sabato 15 gennaio 2011

RICOVERATA PER TRE GIORNI SU UNA SEDIA NEMMENO UN POSTO LETTO IN TUTTA LA CITTÀ


Maria Vitale, sessant'anni superati da un po', ha trascorso su una sedia le prime 72 ore di ricovero all'ospedale Civico, il più grande di Palermo. "Di giorno facevo esami e terapie, di pomeriggio tornavo a sedermi. Ma la pressione non è calata e non hanno potuto dimettermi. Finalmente, mercoledì, si è liberata una lettiga"


Tre giorni e tre notti ricoverata su una sedia del pronto soccorso. In piedi con la flebo e accovacciata sulle poltrone dei corridoi. Il calvario di Maria Vitale, ultrasessantenne palermitana, è cominciato domenica. Ricoverata all'ospedale Civico di Palermo dopo una crisi ipertensiva, solo 72 ore dopo ha potuto sdraiarsi su una lettiga. E non è l'unica, perché nei cinque ospedali pubblici della città non c'è un solo posto letto disponibile. Da giorni i reparti di medicina sono in tilt e le astanterie sono diventate gironi danteschi, con i pazienti costretti a restare giorni e giorni in barella. Un'emergenza che sarebbe dovuta solo in parte all'impennata di ricoveri per le malattie stagionali: i sindacati dei camici bianchi puntano il dito contro la riforma sanitaria che la Regione Siciliana ha da poco varato: "Tutta colpa del taglio dei posti letto del 20 per cento voluto dall'assessore alla Sanità Massimo Russo", accusano Cgil medici, Ascoti Fials e Cimo. "Sono arrivata in ospedale domenica scorsa con la pressione alle stelle - racconta Maria Vitale - mi hanno messo la flebo al braccio e mi hanno detto di accomodarmi dove trovavo un posto a sedere libero. Sono rimasta oltre mezza giornata in piedi perché non c'era un buco. Solo a tarda sera ho trovato una sedia, sulla quale ho poi dormito per tre notti. Nel frattempo di giorno facevo gli esami, le cure necessarie, mangiavo i pasti dell'ospedale, con addosso la camicia da notte. Come una normale ricoverata. Mercoledì un infermiere è riuscito a procurarmi una barella per dormire e finalmente mi sono sdraiata". Maria Vitale non è l'unica ricoverata in queste condizioni. Nello stesso reparto c'è un paziente svedese, privo di un braccio e fresco di trapianto, al quale la lettiga dove era stato ricoverato un giorno è stata sottratta per un caso più grave. Anche lui ora dorme su una poltrona. E per una ottantenne che deve essere ricoverata in neurologia, l'ospedale ha trovato il posto in una clinica privata convenzionata. Ma non c'è l'ambulanza che può trasportarla nella struttura. Questo lo scenario all'ospedale Civico, il più grande di Palermo. Trecento casi al giorno al pronto soccorso, 948 posti letto disponibili. Tutti pieni da prima delle vacanze natalizie. La sala di osservazione brulica di pazienti. Stesso copione al Policlinico universitario Paolo Giaccone, dove ieri mattina le autoambulanze del 118 non hanno potuto scaricare i pazienti, perché nei reparti si registrava il tutto esaurito. Solo per cinque di loro è stato possibile il ricovero in barella. E così anche a Villa Sofia-Cervello, Buccheri La Ferla e Ingrassia, dove le astanterie sono diventati reparti di lungodegenza. Niente posti nemmeno in rianimazione: dal 6 gennaio il 118 registra il tutto esaurito nell'intera provincia e, in caso di emergenza, i pazienti sono sistemati in posti di fortuna nelle unità anestesiologiche. I sindacati accusano la riforma varata dalla Regione, figlia del piano di rientro per il recupero di oltre 90 milioni di deficit. Un obiettivo oggi raggiunto, ma a costo di grandi sacrifici. Tra i quali la rimodulazione dei posti letto, ridotti del 20 per cento. L'assessore Russo si difende: "Sono stati tagliati solo i posti inutili, che avevano un tasso di occupazione inferiore al 70 per cento. In ogni caso il decreto è flessibile e prevede una riserva di 500 posti in tutta la regione che saranno redistribuiti secondo le esigenze". E in attesa che i 500 posti promessi vengano attivati, a Palermo più di 50 persone passeranno la notte in barella. Sempre che ne trovino una.

