venerdì 28 gennaio 2011

PARTIGIANE E POLIZIOTTI: ANCHE NOI DICIAMO SÌ ALL'APPELLO DELL'UNITÀ

“Che come un fiume in piena, tutte queste firme, lavino via l’onta che l’Italia è costretta a subire” commenta così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, le migliaia di firme arrivate dalle divise italiane alla petizione dell'Unità. Ma accanto a poliziotti e poliziotte arrivano anche le firme delle donne e degli uomini dell'Anpi. “Come partigiane e come antifasciste siamo con tutte coloro che hanno risposto all’appello doveroso e appassionato de l’Unità. Questo anche a nome delle donne che nella Resistenza, per la propria dignità e per quella del proprio Paese, hanno pagato con la vita e sacrificato la propria giovinezza. Nel loro nome affermiamo con forza che il Presidente del Consiglio: offende ed umilia la loro memoria e le tante che nella democrazia si sono conquistate un nuovo posto nella società e nuovi diritti grazie al proprio impegno, alle proprie capacità, alla propria passione civile. Calpesta la Costituzione ed i valori su cui si basano l’autorevolezza, la credibilità, la dignità delle istituzioni. Con il suo stile di vita, e la sua idea delle donne, degna del peggiore machismo fascista, lancia ai giovani e alle ragazze di oggi un messaggio devastante. Tutto ciò non è più tollerabile. Se ne deve andare. Ciò che accade interroga ciascuna di noi, la nostra coscienza, la nostra dignità, la nostra responsabilità. Diamo voce e visibilità alla nostra indignazione, diamo voce alle donne “vere”, che non vogliono svendere il proprio bene più prezioso: il rispetto per se stesse e l’amore per il proprio Paese” concludono il coordinamento femminile nazionale dell’Anpi e le partigiane e le antifasciste dell’Anpi. “Una risposta che giunge da noi, uomini in divisa, può sembrare inappropriata, dal momento che la domanda di Concita De Gregorio era ‘dove siete ragazze?’. - si domanda ancora Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia -. Ma, invece, sia concesso anche a noi rispondere, e forte. Sia concesso anche a noi dire che non ne possiamo più della squallida mercificazione delle donne che alcuni uomini pensano sia la regola, e che alcune donne, ahimè, assecondano come fosse la regola. Possiamo vantarci di avere tra noi tante di quelle donne cui il direttore De Gregorio fa riferimento quando parla della ‘maggior parte delle donne italiane’, donne vere, che indossano con onore ed orgoglio la divisa, conoscendone bene il valore ed il significato. Noi, quindi, siamo i primi e più veri testimoni dell’enorme bugia che filtra tra le pagine di un’inchiesta che ci fa cadere le braccia e provare vergogna per i suoi protagonisti. Noi siamo i padri, i mariti, i fratelli, e soprattutto i… colleghi, e delle donne apprezziamo il coraggio, la dignità, l’umanità e la forza, e, al contrario di quello che il Direttore scrive provocatoriamente, inorridiamo all’idea di portare i soldi a casa se non grazie al duro lavoro che ciascuno di noi, uomo o donna, compie ogni giorno”. “Il Coisp – continua Maccari – non può che manifestare condivisione per le parole del Direttore De Gregorio, non solo per quanto riguarda la sua componente femminile, ma anche per quella maschile che, convintamene, testimonia sdegno per l’oltraggio riservato soprattutto agli Appartenenti alla Polizia di Stato. Svolgiamo il nostro lavoro avendo nella mente e nel cuore bene impresso l’esempio che ci hanno dato anche tante donne eroiche, che hanno pagato a volte con la vita il prezzo di rimanere fedeli a seri principi e ideali, ed al proprio impegno verso lo Stato ed i suoi cittadini. Donne che costantemente, e per pochi euro di stipendio, fanno i salti mortali per dividere la loro esistenza tra casa e lavoro, in mezzo a mille sacrifici e pericoli. Quale considerazione possiamo avere per chi concepisce una divisa come un abito carnevalesco lo si può solo immaginare… Certo, la prima cosa che viene da pensare è che certe persone, beate loro, forse non hanno mai avuto bisogno di avere accanto un’infermiera o un poliziotto che tutelasse la loro salute o la loro sicurezza, altrimenti come potrebbero mai concepire di offendere così profondamente e vigliaccamente le loro divise?”. “Ha ragione Direttore - conclude Maccari -, qui non si tratta di una questione politica, non si tratta di essere di destra o di sinistra, uomini o donne. Si tratta di difendere la verità, che l’Italia è molto di più, le sue donne sono molto di più di un gruppetto di squinzie sgambettanti ed arriviste in minigonna, ed i suoi uomini sono qualcosa di ben diverso da un gruppetto di laidi papponi. Ecco perché posso e voglio apporre la firma delle migliaia di iscritti del Coisp alla petizione, che sia come un fiume in piena che lavi via l’onta che pochi ignobili personaggi ci hanno costretto a subire”.

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