martedì 1 marzo 2011

ROM E MIGRANTI, ASSALTI FRONTALI DALLA PARTE DEI DEBOLI



Dietro un anonimo cancello della periferia romana si apre un piccolo mondo colorato, pieno di bambini. Un piccolo mondo in cui si sono rifugiate alcune famiglie Rom espulse dai campi in cui stavano, espulse dal mondo esterno, quello che sta oltre il cancello. «Metropolis», così è stato battezzato lo spazio in cui vivono, occupato dopo anni di abbandono, è un’ex concessionaria di automobili, di fatto un grande capannone al cui interno è sorto un piccolo villaggio coperto, con casette costruite dai Rom stessi. Ci entriamo con Militant A, rapper di Assalti frontali che nel nuovo cd Profondo rosso (esce venerdì) racconta anche di loro, dell’occupazione di questo posto, della scuola dove incontra quotidianamente i bambini festanti che ci attorniano, compagni di scuola dei suoi figli. L’uscita del cd è quasi contemporanea al secondo sciopero dei migranti denominato Un giorno senza di noi che, dopo l’esordio dell’anno scorso, torna ad interrogarci sulle non-regole dell’economia liberista, che sfrutta manodopera a basso costo offrendo in cambio emarginazione e clandestinità. «Il primo Marzo - sottolinea Militant A - è un giorno di lotta per il diritto al lavoro, alla casa, alla scuola, che sono diritti di tutti e sono più che mai a rischio per tutti, non solo per gli immigrati». L’emarginazione sociale è un mostro che divora le vite delle persone fregandosene del loro passaporto, ma una cosa è certa: colpisce sempre i più deboli e fra i più deboli Rom e immigrati ci sono sempre. «Queste persone - continua il rapper romano - sono umanamente ricche, riescono ad avere una forza per andare avanti che è incredibile rispetto alle condizioni in cui spesso sono costretti a vivere. In loro possiamo ritrovare l’umanità che noi abbiamo perso». Sono Cool questi Rom è una canzone che Militant A ha dedicato a questa gente, a questa occupazione, nata per rispondere a un disagio ignorato dalle istituzioni: «Alemanno ha speso 30 milioni di euro in un anno e mezzo per non risolvere nulla, ha solo cacciato questa gente dai posti dove vivevano». Anche rispetto alle poche forme di assistenza nei confronti dei Rom, Militant A ha qualcosa da dire: «L’assistenzialismo è un business per chi lo fa e che costa alla collettività 1.000 euro al mese per ogni famiglia Rom. Con quei soldi ci si potrebbe pagare l’affitto di una casa, ma lasciare il problema irrisolto è utile alla propaganda politica della destra e serve a mantenere l’affare dell’assistenza. Questa sistemazione invece non costa un euro a nessuno e recupera anche un luogo abbandonato al degrado da anni». Profondo rosso è, come sempre quando si parla di Assalti frontali, un album pieno di realtà e di argomenti concreti, come nel caso di Lampedusa lo sa, dedicata ai migranti africani ma soprattutto alla gente dell’isola. IL CONCERTO A LAMPEDUSA«Noi siamo stati a Lampedusa - ci racconta - per un concerto contro i Cie, che sono una vergogna in sé e in cui i migranti, grazie a una legge del governo, possono rimanere rinchiusi, senza aver commesso alcun reato, non più due ma sei mesi. Proprio allora ci fu l’episodio del mercantile turco Pinar che aveva salvato dei migranti dal mare e che venne bloccato da una corvetta militare italiana per quattro giorni. In quell’occasione morì una giovane emigrata incinta. Noi siamo stati al funerale e c’erano tanti lampedusani, gente di grande dignità e umanità, che ben conosce e condivide il dramma dei disperati che approdano sulle coste dell’isola. Anche qui: se i miliardi di euro che si spendono per i Cie, per tenere in gabbia chi arriva sulle coste italiane in cerca di un futuro, venissero spesi per l’accoglienza, non sarebbe meglio per tutti? Ma per cambiare le cose bisogna partire dal basso, da noi stessi, trovare i modi per unirsi e lottare per diritti che riguardano tutti nello stesso modo. Io con Assalti frontali racconto queste storie e le canzoni nascono spesso da esperienze concrete, come questa con i Rom o quella di Lampedusa, le manifestazioni degli studenti, etc. Per me il Rap è raccontare quello che vivo ma anche comunicare un immaginario diverso da quello dominante, perché l’immaginario fa la differenza, è il punto di partenza per costruire una realtà diversa».
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lunedì 28 febbraio 2011

