrimonializzazione delle imprese, si interviene con un'ulteriore azione il cui valore viene quantificato in 1 miliardo di euro nel 2012, 1,5 nel 2013 e 3 nel 2014.ICI: si chiamerà Imu con estimi coma da mercato. Ampiamente annunciato, il ritorno dell’Ici sulla prima casa, anche se con altro nome, è previsto nella manovra economica già a partire dal 2012. Il comunicato di palazzo Chigi non fornisce dettagli, ma indiscrezioni parlano di un’aliquota dello 0,4%. L'istituzione dell'imposta municipale è così anticipata, in via sperimentale, a decorrere dal 2012 ed è applicata fino al 2014. L'andamento a regime dell'imposta è fissato al 2015. L'aliquota ordinaria dell'imposta è in realtà pari allo 0,76% sulla rendita catastale, ed i Comuni potranno aumentarla o ridurla sino a 0,3%. Ma, come detto, nel caso della prima casa e delle relative pertinenze l'aliquota è invece ridotta allo 0,4%. Rendite catastali: estimo più 60%. Vale a dire come per il mercato.EVASIONE: Pagamenti "in chiaro" e fatture elettroniche. La soglia per la tracciabilità dei pagamenti scende dagli attuali 2.500 euro a quota 1000 euro. La riduzione, assieme all'obbligo di fatturazione elettronica, è una delle misure per contrastare l'evasione fiscale. È previsto anche che gli stipendi, le pensioni e «i compensi comunque corrisposti dalla pubblica amministrazione centrale e locale e dai loro enti, in via continuativa a prestatori d'opera e ogni altro tipo di emolumento a chiunque destinato, di importo superiore a cinquecento euro, debbano essere erogati con strumenti diversi dal contante». In arrivo anche un super-prelievo su auto di grande cilindrata, 20 euro per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a centosettanta Kilowatt. La tassazione sul lusso riguarda anche imbarcazioni, aerei e elicotteri privati.IVA: Sale di due punti da settembre 2012. Alla fine ha prevalso l’esigenza di far cassa, e così anche un provvedimento come il rincaro dell’Iva, fortemente indiziato di avere effetti recessivi sull’economia, è stato varato dall’esecutivo. A piccola consolazione dei consumatori, colpiti tutti con buona pace del principio dell’equità, c’è il differimento dell’aumento, con l'imposta sul valore aggiunto che salirà di due punti percentuali a partire dal secondo semestre dell’anno prossimo. Un incremento, peraltro, a largo raggio visto che non dovrebbe riguardare soltanto l’intervento sull'Iva ordinaria, che salirà quindi dal 21% al 23%, ma anche, capitolo ancor più delicato, quella agevolata che dall'attuale 10% sarebbe quindi destinata ad arrivare al 12% a partire dal primo di settembre del 2012.POLITICA: Tagli alle Province, spariscono le Giunte. Il governo ha adottato un decreto legge che verrà sottoposto al capo dello Stato dove viene deliberato che l'organizzazione delle province sia profondamente modificata. «Non abbiamo il potere di cancellare le province - ha detto il premier - ma asseconderemo iniziative legislative costituzionali in questo senso». Con il decreto si rivede l'organizzazione dei consigli provinciali che saranno solo di 10 componenti eletti da consigli comunali e dai territori. Vengono poi eliminate le giunte provinciali. Inoltre, sempre in tema di costi della politica, Mario Monti ha annunciato la rinuncia ai suoi compensi come presidente del Consiglio e ministro delle Finanze: «Mi è sembrato doveroso in un momento in cui vengono chiesti sacrifici ai cittadini». SANITA' E TRASPORTI: Aumento delle accise e addizionale Irpef.Non ci sarà il taglio di 2,5 miliardi di euro (108 miliardi) al Fondo sanitario nazionale: maggiori entrate per la sanità dovrebbero arrivare da un intervento su Irpef (le addzionali locali) «concordato con le Regioni ma perequato a livello nazionale». E anche sul trasporto pubblico locale, le Regioni sembrano averla spuntata: avrebbero infatti ottenuto dall'esecutivo l'assicurazione di un aumento dell'accisa sui carburanti dello 0,038% con la quale finanziare il trasporto che altrimenti, dal 1 gennaio, dicono da tempo i governatori, è in serio pericolo. Manovra quindi sulle addizionali Irpef mentre a dispetto delle anticipazioni della vigilia non ci sarà alcun aumento dell’aliquota sui redditi oltre i 75mila euro. «Alzare l’Irpef- ha spiegato Monti - sarebbe stata la via più semplice di gravare sui soliti noti». AUTHORITY: Scure dalla Consob all'Antitrust. Taglio dei componenti dell’Authority, dalla Consob all’Antitrust. Più precisamente i numero dei componenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è ridotto da otto a quattro, escluso il presidente; quello dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture è ridotto da sette a cinque, compreso il presidente. Quello dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas è ridotto da cinque a tre, compreso il presidente, come anche quello dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) e quello della Commissione nazionale per la società e la borsa (Consob). Tagli anche per il numero dei componenti del Consiglio dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo, ridotto da sei a tre. RENDITE FINANZIARIE: prelievo dell'1,5% sui capitali rientrati. Il decreto « salva Italia» prevede anche una misura che era sfuggita alle indiscrezioni della vigilia, un’imposta una tantum sui capitali a suo tempo rientrati nel nostro Paese grazie al discusso meccanismo dello scudo fiscale. Si tratta di un prelievo dell’1,5% che, applicandosi ai circa 100 miliardi di euro ritornati in patria, garantirà anche un gettito di dimensioni cospicue. «Questi interventi - ha dichiarato il premier Mario Monti - hanno valore di giustizia e di contributo al sacrificio». Non solo, nell’ottica di un maggiore impegno al risanamento della «ricchezza finanziaria», il governo ha deciso di estendere l'applicazione del'imposta di bollo, che nella manovra estiva era limitata ai conti correnti, ai titoli e ad altri prodotti finanziari.                           c.p.s.m.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare


