sabato 29 gennaio 2011

LA RIVOLTA DELLE DONNE CHE NON CI STANNO

La reazione delle donne italiane al Rubygate che coinvolge il presidente del Consiglio in un affare di sesso e prostituzione è stata immediata e diffusa. Più che in altre occasioni. Non soltanto appelli, ma visibilità e coralità. C’è stato il sit in delle donne del Pd, oggi ci sarà la manifestazione di Milano, un’altra è stata annunciata per il 13 febbraio e convocata da donne eccellenti; in moltissime città gruppi di donne hanno protestato in forme diverse. A Cagliari tenendo in mano un libro scritto da una donna, a Milano con una sciarpa bianca in segno di lutto, su Facebook pubblicando visi di donne celebri.Tutte per dire: le donne non ci stanno a essere sfruttate, umiliate, considerate oggetti sessuali per il piacere del sultano. Per dire che le donne sono altro. Sono quelle che si alzano presto la mattina per potere conciliare lavoro, figli, impegno civile. Sono quelle che guidano meglio degli uomini le aziende perché più oculate e perspicaci. Sono quelle che vincono il premio Nobel per l’economia o per la biologia. Sono le donne scrittrici. Sono le casalinghe che si prendono cura al meglio della famiglia, quelle che fanno volontariato a favore di tutti coloro che hanno bisogno perché hanno un senso elevato della solidarietà e del senso civico. Sono quelle che studiano perché hanno grandi aspirazioni. Sono quelle che non puntano tutto sulla bellezza e non si sentono frustrate se non diventano miss di qualcosa. Sono le donne che amministrano comuni, province, regioni. Che svolgono un impegno politico perché credono in una società diversa. Sono quelle che non hanno una posizione politica e istituzionale ottenuta in cambio di prestazioni sessuali.Queste donne stanno reagendo, si muovono. Cercano visibilità per gridare la loro rabbia, pretendere rispetto e riconoscimento della loro dignità di donne autonome, libere e responsabili. Vi sono giovani e meno giovani, che rifiutano con sdegno la strada che il premier vorrebbe indicare a tutte: la prostituzione come unica via di salvezza.Quelle che vogliono affermarsi con un lavoro all’altezza della loro formazione, che vogliono uscire dal precariato, che vogliono certezze per il loro futuro, che voglio creare una famiglia nell’età più fertile. La questione è dunque squisitamente politica, non privata. La sostanza sta nella sordità di tutto il governo, da Tremonti a Carfagna e Sacconi, verso le aspirazioni vere delle donne oggi. Abbiamo invece inoccupazione femminile al 50%; una su tre costretta a lasciare il lavoro quando nasce il primo figlio; servizi sempre più carenti e inadeguati; precarietà crescente.Le donne lo sanno e saranno loro a rompere il giocattolo e a mandare a casa Berlusconi. Hanno la forza e l’energia per farlo. In ogni città sit in e manifestazioni nelle prossime settimane. Ci riusciremo.