NUOVO SCANDALO PER GALLIANO DICE «I LOVE HITLER» IN UN VIDEO


Un nuovo scandalo per John Galliano e di nuovo accuse di anti-semitismo. Il tabloid britannico 'The Sun' è entrato in possesso di un filmato in cui il designer, sospeso dalla Maison Dior per insulti dal tono anti-ebraico contro una donna in una brasserie di Parigi, si lancia in altri commenti razzisti e conclude con un «I love Hitler». Dalla padella nella brace, mentre non accennano a placarsi le polemiche legate all'incidente della scorsa settimana che ha portato Dior a tagliare i ponti con il suo direttore creativo almeno fino a quando non si avranno i risultati dell'inchiesta. Lo stesso Galliano, accompagnato dal suo avvocato Stephane Zerbib, si è recato oggi in commissariato per un confronto con Geraldine Bloch, la donna che lo ha denunciato. Ma a quanto pare adesso non sarebbe più un episodio isolato e per Zerbib il compito si fa più difficile anche perchè, oltre al video ottenuto dal Sun, lo stilista è stato denunciato per ingiurie da una donna di 48 anni che sostiene di esser stata aggredita verbalmente nella stessa brasserie del Marais, ma in ottobre. Analoga la conversazione, pesantissimi e 'personalì gli insulti arrivati, secondo la denuncia, senza una ragione apparente: «Sei talmente brutta che non sopporto la tua visione. Hai stivali di bassa qualità, gambe di basso livello, non hai capelli, le tue sopraciglia sono immonde. Non sei che una puttana e si vede». Il video del Sun potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. Risale a dicembre ed è girato nello stesso locale, la Perle, uno dei più trendy della capitale, dove la scorsa settimana lo stilista avrebbe insultato la Bloch e minacciato di uccidere il suo amico Philippe Virgitti. Cappello in testa, bicchiere sul tavolo, il designer nato a Gibilterra si rivolge a una ragazza fuori campo di cui si sente la voce: «Gente come te dovrebbe essere morta. Tua madre, i tuoi antenati sarebbero tutti finiti nelle camere a gas», dice John con la voce incerta di chi ha alzato un pò troppo il gomito. La ragazza chiede a Galliano se ha qualche problema: «Ho un problema con te. Sei brutta». «Da dove vieni?», chiede una persona seduta accanto: «Vaff....», è la replica. La scena, scrive il Sun che ha acquistato il video dal sito Citizenside, sarebbe stata filmata da un amico della coppia insultata: un francese e un'italiana, nessuno dei due ebrei. «Sedeva solo davanti al suo bicchiere quando alcuni di noi si sono seduti al tavolo vicino», ha raccontato: «Continuava a inserirsi nelle nostre conversazioni. Noi sapevamo chi era ed eravamo stupiti da quel che diceva, ma poi ha cominciato a pronunciare insulti antisemiti. Era disgustoso. Ed era chiaro che le ragazze italiane non erano benvenute e che avrebbero dovuto andare a casa. Era razzismo allo stato puro».
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domenica 27 febbraio 2011

