L’EUROPA DEI FALCHI VUOLE
TAGLIARE I FONDI ERASMUS
Rischia di
restare a secco il programma che più di tutti ha diffuso l’identità europea nei
giovani del vecchio continente. La voce allarmante non viene stavolta da piazze
gremite di studenti ma dalla denuncia dell’eurodeputato conservatore francese
Alain Lamassoure che presiede la commissione bilancio del Parlamento europeo. I
tagli di bilancio infatti interessano non solo le finanziarie dei singoli stati
membri anche quella di Bruxelles. Le politiche di austerity avevano finora
evitato di colpire i fondi destinati alle politiche sociali e quelle per
l’istruzione e la ricerca, maoggi la furia cieca dei tagli si abbatte anche su
questi settori strategici. Purtroppo, sempre secondo Lamassoure, i tagli hanno
già interessato il Fondo sociale europeo, che negli anni ha aiutato milioni di
persone a sviluppare le proprie competenze e a combattere quindi la
disoccupazione, e ora rischiano di mettere in pericolo il programma European
Region Action Scheme for the Mobility of UniversityStudents, da tutti
conosciuto come Erasmus. Il bilancio dell’Unione è strutturato attraverso una
complessa procedura che coinvolge la Commissione Europea, il Parlamento ed il
Consiglio, che stabiliscono un quadro settenale di impegni di spesa a cui ogni
anno si deve far fronte attraverso i pagamenti che gli stati membri devono
onorare. I falchi che in questi ultimi mesi hanno invocato forti misure di
austerity, un gruppo di paesi che comprende stati come la Germania, la
Finlandia, l’Olanda e altri paesi a guida conservatrice, non vogliono onorare
gli impegni assunti ed ora, già dal prossimo mese, il porgramma Erasmus rischia
di attraversare una grande crisi di liquidità. Questo è il segno che
l’atteggiamento ottuso della cultura dell’austerity si abbatte non solo su
inefficIenze e sprechi ma su quanto di più significativo l’Europa ha costruito
sinora per diffondere le proprie idee tra le giovani generazioni. Il programma
Erasmus permette dal 1987 a più di 200.000 studenti ogni anno di trascorrere un
periodo di studio in una università estera vedendosi riconosciuti gli esami
sostenuti. Un programma di successo che nacque su iniziativa di un’associazione
studentesca, l’Aegee, che propose all’allora presidente della Repubblica
francese François Mitterand di promuovere questa iniziativa a livello europeo.
Da quell’anno l’Europa è entrata nella vita quotidiana di una generazione
attraverso l’esperienza di vita vissuta di studiare insieme a ragazzi
provenienti da tutta Europa e condividere con loro qualche mese del proprio
percorso accademico.Lo
stanziamento previsto per il periodo 2007-2013 è di 3,1 miliardi di euro e
permette agli studenti partecipanti di ricevere una piccola borsa di studio e
l'iscrizione gratuita nell’università ospitante: se i timori venissero
confermati sarebbe difficile garantire anche queste piccole cifre. Gianni
Pittella, vicepresidente democratico del Parlamento Europeo e membro della
commissione cultura, è da sempre un grande sostenitore del progamma Erasmus, e
ci conferma i timori del francese Lamassoure: «La situazione non è del tutto
perduta, attraverso una lettera rettificativa gli stati membri si possono
impegnare a coprire eventuali buchi di bilancio, ma questo comporterà
sicuramente problemi, come ad esempio il ritardato pagamento delle borse di
studio». Ma le preoccupazioni dell’europarlamentare italiano non si limitano
alla difesa di un programma di enorme successo: «Il programma Erasmus andrebbe
innazitutto potenziato, è stato il progetto che maggiormente ha diffuso una
cultura europeista tra i giovani europei. Va difeso, ma soprattutto dobbiamo
denunciare la politica irresponsabile dei governi conservatori europei che
minaccia lo spirito stesso dell’Unione. Questo è un frutto avvelenato
dell’austerity», una politica che, invece di rafforzare l’identità europea e di
costruire un’unico spazio sociale, culturale e politico, smorza gli entusiasmi
di migliaia di ragazzi. Che dopo avere studiato in greco, aver imparato il
catalano, insegnato a cucinare in italiano, loro sarebbero sicuramente disposti
ad offrire la propria solidarietà.
r.c.p.s.d.m.