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venerdì 28 gennaio 2011

BUSCA APRIRÀ LA NUOVA STAGIONE MONDIALE DELLA SUPERMOTO

di PAOLA MAURIZIO

Dopo le belle sfide dello scorso anno è pronto a partire il nuovo Supermoto World Championship con la prima prova in calendario il 2 e 3 aprile, che vedrà subito i piloti impegnati in uno dei kartodromi più amati dal Circus iridato, il Kart Planet di Busca. L’inverno ha portato molte novità per quanto riguardano piloti e team e presto le scopriremo.L’apertura dal Piemonte è particolarmente attesa per l’esordio di formazioni rinnovate, nuove livree e nuovi accasamenti, inoltre grazie al patrocinio dell' ATL, della Regione e del Comune di Busca la manifestazione avrà un forte impatto sul territorio. Sarà un evento certamente importante per gli appassionati italiani che aspettano con ansia di vedere e valutare le forze in pista, per il circuito cui spetta l’onore di organizzare questa prova di avvio stagionale e per gli addetti ai lavori che finalmente mettono ufficialmente in pista il lavoro di preparazione svolto durante l’inverno. A quattro mesi dall’ultima prova mondiale di Salou del novembre scorso, valida per l’assegnazione del GP della Catalunya e dei titoli 2010, si comincia ad affilare le lame in vista della nuova sfida che coinvolgerà buona parte del grande vivaio nazionale e internazionale. Pilota da battere è il francese campione in carica Thomas Chareyre, che ha finito davanti al lombardo campione australiano Davide Gozzini, al finlandese Hermunen e al campione italiano Ivan Lazzarini. Da Busca partirà anche la nuova stagione continentale del Campionato Europeo Supermoto che da quest' anno sarà su classe unica. In classe S3 lo scorso anno il titolo è stato vinto dal giovane pilota austriaco Lukas Höllbacher, mentre nella più popolata classe Open ha conquistato l'alloro lo sloveno Uros Nastran, precedendo sul podio finale il nostro Fabrizio Bartolini e Massimiliano Porfiri.CLASSIFICHE FINALI 2010 1. Chareyre T. FRA; 2. Gozzini D. ITA; 3. Hermunen M. FIN; 4. Lazzarini I. ITA; 5. Chareyre A. FRA; 6. Van den Bosch T. FRA; 7. Ravaglia C. ITA; 8. Hiemer B. GER; 9. Occhini A. ITA; 10. Sammartin E. ITA; 11. Bussei G. ITA; 12. Gaspardone P. ITA; 13. Beltrami M. ITA; 14. Delepine G. BEL; 15. Serafini A. ITA; 16. Winstanley M. GBR; 17. Bolsec V. CRO; 18. Balducci F. ITA; 19. Borella E. ITA; 20. Seel E. BEL; 21. Cucharrera F. ESP; 22. Tonchev R. BUL; 23. Rodriguez X. ESP; 24. Mariani L. ITA; 25. Salstola S. FIN; 26. Van Drunen M. NED; 27. Verderosa M. ITA; 28. Georgiev A. BUL; 29. Vermeulen D. NED; 30. Pirri R. ITA; 31. Thompson J. USA; 32 Hartley D. GBR.

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PARTIGIANE E POLIZIOTTI: ANCHE NOI DICIAMO SÌ ALL'APPELLO DELL'UNITÀ