 
Nella foto-Maria Vitale, la paziente "ricoverata" su una sedia

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venerdì 14 gennaio 2011

SARÀ UN SUPER CARNEVALE CARRI NUOVI E TANTE SORPRESE

La Regione scommette su Fano. Anzi, sul suo Carnevale, cui un documento contabile datato 1347 e custodito all’Archivio di Stato fanese attribuisce la palma di “più antico d’Italia”. Una ghiotta opportunità per mettere al servizio del sistema turistico regionale un evento che, ogni anno, richiama tra 100 e 150mila spettatori. «Si tratta di una vera e propria eccellenza turistico-culturale-ha detto l’assessore regionale al turismo Serenella Moroder-e come tale la Regione ha scelto di investire in maniera consistente (55mila euro che si aggiungono ai 150mila del Comune, ndr) per valorizzarla. Del resto il rilancio dell’economia del territorio, dei “turismi” delle Marche, si basa sul concreto sostegno delle peculiarità storiche e tradizionali, utili a innescare processi virtuosi di sviluppo per tutta la comunità». I risultati dovrebbero vedersi presto, visto che già da alcuni mesi il Carnevale fanese viene promosso dalla Regione nelle più importanti fiere italiane e nei principali aeroporti d’Europa. «Sono orgoglioso che la Regione abbia colto nel nostro Carnevale un elemento chiave da mettere al servizio del sistema turistico regionale» ha dichiarato il sindaco Stefano Aguzzi, alla conferenza organizzata a Palazzo Raffaello insieme all’assessore al turismo Alberto Santorelli, al presidente dell’ente manifestazioni Simone Spinaci e a quello della Carnevalesca Luciano Cecchini. Numerose le novità, a cominciare da quattro carri nuovi (sfilate 20, 27 febbraio e 6 marzo), “rampe” di lancio per 150 quintali di dolciumi Perugina tra cui i celebri “Baci”, e dalla mega mascherata “La cicala e la formica”, 80 pezzi ideati dal professor Pierluigi Piccinetti e realizzati in collaborazione con il gruppo “Gommapiuma x caso” e “Amici di Rosciano insieme”. Altra novità del 2011 è il rinnovato legame tra Carnevale e centro storico: tutte le mascherate raggiungeranno viale Gramsci attraversando le principali vie del centro e ogni corso mascherato inizierà e terminerà in piazza XX Settembre, palcoscenico della “Cittadella del cioccolato”, in programma dal 24 al 27 febbraio con 25 stand dove trovare goloserie di ogni tipo e perfino una vera e propria statua di cioccolato. Il 20 febbraio e 6 marzo, invece, la piazza ospiterà il Villaggio delle tipicità, esposizione di prodotti e degustazioni organizzati fa Coldiretti e Cia. Ma non è finita qui, perché dal 19 febbraio all’8 marzo saranno allestiti una pista di pattinaggio sul ghiaccio e un palatenda, il “Pala Arka Eventi”, che per un mese, nella zona del mercato ittico, ospiterà convegni, concerti, ricevimenti, tombolate e il tradizionale “veglion d’la gluppa”. Il 19 febbraio il gran galà in maschera a teatro, con spettacolo e cena servita nei palchi, mentre il 5 marzo andrà in scena “La notte del bacio più grande”, evento a metà fra notte bianca e spettacolo per ragazzi, ovviamente in maschera. Novità anche sul fronte turistico: l’assessore Santorelli e il presidente di Alberghi Consorziati Luciano Cecchini hanno stretto un accordo con il tour operator pesarese Eden Viaggi per proporre pacchetti turistici.
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giovedì 13 gennaio 2011

ROCK AND ROLL ALLA ROTONDA A MARE DI SENIGALLIA PER WINTER JAMBOREE



Nuovo appuntamento con la musica nell'affascinante struttura sul mare, simbolo di una città che rappresenta ormai il regno assoluto del Jamboree

