martedì 15 novembre 2011

IL MICROCHIP COMPIE 40 ANNI A INVENTARLO FU UN ITALIANO

 

Quarant'anni fa la Intel produceva il suo primo microprocessore su singolo chip, il 4004, la prima unità centrale di elaborazione completa, il "cervello" che avrebbe portato all'origine del personal computer poco meno di un decennio dopo. Nessuno fino ad allora era ancora riuscito a realizzare un microprocessore monolitico in silicio. Ci riuscì Intel grazie a un italiano, Federico Faggin, che un anno prima era entrato in quella che allora era una 'startup' appena creata, nel 1969, da Robert Noyce e Gordon Moore, e che sarebbe poi diventata il principale produttore di semiconduttori al mondo. In seguito Faggin si occupò di tutti i microprocessori dei primi cinque anni della storia della società californiana.  Oggi  i microprocessori sono all'interno di tantissimi apparecchi d'uso comune oltre che dei personal computer: telefonini, automobili, foto e video camere, radio e tv. La presenza di questi 'cervellì elettronici rende tutti questi apparecchi 'smart', in grado cioè di eseguire compiti e operazioni automaticamente rispondendo a condizioni ambientali e temporali, un concetto questo che nel 1971 faceva ancora parte della fantascienza. Il primo processore Intel 4004 era un processore a 4 bit, in grado cioè di 'processarè quattro linee di dati alla volta, ma un singolo chip di questo tipo, di appena due centimetri di lunghezza, aveva comunque una potenza quasi doppia rispetto a Eniac, il primo calcolatore elettronico della storia, realizzato nel 1946, che occupava una stanza intera. In questi quarant'anni lo sviluppo dei microprocessori ha visto raddoppiare la potenza di calcolo messa a disposizione dei computer all'incirca ogni due anni, come sostiene la Legge di Moore. Così già nel 1972, l'8008 raddoppiava le prestazioni del primo chip e veniva utilizzato da un team di scienziati inglesi per costruire un prototipo di personal computer. Ancora altri due anni e, con l'arrivo dell'8080, nascono i primi computer storici, come l'Altair. In quell'anno entrano in 'garà anche la Motorola, che per anni fornirà i 'cervellì dei Mac, e la AMD, che diventerà anch'essa una dei colossi mondiali della produzione di semiconduttori. E nel 1979 arriva l'8088, che verrà scelto dall'IBM per costruire il primo personal computer, due anni dopo. Rispetto al 4004, gli attuali processori Intel, che adesso si possono trovare sia in PC che nei Mac della Apple, hanno prestazioni 350 mila volte superiori e consumano una quantità di energia inferiore di circa 5.000 volte. Il prezzo dei singoli transistor - il 4004 ne aveva 2.300 mentre il chip del Core i7 di seconda generazione ne contiene un miliardo e 170 milioni - è diminuito di 50 mila volte. I prossimi processori, realizzati con l'innovativo processo di produzione a 22 nanometri, arriveranno il prossimo anno e offriranno prestazioni ancora più efficienti dal punto di vista energetico, grazie ai rivoluzionari transistori Tri-gate 3D, che impiegano una nuova struttura. Secondo Intel, questo porterà ad un aggiornamento della Legge di Gordon Moore, rispetto alla potenza di calcolo, e renderà possibile una nuova generazione di innovazioni in una vasta gamma di dispositivi: «Il numero assoluto di innovazioni nei prossimi 40 anni equivarrà o supererà tutte le innovazioni conseguite negli ultimi 10 mila anni della storia dell'uomo», afferma Justin Rattner, Chief Technology Officer di Intel.                                                                                         c.p.s.m.

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lunedì 14 novembre 2011

UN PATTO SOCIALE: PATRIMONIALE E NUOVE PENSIONI

Il primo atto economico del go-verno Monti rischia di partire dalla stessa tassa che inaugurò quello Berlusconi: l’Ici sulla prima casa. Eliminata tre anni fa sull’on-da dell’ottimismo della volontà berlusconiano, oggi è in via di riproposizione. Per il professore nonsarebbe neanche una forzatura rispetto al corso politico precedente.Giulio Tremonti infatti ha scritto nero su bianco l’ipotesi di un ripristino nella lettera inviata all’Ue che poneva 39 domande sull’attuazione de- gli impegni presi. «Un’eventuale reintroduzione dell’Ici porterebbe nelle casse dello Stato 3,5 miliardi di euro», si legge in quel testo. Che smaschera anche l’inganno dell’esecutivo uscente: quell’imposta, stando all’ipotesi Tremontiana, potrebbe tornare con il federalismo fiscale. Poprio quello che fino a ieri gli ormai ex ministri hanno sempre negato. Naturalmente con il nuovo governo l’imposta potrebbe subire declinazioni diverse, improntate a una maggiore progressività per tutelare i più deboli, ma che servano nuove entrate è una certezza matematica. Monti ha bisogno di trovare subito almeno 20 miliardi di euro, quelli che mancano alla manovra di Ferra- gosto che promette il pareggio di bilancio nel 2013.Il professore sa che i mercati vogliono certezze, e sa anche che i 200 miliardi di titoli da piazzare da oggi alla primavera dovranno costare alle casse dello Stato molto meno di quanto si sta spendendo in questi giorni. Per questo il risanamento della finanziario (la base per riacquistare la fiducia degli in- vestitori) è il primo dei tre pilastri dell’agenda che il presidente incari- cato ha tratteggiato uscendo dalla consultazione con il presidente Giorgio Napolitano. Conti sostenibili, più crescita, più equità. I punti cardinali sono chiari, ma il passaggio è strettissimo, lastricato com’è di veti incrociati della politica, delle forze sociali, delle spinte dei mercati.E soprattutto dell’incubo recessione, che potrebbe bloccare tutto il siste- ma. È l’altra incognita che pesa sui conti: oltre il «buco» di 20 miliardi c’è da aggiungere il fatto che la sti- ma di Pil nella manovra è allo 0,6%, mentre il consenso internazionale è pericolosamente vicino allo zero. Si- gnifica meno entrate, e quindi più deficit. Per centrare l’obiettivo minimo dei 20 miliardi prende quota anche l’ipotesi di una patrimoniale sui grandi patrimoni, che renderebbe circa 5-6 miliardi. Su questo punto convergono sia i sindacati (Cgil in te- sta), sia Confindustria, che però pun- ta a un prelievo straordinario. Con la patrimoniale, tuttavia, il nuovo presidente lancerebbe segnali chiari di redistribuzione, di equità sociale, che gli aprirebbero un «corridoio» importante con i sindacati.Magari da sfruttare per avviare quella rifor- ma delle pensioni su cui molti pre- monoin Europa. Sarà difficile elimi- nare semplicemente le pensioni di anzianità, come da qualche parte si sospetta. Non mancano tuttavia so- luzioni tecniche per mantenerle, in- troducendo però un’altra opzione, cioè quella del contributivo pro rata con uscita flessibile. In questo modo i lavoratori avrebbero la libertà di scelta di passare da un sistema all’altro. Sulla patrimoniale, comunque, pende l’incognita dell’ok del Pdl, finora rimasto in trincea. Ma a quel punto far quadrare i conti sembra proprio un miracolo. L’al- tra arma che resta al professore è quella già scritta in manovra: l’au- mento delle aliquote Iva, il taglio delle agevolazioni fiscali (ancora nuove tasse). A meno che non sia in grado in tempi brevi di effettua- reuna dettagliata analisi della spe- sa, e calare la lama del coltello su- gli sprechi. Impresa annunciata da tutti, tentata da pochi, riuscita a nessuno. Fin qui tutte misure depressive, come lo sono tutte le manovre cor- rettive. Eppure Monti è obbligato a specifiche misure di crescita, non solo perché ci crede, ma an- che perché la storiella che i tagli di spesa possono anche essere espan- sivi, molto popolare nell’«ortodos- sa» Mitteleuropa, si è rivelata asso- lutamente falsa in Grecia (pare che autorevoli economisti consu- lenti della cosiddetta troika abbia- no fatto un’esplicita mea culpa nei paper ufficiali). Insomma, Monti non è un rigorista «alla tedesca»: crede nell’utilizzo di diverse leve per rendere i conti sostenibili. Ma è anche convinto (lo ha spiegato chiaramente in un recente inter- vento in Tv) che la crescita non si faccia distribuendo risorse, bensì con le riforme. Forse le imprese do- vranno rinunciare alla pretesa di sgravi Irap, tanto più che non sa- ranno loro a pagare la patrimonia- le se sarà disegnata sulle persone fisiche. L’iniezione che si farà nel sistema è quella che in Italia man- ca almeno da trent’anni: l’apertu- ra delle incrostazioni corporative, delle liberalizzazioni, degli investi- menti nella conoscenza e nell’inno- vazione, e soprattutto sul rispetto delle regole. Lotta alla criminalità e all’evasione: sarà da qui che arri- veranno le risorse, col tempo, da destinare al nuovo welfare per i giovani precari.                                                                                       p.c.m.s.
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domenica 13 novembre 2011

