Francesco Rutelli contrattacca alle accuse di Luigi Lusi: lo
definisce “calunniatore” quando dichiara in carcere ai pm che tutti gli
investimenti fatti dal 2007 erano concordati con la corrente dell'ex leader
della Margherita e critica la stampa dopo aver detto che farà la fine di Igor
Marini, l'uomo condannato a 10 anni per aver calunniato Prodi e lo stesso
Rutelli nell'inventato affaire Telekom-Serbia. "MOLTA STAMPA DA' CREDITO
AL LADRO" «Molta stampa – scrive Rutelli - continua a dare credito al
ladro, ingannatore e calunniatore, evidentemente ignara di doveri deontologici
e giuridici. Qualunque cosa dica, in qualunque modo si contraddica, qualunque
calunnia profferisca, Lusi ottiene titoli distruttivi per l'onorabilità di
persone perbene. Egli non è credibile? La verità finisce comunque schiacciata
sotto le menzogne del calunniatore. Egli sa di poter diffamare e mentire: le
sue palesi menzogne saranno comunque amplificate. Il suo percorso di uomo
libero si è fermato. Ma quanto a lungo durerà il tormento delle sue vittime?».
«In verità - aggiunge Rutelli - la lettura dei titoli di molti giornali pone un
problema grave: da ormai 5 mesi, non contano rigorose precisazioni né
analitiche confutazioni basate sui fatti (oltre alle severe autocriche sui
controlli dei bilanci); sembra non contare neppure la solidità dell'impianto
accusatorio dei Pubblici Ministeri, convalidato dal Gip e dal Tribunale del
Riesame». Per il leader di Api «Lusi ha cambiato nuovamente la versione delle
sue menzogne. Prima ha confessato di essersi impadronito di 12,9 milioni della
Margherita per fare operazioni immobiliari ad esclusivo beneficio proprio. Poi
ha sostenuto allusivamente di aver fatto queste ruberie nell'ambito di un
'mandato fiduciario' del gruppo dirigente del partito - smentito dalla moglie,
che ha ammesso che il disegno era di appropriazione a beneficio della famiglia.
Oggi, ammetterebbe di avere rubato un tot di milioni per sé, ma afferma
nientemeno che ville e appartamenti, beni in Canada, a Roma, Genzano,
Capistrello, Ariccia, tutti intestati a sé e ai familiari, erano accumulati per
conto di una cosiddetta 'corrente rutelliana».
c.p.m.r.d.s.