di Paola Maurizio

 
Sabato 15 gennaio, dalle 21.30, l'affascinante struttura sul mare, simbolo della spiaggia di velluto e del glamour che da 12 anni fa di Senigallia anche il regno indiscusso del jamboree, ospita il “Winter Jamboree – Waitin' for Summer Jamboree”, V edizione del Festival invernale e primaverile di musica e cultura dell’America degli anni ’40 e ’50. Il Festival precede quella che sarà la “hottest rockin' holiday on earth” di agosto, il Summer Jamboree, XII edizione dal 30 luglio al 7 agosto 2011. La serata di musica e ballo di sabato 15 gennaio sarà condotta da una consolle internazionale. I due djs di questo appuntamento di gennaio sono il tedesco dj 10 Inch Wonderboy e dall'Italia dj Oldwoogies. L'ingresso alle serate del Festival con djs set è di 10 euro. Swing, jive, lindy hop e balboa, boogie, western swing, hillbilly, tantissime le declinazioni della musica protagonista del “Winter Jamboree”, da ascoltare e ballare. Il cartellone prosegue poi ogni mese fino a luglio: il 12 febbraio, ancora due djs, Sleepy Gene (ITA) e Ol'Woogies (ITA), mentre domenica 13 febbraio, nel pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30, Stage gratuito di Ballo per bambini da 6 a 14 anni, condotto dagli insegnanti del Summer Jamboree. Una band live, invece, per l'appuntamento di sabato 19 marzo, dalla Germania arrivano Mike Penny and His Moonshiners (GER), affiancati da dj Red Moon (ITA) in consolle.Sabato 9 aprile, musica e ballo con dj Voodoo Doll (UK) e dj Ol'Woogies, mentre domenica 10 aprile, dalle 14.30 alle 18.30, Stage di Lindy Hop con Robert & Claire (London) aperto a ballerini di livello medio e avanzato (costo dello stage è di 35 euro con riduzione a 30 per i corsisti Summer Jamboree). Ancora un fine settimana di jamboree per il mese di maggio, sabato 14 con la solita doppietta di djs, dj J”Swing&Jive”C (FRA) e dj Ol'Woogies e domenica 15 maggio, al Centro Sociale Saline, lo Stage di “French Jive” con Jean Cristophe & Marie (Paris), aperto a partecipanti di tutti i livelli, dalle 14.30 alle 18.30 (costo dello stage è di 35 euro con riduzione a 30 per i corsisti Summer Jamboree).Live dall'Austria per la serata di sabato 11 giugno con i Five in Love (AUT), affiancati da dj Memphis (ITA) e domenica 12 giugno, dalle 14.30 alle 18.30, Stage di Shim Sham con Enry & Francesca, aperto a tutti i livelli (costo Stage 25 euro, ridotto a 20 per i Corsisti Summer Jamboree).Il Festival invernale e primaverile si conclude sabato 9 luglio con musica e ballo condotti dal mitico dj Terry Elliot (UK) e dj Ol'Woogies. La V edizione del “Winter Jamboree – Waitin' for Summer Jamboree”, Festival invernale e primaverile di musica e cultura dell’America degli anni ’40 e ’50, è ideata dall’associazione “Summer Jamboree” (diretta da Angelo Di Liberto, Andrea Celidoni e Alessandro Piccinini) e sostenuta dal Comune di Senigallia.

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mercoledì 12 gennaio 2011

FALCE, MARTELLO E TRICOLORE COM'ERA L'ITALIA QUANDO C'ERA IL PCI

A Roma la mostra "Avanti popolo", con i documenti d'archivio del Partito comunista italiano. Un percorso multimediale che racconta settant'anni di storia del nostro Paese, documentando la parte e il ruolo che ebbe il Partito comunista italiano nella cultura e nella società