SOSTENITORI DEL PDL IN PIAZZA MA C'È CHI FISCHIA GASPARRI

I manifestanti del Pdl che per circa due ore sono rimasti in Piazza del Quirinale hanno deciso di sfilare in corteo per le strade di Roma fino a Palazzo Chigi. Alcuni sono passati davanti a Palazzo Grazioli, residenza romana di Silvio Berlusconi. I partecipanti alla manifestazione sono aiumentati e sono oltre cinquecento, sventolano bandiere tricolori e urlano: «Voto al popolo» e «elezioni subito». FISCHI E APPLAUSI PER GASPARRI E CICCHITTO- Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, prima di entrare al Quirinale per le consultazioni, si sono avvicinati per alcuni istanti ai manifestanti che si trovano da circa un'ora nella piazza e che li hanno accolti urlando: «Silvio Silvio» e «Elezioni subito». La stessa delegazione è stata però fischiata da alcune decine di persone che si trovavano dall'altro lato della piazza, vicino al palazzo della Consulta. Per qualche secondo le due fazioni si sono scambiate slogan l'una contro l'altra. MANIFESTANTI PDL DAVANTI AL QUIRINALE "MONTI TORNA A FARE IL BANCHIERE"- Folla composita davanti al Quirinale. Molti sostengono il governo Monti. Però ci sono anche circa 200 elettori del Pdl: «Elezioni subito, elezioni subito». Stanno manifestando sventolando decine di bandiere tricolori. Tra i manifestanti c'è il parlamentare Fabio Rampelli, e vari esponenti capitolini. I partecipanti hanno anche gridato: «Chi non salta un banchiere è», o «Mario Monti torna fare il banchiere». QUALCHE CENTINAIO DI PERSONE DAVANTI AL QUIRINALE- Nel piazzale davanti al palazzo del Quirinale c'è una piccola folla di qualche centinaio di persone. Aspetta di conoscere se già alla fine di questa giornata ci saranno novità sul fronte dell' escutivo.                           p.c.m.s.
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sabato 12 novembre 2011