PRIMARIE TORINO, BOOM DI VOTANTI SITI WEB: EXIT POLL, VINCE FASSINO
Piero Fassino è in netto vantaggio secondo l'exit poll di Termometro politico sulla base di duemila interviste all'uscita dai seggi delle primarie. Ecco i risultati pubblicati sul sito di Tp che stima l'affluenza in almeno cinquantamila persone: Fassino 47-51%, Gariglio 24-28%, Passoni 14-18%, Curto 5%-8%, Viale 1-2%. -Gli interventi di Marcenaro e Christillin - Piero Fassino: «Se sarò sindaco giunta con metà donne» SEGGI APERTI- Si sono aperti regolarmente a Torino i 74 seggi nei quali gli elettori del centrosinistra potranno recarsi oggi per scegliere fra cinque candidati quello che sfiderà il centrodestra nella corsa alla successione del sindaco del capoluogo piemontese, Sergio Chiamparino, la prossima primavera. Le operazioni di voto, finora svoltesi regolarmente, sono cominciate alle 8 e proseguiranno fino alle 20. Lo spoglio comincerà subito dopo, e si prevede che i primi risultati parziali saranno disponibili a partire dalle 22. Il quartier generale delle operazioni sarà presso la sede del Pd, dove saranno fatti affluire i registri del voto. Oggi si vota anche a Novara, in quattro seggi che resteranno aperti dalle 9,30 alle 21,30. I cittadini in questo caso potranno scegliere fra tre candidati: Andrea Ballarè (Pd), Nathalie Pisano (Radicali), e Nicola Fonzo (Sel). Ultime ore infuocate di campagna elettorale, poi silenzio, la parola passa ai torinesi e domani con le primarie si scioglierà il nodo. Chi sarà il sindaco che guiderà Torino dopo Sergio Chiamparino, “Il Chiampa”, si saprà intorno alla mezzanotte perché state certi che quel nome sarà lo stesso che il 15 e 16 maggio vincerà le amministrative. Qui, sotto la Mole Antonelliana, la prima capitale d’Italia resta una certezza, mentre tutto intorno muta, Roberto Cota guida la Regione, la Lega avanza come un esercito deciso a mangiare i territori che una volta erano “rossi” e oggi vai a capire, qui il centro sinistra resta maggioranza che può vincere addirittura al primo turno. Davide e Piero. I giocatori in campo sono cinque, ma due i veri contendenti, entrambi del Pd: Piero Fassino e Davide Gariglio. Diversi come la notte e il giorno per formazione politica e culturale, uno con le radici nel vecchio Pci, l’altro nella vecchia Dc, uno laico, l’altro cattolico, 61enne il primo, 43enne il secondo, eppure con tratti simili. Entrambi conunsorriso che sembra non prenderli mai fino in fondo, lunghi e sottili (uno molto più dell'altro), mani nervose, pane e politica a pranzo e a cena. In questi ultimi giorni di campagna elettorale se ne sono dette di tutti i colori: Gariglio ha affondato la lama sulla data di nascita, sui “poteri forti” che sostengono Fassino, la nomenklatura e tutto il repertorio che tanto piace ai giovani; l'ex ministro ha spinto il pedale sui «mister preferenze o capibastone torinesi, che sostengono “il rinnovatore”». Se le sono cantate di santa ragione anche l’altra sera, durante il confronto a cinque inuna gremitissima sala conferenze dell'istituto tecnico Avogadro iniziato all'insegna del fair play, «certo che mi avvarrei del contributo dei miei sfidanti se diventassi sindaco», «sarei lusingato», e finito con accuse reciproche di attacchi infondati. Questa partita si gioca sul numerodi coloro che andranno a votare: se si supera la soglia dei 34mila Gariglio ha perso la sfida della sua vita, come lui stesso l'ha definita. Sotto quel numero il risultato è aperto perché il 43enne conta sul pacchetto preferenze di Roberto Placido e Mario Laus che pesa oltre 13mila voti; sul mondo cattolico; sull'appoggio di alcuni manager influenti come il presidente dell'azienda di trasporti Gtt (di cui Gariglio è stato Ad) Francesco Brizio, del vicerettore dell' Università Salvatore Coluccia. Sergio Chiamparino, amato dai torinesi non solo di centrosinistra, ha indicato quale suo «erede» proprio Piero Fassino, per il quale non si è risparmiato, macinando chilometri fra la gente e mettendoci, letteralmente, la sua faccia. Lui e Piero sorridenti immortalati nella foto- simbolo di questa maratona da primarie. Lungo l'elenco di coloro che si sono schierati con l'ex ministro, oltre 300 nomi di peso, da Alessandro Baricco a Furio Colombo, Tullio Levi, Wladimiro Zagrebelsky, Cesare Damiano, Mimmò Luca, Roberto Tricarico (che all'inizio voleva candidarsi) e i massimi dirigenti del partito nazionale. Ieri anche il vincitore del festival di Sanremo, Roberto Vecchioni ha lanciato un appello: «Fassino si è sempre dedicato alla democrazia, alla storia di Italia e del nostro pensiero con passione straordinaria ed è una persona perbene. Per questo invito a votare per Piero Fassino». Giovedì al mercato di via Pavese, «Piero» lo chiamavano «sindaco ».«Mi succede spessissimo», spiega lui. Da un sondaggio effettuato da Game Managers & partner è quello più noto ai torinesi, il più gradito come primo cittadino, (con lui la coalizione vincerebbe al primo turno con il 57%) ed è dato al 56,3% come vincitore domenica. I sindacati ufficialmente non si sono schierati ma la Cgil ha un voto sbilanciato su Fassino (come l'attivo della Uilm metalmeccanici), anche se quella della Asl to2 si è schierata con Gianguido Passoni (la Fiom è divisa tra lui e Michele Curto). Il presente e il futuro. Tace per ora il Rettore del Politecnico, Francesco Profumo, il nome attorno a cui si erano trovati tutti i partiti ma che alla fine è stato archiviato proprio da Sergio Chiamparino. «Parlerò lunedì – dice al telefono – quando il dibattito dovrà necessariamente spostarsi sul futuro della città». Il presente della città racconta di una Torino che in dieci anni ha cambiato pelle, si è aperta al mondo, ha una ritrovata vita culturale, è stata capace di fare della de-industrializzazione un’opportunità per ricovertirsi, ha lucidato i suoi vecchi tesori e esposto i nuovi, come il Museo del Cinema. Ma oggi deve fare i conti con il 31%di disoccupazione, il10%in più della media nazionale, e con 119 milioni di ore di cassa integrazione,nel2010,nel comparto metalmeccanico . E poi c' è la periferia dove l' opera di riqualificazione non può fermarsi e necessita di uno sguardo profondo nelle sacche di sofferenza più acuta in una società sempre più multietnica (a Torino il 13% della popolazione è immigrata) e sempre più a rischio solitudine. Equesta sarà la vera sfida da vincere.
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sabato 26 febbraio 2011

