«GRILLO, TORNA A FARE IL BUFFONE» LA RABBIA DI CHI SA
COS'È LA MAFIA
«Grillo dice che la mafia non ha mai strangolato i suoi
clienti limitandosi a prendere il pizzo? Forse dimentica che ha anche ucciso le
persone che il pizzo non hanno voluto pagarlo»: sconcertata, Pina Maisano,
vedova di Libero Grassi, l’imprenditore ucciso da Cosa Nostra nel 1991 per
essersi ribellato al racket delle estorsioni, commenta le parole gridate
domenica sera da Beppe Grillo proprio a Palermo, alla vigilia del trentennale
dell’assassinio di Pio La Torre.Parole assurde che hanno colpito di nuovo i
familiari delle vittime. «La mafia non ha mai strangolato i suoi clienti,
limitandosi a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un’altra mafia - i politici, la
crisi, la finanza, - che strangòla la sua vittima», ha affermato (spostando
l’accento) il comico genovese in un comizio, accanto ai suoi sostenitori
imbarazzati. Pina Maisano, ex parlamentare dei Verdi, da sempre impegnata nelle
battaglie civili, contesta l’antipolitica di Grillo «pressapochista e
superficiale» e ricorda come la politica sia «cura della Polis, la difesa
dell’interesse dei cittadini. Insomma è qualcosa di nobile. Se la mafia uccide
le persone, la corruzione e la cattiva politica uccidono il Paese». E come lei
è indignata Angela Ogliastro, sorella di Serafino Ogliastro, un ex poliziotto
ucciso dalla cosca di Brancaccio nel ’91 con il metodo della «lupara bianca».
Perché se la mafia non solo «strangola» uomini e donne, ma scioglie nell’acido
i corpi, anche di bambini, annulla i cadaveri nel cemento. «Io e i miei
genitori non abbiamo nemmeno il corpo di Serafino da potere piangere», lamenta
la sorella dell’ex poliziotto, «come si permette Grillo di fare l’elogio della
mafia in una città che gronda sangue di vittime innocenti?» senza essere in
piazza «il 21 marzo scorso, nella sua Genova, per la Giornata della memoria
organizzata da Libera in ricordo di tutte le vittime della mafia? Io c’ero
insieme ai parenti di 900 persone uccisa da Cosa Nostra che lui ha offeso».
Anche lo showman siciliano Rosario Fiorello, nella sua rassegna stampa
quotidiana con gli amici del bar, rilanciata su Youtube, non risparmia critiche
e sfottò: « Grillo, Grillo, hai detto una grande cazzata», è sbottato, «mi sa
che Grillo ne sa poco di mafia... Ma che si vada a vedere un po’ tutti i
pilastri delle autostrade in Sicilia.... Grillo, te posso di’ ‘na cosa? Ma
vattela a piglia’ ‘nder pizzo». Indignati gli artigiani siciliani: «Le parole
di Grillo sono un vero e proprio schiaffo alla nostra storia», ha detto Mario
Filippello, segretario regionale della Confederazione nazionale Artigianato,
«il comico genovese torni a fare il buffone, l’unica cosa che sa fare bene». A
caldo, domenica sera, Claudio Fava, dirigente di Sel e figlio di Giuseppe, il
giornalista ucciso dalla mafia nel 1984, è sbottato: «Grillo parla come un
mafioso», usando gli stessi argomenti di Vito Ciancimino e Tano Badalamenti.
Condanna unanime dai politici: «Le parole di Beppe Grillo sono uno sfregio
profondo alla Sicilia», tanto più gravi «mentre ricordiamo il sacrificio di Pio
La Torre e Rosario Di Salvo», ha detto ieri Vincenzo Di Girolamo, segretario
provinciale del Pd; Pierferdinando Casini è lapidario «Per me può dire ciò che
vuole, lo ignoro». Il candidato sindaco Leoluca Orlando non ribatte
direttamente: «Evitiamo di ignorare quegli uomini dello Stato che sono caduti
per combattere la criminalità». Parole «inaccettabili» anche per Fabio Granata
di Fli che valorizza la «bella politica contro tutte le mafie e contro gli
utili idioti che, attraverso la demagogia, criminalizzano tout court la
politica». Sarcastica Costanza Castello di Grande Sud (il partito di Micciché):
«Don Beppe, Vossia ha ragione. La mafia è solo un’invenzione dei giornalisti.
Non esiste. È lo Stato il vero assassino». La risposta del comico: Grillo non
manda giù le reazioni. «Mafioso mi mancava. Avanti, sparate le ultime
cartucce», scrive sul suo blog cercando di spiegare il suo singolare pensiero:
la mafia «sfrutta, umilia e spreme la sue vittime, ma «le uccide solo se è
necessario per ribadire il suo dominio nel territorio», per la finanza, invece
«le sue vittime, gli Stati, possono deperire e anche morire» (con i suicidi
degli imprenditori). E conclude con un motto: «Honni soit qui mal y pense» (Sia
maledetto chi ne pensa male). Il candidato sindaco di Palermo del Movimento 5
stelle, Riccardo Nuti, cerca di levarsi dall’imbarazzo: «Noi siamo in prima
linea contro le mafie sempre e da sempre, siamo gli unici ad aver chiesto alla
Regione siciliana di costituirsi parte civile in caso di rinvio a giudizio di
Raffaele Lombardo». r.d.c.p.m.s.