Avanti popolo. In attesa della riscossa, è il passato che torna a visitare la memoria di chi spese la propria esistenza scrutando il cielo ogni mattina per vedere se fosse sorto il sol dell'avvenire. Un passato micro e macro, gli uomini e i grandi fatti, insieme, all'ombra della stessa bandiera. Rossa. La storia di un partito che è stato parte della società italiana, nel suo intreccio tra la dimensione nazionale e quella internazionale. Questo il senso della mostra "Avanti popolo. Il Pci nella storia d'Italia", che si inaugura il 14 gennaio presso la Casa dell'Architettura di Roma (fino al 6 febbraio), fra le manifestazioni dedicate al 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia. E che nasce con l'intenzione di dare conto della straordinaria e articolata messe di documenti del Partito Comunista Italiano, espressione della sua struttura organizzativa e propagandistica, conservati negli archivi, soprattutto quelli dell'Istituto Gramsci e della Fondazione Cespe. Ma pure per raccontare come gli avversari del Pci lo vedevano e lo raccontavano. Ne emerge il ritratto di quel "partito nuovo", come lo definì Togliatti nel 1944 con l'obiettivo di creare un partito di governo della nuova classe dirigente forgiata nella rivoluzione antifascista. E che divenne un partito di massa di dimensioni eccezionali, attrezzato per le battaglie parlamentari e per le mobilitazioni collettive. Nella mostra, si potrebbe dire, il Pci viene raccontato attraverso se stesso e attraverso le tracce lasciate da dirigenti e militanti. In mostra anche materiali selezionati dall'archivio dell'Unità, del Crs, della Fondazione Di Vittorio, dell'Udi, dell'Archivio audiovisivo del Movimento operaio, dell'Istituto Luce, degli archivi della Rai, e coordinata da un fitto comitato organizzatore animato con tenacia dal tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti.Come si affermò, e come si organizzò quel partito, è nei tanti documenti presenti in mostra - 1500 immagini e oltre 200 video - e suddivisi lungo un percorso. Tanti gli oggetti nelle bacheche, ma la gran parte dei documenti è stata digitalizzata ed è fruibile sui diciotto touch-screen che compongono l'allestimento - in un Acquario Romano già di per sé suggestivo e per l'occasione immerso in una luce rossa diffusa. Al piano superiore uno spazio dedicato alla grafica, con contributi originali creati per l'occasione, e due esposizioni: "Progetti, confronti, incontri" (34 designer interpretano il Pci) e "Bobo e Cipputi. Due comunisti di carta", con le vignette di Staino e Altan. Inoltre, il visitatore viene accolto da un video, proiettato su un maxischermo, con filmati d'archivio che sono un po' un compendio di quel che viene raccontato dalla mostra. E che, in certi casi, restituiscono emozioni che è difficile dimenticare. Come Pertini che tocca la bara di Berlinguer in una San Giovanni colma come non lo sarà mai più. Si comincia con la stazione multimediale dedicata agli anni che vanno dal 1921 al 1943, poi dal '43 al '48, dal '48 al '56 fino all'ultima tranche, 1979-1991, il travaglio della Bolognina e il percorso successivo che porterà al Partito democratico della sinistra e alla scissione che darà vita a Rifondazione comunista. Altri touch-screen vanno per temi, ad esempio "Donne in lotta", "Partigiane e partigiani", "Enrico Berlinguer", "Il popolo in piazza". C'è anche "I comunisti al cinema", argomento questo approfondito dal film "Anch'io ero comunista", realizzato da Mimmo Calopresti, che sarà presentato al cinema Barberini il 20 gennaio, attraverso il quale il regista restituisce l'atmosfera e il senso comune su che cosa rappresentasse il Pci attraverso immagini e interviste a registi, sceneggiatori e appassionati, da Scola a Lizzani, da Bellocchio a Bertolucci a Pietro Ingrao. E se è ricchissima la documentazione multimediale, è anche vero che i "pezzi di carta" fanno grande sensazione. I fogli con l'intervento autografo di Enrico Berlinguer alla Camera, nel 1978, le copie ingiallite dei giornali Il Comunista o Il Soviet, la prima tessera, quella del 1921, i verbali di riunioni particolarmente importanti della Direzione del partito, i volantini, gli appunti manoscritti, i quaderni dal carcere di Gramsci, i libretti con cui il partito organizzava la propria penetrazione, la "Guida al segretario di cellula" del 1950, la "Guida per la propaganda capillare" o il "Libretto del capo-gruppo". In copertina, una citazione da Togliatti a dare la linea: "Il Partito si sviluppa e si rafforza quando sa lavorare non soltanto per chiusi interessi di organizzazione e di gruppo, ma per gli interessi di tutto il popolo e di tutta la nazione".

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martedì 11 gennaio 2011

ROSSI PREPARA L'ESORDIO CON LA DUCATI «BISOGNA GUIDARE SPORCO, SERVE TEMPO»

Valentino in ritardo con la spalla: «Fa ancora male, i tempi si allungano. I tifosi dovranno avere pazienza»