domenica 4 dicembre 2011

PDL SPACCATO SULLE TASSE ALFANO TEME IMPLOSIONE

Va bene che Monti non lo hanno chiamato «per passeggiare nei giardini di Villa Madama», e, per carità lo sanno tutti, che «il buon medico dà ai pazienti la medicina amara». Ma al netto dei luoghi comuni, nel Pdl il malcontento è totale. Quanto ai motivi, ognuno ne ha uno diverso. Berlusconi è sotto botta e chissà se tornerà quello di prima. Alfano, lodato dall’ex premier in quanto giovane-vecchio, non è un campione olimpico di carisma, e prima o poi questo conterà. Gli ex An e gli ex socialisti mugugnano sull’ appoggio a Monti ma anche sull’ eccessivo afflato verso il Ppe.Formigoni flirta con la Lega (domani sarà ospite della riunione presieduta da Bossi in via Bellerio) con il rischio concreto di bruciarsi le ali, ma la relazione pericolosa basta ad agitare il partito. Insidiato sul versante populista, finora egregiamente presidiato dal Cavaliere di lotta, proprio dalle mani libere dell’ex alleato padano a tendenza sempre più maroniana. Insomma, la sensazione è di dover votare misure economiche che si rivolteranno contro di loro in campagna eletotrale. Alternative però non se ne vedono. Il fatto è che le quasi tre ore di colloquio tra Alfano, Cicchitto e Gasparri con il premier non hanno sciolto nessun nodo. Forse un ammorbidimento dell’Irpef che potrebbe non aumentare per i redditi di 55mila euro. Il Pdl lo ha chiesto con insistenza. Probabili detrazioni e incentivi per le famiglie, meglio se numerose. La patrimoniale non si chiamerà così, sarà declinata in chiave di diverse tasse per diversi beni: case, barche, auto. Una sorta di redditometro ad applicazione immediata. Per altre e più corpose concessioni, non c’è spazio. Monti è stato chiarissimo. Anche sulla fatidica soglia dei 40 anni di contributi da sforare: il Pdl ha dovuto prendere atto che l’ipotesi di salire a 43 anni è reale. «Se ne può ragionare se avviene in un contesto equilibrato» ha rilanciato l’ex Guardasigilli. Sì a una riforma strutturale del sistema (come in realtà ha sempre voluto Berlusconi, frenato da Bossi), no a un «provvedimento spot che penalizzi una fascia di pensionandi». Alfano, completo grigio, cravatta rossa e volto pallido, ha messo dagli schermi di La 7 i suoi paletti: «Non paghino sempre i soliti noti, no all’Ipef più alta per i redditi di 55 mila euro. Noi non voteremo qualsiasi cosa perché non siamo un partito a sovranità limitata». A beneficio dei suoi parlamentari in fibrillazione e degli elettori già terrorizzati. Il segretario sa di muoversi lungo un percorso stretto. Da un lato, confida che il Professore intervenga con «equilibrio» ed «equità», che tradotto vuol dire: scontentando altrettanto Pd e Udc e consentendo al Pdl di non sentirsi sconfitto. Dall’altro, si rende conto che l’iter parlamentare del decreto legge, pur breve, non sarà esente da rischi. «Votare turandosi il naso» La linea di via dell’Umiltà, se regge, è quella ben espressa da Osvaldo Napoli di «votare turandosi il naso». Ma il corpaccione Pdl è ormai un ventre molle dove le spinte centrifughe sono così forti da rendere impossibile una previsione davvero attendibile dei comportamenti. Daniela Santanchè si dice contraria al ritorno dell’Ici invitando all’astensione sulle misure più ostiche, e fin lì era nelle attese. Margherita Boniver parla di «purga amarissima dove non si vede la crescita». La Russa, il più inquieto dei postfascisti, annuncia la sua contrarietà all’imposta sulla prima casa ma non esaspera i toni: «Noi responsabili, ma non possiamo votare tutto». Per ora, avvisaglie di una fronda contenuta. L’area di Scajola come i pisaniani come i “lealisti” alla Cazzola non deflettono. «Abbiamo dato il consenso a un governo tecnico - fa sapere l’ex ministro dello Sviluppo Scajola - perché era necessaria una maggioranza larga per varare provvedimenti difficili ma necessari. Ora lasciamolo lavorare». Alfano avvisa: «Il decreto non è il Vangelo, si può cambiare ma non stravolgere». È una road map che non dispiacerebbe nemmeno a Monti, Fini e Schifani. Emendamenti di peso ma in numero contenuto. Partecipazione del Parlamento con relativa assunzione di responsabilità, ma senza assalti alla diligenza. Domani la riunione del gruppo, dopo il varo della manovra e prima del voto, si anunncia movimentata. Intanto, oggi a Vicenza riapre il Parlamento padano. Al grido di «secessione per non finire in recessione». Con il gruppo dirigente caricato a molla contro Monti e intenzionato a regalare poche carezze agli «amici» del Pdl.                                                                                               c.p.s.m.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