BERSANI: «TREMONTI FACCIA IL FILOSOFO MA NON È IDRAULICO»

Il ministro dell'Economia e delle Finanze «sarà anche un buon filosofo, e ne dubito, ma glielo lasciamo fare; sarà anche un buon ragioniere, ma non è l'idraulico: non mette mai le mani su un oggetto reale della nostra economica». Ne è convinto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che ha concluso oggi i lavori del Festival «Manifutura» di Bologna, alla presenza dell'ex premier Romano Prodi. Bersani si è soffermato sulla «stabilità» e sulla «crescita» del paese che «devono darsi la mano»: «Se hai la stabilità senza un minimo di crescita - ha spiegato - cascherà e andrà a ramengo. Questo non vuol dire» che si deve «fare più spesa pubblica. Noi abbiamo controllato la spesa corrente meglio di loro, ma ora bisogna mettere il cacciavite nella macchina». «Noi in questo momento siamo su tutti i carri di carnevale del mondo». E il problema, ormai «è che non attiriamo investimenti esteri». Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, dal palco del teatro Manzoni di Bologna dove chiude il festival Manifutura, attacca il premier Silvio Berlusconi e fa capire che i fatti personali del presidente del Consiglio ridicolizzano l'immagine dell'Italia all'estero. In quanto a problemi interni, prosegue poi il segretario Pd, «stiamo viaggiando col pilota automatico, in Parlamento non riesce a decidere niente». L'unica cosa che è «riuscito a fare col Milleproroghe è stato finanziare le quote latte coi soldi di un fondo che si occupa di problemi oncologici. Perchè sono quelli i problemini che devono risolvere». E anzi, affonda poi Bersani, i «problemi veri sono usati da alibi e da paravento». Nei confronti delle vicende del Nordafrica, in particolare della Libia, «l'Unione Europea deve avere una voce univoca. L'Europa deve dire che sta col cambiamento e mettere a disposizione risorse politiche,diplomatiche, economiche, per accompagnare verso maggiori diritti queste popolazioni». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, concludendo il Festival Manifutura a Bologna. Bersani ha sottolineato che «noi non vogliamo esportare modelli, ed è curioso che lo dica Frattini che ha sostenuto la guerra di Bush» ma, ha aggiunto, «vogliamo che ci siano elezioni, libertà di associarsi e più diritti per le donne». Quanto alla questione degli sbarchi dei profughi Bersani ha puntualizzato che «viene tirato fuori dal nostro Governo il rischio di estremismo islamico. Ma questo può prosperare solo se mette radici dentro l'acrimonia e il senso di rivincita di una parte di quelle popolazioni verso l'occidente e l'Europa. Questa è l'unica benzina. Per questo dobbiamo presentarci con un volto di amicizia». Per Bersani «ha ragione Romano Prodi - intervenuto poco prima durante un dibattito - quando dice che in questo momento l'Europa deve spostare il baricentro verso il Mediterraneo. Questa è l'occasione giusta».