“Che come un fiume in piena, tutte queste firme, lavino via l’onta che l’Italia è costretta a subire” commenta così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, le migliaia di firme arrivate dalle divise italiane alla petizione dell'Unità. Ma accanto a poliziotti e poliziotte arrivano anche le firme delle donne e degli uomini dell'Anpi. “Come partigiane e come antifasciste siamo con tutte coloro che hanno risposto all’appello doveroso e appassionato de l’Unità. Questo anche a nome delle donne che nella Resistenza, per la propria dignità e per quella del proprio Paese, hanno pagato con la vita e sacrificato la propria giovinezza. Nel loro nome affermiamo con forza che il Presidente del Consiglio: offende ed umilia la loro memoria e le tante che nella democrazia si sono conquistate un nuovo posto nella società e nuovi diritti grazie al proprio impegno, alle proprie capacità, alla propria passione civile. Calpesta la Costituzione ed i valori su cui si basano l’autorevolezza, la credibilità, la dignità delle istituzioni. Con il suo stile di vita, e la sua idea delle donne, degna del peggiore machismo fascista, lancia ai giovani e alle ragazze di oggi un messaggio devastante. Tutto ciò non è più tollerabile. Se ne deve andare. Ciò che accade interroga ciascuna di noi, la nostra coscienza, la nostra dignità, la nostra responsabilità. Diamo voce e visibilità alla nostra indignazione, diamo voce alle donne “vere”, che non vogliono svendere il proprio bene più prezioso: il rispetto per se stesse e l’amore per il proprio Paese” concludono il coordinamento femminile nazionale dell’Anpi e le partigiane e le antifasciste dell’Anpi. “Una risposta che giunge da noi, uomini in divisa, può sembrare inappropriata, dal momento che la domanda di Concita De Gregorio era ‘dove siete ragazze?’. - si domanda ancora Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia -. Ma, invece, sia concesso anche a noi rispondere, e forte. Sia concesso anche a noi dire che non ne possiamo più della squallida mercificazione delle donne che alcuni uomini pensano sia la regola, e che alcune donne, ahimè, assecondano come fosse la regola. Possiamo vantarci di avere tra noi tante di quelle donne cui il direttore De Gregorio fa riferimento quando parla della ‘maggior parte delle donne italiane’, donne vere, che indossano con onore ed orgoglio la divisa, conoscendone bene il valore ed il significato. Noi, quindi, siamo i primi e più veri testimoni dell’enorme bugia che filtra tra le pagine di un’inchiesta che ci fa cadere le braccia e provare vergogna per i suoi protagonisti. Noi siamo i padri, i mariti, i fratelli, e soprattutto i… colleghi, e delle donne apprezziamo il coraggio, la dignità, l’umanità e la forza, e, al contrario di quello che il Direttore scrive provocatoriamente, inorridiamo all’idea di portare i soldi a casa se non grazie al duro lavoro che ciascuno di noi, uomo o donna, compie ogni giorno”. “Il Coisp – continua Maccari – non può che manifestare condivisione per le parole del Direttore De Gregorio, non solo per quanto riguarda la sua componente femminile, ma anche per quella maschile che, convintamene, testimonia sdegno per l’oltraggio riservato soprattutto agli Appartenenti alla Polizia di Stato. Svolgiamo il nostro lavoro avendo nella mente e nel cuore bene impresso l’esempio che ci hanno dato anche tante donne eroiche, che hanno pagato a volte con la vita il prezzo di rimanere fedeli a seri principi e ideali, ed al proprio impegno verso lo Stato ed i suoi cittadini. Donne che costantemente, e per pochi euro di stipendio, fanno i salti mortali per dividere la loro esistenza tra casa e lavoro, in mezzo a mille sacrifici e pericoli. Quale considerazione possiamo avere per chi concepisce una divisa come un abito carnevalesco lo si può solo immaginare… Certo, la prima cosa che viene da pensare è che certe persone, beate loro, forse non hanno mai avuto bisogno di avere accanto un’infermiera o un poliziotto che tutelasse la loro salute o la loro sicurezza, altrimenti come potrebbero mai concepire di offendere così profondamente e vigliaccamente le loro divise?”. “Ha ragione Direttore - conclude Maccari -, qui non si tratta di una questione politica, non si tratta di essere di destra o di sinistra, uomini o donne. Si tratta di difendere la verità, che l’Italia è molto di più, le sue donne sono molto di più di un gruppetto di squinzie sgambettanti ed arriviste in minigonna, ed i suoi uomini sono qualcosa di ben diverso da un gruppetto di laidi papponi. Ecco perché posso e voglio apporre la firma delle migliaia di iscritti del Coisp alla petizione, che sia come un fiume in piena che lavi via l’onta che pochi ignobili personaggi ci hanno costretto a subire”.