UN'AGENZIA: OK DI BERLUSCONI AL GOVERNO MONTI LE DIMISSIONI DI BERLUSCONI SI AVVICINANO SEMPRE DI PIÙ

OK DI BERLUSCONI A MONTI, MA C'E' IL NODO GIANNI LETTA
Un «sostanziale» via libera di Silvio Berlusconi al governo tecnico guidato da Mario Monti. Questo, secondo quanto riferisce una fonte di governo alla Dire, l'esito del pranzo tra il presidente del Consiglio e l'ex commissario europeo. Resta in ballo, riferiscono le fonti, la posizione di Gianni Letta: «Al 50% sarà nel prossimo esecutivo».
CLIMA DA COUNT-DOWN
PRANZO MONTI-BERLUSCONI SENZA DICHIARAZIONI
Il clima è quello di un count-down. La fine del governo Berlusconi, e di un capitolo della storia italiana, sembra imminente. Dal pranzo tra l'ancora attuale premier e Monti non sono trapelate dichiarazioni.
DOMATTINA CONSULTAZIONI AL COLLE
BERLUSCONI AL QUIRINALE ALLE 20-20.30
Inizieranno domani mattina le consultazioni del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per la formazione di un nuovo governo. A quanto si è appreso, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è atteso questa sera al Quirinale, presumibilmente tra le 20 e le 20.30. Non appena il premier avrà formalizzato le dimissioni, il Quirinale comunicherà il calendario delle consultazioni.
MONTI RIENTRA IN ALBERGO
DOPO IL PRANZO DI LAVORO CON BERLUSCONI
Un po' di riposo per il neo senatore a vita Mario Monti. Dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi l'economista ha infatti lasciato palazzo Chigi ed è rientrato nel suo albergo nel centro di Roma.
BERLUSCONI ALLA CAMERA
FACCIA A FACCIA CON MARONI E CALDEROLI
Silvio Berlusconi, arrivato alla Camera dopo l'incontro con Mario Monti a Palazzo Chigi, sta incontrando i ministri della Lega, Maroni e Calderoli, nella Sala del Governo di Montecitorio.
MARONI IN AULA LASCIA LA POLTRONA DI GOVERNO
E VA TRA I BANCHI DELLA LEGA
Roberto Maroni si è portato avanti. Nel giorno dell'addio all'esecutivo Berlusconi, il ministro dell'interno, in anticipo rispetto alle dimissioni, va a sedere nei banchi della Lega, e non in quelli del governo mentre si vota il ddl stabilità. Su twitter, Andrea Sarubbi del Pd commenta: «Si è avvantaggiato».
STEFANIA CRAXI, PDL:
IL MIO PARTITO APPOGGIA MONTI
«Nominando Mario Monti Senatore a vita, il Presidente della Repubblica ha messo la propria firma sul costituendo Governo dell'ex commissario UE». Lo afferma Stefania Craxi, parlamentare del Pdl e Sottosegretario agli Esteri. «È dunque auspicabile che il più vasto arco di forze politiche appoggi il Governo Monti, ed è auspicabile - conclude Craxi - che il Pdl, placati i dissensi interni e ritrovata l'unità, appoggi con convinzione il costituendo Governo Monti».
I FINIANI SCHERZANO
SUI PARERI DI RONCHI SU MONTI
Siparietto tra finiani, in Transatlantico alla Camera. Alcuni deputati fanno passare tra loro un foglietto con le parole pronunciate oggi dall'ex fli Andrea Ronchi. Ronchi definisce Monti «una risorsa per l'Italia» e allora i finiani sorridendo ricordano che fino a due giorni fa il parlamentare esprimeva dubbi su un governo Monti, preferendo l'opzione elezioni. Il foglietto viene mostrato anche al presidente della Camera Gianfranco Fini, che sorride.
LA CAMERA VOTA
LA LEGGE DI STABILITA'
Fini guida la votazione alla Camera sulla legge di stabilità, votazione in corso.
SANTO VERSACE PASSA
DAL GRUPPO MISTO ALL'API
Santo Versace, secondo quanto si è appreso, passa dal Gruppo Misto ad Alleanza per l'Italia di Francesco Rutelli. Il suo passaggio verrà formalizzato da qui a brevissimo con una richiesta alla presidenza della Camera. Oggi dunque il parlamentare che è già transitato dal Pdl al Misto dovrebbe seguire la scelta delle opposizioni che, presenti in Aula, non partecipano al voto.
CONCLUSO IL PRANZO DI MONTI-BERLUSCONI
DURATO OLTRE DUE ORE
E' durato oltre il pranzo di lavoro con Mario Monti, Berlusconi cui hanno partecipato Gianni Letta e Alfano.
IL PRANZO DI MONTI-BERLUSCONI
IN CORSO DA OLTRE DUE ORE
Prosegue da due ore il pranzo di lavoro con Mario Monti, Berlusconi, Gianni Letta e Alfano.
BERSANI: SU MONTI: NOI GENEROSI
MA LA POLITICA NON VA A CASA
Pier Luigi Bersani su un eventuale governo Monti chiarisce: «Noi siamo generosi, adesso siamo in una fase d'emergenza ma la politica non abdica e non va a casa come qualcuno scrive sui giornali». Il segretario ha parlato all'assemblea del gruppo democratico alla Camera e sul sostegno al neosenatore: «O si sta messa o si va a casa». «E poi non stiamo sulla difensiva. La politica - ha assicurato - avrà i suoi spazi. Si dovranno affrontare le riforme, quella istituzionale e quella della legge elettorale». Bersani ha poi lanciato un appello all'orgoglio del Pd. «Vi prego di trasmettere la solidità del partito e l'orgoglio, anche se ci dipingono come un partito anarchico», ha chiesto ai deputati accolto dagli applausi.
VAN ROMPUY: L'UE
NON ABBANDONERA' L'ITALIA
Il presidente del Consiglio dell'Unione europea Herman Van Rompuy ha concluso la sua missione in Italia dopo essere stato ospitato a pranzo dalla Comunità di Sant'Egidio. Da quanto trapela Van Rompuy ha dichiarato che a fronte dell'attuale crisi l'Italia non sarà abbandonata a se stessa ma sarà sostenuta dalle istituzioni europee.
STABILITA', PD E TERZO POLO NON VOTANO
L'IDV VOTERA' NO. L'IMPORTANTE E' FAR PRESTO
Il Pd e il Terzo polo non parteciperanno al voto sulla legge di stabilità, mentre l'Italia dei valori voterà il 'no'. In pratica lo stesso schema di voto che le opposizioni hanno adottato ieri al senato. Pd, Idv e Terzo polo hanno fatto una breve riunione oggi pomeriggio e hanno deciso, come ha riferito il capogruppo pd, Dario Franceschini, di non porre vincoli di coalizione. L'obiettivo comune è far approvare in fretta la legge di stabilità dopo la quale Berlusconi salirà al Colle per le dimissioni.
IL GOVERNATORE DELLA SICILIA LOMBARDO
SCRIVE MONTI COME SE FOSSE PREMIER
Per il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo il senatore a vita Mario Monti è di fatto già premier: «Nel momento in cui si accinge, su incarico del presidente della Repubblica, a formare il governo, a cui il gruppo del Movimento per l'autonomia darà il suo modesto, ma convinto contributo nell'Aula della Camera e del Senato, mi permetto di segnalarle, come presidente di una Regione del Sud, il problema di questa difficile area del paese, che secondo me dovrebbe trovare un posto importante nella sua agenda. In controtendenza rispetto all'atteggiamento tenuto dai governi degli ultimi anni».
LUPI A BERSANI: DISCUSSIONE
NEL PDL SU MONTI NON E' SERIA
Alla Camera Pier Luigi Bersani e Maurizio Lupi e fanno un pezzo di strada insieme. Il clima è cordiale, camminano a braccetto fin quasi alla sala Berlinguer, dove il Pd riunisce i deputati. Lupi è tra le colombe favorevoli al governo Monti. E a Bersani dice: "Non ti preoccupare, non è una discussione seria" (nel senso che è più apparenza che realtà), quella nel Pdl sull'economista.
BERLUSCONI APRIREBBE A MONTI
MA CON GIANNI LETTA AL GOVERNO E NO PATRIMONIALE
Un'agenzia Agi riferisce: Berlusconi sarebbe disposto ad aprire a Monti, purché metta Gianni Letta nel governo. Ma sul sottosegretario pesa il veto del Pd. L'attuale premier vorrebbe metter bocca anche sul programma. Ad esempio con un 'no' alla patrimoniale.
I 'RESPONSABILI' DISPERATI
RAZZI: "SIAMO ROVINATI" (PERCHE' CADE B.)
Alla Camera c'è un gruppo di deputati più tristi e preoccupati degli altri: sono i Responsabili berlusconiani. Alla buvette un siparietto tra Mario Pepe (ex Pdl ed ex responsabile) e Antonio Razzi, deputato eletto nell'Idv e passato in maggioranza il 14 dicembre, spiega il loro stato d'animo. Razzi sospira: «Siamo tutti rovinati». E Mario Pepe sbucciando una mela gli risponde: «Hai visto Romano? Non è venuto, è già a casa».
DONADI, IDV: PRE-CONVOCATI
PER CONSULTAZIONI DOMANI