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venerdì 25 febbraio 2011

SANITÀ PUGLIA: GIP DI BARI ARCHIVIA LA POSIZIONE DI VENDOLA

Il gip del tribunale di Bari Sergio Di Paola ha archiviato, su richiesta della procura, l'indagine a carico del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Questi era indagato, assieme ad altre dieci persone, per presunte pressioni politiche, nel 2008, nei confronti dei direttori generali di alcune Asl pugliesi per indurli a nominare direttori amministrativi e sanitari graditi al governo regionale. Nell'indagine Vendola era indagato per concussione, per fatti che sia la pubblica accusa sia il gip hanno ritenuto non penalmente rilevante. La richiesta di archiviazione era stata depositata presso l'ufficio gip nel marzo 2010 ed era firmata dai tre pubblici ministeri titolari del fascicolo - Francesco Bretone, Marcello Quercia e Desirè Digeronimo - che hanno condiviso che nell'indagine nei confronti del presidente Vendola e di alcune persone indagate non vi fossero elementi per sostenere l'accusa in dibattimento. Nella richiesta di archiviazione, oltre al nome di Vendola, compaiono quelli di altre 10 persone, tra cui l'allora assessore ai trasporti Mario Loizzo, l'ex assessore alla Sanità Alberto Tedesco, ora senatore del Pd, e l'ex dg della Asl Bari Lea Cosentino. Nei confronti degli undici indagati i carabinieri avevano ipotizzato numerosi episodi di concussione (anche tentata) per aver «imposto nel maggio 2008 ai direttori generali delle Asl e di differenti presidi ospedalieri pugliesi le nomine dei direttori amministrativi e sanitari, nonchè di primari di strutture operative complesse al fine di rafforzare la presenza della propria coalizione politica nelle istituzioni locali». Le quattro ipotesi di reato di concussione per le quali la procura di Bari ha chiesto l'archiviazione della posizione del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, vanno archiviate perchè «in nessuna delle vicende scandagliate ed esaminate risulta positivamente l'esistenza di elementi di fatto riconducibili alle nozioni di 'minaccià o 'costrizionè penalmente rilevante». Lo scrive il gip del tribunale di Bari, Sergio Di Paola, nelle sette pagine del provvedimento con cui ha archiviato l'indagine a carico di Vendola e di altre dieci persone. Le accuse archiviate facevano riferimento a presunte pressioni compiute anche da politici e dirigenti regionali sui direttori generali delle Asl, per far nominare da questi direttori amministrativi e sanitari e primari indicati dagli amministratori regionali. Il giudice spiega che l'inesistenza di elementi che possano far pensare alla concussione «risulta dall'esame del materiale raccolto sia attraverso le intercettazioni, sia mediante l'assunzione di informazioni dalle persone che sarebbero state destinatarie delle sollecitazioni da parte di taluni degli indagati». Esaminando i singoli capi d'imputazione, il giudice Di Paola spiega che in nessun caso vi sono state «pressioni e influenze», tutt'al più, almeno in un caso, le nomine dei direttori amministrativi e sanitari «appaiono frutto di contrasti tra esponenti politici che si fronteggiano, non senza asprezza e commenti ironici, sulla capacità di raggiungere determinati risultati». L'archiviazione riguarda oltre a Vendola, l'allora assessore alla sanità della Regione Puglia e oggi senatore Alberto Tedesco - accusato di sei episodi di concussione e di altri cinque tentativi di concussione - e gli ex assessore regionale Mario Loizzo (Pd) e l'assessore del comune di Bari Ludovico Abbaticchio (Pd), accusati di un episodio di concussione ciascuno. Nell'inchiesta archiviata erano coinvolti anche il capo dell'ufficio di gabinetto di Vendola, Francesco Manna, il presidente del consiglio comunale di Triggiano (Bari), Adolfo Schiraldi, e Aldo Sigrisi, consigliere comunale di Terlizzi (Bari), ritenuti vicini politicamente a Tedesco; gli ex direttori generali delle Asl di Bari e Lecce Lea Cosentino e Guido Scoditti, l'imprenditore Francesco Petronella e l'ex capo della segreteria politica di Tedesco, Mario Malcangi. Scoditti e Malcangi sono stati arrestati ieri nell'ambito dell'indagine sulla gestione delle nomine nella sanità pugliese.