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giovedì 27 gennaio 2011

SILVIO B. PARLA AL PUBBLICO SUCCEDE TUTTO IN TV

«L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello» è il titolo del fortunatissimo saggio del neurologo Oliver Sacks che raccoglie una serie di casi clinici da lui personalmente osservati in casa di cura, tra cui quello del titolo. Il nostro caso clinico nazionale ha scambiato l’Italia per un bordello e non si trova in casa di cura ma al governo del Paese. Chiunque abbia seguito la trasmissione di Gad Lerner ha potuto constatare in cosa consistano le sue crisi di incontinenza. Monologhi di insultante violenza concepiti solo come propaganda agli elettori.Silvio B. parla al pubblico, l’unico tribunale da cui concepisce l’ipotesi di essere giudicato, si atteggia a vittima e insieme a invincibile secondo un copione rodatissimo negli anni e assai efficace. Nella variante osservata l’altra sera l’assetto padronale ha preso il sopravvento. Ha difatti ordinato a Iva Zanicchi, che considera sua dipendente, di alzarsi ed andarsene. Zanicchi non l’ha fatto, si vede che non era stata “briffata”. Briffate, dice delle ragazze di Arcore Nicole Minetti: preparate sul da farsi da un breafing. I giornalisti alle dipendenze del caso clinico, difatti, vengono regolarmente briffati ad Arcore in riunioni in cui il padrone assegna loro una parte e la declina mostrando come si fa: la sceneggiata più in voga ultimamente è alzarsi e andarsene. Altre disposizioni sono la reiterazione di un concetto semplice anche in disprezzo alla logica e senza relazione con la domanda. Il dito medio, la crisi mistica, la logorrea urlante, il silenzio opportuno sono varianti declinate secondo la personalità individuale. Augusto Minzolini per esempio, briffatissimo, è pagato per tacere. Briffato Filippo Facci, che usa una pagina intera di Libero per additare al disprezzo l’Unità colpevole di aver mostrato come Silvio B. usi i programmi più popolari (da anni, del resto) per fare disinformazione.Briffato in origine il Giornale di sua proprietà gestito dalla coppia Sallusti-Santanchè: ieri è arrivato a scrivere che il monologo recitato da Lucrezia Lante della Rovere (quello che ha fatto dire all’esperto: “questa trasmissione è un postribolo”) sia un testo “con frecciate neanche tanto larvate al sexy gate”. “Malamore”, da cui è tratta l’intervista alla prostituta Cristina, è un libro del 2008. Marco Santambrogio, filosofo del linguaggio, illustra oggi le due caratteristiche del sistema-melassa: la costanza della macchina propagandistica, il progressivo (conseguente) impoverimento culturale del paese. Mentre il Quirinale premia le “eccellenze femminili”, mentre 50 mila donne (tra cui Ilaria D’Amico e Lucrezia Lante, le “cosiddette signore”) hanno già firmato il nostro manifesto «Esistono altre donne» - concetto che Emma Marcegaglia ha declinato in tv usando le stesse parole - l’attuale preoccupazione del premier è quella di far sparire il pubblico in studio dai talk show. Masi, briffato, dirama circolare: il pubblico è pericoloso, può far pensare a chi guarda da casa di avere un’opinione. Guai, terribile delitto. Nei paesi oltremare i cittadini insorgono contro i governi dispotici. Nel nostro accendono la tv e ammutoliscono: è scomparsa una salma. È di Mike Bongiorno, naturalmente. Succede tutto in tv. Allegria.Allegria.Allegria.

