MA ALLORA È UN VIZIO NEANCHE SCAJOLA VA DAL GIUDICE
Claudio Scajola non si presenterà di fronte ai pm. L'ex ministro dello sviluppo economico, chiamato a rispondere sull'acquisto dell'appartamento con vista Colosseo, diserterà l'interrogatorio della procura di Roma fissato per mercoledì 21. Lo ha formalizzato tramite legali, dichiarando che non è disponibile senza neanche presentare una memoria scritta. Dopo Berlusconi che non vuole comparire (e non è neppure indagato, è chiamato come parte lesa cioè come vittima di presunti ricatti nell'inchiesta Tarantini a Napoli), neanche Scajola vuole trovarsi davanti al giudice. Qui è diverso, il procedimento è a suo carico e lo vede accusato di violazione alla legge sui finanziamenti ai partiti. Gli inquirenti rimangono convinti che il deputato del Pdl abbia acquistato e ristrutturato l'abitazione con gli assegni messi a disposizione dall'imprenditore Diego Anemone, uno dei personaggi chiave dell'inchiesta sugli appalti per il G8 del 2009. L'indagine, ormai giunta alle ultime battute, procede con la convocazione di Angelo Zampolini, l'architetto collaboratore di Anemone che per la vicenda ha già patteggiato a Perugia una condanna a undici mesi per favoreggiamento. Su questa indagine resta memorabile la “giustificazione” dello stesso Scajola di fronte all'evidenza dei fatti: l'ex ministro dichiarò che la casa di via Fagutale, pagata con più di 80 assegni versati da Anemone, fu comprata “a sua insaputa” e che l' avrebbe restituita.
p.c.m.s.
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