«Abbiamo avuto un preavviso per domani mattina». Lo ha detto Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera, ospite dello Speciale Tg La7, rispondendo a Mentana su un'eventuale preconvocazione per le consultazioni al Quirinale.
VENTURA: SE L'IDV
DICE NO A MONTI ALLORA TUTTO TORNA IN DISCUSSIONE
Michele Ventura del Pd a Rainews: con l'Idv siamo stati chiari, ci vuole responsabilità, se dicono no al governo Monti allora tutto torna in discussione. Leggi: l'alleanza.
MONTI-BERLUSCONI
ANCORA A PRANZO alle 14.50
Il pranzo di lavoro tra Berlusconi, Monti, Gianni Letta e Alfano prosegue. Dura da quasi un'ora.
DONADI, IDV: SI' A MONTI
MA NIENTE POLITICI NEL SUO GOVERNO
«Noi guardiamo con favore all'evoluzione di questi giorni. Non si deve andare a un governo Monti con all'interno politici. Se ci sarà rispetto dell'Europa ed equità sociale noi daremo fiducia, ma niente politici nel governo tecnico». Lo dice il capogruppo dell'Idv Massimo Donadi a Tgcom24 che conclude: «Non ci sottraiamo alle nostre responsabilità ma al governo con il Pdl non ci andremo mai».
MARONI: SE PDL APPOGGIA MONTI
SI CHIUDE UNA PAGINA, NOI PRONTI A NUOVA PAGINA
«Noi non abbiamo problemi - dichiara il ministro Maroni -, siamo forti, abbiamo militanti radicati sul territorio, tanti giovani. La Lega è pronta». «E se il Pdl darà l'appoggio ad un governo tecnico - ha concluso - si chiude una pagina e se ne apre un'altra, bianca e tutta da scrivere».
FINOCCHIARO: IL PD IN COMMISSIONE SENATO
HA VOTATO NO A LEGGE MANCIA (LA STABILITA' NDR)
«Girano informazioni sbagliate. Il Pd, nella commissione Bilancio del Senato, ha votato contro il rifinanziamento della legge mancia. In Aula, mantenuta l'opinione contraria e vista la decisione di non partecipare al voto finale sul provvedimento, ha proposto per bocca della senatrice Pinotti, visto che la maggioranza l'avrebbe comunque approvata, di destinare i 100 milioni al contrasto al rischio idrogeologico e alle popolazioni alluvionate, in particolare della Liguria e di Genova». Lo dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. «Voglio dunque precisare- sottolinea Finocchiaro- che dal Pd in Senato non è venuto alcun assenso alla legge mancia e mi auguro che gli organi di informazione tengano conto di questa precisazione. Sarebbe bastato seguire con più attenzione i lavori parlamentari».
SANTANCHE': MAL INTERPRETATA
NO A GOVERNO MONTI, SI' ALLE ELEZIONI
Non vorrei che alcune mie parole fossero state male interpretate. Ribadisco che da parte mia non c'è nessuna apertura ad un governo Monti e che l'unica soluzione a questa crisi sono le elezioni anticipate». E quanto dichiara Daniela Santanché, sottosegretario all'Attuazione del Programma.
CAMBURSANO, IDV: ITALIA LIBERATA
NAPOLITANO VUOL FAR GIURARE GOVERNO DOMANI
«Oggi è il 12 novembre e finalmente l'Italia è liberata, Berlusconi se ne va». Lo ha detto Renato Cambursano (Idv), durante la discussione in Aula alla Camera sulla Legge di Stabilità.
BERLUSCONI AL COLLE ALLE 17-17.30?
NAPOLITANO VUOL FAR GIURARE GOVERNO DOMANI
Berlusconi dovrebbe salire al Quirinale tra le 17 e le 17.30. Intorno alle 19-19.30 Napolitano vede il presidente della Camera Fini e il presidente del Senato Schifani. L'intenzione è di far giurare il governo già domani.
INDISCREZIONI SU SQUADRA MONTI
AMATO UNICO POLITICO
Guido Tabellini, professore di economia presso l'università Bocconi al dicastero di via XX Settembre, Carlo Secchi al ministero dello Sviluppo, il rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi, all'Istruzione, Lanfranco Senn alle Infrastrutture, Cesare Mirabelli alla Giustizia, Giuliano Amato agli Esteri, Enzo Moavero sottosegretario alla presidenza del Consiglio: secondo quanto apprende l'Agi da fonti ben informate dovrebbero essere questi i nomi che Mario Monti vorrebbe portare al governo. Solo tecnici, nessun politico, d'accordo con il presidente della Repubblica.
FORMIGONI: OK A MONTI
NO A GOVERNO SOLO TECNICO
Roberto Formigoni ribadisce di essere contrario, in questa fase, alla formazione di un "governo solo tecnico". Intervistato da Tgcom24, il presidente della Regione Lombardia ha affermato di schierarsi a favore di un esecutivo "con la presenza anche di politici". Dopo aver definito "probabilissima" l'ipotesi di un incarico a Mario Monti, l'esponente del Pdl ha spiegato che ora si dovrà decidere la "forma" di questo esecutivo, compito che spetta in primis al presidente della Repubblica e al premier. "Dopodichè il Pdl sarà in grado di indicare nomi" di politici, ha aggiunto.
CONFERMATO: CI SONO GIANNI LETTA E ALFANO
A breve inizierà l'incontro tra il premier 'in pectorè e Berlusconi. Presenti anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e il segretario del Pdl Angelino Alfano.
MONTI A PALAZZO CHIGI
Il senatore a vita Mario Monti è appena arrivato a palazzo Chigi per un pranzo con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
BERLUSCONI A PALAZZO CHIGI PER MONTI
Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi è appena arrivato a palazzo Chigi dove incontrerà il senatore a vita Mario Monti, atteso a momenti.
BERLUSCONI LASCIA PALAZZO GRAZIOLI
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha lasciato la sua residenza romana di Palazzo Grazioli intorno alle 13.45. Il premier si sta recando a Palazzo Chigi dove ha invitato a pranzo il neosenatore a vita Mario Monti.
ALFANO E GIANNI LETTA AL PRANZO BERLUSCONI-MONTI
Al pranzo tra Berlusconi e Monti dovrebbero partecipare Gianni Letta e Angelino Alfano.
IL PD HA RIBADITO: SI' MONTI, TECNICI D'ALTO PROFI
Stamattina incontro del neosenatore Monti con il segretario e il vicesegretario Pierluigi Bersani ed Enrico Letta ha visto il Partito democratico ribadire la necessità di avere un esecutivo di tecnici di alto profilo. Sul tavolo, stamattina, anche alcuni temi di programma, soprattutto per quanto riguarda l'equità, richiesta a gran voce dal segretario Pd in più occasioni.
POLLEDRI, DA MONTI SCORTESIA ISTITUZIONALE
Il deputato leghista, Massimo Polledri, nel dibattito nell'aula della Camera sulla legge stabilità, se la prende con Mario Monti, pur senza nominarlo. «C'è una persona che in questi giorni riceve più di Gesù Bambino, sono tutti lì- attacca- Massimo rispetto per l'uomo, però ci vorrebbe un pò di forma, un po' di cortesia istituzionale». E ancora: «Quello lì non si è ancora dimesso, il Parlamento è qui e non ha ancora deciso nulla». Poi, si rivolge ai colleghi dell'opposizione: «È sufficiente il regicidio di Berlusconi per risolvere tutti i problemi? È sufficiente consegnare le decisioni che dovrebbe prendere questo Parlamento a qualcun altro? A meno che non si pensi che qualcuno abbia un potere taumaturgico...».
BINDI-POLLEDRI, SCAMBIO DI BATTUTE SUL FRANCESE
Alla Camera, nel dibattito sulla legge di stabilità, cortese scambio di battute tra Rosy Bindi e Massimo Polledri della Lega Nord che ha usato espressioni in francese e la presidente di turno dell'Aula lo ha invitato a parlare italiano. Il tono reciproco è scherzoso. «Oui, Madame la president». Polledri inizia il suo intervento in discussione generale nell'Aula della Camera sulla legge di Stabilità in francese. La vicepresidente Rosy Bindi lo blocca. «Ci complimentiamo con il suo francese ma qui si parla italiano», ammonisce. Ma poco dopo Polledri chiarisce che il suo parlare nella lingua d'Oltralpe è in polemica con la Francia ed il suo atteggiamento verso l'Italia nella crisi.
SCILIPOTI; MONTI, GARANZIA UTILI DELLE BANCHE Il segretario nazionale del Movimento di Responsabilità Nazionale, Domenico Scilipoti, deputato di Popolo e Territorio, su Monti dice: «Una garanzia di ferro si accinge, con il neosenatore, a proteggere gli utili delle banche che, nonostante la dilagante crisi che sta investendo il Paese, continuano a crescere grazie ai regali di parlamentari compiacenti anche nella uscente maggioranza, confezionati con il Decreto Milleproroghe di giugno scorso, con l`aumento dei tassi Soglia Antiusura».