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giovedì 24 febbraio 2011

MILLEPROROGHE, L'ALLARME DEL PD: MEDIASET PUÒ ACQUISIRE CORSERA

Il governo ha posto la fiducia sul maxiemendamento interamente sostitutivo del decreto milleproroghe che aveva ricevuto rilievi da parte del Capo dello Stato e che è all'esame della Camera. Già ieri sera il governo aveva annunciato l'intenzione di porre la fiducia. «Potrebbe essere imminente il rischio che Mediaset acquisisca il Corriere della Sera, viste anche le turbolenze societarie di quest'ultimo». Questo il commento del senatore del Pd, Vincenzo Vita, alle nuove modifiche sugli incroci tv-giornali contenute nel maxiemendamento al Milleproroghe. Nel testo definitivo salta la proroga a fine anno del divieto di partecipazioni in imprese editrici di quotidiani per chi possiede televisioni nazionali con più di una rete su piattaforma. Il decreto che domani sarà sottoposto al voto di fiducia alla Camera lascia intatto il testo originale che, per gli incroci tv-giornali, rimanda alla tabella in allegato che stabilisce la proroga sino al 31 marzo 2011 con la possibilità di un' ulteriore slittamento attraverso un dpcm. Secondo notizie diffuse ieri, invece, la sola modifica riguardava la cancellazione dei nuovi parametri legati al Sic. Per Vincenzo Vita «è particolarmente curioso che lo stesso premier possa emanare un regolamento per se stesso, per la sua attività editoriale, dopo avere eliminato i pasticci fatti dalla sua maggioranza». «Un passo avanti e due indietro», dice il senatore, «da una parte rimangono invariati i parametri, dall'altra si rende più forte l'acquisizione del Corriere da parte di mediaset mentre niente si dice sul post-analogico, sulle altre emittenti».