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mercoledì 26 gennaio 2011

IL MONDIALE SUPERBIKE 2011 PRESENTATO A PORTIMAO

di SERGIO CONTI

Si è svolta all’ Autodromo dell’ Algarve (Portimao) la conferenza stampa di presentazione del Campionato Mondiale Superbike 2011, alla presenza di Paolo Flammini, CEO della Infront Motor Sports, di Paolo Ciabatti, General Manager del Campionato Mondiale Superbike, e di Giorgio Barbier, Responsabile Attività Racing Pirelli Moto.Alla presenza dei piloti della Superbike Max Biaggi, James Toseland, Carlos Checa, Jonathan Rea, Tom Sykes, Michel Fabrizio e Marco Melandri e della Supersport Fabien Foret, Broc Parkes, Luca Scassa e Miguel Praia, sono stati illustrati gli elementi più interessanti del Campionato che prenderà il via il 27 febbraio sul circuito australiano di Phillip Island. Paolo Flammini ha sottolineato la presenza di un numero più che interessante di piloti sia in Superbike (21 piloti permanenti) sia in Supersport (29 piloti), nonostante il difficile momento economico. Importante il successo delle scelte regolamentari nella Supersport che hanno portato ad un considerevole risparmio di costi che ha favorito l'iscrizione di piloti e team in numero decisamente superiore al 2010. Nel corso della presentazione, alla quale sono intervenuti anche numerosi piloti e addetti ai lavori, è stata anche sottolineata la validità del format del Campionato che ha favorito il percorso di molti giovani negli ultimi sette anni. Basti, infatti, ricordare la carriera di alcuni piloti oggi di primo piano iniziata dalle classi promozionali per arrivare, in alcuni casi alla Superbike: James Toseland, Chris Vermeulen, Michel Fabrizio, Kenan Sofuoglu, Jonathan Rea, Ayrton Badovini, Florian Marino, Gino Rea, Joan Lascorz.La scelta quindi di assegnare alle due classi Superstock la funzione di categorie destinate ai giovani che iniziano a correre a livello internazionale e alla Superbike e Supersport di classi professionistiche con la presenza delle Case ha dato i suoi frutti. E per ampliare questo programma coinvolgendo piloti ancor più giovani, da questa stagione verrà disputata la European Junior Cup con motociclette Kawasaki Ninja 250, che si disputerà in sei tappe europee del Campionato."Prosegue inoltre - ha aggiunto Paolo Flammini - il nostro programma di sviluppo della programmazione televisiva che vedrà da quest'anno l'introduzione delle telecamere onboard e della grafica 3D animata.Anche Giorgio Barbier, Responsabile Attività Racing Pirelli Moto, ha voluto esprimere la soddisfazione per l'andamento del Campionato dichiarando: "Lo sviluppo delle diverse categorie è uno degli obiettivi di un campionato internazionale come questo. Per questo motivo la strategia di Infront, della FIM, dei costruttori e di Pirelli è quella di permettere a nuovi talenti di emergere e voglio sottolineare come due dei migliori piloti Supersport 2010 (Lascorz e Laverty) e i due migliori piloti 2010 Superstock 1000 (Badovini e Berger) correranno in Superbike. Il Mondiale Supersport poi vedrà piloti di 16 Paesi diversi". Dal punto di vista tecnico la Pirelli svilupperà due nuove misure sia per le classi Supersport e Superstock 1000, mentre sarà esteso il premio per il giro più veloce per entrambe le classi Superstock in ogni gara. Per evidenziare come il presente della Superstock sia il futuro della SBK in occasione dell'ultima gara del Campionato, a Portimao, saranno invitati i tre migliori piloti dei campionati Superstock 600 nazionali da Regno Unito, Spagna, Francia, Germania e Italia per partecipare alla gara, concorrendo anche ad una classifica speciale Pirelli. La 24esima stagione del Mondiale Superbike inizia sul circuito australiano di Phillip Island dal 25 al 27 febbraio, mentre gli ultimi test ufficiali per i team saranno lunedì 21 e martedì 22 febbraio, sempre a Phillip Island.

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BERLUSCONI-FEDE, FINITO L'IDILLIO? «TI DIFFIDO DAL NOMINARE I MIEI FIGLI»

La notizia circolava da qualche giorno, ma ieri sera è finita prima sul sito del settimanale Oggi e poi, manco a dirlo, sul sito Dagospia: Silvio Berlusconi starebbe per silurare Emilio Fede, soprannominato Emilio Fido da Striscia la Notizia per la sua parossistica attaccatura al capo.La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Una frase di troppo pronunciata dal direttore del Tg4 domenica scorsa, alla trasmissione "In mezz'ora", condotta da Lucia Annunziata su Raitre. «La discoteca di Arcore? Serve al figlio maggiore e ai suoi amici», aveva detto il direttore del Tg4. Passano poche ore e, riferisce Oggi.it, il direttorissimo riceve una telefonata molto alterata dal presidente del Consiglio: «Ti diffido dal nominare i miei figli in qualsiasi occasione, in privato e in pubblico». A seguire, la decisione di "dimettere" il direttore. In lizza per la sostituzione ci sarebbero già Mario Giordano, Salvo Sottile e Giorgio Mulé.Sempre il settimanale riferisce che la situazione di Fede era già critica da quando erano uscite le intercettazioni tra lui e Lele Mora, soprattutto quella dove i due parlano di soldi da chiedere a Berlusconi e una presunta «cresta» sfilata da Fede a Mora per una commissione: circostanza smentita dal giornalista e dunque tutta da vedere. La vicenda ovviamente non poteva essere risolta perché, dice Oggi.it, «la rimozione di Fede sarebbe suonata come un’ammissione di colpa e di bunga bunga, come dire: «Ti caccio perché hai lucrato sulle mie festicciole». Ma il premier aveva già in mente di sostituire il conduttore. Anche perché, diciamola tutta, il direttore del Tg4 sta per compiere 80 anni e forse potrebbe anche pensare che sia giunta l'ora di farsi da parte e dar spazio a qualche "giovane sessantenne"...e invece no. Fede smentisce categoricamente. Anzi, sostiene di aver ricevuto rassicurazioni da Mauro Crippa (direttore generale news di Mediaset) e addirittura da Fedele Confalonieri. Ma una crepa s'insinua nella sua debole smentita: Fede infatti rivela di non aver sentito più Berlusconi «da quando è scoppiato questo casino». E se veramente i due erano "compagni di bisboccia", sembra davvero strano che, all'improvviso, la comunicazione tra loro si sia così bruscamente interrotta.