Dall’inviato Sergio Conti


MADONNA DI CAMPIGLIO «Ho bisogno di cinque o sei mesi dopo l'operazione per essere al 100%, quindi aprile potrebbe essere il momento». Valentino Rossi non ha ancora recuperato dall'intervento alla spalla, il dottore ha bisogno di tempo per ritrovare la forma ideale. «La spalla non sta bene come speravo, abbiamo bisogno di più tempo», dice il pilota della Ducati a Madonna di Campiglio, dove il team partecipa con la Ferrari all'evento Wrooom 2011. Rossi è stato operato il 14 novembre dello scorso anno. Tra 3 settimane sono in programma i test a Sepang, in Malesia. La nuova stagione si apre il 20 marzo con il Gp del Qatar. «È una corsa contro il tempo per essere davvero pronti per la prima gara, soprattutto fisicamente per quel che mi riguarda», dice Rossi, come si legge sul sito ufficiale della MotoGp. Il pilota di Tavullia andrà all'assalto del titolo iridato con la Desmosedici GP11. «È diversa da tutte le altre moto, è un vero prototipo, un concetto differente da quello delle case giappones», osserva. «Devi avere uno stile leggermente più sporco per correre con la Desmosedici». «Spero che i tifosi abbiano un pò di pazienza», dice Rossi in conferenza stampa. «Di sicuro non sono più un ventenne, ma gli incidenti nell'allenamento di motocross o nelle prove al Mugello avrebbero potuto verificarsi comunque. Non ho mai pensato al ritiro, ho voglia di correre e questa nuova chance mi regala tante motivazioni», aggiunge. In sella alla Ducati, Rossi raccoglie il testimone lasciato dall'australiano Casey Stoner, passato alla Honda. «Stoner è andato forte con questa moto, ha grande talento e sa adattarsi a tutte le condizioni. Aveva con la moto un grande feeling che io, al momento, non posso avere. Ecco perchè dovrò provare molto», dice.
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lunedì 10 gennaio 2011

IL QUIRINALE BACCHETTA IL GIORNALE "ASSURDA POLEMICA
SU VITTIME DELLE BR"

La nota del Colle dopo un'intervista al nipote di un brigadiere ucciso a Torino nel 1977 che parla di presunte "dichiarazioni ambigue" del capo dello Stato sull'impegno del governo per l'estradizione di Battisti. E ricorda la delusione dei familiari delle vittime del terrorismo il 9 maggio del 2009 durante l'incontro con Napolitano al Quirinale. La replica: "Ingiustificabile tono di scandalo". Sallusti: "Colle sbaglia destinatario"

ROMA - "Il Giornale ha pubblicato oggi un'intervista al signor Potito Perruggini che ha offerto lo spunto per una titolazione assurdamente polemica col Presidente della Repubblica a proposito delle vittime delle Br". Così si legge in una nota diffusa dal Colle. Nell'intervista, dal titolo "Noi vittime delle Br snobbate da Napolitano", il nipote di Giuseppe Ciotta, brigadiere ucciso da Prima Linea nel 1977, parla di "dichiarazioni ambigue" del capo dello Stato, e ricorda la delusione dei familiari delle vittime del terrorismo quando, il 9 maggio del 2009, durante un incontro al Quirinale con Napolitano, "nessuno ha potuto stringere la mano al presidente, solo le vedove di Calabresi e di Pinelli". Nel pomeriggio, la dura replica del Colle. "Il Presidente Napolitano si è notoriamente impegnato per favorire l'adozione della legge con cui si è istituita il Giorno della Memoria per le Vittime del Terrorismo - si legge nella nota - ha per la prima volta promosso in Quirinale incontri con i famigliari delle vittime - incontri ai quali nel 2008, nel 2009 e nel 2010 sono stati garantiti la massima ampiezza e il massimo rilievo, e nel corso dei quali egli ha pronunciato impegnativi discorsi e naturalmente stretto le mani di numerosissimi partecipanti. Non si giustifica perciò in alcun modo il tono aggressivo e di scandalo che Il Giornale ha inteso far suo, né si comprende in che cosa sarebbe consistita l'"ambiguità" attribuita alle dichiarazioni del Capo dello Stato su "l'impegno del governo" volto ad ottenere l'estradizione di Battisti, per cui egli si è personalmente - com'è noto e documentato - pronunciato e adoperato con la massima fermezza".L'accusa al Quirinale, sollevata da Perruggini, sta in presunte "dichiarazioni ambigue" da parte del presidente della Repubblica sull'impegno del governo per ottenere l'estradizione di Battisti, che Perruggini non condivide "perché l'esecutivo si sta impegnando al massimo delle energie". Accusa che l'uomo condisce con la delusione per il modo in cui i familiari delle vittime del terrorismo furono trattati il 9 maggio del 2009, durante l'incontro con Napolitano al Quirinale. "Eravamo in 300 - racconta Perruggini a Il Giornale - e nessuno ha potuto stringere la mano al Capo dello Stato". L'onore fu concesso solo alle vedove del commissario Calabresi e dell'anarchico Pinelli. "Messinscena di una riconciliazione per giustificare chissà cosa. Magari una futura grazia a Sofri. Tra le prime attività di Napolitano c'è stata la grazia per Bompressi".Alla nota del Quirinale replica Alessandro Sallusti. "Il Colle ha sbagliato destinatario - dice il direttore de Il Giornale all'Ansa -. Noi abbiamo dato voce a un parente di una vittima del terrorismo. Non credo che menta. Domani daremo ovviamente conto delle affermazioni del Quirinale, domani. Ma non siamo parte in causa. Abbiamo fatto solo da tramite". Sulla titolazione "assurdamente polemica" data all'intervista a Perruggini, Sallusti risponde che "il titolo era un virgolettato e le domande, che sto riguardando adesso, non erano affatto aggressive".

