A SANREMO BELLA CIAO E GIOVINEZZA MAZZI: «SONO CANZONI DELLA STORIA»
Nella serata dedicata ai 150 anni dell'Unità d'Italia sarà bello cantare canzoni di tutta la nostra storia come Bella Ciao, nata come canto delle mondine, e anche Giovinezza, che è passata alla storia come inno del ventennio ma nacque come canzone della 'goliardia' toscana nei primi del '900»: lo ha detto il direttore artistico del Festival di Sanremo 2011 Gianmarco Mazzi, che insieme a Gianni Morandi, conduttore e co-direttore artistico, hanno presentato oggi il nuovo regolamento del festival. Ed è subito polemica politica. Per Mazzi, «sono molte le curiosità non conosciute legate a questi brani e noi le racconteremo al pubblico. Vogliamo costruire una serata intensa, culturale e di forte personalità artistica». Parlando della serata-evento, Morandi aveva citato Bella Ciao come possibile protagonista con altri canti storici della serata-evento per i 150 anni dell'Unità d'Italia, in programma all'Ariston giovedì 17 febbraio. PD: "CANTARE GIOVINEZZA E' INSULTO «La proposta di Mazzi è uno spregevole tentativo di strisciante revisionismo che vorrebbe pensare di avvicinare il canto dei partigiani all`inno della gioventù fascista. Sarà bello cantare canzoni di tutta la nostra storia, ma `Giovinezza` rappresenta una pagina buia e cantarla sul palco di Sanremo significherebbe insultare tutti coloro che sono caduti per liberare l`Italia dalla dittatura», dice il deputato Pd Vinicio Peluffo, componente della commissione Vigilanza Rai. PROTESTA LA LEGA «Sono ormai trascorsi 150 anni ma lo spartito dell'Unità d'Italia rimane composto da note stonate. Il direttore artistico del festival di San Remo, Gianmarco Mazzi, annuncia trionfante che verranno intonate O bella ciao e Giovinezza, attribuendo a queste canzoni valori comunemente condivisi. Così non è, e la storia di queste musiche lo dimostra, nonostante l'infelice tentativo di Mazzi. Ben venga quindi la dimenticanza del Va pensiero e dell'opera di Giuseppe Verdi, dovuta ad una apposita amnesia causata dal valore che la Lega Nord attribuisce all'opera che ne contiene i versi», protesta il senatore della Lega Nord, Paolo Franco.