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martedì 25 gennaio 2011

L'AQUILA, IL GOVERNO TRADISCE ANCHE GLI STUDENTI: TAGLI ALL'ATENEO

Delle tante promesse fatte all’Aquila dal governo Berlusconi all’indomani del sisma del 6 aprile del 2009, una riguarda il cuore pulsante dell’economia cittadina e della vita del centro abruzzese: l’università. Mentre il centro storico muore e la ricostruzione tarda ad arrivare, si taglia silenziosamente all’ateneo aquilano. E dire che il Ministero dell’Università e l’Università dell’Aquila avevano firmato un accordo di programma a maggio 2009 volto a garantire supporto all’ateneo per fronteggiare la situazione post-sisma. In particolare l’accordo di programma prevedeva che all’università dell’Aquila sarebbero stati assegnati per il triennio 2008-2011 stanziamenti pari all’FFO (Fondo di finanziamento ordinario) del 2008, ovvero 68,5 milioni di euro. A ridosso di Natale, però, la sorpresa del Ministro Gelmini che firma il decreto di riparto del FFO prevedendo un taglio del 3.72% per l’ateneo abruzzese, ovvero 2 milioni e 500 mila euro in meno. L’Unione degli Universitari (Udu) dell’Aquila denuncia la situazione e interpella la Gelmini «che fa rispondere al suo Direttore generale che non c’è stato nessun taglio perché la cifra si sarebbe raggiunta con i soldi degli scatti stipendiali, soldi che sarebbero comunque spettati all’Università dell’Aquila accordo di programma prevedeva dunque un mimino garantito di fondi, ma non si trattava di un tetto massimo e dunque l’ateneo può ricevere ulteriori risorse derivate da ulteriori fondi», spiega Tino Colacillo, membro dell’esecutivo nazionale dell’Udu.«Il taglio c’è stato ma il ministro nega invece di darci spiegazioni – denuncia Chiara, 24 anni, studentessa di Psicologia e coordinatrice dell’Udu dell’Aquila – siamo una città dove è fondamentale che ci siano stanziamenti per l’ateneo perché L’Aquila era e deve rimanere una città universitaria. Già facciamo fatica a riprenderci, le borse di studio e le mese sono molto penalizzate, questo taglio ci mette ancora di più in difficoltà perché come al solito ricadrà sui servizi agli studenti». Gli studenti chiedono dunque che il Ministro Gelmini elimini il taglio e che anche l’Università aquilana si esprima ufficialmente sulla questione. «Il contesto è già drammatico di suo - insiste Colacillo - perché per gli universitari non hanno qui nessuna forma di sostegno, questo taglio è un invito a non iscriversi e ad andarsene dall’Aquila mentre l’università è l’unica chance che ha la città per riprendersi, gli studenti erano il motore economico della città».
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lunedì 24 gennaio 2011

ROCCO SIFFREDI: «IL PREMIER? HA SUPERATO ANCHE ME!»