venerdì 2 dicembre 2011

PICIERNO (PD): «LOTTA ALLA MAFIA SIA PRIORITÀ DEL GOVERNO»

“Vogliamo parlare di legalità, della lotta a camorra e 'ndrangheta? Ecco ieri sera ho partecipato a un convegno a Santa Maria Capua Vetere, dove alcuni ragazzi hanno presentato dei cortometraggi proprio su questi temi. Sono ragazzi che lavorano, combattono, restano qui per cercare di cambiare la propria terra. Il Parlamento deve rappresentare le loro speranze. Non può non farlo. Penso che in questo momento la lotta alle mafie debba essere la priorità assoluta per il governo”. Pina Picierno, deputata Pd, vuole incalzare Monti e il suo esecutivo, in particolare il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, a “dare subito un segnale deciso”. Perché “quanto accaduto a Reggio Calabria e a Milano ci dice che Gomorra non è solo qui, ma nel paese Italia”. ome affrontare la questione legalità in questo momento?“La questione della lotta alle mafie e alla corruzione va affrontata proprio in questo momento, non è più rinviabile. Anche perché, in un periodo di crisi, affrontare la questione mafie significa affrontare una questione economica importante. 'Mafia spa' è la prima azienda del Paese, con un fatturato impressionante. Si parla di 135 miliardi di euro, senza contare il costo della corruzione, circa 80 milioni di euro”. E lei pensa che questi soldi dovrebbero essere recuperati anche per risanare i conti? “Certo, perché no. Parliamo di una cifra che è molto di più di una finanziaria”.Vorrebbe dei provvedimenti già lunedì? Insieme a pensioni e lavoro? “So che non è semplice. Ma quanto accaduto a Milano e a Reggio, dove addirittura un magistrato dichiara di poter diventare un mafioso, dimostra l'urgenza di agire; la necessità di provvedimenti immediati e drastici. Vorrei che la questione della legalità fosse un elemento qualificante di questo esecutivo. Il primo. Altrimenti si corre un grosso rischio...”. Sarebbe? “Le azienda mafiose dispongono di grosse liquidità, il rischio è che pian piano si comprino tutto il Paese. E se vogliamo evitarlo dobbiamo agire subito con forza, molto più di quanto fatto finora da tutti i governi, soprattutto l’ultimo”. Eppure Maroni vanta grandi numeri nella lotta alle mafie. Non le pare? “Vanno bene le retate e gli arresti, ma l’ottimo lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine non basta se non viene supportato da un’azione istituzionale. E dalla volontà politica di svelare senza alcun limite la ‘zona grigia’.” A quali provvedimenti pensa? “Innanzitutto tracciare i movimenti finanziari, tracciare i pagamenti. Poi c'è la legge sulla corruzione ferma in Parlamento. È stata parecchio annacquata dalla precedente maggioranza, ma basterebbe ripartire dai nostri emendamenti...”. Nel Pd però la vicenda Penati fa ancora discutere. “Il Pd ha avuto un comportamento diverso rispetto a chi ha vietato l’autorizzazione a procedere in ben due casi, ricordiamo Cosentino e Milanese. Per quanto ci riguarda invece Penati è stato sospeso. E rivendico la diversità del mio partito, una diversità culturale prima ancora che etica. La legalità va predicata, ma soprattutto praticata. Tra l’altro spesso dietro il principio del garantismo si nasconde la volontà di non fare chiarezza. Poi certo aspettare 10 anni per avere la prova di colpevolezza o innocenza non va bene”. Formigoni ha detto che non si dimette. Che ne pensa? “La responsabilità penale è personale, però è doveroso che chi ha la responsabilità politica contribuisca a fugare qualsiasi dubbio per non far perdere ai cittadini la fiducia nello Stato. In Calabria, Scopelliti ha fatto della legalità la sua bandiera i campagna elettorale. Ora che dice?”. Il governo Monti è alla prese con la crisi e il rischio recessione. Se i provvedimenti in materia di legalità venissero rimandati nell’agenda “Sarebbe una grande delusione. Finora si è detto troppo poco e spero non si continui così”.
                                                                                                                     c.p.s.m.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

