sabato 13 febbraio 2010

IL SISTEMA DI0 GUIDO: SOCIETÀ AMICI, OPERE DI BENE IN PATRIA
E FUORI
Al di là di tutto, degli ingegneri e dei costruttori, del sesso e dei massaggi, delle auto e degli arredi merce di scambio per entrare nel gran giro degli appalti, è un intero sistema di potere quello sotto inchiesta da parte della procura di Firenze. La «cricca di delinquenti» del Dipartimento Sviluppo e Turismo, scrive il gip Lupo nell’ordinanza, «godeva di poteri illimitati grazie alla normativa», cioè il potere di ordinanza e di spesa in nome dell’ urgenza senza vincoli di cui gode il Dipartimento della Protezione Civile. Occorre allora provare a capire se esiste e in cosa consiste il sistema di potere di Bertolaso e della sua Protezione Civile. La famiglia, ad esempio . «Nel pur breve periodo di monitoraggio-si legge nell’ordinanza - emergeva che in evidente conflitto di interesse il cognato di Bertolaso, Francesco Piermarini, è stato impiegato nei cantieri della Maddalena per il G8. Sono emersi anche rapporti tra Piermarini e Anemone». Lavorare e avere società non è certo un reato. Comincia ad essere sospetto se queste società possono beneficiare di corsie privilegiate e short list. Di sicuro la famiglia Piermarini, Gloria è la moglie di Bertolaso, Francesco e Marilena i fratelli, è molto attiva nell’aprire e chiudere società. Alla Maddalena ha lavorato Ecorescue che si occupa di rifiuti e raccolta differenziata. Prima c’è stata Sviluppo Tevere (conferenze e convegni), chiusa da poco Mystic river (grandi manifestazioni), in mezzo Flumen urbis srl, convegni e noleggio di imbarcazioni. Un vortice di attività solo agli ultimi anni. Gli investigatori stanno cercando di capire se il conflitto di interessi, oltre a Ecorescue, riguarda anche altre società di famiglia. È un fatto che tra le principali attività della Protezione Civile c’è l’organizzazione dei Grandi Eventi. Bertolaso ama il suo lavoro quasi più di se stesso. Lo dice. Si vede. È il suo cruccio più grande in queste ore: teme che il dubbio possa insinuarsi tra l’affetto delle persone. Ma qualche macchia c’è già. A Napoli, dove è stato Commissario per l’emergenza rifiuti, era indagato per traffico di rifiuti e truffa ai danni dello Stato perché avrebbe derogato ad alcune regole nell’affidamento degli incarichi favorendo, tra le altre, Impregilo. Che strana inchiesta quella: Bertolaso ha fatto di tutto per non essere iscritto al registro (la sua vice De Gennaro e altri 24 sono invece già a processo), la procura lo ha ascoltato, lo ha stralciato e per un inghippo ora è tutto a Roma. In ogni caso, per non sbagliare, il decreto sulla Protezione Civile spa offre lo scudo giudiziario ai Commissari straordinari. Per finire, sempre a Napoli e sempre per i rifiuti, è indagato Claudio De Biasio. Se non ci fosse stata l’inchiesta sui rifiuti, con gli inevitabili link con la camorra, sarebbe diventato vicario di Balducci alla Maddalena. A Bari Bertolaso è stato tirato nell’ingorgo Tarantini-D’Addario per via di amici di amici. L’imprenditore Giampy Tarantini, oltre a vendere protesi con la Tecnohospital e a piazzare escort nei saloni di palazzo Grazioli e villa Certosa, ha anche un’attività di consulenza, la G.C. consulting. Tra i clienti, «per offrire nuove opportunità», l’imprenditore Enrico Intini che, tra gli altri, è stato presentato a Guido Bertolaso. «Mai fatto nulla con quello» ha risposto piccato il n°1 della Protezione Civile. E però, mai disperare: è di pochi giorni fa la notizia che la sua Tecnohospital, in grosse difficoltà, è stata acquistata per 300 mila euro da Gian Luca Calvi. E chi è il benefattore? Il fratello di Gian Michele, presidente di Eurocentre, società senza scopo di lucro fondata dalla Protezione Civile e soggetto attuatore del progetto C.A.S.E all’Aquila, la famose casette per terremotati, orgoglio di Berlusconi. Ma nulla vien per caso. Eurocentre ha realizzato nel 2008 il Ponte Italia sul fiume Payee in Sudan, «grande opera - si legge sul sito della Protezione Civile - per collegare la zona della diocesi di Rumbek, quasi isolata, con quella del Nilo Bianco». Il ponte è costato un milione e mezzo di euro, è stato finanziato via sms e con il fondo della Protezione Civile, ed è stato montato dai tecnici di via Ulpiano. Tutto si tiene nella grande famiglia: ponte, progetto Case, acquisto Tecnohospital. «Un sistema gelatinoso» scrivono i magistrati. Dove i quattro arrestati e Bertolaso «costituiscono una catena di comando omogenea ed efficiente».

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