Sono tante, tantissime, le donne legate in un modo o nell'altro al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La notizia ha fatto il giro del mondo, ma dopo lo sgomento iniziale, il continuo susseguirsi di notizie “a luci rosse” sul governo italiano ha portato anche i quotidiani stranieri a dare un taglio meno prosaico, a volte paradossale. Come mai gli italiani non si rivoltano contro il loro discutibilissimo premier? ci si chiede in molti editoriali. La risposta alla fine è giunta, ed è la più semplice, quella che parla alla pancia del Paese. Lo spiega The Observer, il domenicale del britannico Guardian: «La verità è che gli Italiani sono orgogliosi di uno come Berlusconi, che ha 74 anni, ama il sesso e ha una vita sessuale particolarmente intensa». A spiegarlo agli inglesi è chi di queste cose se ne intende: Rocco Siffredi. Il 46enne, attore e regista di film porno, tra le cinquanta migliori star al mondo in questo settore, è ora impegnato nel campo della moda e non “esercita” più dal 2004, ma rimane un esperto e grande consumatore di patatine e in questa veste è stato intervistato dal quotidiano. Famoso anche per una pubblicità delle patatine Amica Chips che si concludeva con: «Fidati di uno che le ha provate tutte», Siffredi si è detto sicuro che «se il presidente del Consiglio riuscirà a evitare il carcere per le accuse di aver pagato minorenni in cambio di sesso e le pressioni alla polizia, sarà perdonato dagli elettori italiani: in altri Paesi sarebbe stato costretto ad andarsene anni fa, ma in Italia riesce a farla franca».Il videomessaggio: «Ha potere e perversione». Già un paio di mesi fa, in un videomessaggio ai suoi fan di “Rocco's world”, il pornoattore aveva rilasciato un'intervista dallo stesso tono: «Voi avete detto Rocco for President, ma il vero presidente, quello che tromba per davvero, ce l'avete già ragazzi. Io tromberò la metà della metà della metà di quello che fa lui», ha detto l'attore, che ha dichiarato in un'altra occasione di essere stato a letto con oltre 6000 donne per lavoro e circa mille nella vita privata prima del suo matrimonio. «Lui mi ha superato», ha spiegato Siffredi «la sua è perversione vera: mettere due, tre ministre, un paio di veline, tre mogli di calciatori, qualche personaggio dello spettacolo – ho visto una lista che non finiva più! - mescolate insieme a vere escort. Ma non quelle d'alto bordo, escort un po' “low profile”, diciamo... Lui è il numero uno!». «Quando riesci a fare questo», ha spiegato la pornostar, «vuol dire che il tuo senso del sesso naturale, quello normale, quello di tutti gli esseri umani in generale, vuol dire che è stato passato da un bel po' di tempo! Ragazzi, io queste cose qua le vivo solo nei film! Sono cose quasi impossibili da realizzare: lui ce l'ha fatta, riesce a farsi queste feste pazzesche, con questo mix di tutto, dal buono al cattivissimo. È il potere. La massima espressione del potere è far fare a chi vuoi tu quello che vuoi tu. Pazzesco!». Silvio e Rocco, sfida all'ultima patatina. Siffredi, infine, ha rivolto anche un pensiero all'uomo solo che si cela dietro tutto questo potere: «Se c'è una cosa che accomuna Berlusconi e me è la dipendenza. La dipendenza è dura: alcol, droga, sesso. Siamo lì, ve lo assicuro. Ve lo dice qualcuno realmente che è stato qualche anno male per questa dipendenza. La mia grande fortuna, purtroppo non quella del nostro presidente, è stata quella di avere una moglie che mi ha capito. Credo, veramente di poter dare a Berlusconi, se volesse, dei consigli su come uscire da questa dipendenza. Fategli sapere che Rocco, probabilmente, ha veramente la possibilità di aiutarlo, che facesse una telefonatina a Rocco...».
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domenica 23 gennaio 2011

È MORTO SILVIO BERLUSCONI SCIVOLATO SU UN LASTRONE DI GHIACCIO ED ERA DI SINISTRA

Silvio Berlusconi, 57 anni, omonimo del premier, è morto ieri in un incidente in montagna nel Comasco, sul sentiero che sale alla capanna Menaggio. Berlusconi è scivolato su un lastrone di ghiaccio ed è precipitato per trenta metri: inutili i soccorsi, il corpo è stato recuperato dall'elicottero del 118. Operaio in tessitura, Silvio Berlusconi viveva a Veniano (Como) e spesso la sua omonimia era stata al centro di servizi giornalistici, specialmente in occasione delle elezioni politiche, dal momento che il Silvio Berlusconi comasco era un sostenitore del centrosinistra. Ironizzò ad esempio quando il premier si definì «Presidente operaio». «Di Silvio Berlusconi operaio ci sono soltanto io» disse l'omonimo, che raccontò anche di avere rifiutato le candidature che gli erano state offerte da liste civetta, ansiose di poter vantare un Silvio Berlusconi capolista.
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