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venerdì 24 dicembre 2010

BUON NATALE E FELICE 2011 !!!

L'ALTRAREPUBBLICA AUGURA BUON NATALE E FELICE 2011 !!!
GLI AGGIORNAMENTI DEL SITO E LA PUBBLICAZIONE DEI COMMENTI RIPRENDERANNO LUNEDI' 10 GENNAIO

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giovedì 23 dicembre 2010

SARÀ UN NATALE PIOVOSO MA NON FREDDO POI BEL TEMPO FINO ALLA FINE DELL'ANNO

Neve non se ne vedrà, anzi, le temperature saranno decisamente gradevoli, ma i giorni delle festività natalizie saranno caratterizzati dalla pioggia. Fino a Natale e Santo Stefano, infatti, è consistente la minaccia di piogge ogni giorno su gran parte d'Italia e, fino alla vigila di Natale vi saranno ancora nevicate, seppure limitatamente alle regioni alpine. «In compenso - spiega il meteorologo Mario Giuliacci - farà freddo soltanto nei giorni 26 e 27 dicembre e limitatamente al Nord Italia e alle regioni del Medio Adriatico». Le piogge saranno portate da un vortice di bassa pressione in arrivo dalla Spagna e che insisterà sull'Italia appunto fino al 26 dicembre. Dal 27 dicembre e fino alla fine dell'anno tornerà il bel tempo su tutta la penisola, per merito di un'alta pressione che dal Nord Africa si allungherà verso l'Italia e porterà ovunque un sensibile rialzo delle temperature. Queste in dettaglio le previsioni fino al 31 dicembre. - Giovedì 23 Piogge al Centronord, anche di forte intensità su Levante ligure, Verbano, Prealpi lombarde; nevicate sulle Alpi oltre 1000 metri; bel tempo al Sud e sulle Isole maggiori. - Venerdì 24 Piogge su quasi tutte le regioni italiane, tranne le coste del medio-basso Adriatico; nevicate sulle Alpi oltre 1000 metri. - Sabato 25 Bel tempo sulle regioni Nord occidentali, su Puglia, Marche, Molise, Abruzzo; piogge sulle altre regioni d'Italia; nevicate sulle Dolomiti e sulle Alpi orientali fino a bassa quota. - Domenica 26 Bel tempo su Piemonte, Lombardia, Dolomiti, Molise, Puglia, Lucania; piogge sulle restanti regioni della penisola; freddo sulle regioni settentrionali. - Lunedì 27 Bel tempo al Centronord, residue piogge sulle regioni meridionali; freddo al Nord e sulle regioni del medio Adriatico. - Dal 28 al 31 dicembre Bel tempo su tutta l'Italia ma con gelate di notte e al mattino e probabili nebbie nella pianura padana.

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mercoledì 22 dicembre 2010

PROTESTA UNIVERSITARI, INCIDENTI A PALERMO NAPOLITANO RICEVE STUDENTI AL QUIRINALE LA DELEGAZIONE : FINALMENTE TRATTATI DA ADULTI. TENSIONE A MILANO, TORINO E NAPOLI. NESSUN INCIDENTE NELLA CAPITALE