CASINI: MOMENTO DELLA VERITA', SI' A MONTI
"Non bisogna perdere tempo, non c'è spazio per le furberie e i giochini che si farebbero sulle spalle degli italiani: la politica è chiamata ad un'assunzione enorme di responsabilità, siamo al momento della verità». Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, in una intervista al Tg2. Il voto al governo Monti, ha aggiunto, «lo spiegheremo ai nostri elettori come un atto di responsabilità di una politica che non guarda solo ai propri interessi o ai calcoli elettorali. Chi parla di sconfitta politica non ha capito che la sconfitta avviene quando un governo non risolve i problemi degli italiani».
SANTANCHE': SI', DISCUTERE DI GOVERNO A TEMPO
Di un «Governo a tempo che deve fare immediatamente quello che chiede l'Unione europea si può discutere»: l'apertura è del sottosegretario Daniela Santanchè che pure ha detto di non voler partecipare al 'funerale' del berlusconismo.
LA CONFERMA: MONTI A PRANZO DA BERLUSCONI
Il senatore a vita Mario Monti ha accolto l'invito rivoltogli dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ad un incontro che avverrà oggi a Palazzo Chigi, alle ore 13.45. Lo conferma un comunicato dell'Ufficio stampa del Senato.
BERLUSCONI E MONTI SI INCONTRANO
A PRANZO A PALAZZO CHIGI
A quanto si apprende da fonti parlamentari, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il neo senatore a vita, Mario Monti dovrebbero incontrarsi per un colloquio, all'ora di pranzo, a Palazzo Chigi.
CESA, UDC: SPERIAMO CHE PDL E BERLUSCONI
APPOGGINO IL GOVERNO MONTI
«Occorre responsabilità e ci auguriamo che il presidente del Consiglio e il Pdl appoggino seriamente e lealmente il governo Monti»: lo ha detto il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, rispondendo ai giornalisti alla Camera.
CICCHITTO: PDL IPOTESI MONTI C'E'
«Una delle ipotesi è quella di Monti, ma bisogna vedere come si colloca, il quadro politico e programmatico e le idee. Da parte nostra c'è ancora una discussione in corso su cosa succederà dopo le dimissioni del presidente del Consiglio». Lo dice il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto .
BOCCHINO: DA FLI E TERZO POLO
NO A POLITICO DI PDL O LEGA
«La melina del Pdl sul varo del governo Monti è un atteggiamento antinazionale e le soluzioni alternative di cui si parla sono minoritarie in Parlamento e senza altro sbocco che le elezioni anticipate». Lo dichiara il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, che aggiunge: «Futuro e libertà e il Terzo polo non sosterranno un esecutivo guidato da un politico proposto dal Pdl o dalla Lega e senza il nostro consenso è evidente che questa soluzione non avrebbe i numeri in parlamento».
LA CAMERA DISCUTE SULLA LEGGE DI STABILITA'
Alle 12.30 ha preso il via la discussione, in aula alla Camera, sulla legge di stabilità licenziata ieri al Senato. Alle 16 è previsto l'inizio delle dichiarazioni di voto e alle 18 si dovrebbe concludere il voto finale.
NAPOLITANO, APPELLO A "SENSO DI RESPONSABILITA'
Con Napolitano che lancia un nuovo invito al senso di responsabilità delle forze politiche in un messaggio al congresso della Destra a Torino. «In questa situazione sono i soggetti più deboli ad essere maggiormente esposti. Occorre pertanto che tutte le forze politiche sappiano agire con senso di responsabilità e formulare proposte in grado di conciliare il rigore posto dalla necessità di ridurre il debito pubblico e di promuovere la crescita, con l'esigenza di distribuire equamente i sacrifici, tutelando i ceti in maggiore difficoltà».
NEL PDL ORE CONVULSE
Tra Palazzo Chigi e Palazzo Grazioli è vertice permanente. Ieri, nella notte, l'ennesima riunione tra il premier Silvio Berlusconi, il ministro degli Esteri Franco Frattini, il segretario del Pdl Angelino Alfano e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, cui si sono poi aggiunti il commissario Ue Antonio Tajani e la governatrice del Lazio Renata Polverini.
Ma il premier sembra sempre meno disposto a farsi da parte assecondando placidamente quello che Europa, mercati finanziari, Capo dello Stato, parti sociali e semplici cittadini si attendono: cioè un governo nominato il prima possibile e con un forte e credibile profilo interno e internazionale. A cominciare dal suo leader che, nell'auspicio comune, dovrebbe essere Mario Monti. "Non mi faccio calpestare così", avrebbe detto ieri sera ai suoi, "no, non subisco questa umiliazione". E nel Pdl è rivolta, il caos è completo, lo stallo totale, la tensione alle stelle: oggi alle 18 l'Ufficio di presidenza del Pdl deciderà se dare o meno il via libera a un nuovo governo. Alle 12.30 il ddl stabilità andrà alla Camera, nel pomeriggio il voto, poi Berlusconi dovrebbe salire al Colle e rimettere l'incarico nelle mani di Giorgio Napolitano, che in serata dovrebbe aprire le consultazioni, per poi conferire l'incarico domani a Mario Monti. La cosa che davvero ha fatto infuriare il Cavaliere è stato il giro delle consultazioni informali inaugurato dal professore, che formalmente non ha ancora preso possesso di palazzo Chigi. Da quando è rientrato a Roma tv e giornali, istituzioni e opposizioni, tutti parlano già dell'ex commissario Ue come del successore di Silvio Berlusconi. Tutti tranne lui, Silvio, che ha pur sempre la maggioranza al Senato ed è ancora - sia pure ancora per poche ore - premier in carica. Prendendo spunto dai suoi dubbi, la fronda che comunque spaventa il Cavaliere e cresce d'intensità gli ha suggerito di tenere duro su un nome di centrodestra, proponendo quello di Angelino Alfano. Eppure resta difficile che alla fine il premier, al Colle, possa proporre un nome diverso da quello che risponde al profilo di Mario Monti. Il presidente del Consiglio però pretende un segnale, un atto di rispetto, un margine di trattativa. Altrimenti il banco potrebbe saltare. Difficile, comunque, credere che il Presidente della Repubblica Napolitano non abbia garanzie precise sulle possibilità di Monti di guidare un governo con una base parlamentare ampia e condivisa. Ieri non si sarebbe, altrimenti, esposto a rassicurare Usa, Francia e Germania, come ha fatto in queste ore da “gestore” e “risolutore” della grave crisi italiana. Ma resta l'incertezza: quale sarà l'ultimo colpo di coda del Caimano? Giorgio Napolitano aspetterà di concludere il giro di consultazioni prima di prendere una decisione sull'incarico anche se, sottolineano fonti parlamentari, la vicenda appare già decisa. Anche di fronte alla contrarietà del Pdl il Colle potrebbe decidere di conferire lo stesso l'incarico all'ex commissario europeo. A quel punto la partita si sposterebbe in Parlamento. Nel caso il governo non ottenesse la fiducia si aprirebbe la strada delle elezioni anticipate ma potrebbe essere il neo senatore a vita a gestire l'esecutivo fino al voto. L'attesa è ora per la decisione ufficiale che il Cavaliere ed il Pdl prenderanno oggi nel corso dell'ufficio di presidenza. La linea che emergerà da quella riunione sarà poi illustrata al Capo dello Stato. Nonostante nessuno nel partito si senta pronto a scommettere su uno scenario diverso rispetto a quello di un governo Monti, la tensione è alle stelle. Una confusione che investe il capo del governo, costretto a dover mediare per evitare rotture, ma al contempo, fortemente irritato per la gestione 'dell'affaire' . Il premier, raccontano i fedelissimi, si sente tagliato fuori dalle trattative per la formazione del nuovo esecutivo e, soprattutto, non accetta di essere tenuto all'oscuro sul programma che il Pdl dovrebbe votare. Un ragionamento condiviso dallo stato maggiore del partito e che mette d'accordo sia i fan del governo tecnico che il fronte pro elezioni.

