TAGLI AI SUPERCOMPENSI? A TUTTI MINISTRI ESCLUSI: SON PRECARI
Il taglio ai compensi over 90mila e 150mila euro era tutta una finta. O meglio, lo era per ministri e sottosegretari, non per il resto dell'umanità. Ricordiamo: tra le misure anti - crisi, chi guadagna oltre 90mila euro lordi l'anno nella pubblica amministrazione vedrà ridursi il compenso del 5% per la parte che supera quota 90mila; per chi invece incamera oltre 150mila euro, sempre all'anno e sempre lordi, la riduzione sale al 10% per ogni euro che supera quota 150mila. Circolare del ministero dell'Economia alla mano, il quotidiano finanziario Italia Oggi è riuscito però a “sgamare” un provvedimento che, immaginiamo, non avrà benevola fama, almeno fra molti cittadini: la riduzione vale per tutti nella pubblica amministrazione salvo che per ministri e sottosegretari. Coloro che Berlusconi ha nominato al timone del Paese saranno rimborati di quanto versato già. Resta da vedere se il dicastero di Tremonti smentirà o tornerà indietro sui suoi passi. O lascerà tutto inalterato. La ragione per cui ministri e sottosegretari sono esentati? Commovente: “Tale personale – cita Italia Oggi tra virgolette – ricopre una carica politica e non è titolare di un rapporto di lavoro dipendente”. Non sono dipendenti, a differenza di chi lavora nella pubblica amministrazione, e pertanto non possono reggere simili sacrifici sul loro stipendio. Insomma, sono precari. Con Dl n. 78 del 2010, il “taglio” del 5 o 10% vale dal 1° gennaio 2011 e vale fino al 31 dicembre 2013. Vale per i trattamenti economici complessivi. Ma, riporta l'articolo del quotidiano, in base a quanto indicato dall'Ispettorato generale per gli ordinamenti del personale e in base a quanto ha analizzato la Ragioneria dello Stato, dalla misura vengono esonerati i titolari dei dicasteri e i loro sottosegretari e vedranno rimpinguata la loro mensilità di novembre 2011 perché verranno rimborsati. Come – avverte il giornale - spiega un'informazione dell'11 ottobre 2011. p.s.m.