di PAOLA MAURIZIO

Studenti di nuovo in piazza oggi in tutta Italia, mentre al Senato dopo la bagarre di ieri si vota il ddl Gelmini che riforma l'università. Il sì finale probabilmente slitterà a domani. A Roma, come annunciato, i ragazzi hanno ignorato i palazzi del potere e si sono diretti verso la periferia: bloccata la tangenziale, traffico rallentato sul Lungotevere. In centro la zona rossa è deserta, presidiata da numerosi agenti delle forze dell'ordine.Napolitano riceve gli studenti al Quirinale. Una delegazione di una dozzina di studenti è stata ricevuta al Quirinale intorno alle 18 per un incontro con il capo dello Stato. La delegazione è costituita da elementi di diverse facoltà e di diverse associazioni studentesche. L'incontro era stato richiesto ieri con una lettera al presidente della Repubblica, scritta dagli studenti della Sapienza, che chiedevano a Giorgio Napolitano di non firmare il ddl che riformerà l'università. «Finalmente abbiamo trovato un interlocutore serio che ci ha ascoltato - ha dichiarato un rappresentante della delegazione al termine dall'incontro - Queste manifestazioni di un'intera generazione devono far riflettere il nostro attuale governo che deve senza se e senza ma, affrontare la questione. Ringraziamo il presidente Napolitano perchè siamo stati finalmente trattati da adulti. Il presidente della Repubblica ha detto di essere disposto ad esaminare le nostre alternative e proposte alla riforma Gelmini».A Roma tre gli appuntamenti contro il ddl di riforma. Da piazzale Aldo Moro il corteo degli studenti si è mosso intorno alle 11 e si è diretto verso piazzale del Verano. Altre manifestazioni sono partite da piazza Trilussa e da Piramide. "Voi nella zona rossa, noi liberi per la città", si legge su uno striscione. Tra gli slogan "Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città" e "Tra cortei e tra riforme mi domandano perché? Io rispondo il mio futuro è indisponibile". Leggere per ora le misure di sicurezza nella Capitale.Partiti in corteo dalla Sapienza, gl studenti hanno bloccato l'imbocco della Tangenziale dalla via Prenestina. Il serpentone di migliaia di partecipanti, ventimila secondo gli organizzatori, si è incamminato lungo la tangenziale in direzione del centro. Il tratto della tangenziale è stato chiuso. Lutto per morte operaio, il corteo torna alla Sapienza. Il corteo si è poi fermatoper esprimere solidarietà alla famiglia dell'operaio morto in un incidente sul lavoro alla Sapienza. Al megafono uno dei ragazzi urla: «Vergogna! Basta morti bianche! Solidarietà alla famiglia dell'operaio morto oggi su un'impalcatura della nostra facoltà». «Avevamo progettato altre iniziative di protesta contro il ddl Gelmini, ma a causa della morte dell'operaio abbiamo deciso di tornare alla Sapienza».Il corteo ha però preso la A24, la Roma-L'Aquila. I manifestanti sono diretti all'Università ma hanno fatto una deviazione del percorso immettendosì sull'autostrada. Percorreranno circa 300 metri per poi uscire a Casalbertone e andare verso La Sapienza.Il corteo partito da Piramide è terminato invece intorno alle 14,30, dove era cominciato. Alcune centinaia i partecipanti. Dopo essersi avvicinati al ministero dell'Istruzione, i manifestanti sono ritornati in piazza Risorgimento senza creare nessun problema di ordine pubblico. «Purtroppo oggi è morto un operaio alla Sapienza - ha detto uno degli organizzatori al megafono - per questo ora ci dirigeremo verso l'università per portare la nostra solidarietà. L'appuntamento è sotto la statua della Minerva». Gli studenti e i lavoratori sono poi entrati in piccoli gruppi nella stazione Piramide per prendere la metro verso la Sapienza.Il questore: vincente tenere gli agenti a distanza. «Quella di oggi è stata una strategia vincente. La situazione era critica perchè il percorso inizialmente non era stato concordato con gli organizzatori del corteo. Tenere gli uomini a distanza, una volta venuti a conoscenza del percorso, è stata la scelta giusta tra le varie alternative pianificate - ha detto Francesco Tagliente - Abbiamo cercato di bilanciare sicurezza e vivibilità rispettando il diritto a manifestare, ma anche quello di chi doveva andare a lavoro».Numerose le manifestazioni in molte altre città. Blitz dell'Unione degli studenti in oltre 100 scuole private da Nord a Sud dove gli istituti sono stati sigillati con nastro da cantiere. Lucchetti ai cancelli dell'università a Venezia.Scontri a Palermo. Circa un migliaio di studenti con caschi e book block, pannelli di polisterolo con disegnate le copertine di libri famosi, si sono scontrati con i