venerdì 11 novembre 2011

TIME: «QUELLA ITALIANA È L'ECONOMIA PIÙ PERICOLOSA DEL MONDO»
 

Quella italiana è «l’ economia più pericolosa del mondo». Lo sostiene Time Europe, l’ edizione europea del settimanale d’ informazione statunitense, che nel suo ultimo numero dedica la copertina a Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio dimissionario, sorridente nella foto in primo piano scelta per la copertina della rivista, viene definito «The man behind the world’ s most dangerous economy» (L’ uomo dietro l’ economia più pericolosa del mondo). In un reportage realizzato da Rana Foroohar, si spiega «come il primo ministro uscente ha messo a repentaglio l’Unione Europea e il motivo per cui non ne è dispiaciuto». Nell’ edizione del 5 novembre, all’ indomani del G20, il Financial Times aveva dedicato un sarcastico e durissimo editoriale nei confronti di Berlusconi, dall'eloquente titolo «In the name of God and Italy, go!» (In nome di Dio e dell’ Italia, vattene!«).Nel futuro c'è Mario Monti ma Berlusconi non è finito. Non cala l'attenzione della stampa estera sulla crisi politica italiana e oggi diversi quotidiani internazionali aprono con la figura di «Supermario, il favorito» alla guida di un governo tecnico, senza tralasciare pero «i profondi problemi» della terza economia europea. «Servono leader, non solo manager», è il titolo di un editoriale del quotidiano britannico Financial Times che, guardando ai casi Grecia e Italia, osserva come «sarebbe un fatale errore presumere che, in entrambi i casi, una coalizione di vecchie elite politiche, guidata da un tecnocrate, forniscà una cura miracolosa per problemi profondamente radicati». Il Ft scrive che «se c'è sollievo per il fatto che governi screditati siano rimpiazzati, c'è anche risentimento per quello che alcuni vedono come una soluzione imposta dall'Europa, se non peggio, dalla Germania». Perciò i due nuovi leader «devono fissare un'agenda chiara per le elezioni» e «potrebbero lottare per far passare le riforme in parlamento. La risposta sarà allora dare prova di vera leadership. La competenza manageriale non basterà», conclude il Ft. Anche il Guardian, in una lunga analisi dal titolo «Cosa significa l’ uscita di Berlusconi per l’ Italia», guarda al futuro politico del Paese dopo «17 anni che hanno significato povertà galoppante, prezzi dilaganti, criminalità organizzata più forte, mercato nero in crescita e una scioccante fuga di cervelli». E per il futuro, «la visione più pessimistica, ma forse realista, è che Berlusconi non sia ancora fuori dal potere», conclude il Guardian. «Italia: si precisa il copione della transizione» annuncia oggi ai suoi lettori il francese Le Figaro, proponendo una foto di Mario Monti e un ritratto dell’«economista filoeuropeo alla riscossa». «In piena tormenta monetaria, nel bel mezzo di un confronto senza precedenti con il resto dell'Europa, preoccupata dal contagio della Grecia sulla terza economia del continente - scrive Le Figaro - Mario Monti appare agli occhi degli italiani come l'uomo della situazione». Per Libération, che apre con un primo piano della testa di Berlusconi da dietro e la scritta grande «Ciao», 'Berlusconi molla la presa, Monti in vantaggiò: «in meno di 24 ore - scrive il quotidiano della gauche - e mentre finora aveva reclamato elezioni anticipate dopo le sue dimissioni, il Cavaliere ha cambiato posizione. Primo perchè i mercati non sono convinti dalla soluzione elettorale, che prolungherebbe l’ instabilità politica di diversi mesi. Ma anche perchè una parte delle sue truppe si è ribellata contro l’ ipotesi di uno scioglimento del Parlamento». In Germania la Suddeutsche Zeitung pubblica un’ intervista del capo del fondo salva-Stati Klaus Regling, secondo il quale «L'Italia è a corto di tempo» e l’ Efsf è «pronto aiutarla». Il Welt online punta tutto su Monti e scrive «È quello per salvare l’ Italia». Lo spagnolo El Paìs titola «Il governo tecnico divide il partito di Berlusconi», descrive Monti come un «rispettato economista» e sottolinea che questo fine settimana potrebbe essere «storico» per il Paese. Grande attenzione da parte dei media Usa. In uno speciale sulla crisi italiana, la Cnn titola «L’ Italia è incapace di sguinzagliare il suo talento» e si sofferma sulle «sfide nel lungo periodo» di un Paese segnato da «una crescente gerontocrazia con una minima, se non nulla, meritocrazia». Per la Cnn, «nel tempo, Berlusconi è diventato vittima della sua arroganza ma è ancora presto per scrivere il suo necrologio politico». Simile la conclusione del New York Times che in un commento (Op - Ed) sottolinea come «sia prematuro scrivere la fine di Berlusconi». Il Cavaliere «dopo il governo di unità, potrebbe manovrare da dietro le quinte per porre uno dei suoi più fedeli servitori, Angelino Alfano, come primo ministro» come è accaduto con «Dmitri Medvevdev e Vladimir Putin», scrive il Nyt.Il Wall Street Journal, infine, apre su Mario Monti: «I parlamentari italiani uniscono attorno a lui, il favorito», considerato uno utsider politico                                                                           r.p.s.m.

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giovedì 10 novembre 2011

PDL IN MILLE PEZZI PRONTO AL PARRICIDIO


L’onorevole Cassinelli intercetta in Transatlantico la lunga falcata del collega Paniz: «Maurizio, tienimi un posto». «Dove?» chiede lui. «Mah, lo sto dicendo a tutti» è la desolata replica. Poco più in là Scajola sottopone i deputati al suo sondaggio: voto o larghe intese? Il risultato lo porterà a Berlusconi: «Silvio, attento, qui rischiamo l’esodo dal partito». L’implosione. Timori già espressi da Gianni Letta. E dallo stesso Alfano. Che, al di là del mutismo che il ruolo gli impone, non vorrebbe bruciarsi in una corsa perdente. Se il premier mostra i muscoli, il Pdl rema in direzione opposta. Al punto che in serata si sparge la voce che “Silvio” ha capitolato. La squadra di Monti vedrebbe Amato all’Economia, Fitto e Frattini dentro, Casini all’Interno, Bersani per il Pd. Letta sottosegretario di garanzia. La posta è alta. Come il punto di rottura dello smottamento. Il Pdl perde pezzi, legato ufficialmente alla linea del premier; e ufficiosamente al governo di unità nazionale o allargato al Terzo Polo. La posta in gioco è pesante, il crollo degli indici azionari, l’impennata dello spread, anticamera del default, tolgono tempo e opzioni. Ministri, dirigenti e peones uniti ad avvisare il Cavaliere bellicoso. Con lui nel bunker restano i pasdaran come Brambilla e Rotondi, i socialisti Sacconi e Brunetta. Pure gli ex An dubitano: La Russa ha dismesso il mantra del voto...                                                                                         m.c.p.s.
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mercoledì 9 novembre 2011

NAPOLITANO/NUOVO GOVERNO A BREVE O VOTO

« Sono «ore difficili e delicate queste. Abbiamo bisogno di decisioni presto e via via nei prossimi anni, che diano il senso di una rinnovata responsabilità e coesione nazionale. È il messaggio che abbiamo non certo io solo ma in molti lanciato con le celebrazioni del 150esimo dell'unità d'Italia; ed è lo sforzo che mi guiderà anche nell'arbitrare la crisi di governo che sta per aprirsi». Lo ha detto il capo dello Stato Giorgio Napolitano intervenendo alla giornata nazionale dello spettacolo al Quirinale. Chiarendo che prenderà decisioni rapide. Per affrontare la crisi servono «nuovi comportamenti nelle istituzioni e da parte delle forze politiche», ha detto ancora il capo dello Stato: «per trarci fuori dalla condizione critica e allarmante occorre che cadano troppe chiusure e vecchi tabù, che si crei un clima di confronto più aperto e ancorato ai problemi reali della società e dello Stato e alle loro possibili soluzioni. Abbiamo bisogno di decisioni presto e nei prossimi anni per esprimere una rinnovata responsabilità e coesione nazionale». NEL MONDO CRISI DI FIDUCIA VERSO L'ITALIA «È insorta in Europa e non solo in Europa, l'ho detto pubblicamente qualche giorno fa, una grave crisi di fiducia nei confronti del nostro Paese». Il presidente della Repubblica ha esortato quindi gli italiani a «dare un apporto maggiore che non negli ultimi tempi al necessario rinnovamento e balzo in avanti nel sistema di integrazione europea e insieme, però, riguadagnare credibilità e fiducia come paese». Il capo dello Stato la interpreta come una strategia mirata «ad uscire innanzitutto da una stretta molto pericolosa sui titoli del nostro debito pubblico nei mercati finanziari e sulle condizioni dei nostri istituti di credito, con prevedibili ricadute sull'attività economica e sull'occupazione». Il capo dello Stato ha invocato «scelte severe nell'uso delle risorse, diversi e meditati ordini di priorità, superamento di fatali ritardi e contraddizioni nell'affrontare, con riforme spesso annunciate e sempre mancate, debolezze di fondo del sistema paese». «Ecco gli imperativi che riguardano noi tutti e che esigono nuova consapevolezza diffusa e nuovi comportamenti individuali e collettivi, spirito di sacrificio e slancio innovativo». NAPOLITANO: ESSENZIALE IL RUOLO DELLE ARTI «Se non ho nemmeno pensato a rinviare questo tradizionale incontro o ad annullare la mia partecipazione, è non solo perché mai avrei voluto fare un torto all'infaticabile e meritorio impegno di Gian Luigi Rondi (presidente dell'Accademia del cinema italiano, ndr) e nemmeno perché mi lega al vostro mondo una mia antica personale predilezione e passione», ha esordito Napolitano parlando davanti ad artisti, attori e registi saliti al Quirinale per la giornata dello spettacolo. «Il motivo per cui sono qui nonostante tutto è per la convinzione del ruolo essenziale che l'Italia delle arti, dello spettacolo, del teatro e più in generale della cultura è chiamata a dare sempre e ancor di più nella fase che il paese sta attraversando».                                      m.c.p.s.
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martedì 8 novembre 2011