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mercoledì 23 febbraio 2011

FLOP DI APICELLA A MILANO UN SOLO BIGLIETTO IN PREVENDITA


Mariano Apicella, il cantore preferito di Berlusconi, ha dovuto annullare un concerto al Teatro Arcimboldi di Milano in cartellone il 10 marzo. Sul circuito Ticketone aveva venduto un solo biglietto. Un flop indiscutibile. Il cantante napoletano sfodera una giustificazione “politica”: “si vociferava di manifestazioni” di protesta in chiave Rubygate. Può essere. Eppure che un circuito importante e diffuso come Ticketone abbia piazzato solo una poltrona (per di più nella città in cui regna il centrodestra) significa che almeno in questi giorni non basta essere il cantante-chitarrista alla corte di Silvio per avere in dote gloria e pubblico pagante. La sala, progettata da Vittorio Gregotti, contiene 2.400 posti. È molto capiente e bella. Regge impatti forti. La riempiono rockstar come Ligabue, come ricorda Giuseppe Manzoni, consigliere delegato dei Pomeriggi Musicali, gestore degli Arcimboldi: «Noi avevamo affittato la sala come programmazione esterna – spiega - Io non faccio censure di nessun genere, ma gli Arcimboldi sono il teatro che ospita Ligabue, i grandi concertisti, hanno 2400 posti, non credo che Apicella avrebbe potuto riempirli». Stando alle prevendite, il 10 marzo era un “forno”(un teatro semi o totalmente vuoto) annunciato. E il contratto con l'artista del melodico partenopeo è stato annullato prima ancora della firma finale. «Noi non ci abbiamo rimesso nulla e quindi per noi la storia si chiude così, si è parlato di un rinvio ma non so se si concretizzerà qualcosa - ha chiarito Manzoni -. Gli organizzatori di spese invece ne avevano già sostenute, a cominciare dai manifesti che sono già in giro». Apicella volge la lettura politica in chiave di proteste e non di fan mancati. «Lo spettacolo è stato cancellato - ha detto Apicella - perché si vociferavano manifestazioni contro lo spettacolo. Sia io che l'organizzazione abbiamo ritenuto giusto cancellare la data per non cadere in questi tranelli spiacevoli». «Tutti i miei spettacoli sono senza riferimenti politici», ha tenuto a dire. «Ho avuto la fortuna nella vita di essere amico del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e tutto ciò comporta una serie di conseguenze, che però non c'entrano nulla con la mia persona. Però, l'Italia è un paese in cui si vive in questo modo». Anche il premier peraltro vive in un certo modo...

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martedì 22 febbraio 2011

IL TAR DEL LAZIO BOCCIA AUMENTI SU AUTOSTRADE E GRA

Il Tar del Lazio ha disposto l'annullamento del decreto ministeriale che ha aumentato le tariffe sulle strade che si interconnettono con autostrade e raccordi autostradali in gestione diretta dell'Anas, compreso il Grande Raccordo Anulare di Roma. Il decreto, dicono i giudici amministrativi, non prende in considerazione l'esistenza di persone che percorrono le strade di interconnessione senza però entrare nelle autostrade, come nel caso del Gra di Roma. Non solo; lo stesso decreto è stato adottato anche in violazione delle norme comunitarie in materia. Sono queste in sostanza le motivazioni per le quali il Tar del Lazio ha disposto l'annullamento del decreto ministeriale con il quale il 25 giugno 2010 sono state individuate le stazioni di esazione per le quali dovevano essere applicati gli aumenti dei pedaggi a decorrere dal primo luglio scorso. Oggi la pubblicazione delle motivazioni delle sentenze con le quali i giudici hanno accolto i ricorsi proposti dalla provincia di Roma, ma anche dalle province di Firenze, Rieti, Ferrara e Pescara, nonchè dalla regione Toscana, dal comune di Fiano Romano (ma sono stati 41 i comuni che si sono schierati con la provincia di Roma) e dal Movimento dei cittadini. Secondo i giudici amministrativi è fondato il motivo di ricorso secondo il quale il decreto impugnato «avrebbe individuato caselli o stazioni di esazione collocati in luoghi non direttamente o comunque non necessariamente interconnessi con tratte autostradali per le quali è stato imposto il pagamento di un pedaggio - si legge nelle sentenze - con conseguente imposizione agli automobilisti di una prestazione patrimoniale aggiuntiva che prescinderebbe dall'utilizzo in concreto del tratto viario interessato dal pedaggio». In sostanza, «non vi sarebbe la necessaria ed imprescindibile corrispondenza tra chi è tenuto al pagamento del pedaggio e quanti utilizzano le tratte di strada interessate dal provvedimento». Il Tar ha ritenuto poi fondato anche l'ulteriore motivo di ricorso con cui l'amministrazione provinciale capitolina ha dedotto che il decreto ministeriale avrebbe violato la normativa comunitaria. Il decreto impugnato - si legge nella sentenza - è stato adottato in violazione delle norme comunitarie, nonchè della norma nazionale di recepimento delle stesse, giacchè «determina forfettariamente la maggiorazione per le classi di pedaggio, a prescindere peraltro dall' effettivo uso dell' infrastruttura». Le reazioni. «Si chiude una pagina davvero imbarazzante per il Governo, che ha tentato di mettere le mani nelle tasche dei pendolari senza motivo», dice il deputato e capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta. «Si tratta di una clamorosa bocciatura della forzatura dei Ministri Tremonti e Matteoli - aggiunge Meta - che avevano pensato bene di scaricare sulle spalle dei cittadini i costi della crisi economica. Non bisogna però perdere di vista l'obiettivo più insidioso - sottolinea Meta - ovvero i nuovi pedaggi su 1300 chilometri di autostrade Anas, tra i quali il Gra di Roma ed altri raccordi strategici, che dovrebbero entrare in vigore dal prossimo primo Maggio. Per questo motivo abbiamo presentato un emendamento al decreto Milleproroghe, in discussione alla Camera in queste ore, per chiedere di rinviare i nuovi pedaggi alla fine dell'anno. Questo perchè l'intera procedura è viziata da confusione e impantanata sempre per responsabilità del Governo che non ha ancora emanato il decreto per individuare le tratte e le modalità di tariffazione, come prevede la legge».
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lunedì 21 febbraio 2011