poliziotti in tenuta anti sommossa cercando di entrare a palazzo d'Orleans sede della presidenza della Regione. I giovani hanno tentato di superare più volte il cordone di protezione fatto dagli agenti di polizia davanti la presidenza della Regione senza riuscirvi. Gli studenti hanno lanciato pietre, petardi uova e arance e gridando slogan contro il governo e la riforma Gelmini. I giovani indossavano caschi e si coprivano il volto con sciarpe. I poliziotti finora hanno impedito l'ingresso usando anche i manganelli e hanno sparato lacrimogeni. Studenti contro studenti dopo gli incidenti di Palermo. Alcuni gruppi rovesciano cassonetti mentre altri dicono «basta atti di teppismo» e rialzano i contenitori rimettendoli a posto. Ma i primi riportano i cassonetti al centro della carreggiata incendiandoli. La discussione si accende e alcuni giovani passano dalle parole alle mani. Alcuni studenti che hanno lanciato sassi contro agenti di polizia in borghese, che sono fuggiti inseguiti da giovani con i caschi. Gli studenti hanno creato diversi blocchi stradali rovesciando cassonetti davanti all'Università in via Ernesto Basile e in corso Tukory. Molti contenitori dei rifiuti sono stati dati alle fiamme.A Milano circa 300 studenti sono partiti dalla Statale per un corteo improvvisato diretto verso via Padova. Un drappello di agenti in tenuta antisommossa usando i manganelli ha tentato di bloccare il corteo sul nascere nel vicolo di Santa Caterina, ma i ragazzi sono riusciti a sfondare il cordone e a raggiungere la circonvallazione interna, all'interno di via Francesco Sforza, dove è stato nuovamente bloccato dalle forze dell'ordine grazie all'arrivo di rinforzi. Obiettivo della manifestazione è quella di «bloccare la città», percorrendo una parte della circonvallazione interna e di quella esterna per raggiungere via Padova alla periferia nord del capoluogo lombardo. Dopo una lunga fase di stallo, il corte ha ripreso la marcia ed è stato deciso di cambiare l'obiettivo della manifestazione che si dovrebbe concludere alla sede distaccata di Scienze Politiche dell'Università Statale in via Conservatorio.A Torino assaltato il negozio della Mondadori in via Viotti. Alcuni partecipanti al corteo hanno tentato di forzare l'ingresso della libreria, acceso alcuni fumogeni e affisso uno striscione sulla vetrina con la scritta «Questo Governo è fumo negli occhi». Poi le centinaia di studenti hanno ripreso la loro marcia in strada. Gli universitari hanno raggiunto la sede della banca Mediolanum, in corso Galileo Ferraris. Contro l'edificio sono stati lanciati uova di farina e di vernice, fumogeni, petardi e pietre. I dipendenti della banca sono stati costretti a barricarsi nell'edificio abbassando tutte le serrande.A Napoli petardi e vernice rossa. Gli studenti universitari e medi manifestano con i disoccupati del progetto Bros, Cobas e Centri sociali. Il corteo è aperto da uno striscione “Il casco ti salva la vita”, in polemica con Roberto Saviano, che aveva criticato l' atteggiamento violento dei manifestanti. Petardi sono stati lanciati sui cumuli di rifiuti, mentre ci sono stati lanci di uova piene di vernice rossa contro il portone della Provincia. Subito dopo alcuni petardi sono stati fatti esplodere al passaggio della coda del corteo nei pressi della sede della Provincia e della Questura.«Ministro Gelmini, non siamo mica cretini. Noi vogliamo studiare, vogliamo ricercare, per una cultura libera e pubblica. Viva l'università libera e pubblica». Il ritmo e la melodia del Waka-waka sono la base dell'inno composto dagli studenti della Sapienza. Con i cappelli di Babbo Natale in testa, i ragazzi hanno improvvisato un coro accompagnato dalla chitarra.«Noi non siamo black bloc». Questo è uno dei cartelli esposti da oltre duecento studenti delle superiori di Roma riuniti a Piazza Trilussa. «Non vogliamo che passi questa riforma e siamo al fianco degli universitari - spiega Carlotta una studentessa del Virgilio - ma ci dissociamo totalmente da qualsiasi forma di violenza e da coloro che martedì scorso hanno spaccato le vetrine. Ieri abbiamo ricominciato la nostra mobilitazione in maniera pacifica, con flash mob, margherite e travestimenti e oggi intendiamo proseguire così». «Speriamo che non vada come martedì scorso - aggiunge Federico, 17 anni - noi siamo contro la violenza e vogliamo una protesta pacifica». Dopo aver attraversato il Gianicolo in corteo, gli studenti sono scesi lungo il Tevere, bloccando per un tratto la circolazione e sono ritornati a piazza Trilussa dove si sono sciolti.
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