I MEDIA NEL MONDO: BERLUSCONI, FINE DI UN'ERA

«Silvio Berlusconi vince un voto chiave sul budget ma è senza maggioranza». La quota 308 raggiunta da Pdl e Lega nel voto sul rendiconto a Montecitorio balza in pochi minuti in cima alle pagine dei siti stranieri ed è una 'breaking news' sui principali network internazionali. Da Londra, «Il premier italiano perde la sua maggioranza parlamentare», ha titolato la BBC. Per il FINANCIAL TIMES online secondo «Berlusconi perde la maggioranza in un voto decisivo». Il GUARDIAN: «Berlusconi non riesce a garantire la maggioranza nel voto sul bilancio», ricordando che il testo è passato con 308 voti, «8 voti in meno di quanto richiesto per la maggioranza assoluta». E il TIMES: «Vittoria sul budget ma Berlusconi perde la maggioranza». Dagli Stati Uniti, la CNN titola «Berlusconi vince su un voto chiave ma perde sostegno» e scrive che «più della metà dei 630 deputati non hanno preso parte al voto, chiaro segnale di scontentezza nei confronti del governo». E il network Usa pubblica un articolo dal titolo: «Silvio Berlusconi: la fine di un'era?». Negli Stati Uniti anche CNBC inserisce il voto di oggi tra le breaking news e titola «Berlusconi vince un voto chiave ma perde la maggioranza». IL WALL STREET JOURNAL: «Berlusconi ha perso la maggioranza parlamentare» Scrivendo nell'articolo. «La coalizione di Silvio Berlusconi ha vinto solo 308 voti su 630 in un voto chiave, abbastanza per vincere ma troppo pochi per assicurare la sua capacità di restare al governo». In Francia il conservatore LE FIGARO titola: «Berlusconi ha i giorni contati prima del voto di mercoledì», sottolineando che il premier «ha vinto nella votazione sul bilancio ma ha perso la maggioranza assoluta in Parlamento. La sopravvivenza del suo governo dipende ormai dal voto di mercoledì prossimo». Per LE MONDE con «un nuovo voto indebolisce Berlusconi». Il premier, riferisce, «ha perso la maggioranza assoluta alla Camera dei Deputati, martedì, ma ottiene la ratifica dei conti pubblici del 2010». LIBERATION: «Berlusconi perde la maggioranza assoluta» scrive il quotidiano di sinistra. «Anche se il capo del governo italiano ha ottenuto il voto-test alla Camera dei Deputati grazie all'astensione dell'opposizione, crescono le pressioni perché si dimetta». Dal Qatar, grande attenzione da AL JAZIRA. In prima, nella fascia delle breaking news, scorre il titolo: «Il premier italiano Berlusconi vince il voto sul budget ma perde la maggioranza». In Germania, BILD: «Dura sberla per Berlusconi. Si dimette finalmente?». Lo SPIEGEL: «Ultima battaglia di Berlusconi, supera il voto ma perde il potere». La FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG: «Berlusconi vacilla, vince il voto e perde la maggioranza».

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lunedì 7 novembre 2011

CARLUCCI ALL' UDC, WEB SI SCATENA «COSA NON SI FA PUR DI FAR CADERE BERLUSCONI»

Le agenzie non fanno in tempo a battere la notizia della fuga di Gabriella Carlucci dal Pdl all'UdC che la bomba scoppia su Internet e deflagra - manco a dirlo - su Twitter: giornalisti, blogger e gente comune, tutti commentano l'abbandono della fedelissima (ma poi c'è chi giura che non lo fosse poi così tanto) deputata berlusconiana. Alla fine la fuga di Carlucci viene goliardicamente celebrata sul social network con un hashtag (parola chiave) coniato dal geniale blogger Filippo Sensi (@nomfup) apposta per lei: #vivalafuga, al posto del berlusconiano "viva la...". E in un attimo l'hashtag diventa TT (trending topic) su Twitter.Lo cita perfino l'ex portavoce, giornalista e attuale deputato UdC Roberto Rao: "A nanna. Domani si ricomincia. E in testa un motivetto... "maracaibo/mare forza nove/fuggire si ma dove... zza' zza'! #vivalafuga". Pochi attimi prima, sempre Rao esultava su Twitter dichiarando: "Vedere la faccia di Berlusconi alla notizia dell'adesione della carlucci all'udc non ha prezzo. Per tutto il resto c'e #vivalafuga". I tweet su Carlucci si rincorrono a ritmo frenetico. C'è chi ironizza, come @buzzico: "La compagna Carlucci ha abbracciato la corretta linea del Partito. Potrà seguire un corso di riabilitazione in Rai" e @piovonorane (Alessandro Gilioli): "Dopo Gabriella Carlucci vi mancano solo Olindo e il mostro di Rostov". Qualcuno si spinge un po' oltre, come@giowile: "Si affonda. Le tope abbandonano la nave". C'è anche chi, come @abbassolamore, scrive "Non ricordo di aver udito notizia tanto toccante da quando Topo Gigio passò da Rai Uno a Canale 5... ". Per non parlare di @carlogabardini: "La Carlucci pare passi all'UdC. Non facciamo scherzi, se va via il nano, nn è che a noi in Parlamento ci restano le ballerine, vero?!"Sferzanti, gli indignati (@draghiribelli): "Se la Carlucci fa cadere il governo, Cuccarini premier!". Stesso tono usato da @Neko_fe: "Carlucci, quando la fuga non è di cervelli". Caustico il blogger Luca Conti: "Cosa non si tira su, pur di far cadere il governo > Gabriella Carlucci lascia il Pdl per l'Udc", mentre @gianlucaneri scherza: "Casini, perché tu lo sappia: le disgrazie vengono tre a tre. E qui mancano ancora due sorelle Carlucci". @troppouncapo esulta: "Se pure le subrette abbandonano la maggioranza significa che forse ci siamo". Poi è il turno degli arrabbiati: "L'altra Italia immaginata dalle opposizioni è (anche) quella di Gabriella Carlucci? - chiede @fabiochiusi - Lo dicano forte e chiaro". @gabriellaL43 riesuma un'infelice performance su Internet della deputata in fuga e si domanda: Chi ha detto la frase 'Guardi le auguro che appena suo figlio avrà accesso a Facebook venga intercettato dai pedofili.."? Nella querelle intervengono diversi giornalisti: il direttore di Europa Stefano Menichini si chiede: "Dico ragassi, vi è chiaro che gabriella carlucci al governo ce la riportiamo noi? E non solo lei". Osserva Francesco Costa del Post: "Per ogni Carlucci che passa dal PdL all'UdC, la fine del Governo diventa un po' più facile e l'alleanza PD-UdC un po' più complicata". Interviene anche Dario Di Vico del Corriere della Sera: "Siete dei bei tipi. Volete che il Cav vada sotto e poi se la Carlucci vi aiuta .. la riempite di insulti". Anche l'attento blogger Diego Bianchi (@zdizoro) si inserisce nel dibattito: "La foto della compagna Carlucci si erge sulla home di Repubblica", osserva, per poi chiedersi "che ministero daremo a Gabriella?", e dichiarare "l'ho vista coll'occhi mia, ad Atreju, appartarsi con Vendola, come sindaco di Margherita di Savoia. E' più trasversale di Monti". Andrea Sarubbi, il deputato Pd più attivo su Twitter, rivela: "Il disagio di Gabriella Carlucci mi era noto da tempo. È molto meno berlusconiana di quanto sembri". Ma c'è subito qualcuno che lo rintuzza, come @Staserabrodino : "Suvvia! Il disagio è nostro che ci ritroviamo la Carlucci come parlamentare; indipendentemente dal partito che se la piglia".