OTTIMO ESORDIO PER IL SILVER ACTION, BUTRON DA’ SPETTACOLO!!!


La pioggia non rovina lo show a Mantova

 
di SERGIO CONTI

Si è da poco conclusa la ventottesima edizione dello Starcross di Mantova, gara di apertura della stagione crossistica 2011.In un evento dominato da Philippaerts sulla Yamaha del Team Rinaldi, il Silver Action ha raccolto un grande risultato, grazie al neo acquisto Josè Butron. Lo Spagnolo in forza al Team bergamasco ha infatti disputato tre ottime gare, in un crescendo inarrestabile, dimostrando ad ogni manche un miglior adattamento ed un maggior feeling con la KTM egregiamente preparata dal Team. Butron è passato sotto la bandiera a scacchi in decima, nona e sesta posizione ed in virtù di questi piazzamenti, ha conquistato la seconda posizione assoluta della categoria MX2, cedendo la vittoria al ben più esperto e navigato Gautier Paulin (Yamaha Rinaldi). A tutto ciò aggiungiamo anche il brivido del giro e mezzo condotto alla testa della corsa nella terza manche, impresa che ha dell’incredibile, considerando la presenza delle ben più potenti 450… Era cominciata bene anche per il giovane Alessandro D’Angelo, che nella qualifica è arrivato adun soffiodall’ottenere un piazzamento di rilievo: purtroppo,mentre transitava in undicesima posizione, una banale scivolata loha fatto retrocedere di qualche posizione ed il pilota è giunto diciottesimo al traguardo. In virtù della formula dello Starcross, alcune teste di serie hanno sopravanzato D’Angelo nella classifica della qualificazione ed il nostro pilota ha dovuto accontentarsi di partire al di fuori dei quaranta classificati. D’Angelo ha comunque fatto tesoro della gara di Mantova per confrontarsi con alcuni dei migliori piloti al mondo, concludendo tutte e tre le manche di 25 minuti più due giri previste dal programma. Fuori dai giochi, invece, Giacomo Del Segato, frenato già dal sabato in qualifica da una brutta influenza che lo ha afflitto per tutta la settimana precedente alla prova. Mirko Madaschi, Team Manager: “Sono molto soddisfatto di questo risultato e non nascondo che, dopo un inverno di duro lavoro, la prestazione d Butron è stata per noi un bel premio! Oltretutto dobbiamo considerare che Josè finora si è allenato con il 350, moto che dovrà usare nel CampionatoSpagnolo e nelle manifestazioni internazionali. Ha provato il 250 solo una volta prima dell’evento di Mantova, per cui se consideriamo che questa è solo la sua seconda volta sul 250, beh, possiamo dire che le cose possono solo migliorare! Ringraziamo di nuovo tutti i nostri sponsor ed i sostenitori, che anche qui a Mantova ci hanno fatto sentire il loro calore e senza i quali tutto questo non sarebbe stato possibile. Speriamo di ripagarli presto bissando il successo ottenuto oggi”.

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