sabato 8 maggio 2010

VELTRONI: NO A SCISSIONI, SIAMO TRA QUELLI CHE HANNO FATTO NASCERE IL PD

Nessuna scissione, «non potremmo mai scinderci perché siamo quelli che ci credono di più, quelli che lo hanno fatto nascere». Così Walter Veltroni ha detto alla "minoranza" parlando al seminario di Area Democratica. «Non possiamo continuare - ha aggiunto - con i conservatorismi», ma serve che il Pd mantenga la sua identità, quel Pd che «forse abbiamo messo troppo tempo a fare ma a nessuno è permesso di disfare». «L'idea di fare un partito pesante in una società frantumata come quella di oggi è sbagliata», ha spiegato l'ex segretario nel suo intervento al seminario di Area democratica a Cortona. La mozione di Pier Luigi Bersani proponeva «l'alleanza con l'Udc e il ritorno al partito con la P maiuscola», ha ricordato. Quanto ai rapporti con l'Unione di centro, «ieri già il professor Dalimonte ci ha spiegato l'esito». Quanto invece alla forma di partito, per Veltroni «ci vuole un partito moderno, aperto, capace di interpretare un bisogno reale. Non ci sono scorciatoie, nè Cln che i nostri partner non vogliono». Dunque, ha insistito, «dobbiamo pensare a noi stessi come riformisti e ci sarà una volta che potremo diventare maggioranza», ha assicurato. Del resto è accaduto in Gran Bretagna con David Cameron ed è accaduto in Grecia. «Se non facciamo questo, se non abbiamo il coraggio di investire su una sfida riformista, pagheremo un prezzo molto alto», ha ammonito. Dunque, no al ritorno all'Unione: «Se noi rispondiamo solo, di nuovo, con una coalizione puramente e semplicemente antiberlusconiana, sbagliamo di nuovo. Dobbiamo avere il coraggio di un respiro lungo, Enrico Berlinguer avrebbe detto di un pensiero lungo». La linea uscita dal «congresso oggi va vista in un'altra luce». Una linea che va vista sotto una nuova luce perchè, spiega, si fondava su due punti essenzialmente: l'alleanza con l'Udc e «partito con la 'p' maiuscola». In Italia, ha continuato, è in atto uno «scardinamento dell'opinione pubblica» facendo in modo che «si abitui a tutto». Veltroni ha citato ad esempio la telefonata tra Fassino e Consorte che sarebbe stata ascoltata dal premier. «Se fosse vero - ha detto - che il presidente del Consiglio ha ascoltato una registrazione» che gli veniva offerta per motivi di ricatto «di un leader dell'opposizione per di più di un gentiluomo come Fassino saremmo di fronte a qualcosa di gigantesco, qualcosa che in altri Paesi europei avrebbe portato a gravi problemi istituzionali, siamo oltre i confini della democrazia, delle regole del gioco, siamo alla mitridatizzazione». Per questo, secondo Veltroni, è necessario che il Pd si difenda lanciando la sua sfida che deve essere basata su «innovazione e conquista».Poi sul governo: Silvio Berlusconi non resisterà tre anni senza andare a votare. «Sono convinto - dice - che Berlusconi non è in grado di reggere tre anni senza elezioni: non è un presidente del Consiglio, è uno straordinario organizzatore delle proprie campagne elettorali, ma non gli chiedete di occuparsi dei problemi del Paese». Inoltre, aggiunge, ci sono altri motivi che lasciano pensare ad una fine anticipata della legislatura: «La lega vuole incassare oggi, e Berlusconi può pensare di voler dare un colpo a Fini».Parla anche di Fini: «Faremmo un torto gravissimo a Fini se cercassimo di dire all'opinione pubblica che è diventato un pezzo di centro sinistra: lui è il leader possibile di una destra moderata».

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