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domenica 6 novembre 2011

MICROSOFT: «CREDIAMO NELL’ITALIA MA SERVE IL 'SALTO DEL CANGURO'»



Un «salto del canguro» salverà l’Italia. In tempi di crisi e grandi incertezze economiche le ricette proposte per risalire la china sono molte e spesso in contrasto tra loro. Ma c’ è una «parola magica» che sembra trovare tutti d’accordo: innovazione. Ne abbiamo parlato con chi di innovazione se ne intende e, grazie a web e computer, ogni anno mette insieme fatturati superiori al Pil di molti Stati del pianeta: Microsoft. VIDEO JOVANE
VIDEO COURTOIS- L’immagine del «salto del canguro» viene fuori durante il colloquio con Jean Philippe Courtois, presidente di Microsoft international, e Pietro Scott Jovane, presidente e amministratore delegato di Microsoft Italia, in occasione della presentazione di “KitXKids” la nuova applicazione per facilitare l’utilizzo del pc da parte degli studenti delle scuole primarie: «I ritardi tecnologici accumulati dall’Italia possono essere superati con un balzo in avanti che porti il paese a saltare al- cuni passaggi e ad adottare l’innovazione ad un livello più avanzato». Privato e pubblico. «Guardando alcuni dati come la diffusione di Internet e l’alfabetizzazione digitale, l’Italia sembrerebbe indietro, ma io non ho questa impressione. Vedo un quadro più frastagliato con molte punte d’eccellenza e altre aree che beneficerebbero di una iniezione di tecnologia», spiega Courtois giudicando livello di innovazione italiano paragonato a quello dei tanti paesi con i quali lavora. «Le piccole e medie imprese, che rappresentano il 90% dei posti di lavoro in Italia, sono un po’ indietro. C’ è molto che potrebbero fare per vendere meglio i propri prodotti all’estero, per migliorare in efficienza, per ridurre i loro costi». Il futuro visto da Microsoft ha la forma di una nuvola, ma resta comunque luminoso. «Microsoft sta in vestendo molto nello sviluppo del “cloud computing” in Italia per consentire a tutte le aziende, anche quel- le piccolissime, di accedere a servizi informatici di alto livello (come e.commerce, e.mail, vendite on line, ecc...) pagando solo per le prestazioni richieste». Diverso l’approccio per l’innovazione nel settore pubblico. «Lì le nuove tecnologie, oltre a rendere migliori i servizi per i cittadini, posso portare grandi risparmi per lo Stato e, di questi tempi, è una priorità». Digital divide. Ma, alla voce risparmio nella pubblica amministrazione, Microsoft e suoi programmi con licenza a pagamento, vengono spesso messi sul banco degli imputati e in tanti invocano il free software dei programmi open source. «E’ sempre stato un dibattito intellettuale molto accesso», spiega Scott Jovane, il giovane amministratore di Microsoft Italia, forse ripensando al polverone sollevato dall’accordo di qualche mese fa tra la sua compagnia e il governatore della Puglia Nichi Vendola per l’innovazione nella P.A. «Ma rischia di essere un dibattito sterile - continua - Chi fa impresa o gestisce la macchina pubblica fa una valutazione dei costi complessivi. A volte l’open source non costa come licenze ma costa come sviluppo. Noi, nel frattempo, abbiamo imparato a convivere e collaborare con quel mondo e per i programmi per le scuole, per esempio, abbiamo adoperato un sistema open source perche’ in quel caso era preferibile un modello che potesse essere riutilizzato e rimodulato su altre scuole». Giustizia, sanita’, scuola, questi i settori su cui si potrebbe intervenire per colmare il “digital divide” italiano, ma in queste ore è la crisi economica a dettare l’agenda. «Microsoft non può ridurre il debito pubblico, almeno non direttamente - dice ancora Scott Jovane - ma abbiamo un piano triennale di investimenti per 130 milioni di euro che, per esempio, potrebbe dare una scossa ai giovani disoccupati del sud. Le ricerche ci dicono che dove non c’ e’ lavoro, c’e’ piu’ disponibilità a crearselo e noi andremo incontro alle prime mille start-up giovani fornendo un completo supporto tecnologico per i primi tre anni di vita dell’azienda». «Crediamo nell’Italia ma serve il 'salto del canguro'» Un «salto del canguro» salvera’ l’Italia. In tempi di crisi e grandi incertezze economiche le ricette proposte per risalire la china sono molte e spesso in contrasto tra loro. Ma c’e’ una «parola magica» che sembra trovare tutti d’accordo: innovazione. Ne abbiamo parlato con chi di innovazione se ne intende e, grazie a web e computer, ogni anno mette insieme fatturati superiori al Pil di molti Stati del pianeta: Microsoft. VIDEO JOVANE
VIDEO COURTOIS- L’immagine del «salto del canguro» viene fuori durante il colloquio con Jean Philippe Courtois, presidente di Microsoft international, e Pietro Scott Jovane, presidente e amministratore delegato di Microsoft Italia, in occasione della presentazione di “KitXKids” la nuova applicazione per facilitare l’utilizzo del pc da parte degli studenti delle scuole primarie: «I ritardi tecnologici accumulati dall’Italia possono essere superati con un balzo in avanti che porti il paese a saltare al- cuni passaggi e ad adottare l’innovazione ad un livello più avanzato».Privato e pubblico. «Guardando alcuni dati come la diffusione di Internet e l’alfabetizzazione digitale, l’Italia sembrerebbe indietro, ma io non ho questa impressione. Vedo un quadro più frastagliato con molte punte d’eccellenza e altre aree che beneficerebbero di una iniezione di tecnologia», spiega Courtois giudicando livello di innovazione italiano paragonato a quello dei tanti paesi con i quali lavora. «Le piccole e medie imprese, che rappresentano il 90% dei posti di lavoro in Italia, sono un po’ indietro. C’ e’ molto che potrebbero fare per vendere meglio i propri prodotti all’estero, per migliorare in efficienza, per ridurre i loro costi». Il futuro visto da Microsoft ha la forma di una nuvola, ma resta comunque luminoso. «Microsoft sta in vestendo molto nello sviluppo del “cloud computing” in Italia per consentire a tutte le aziende, anche quel- le piccolissime, di accedere a servizi informatici di alto livello (come e.commerce, e.mail, vendite on line, ecc...) pagando solo per le prestazioni richieste». Diverso l’approccio per l’innovazione nel settore pubblico.«Lì le nuove tecnologie, oltre a rendere migliori i servizi per i cittadini, posso portare grandi risparmi per lo Stato e, di questi tempi, è una priorità». Digital divide. Ma, alla voce risparmio nella pubblica amministrazione, Microsoft e suoi programmi con licenza a pagamento, vengono spesso messi sul banco degli imputati e in tanti invocano il free software dei programmi open source. «E’ sempre stato un dibattito intellettuale molto accesso», spiega Scott Jovane, il giovane amministratore di Microsoft Italia, forse ripensando al polverone sollevato dall’accordo di qualche mese fa tra la sua compagnia e il governatore della Puglia Nichi Vendola per l’innovazione nella P.A. «Ma rischia di essere un dibattito sterile - continua - Chi fa impresa o gestisce la macchina pubblica fa una valutazione dei costi complessivi. A volte l’open source non costa come licenze ma costa come sviluppo. Noi, nel frattempo, abbiamo imparato a convivere e collaborare con quel mondo e per i programmi per le scuole, per esempio, abbiamo adoperato un sistema open source perche’ in quel caso era preferibile un modello che potesse essere riutilizzato e rimodulato su altre scuole». Giustizia, sanità, scuola, questi i settori su cui si potrebbe intervenire per colmare il “digital divide” italiano, ma in queste ore è la crisi economica a dettare l’agenda. «Microsoft non può ridurre il debito pubblico, almeno non direttamente - dice ancora Scott Jovane - ma abbiamo un piano triennale di investimenti per 130 milioni di euro che, per esempio, potrebbe dare una scossa ai giovani disoccupati del sud. Le ricerche ci dicono che dove non c’è lavoro, c’è più disponibilità a crearselo e noi andremo incontro alle prime mille start-up giovani fornendo un completo supporto tecnologico per i primi tre anni di vita dell’azienda».

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