giovedì 1 dicembre 2011

PENSIONI, IL MINISTRO FORNERO APRE AI SINDACATI

C'è ancora «una finestra» di opportunità perché possano incontrarsi il governo e le parti sociali per parlare della riforma delle pensioni, in agenda al Consiglio dei ministri di lunedì prossimo. A Bruxelles, il ministro del Lavoro e Welfare Elsa Fornero ha aggiunto: «Io sono considerata una persona severa, ma sono aperta al dialogo». La decisione su un eventuale incontro con le parti sociali, ha aggiunto, «sta al presidente del Consiglio, che ha già dimostrato la sua disponibilità al dialogo». Insomma, ha osservato il ministro, «la disponibilità da parte mi a c'è,e anche da partedel presidente del Consiglio, quindi dovremmo trovare una finestra». «Le misure - ha aggiunto Fornero più tardi - non sono mie ma del governo: abbiamo l'intendimento di vedere le parti sociali, ma dipenderà dal presidente del Consiglio e dai vincoli di tempo: ne abbiamo poco - ha concluso - per queste azioni che ci sono richieste dai mercati e dall'Europa». Il governo annuncerà entro pochi giorni una riforma delle pensioni "incisiva ma equa", e un progetto per superare il dualismo tra i lavoratori più protetti e quelli privi di garanzie sul modello della flexicurity scandinava. Lo ha detto il ministro del Welfare Elsa Fornero durante la seduta pubblica del Consiglio dei ministri del lavoro europei in corso a Bruxelles.LE IPOTESI"Sulle pensioni e la spesa pensionistica il governo ha in preparazione, e verosimilmente sarà annunciata entro pochi giorni, una riforma incisiva ma che rispetta il criterio dell'equità tra generazioni", ha detto la Fornero. Lunedì il Consiglio dei ministri approverà la nuova manovra di bilancio nella quale confluiranno anche le annunciate riforme strutturali tra cui anche quella in materia previdenziale. "Abbiamo ben chiari i difetti del nostro mercato lavoro, il suo dualismo e i principi di flexicurity che dovrebbero ispirarne la riforma", ha aggiunto riferendo a grandi linee le strategie che il governo intende adottare per aumentare l'occupazione. Bersani: «Nostro giudizio su tasso di equità». La flexicurity prevede una maggiore libertà di licenziamento per motivi economici o organizzativi a fronte di un rafforzamento degli ammortizzatori sociali che garantisca in tempi brevi il ricollocamento del lavoratore. L'introduzione di tali meccanismi punta a garantire maggiormente i lavoratori più giovani che, avendo spesso contratti atipici, non possono usufruire delle tutele tradizionali. "Combatteremo il lavoro sommerso e l'evasione fiscale. Non perderemo neppure un minuto per realizzare le riforme", ha concluso il ministro aggiungendo che il governo presieduto da Mario Monti darà piena attuazione alle manovre già varate dal precedente governo "completandole con manovre di rafforzamento". c.p.s.m.

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare