mercoledì 2 giugno 2010

DISOCCUPATI RECORD SENZA LAVORO UN GIOVANE SU 3

Trecentosettemila posti di lavoro sono andati perduti in un anno, dall’aprile 2009. Divisi per 365 giorni, sono 841 disoccupati in più al giorno. Uomini e donne che si ritrovano a fare i conti con la mancanza di reddito e chiedersi se e quando le cose torneranno alla normalità. Molti di loro sono giovani. Il tasso di disoccupazione tra chi ha meno i 25 anni sfiora ormai il 30%, in un anno ha fatto un balzo in avanti del 4,5%. Troppo. È la quota più alta da quando esistono le serie storiche, cioè dal 2004. Lo dice l’Istat che ieri ha diffuso le stime sui tassi di occupazione e disoccupazione: sono dati impressionanti. Il tasso di disoccupazione tra i lavoratori di ogni età è salito in all’8,9%, sono otto mesi consecutivi che cresce. E ci riporta al massimo mai toccato dal 2001. Sono stati bruciati nove anni di crescita. I disoccupati (tali sono per l’Istat coloro che cercano lavoro) sono 2 milioni e 220mila le persone che cercano lavoro e sono in crescita dell’1% (+21 mila unità) su base mensile e del 20,1% per cento (+372 mila unità) su base annua. Gli occupati sono 22 milioni 831 mila unità in aumento dello 0,2% (+56 mila unità) rispetto a marzo e inferiore dell'1,3% (-307 mila unità) rispetto ad aprile 2009). A onor del vero, i dati potrebbero essere peggiori. A riportare un po’ su la media dopo tre mesi di flessioni messe in fila ci ha pensato la sanatoria di colf e badanti. A loro si deve quello che l’Istituto di via Balbo definisce «moderato recupero» degli occupati su base congiunturale ad aprile. A questa componente femminile. Viene così confermata una tendenza in atto negli ultimi anni: le sanatori di immigrati, le regolarizzazioni via via decise «dopano» in qualche maniera i dati del mercato del lavoro italiano: perché quando il loro numero si aggiunge all’esistente non si tratta di creazioe di nuovo lavoro, ma di lavorio nero che emerge. Anche stavolta è così. Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in aumento, rispetto a marzo, di 0,1 punti percentuali, ma ancora inferiore di 0,9 punti percentuali rispetto all'aprile dell'anno precedente. Crescono sia il tasso di disoccupazione maschile (8%) sia quello femminile (10%), ma a schizzate ancora più oltre è la percentuale di giovani senza lavoro, quasi uno su tre (29,5%).L’Istat fornisce un quadro dell’esistente, lo fotografa. Ma giusto due giorni fa il governatore della Banca d’Italia aveva dato il su allarme, «i giovani - ha detto - sono le principali vittime della crisi». vittime soprattutto di contratti di lavoro precari che non vengono rinnovati alla scadenza perché le aziende che non assumono. Le sue previsioni per il 2010 sono tutt’altro che rosee. Continuerà come quest’anno. A meno che non si stabilizzi la ripresa della produzione industriale registrata dal Centro studi della Confindustria a maggio: un bello sprint del 2,4% rispetto ad aprile. Abbastanza per far pronosticare ai tecnici di Viale dell’Astronomia un recupero del 2,4% della produzione industriale nel secondo trimestre dell’anno. Certo non aiuta la manovra del governo, da molti giudicata depressiva. Draghi ha parlato di «macelleria sociale», si rigeriva ai sacrifici che il Paese è chiamato a fare. La manovra taglia senza troppa cura una quantità di enti di ricerca, di istituti culturali e di precari nella scuola e negli enti locali che si tradurranno in una diaspora di posti di lavoro per i giovani. Molti di questi enti o uffici, infatti, si reggono proprio sui contratti cosiddetti non standard. Che non solo non verranno standardizzati, ma verranno spazzati via. Con gli stipendi, le aspettative, e quel po’ di futuro, magari a breve termine, a cui è legittimo aspirare.
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