Prima la pugnalata sull’iva per gli abbonamenti alla pay-tv, che l’anno scorso fu portata al venti per cento. Oggi l’attacco alla raccolta pubblicitaria. Riprende la battaglia tra il governo e Sky, con il primo accusato dalle opposizioni di scrivere decreti in favore di Mediaset, la tv del premier. Secondo indiscrezioni di stampa non smentite, l’esecutivo attraverso il recepimento della direttiva europea «Tv senza frontiere » avrebbe infilato l’ennesimo colpo basso alla tv di Rupert Murdoch. La guerra sui tetti.La mossa riguarda i tetti orari agli spot fissati dalla legge. In sostanza, oggi la tv satellitare può farcire di pubblicità i suoi programmi fino a un massimo del 18 per cento di ogni ora trasmessa. Limite che adesso il governo vuole abbassare al 12. Lo prevede il decreto che il viceministro delle Comunicazioni Paolo Romani porterà domani in consiglio dei ministri. La misura interessa tutte le televisioni a pagamento, quindi anche Mediaset Premium. Il problema è che la pay-tv della famiglia del premier non arriva ancora a raccogliere il 12 per cento di pubblicità per ogni ora trasmessa. Quindi non subirebbe alcuna limitazione. «L’ipotesi di differenziare i tetti di affollamento pubblicitario tra la tv free e la pay - ha spiegato Romani- è una possibilità che il ministero sta verificando in base alle indicazioni della nuova direttiva Ue». Ma il decreto sarebbe ancora allo stato di bozza e quindi passibile di modifiche. Ieri però per addolcire la pillola il viceministro ha annunciato l’ok alle trasmissioni del nuovo canale digitale terrestre di Sky «Cielo». Un’autorizzazione attesa da tempo dalla tv di Murdoch. DECRETO AD AZIENDAM. Nel frattempo è scoppiata la polemica politica, con le opposizioni che denunciano l’ennesimo «decreto ad aziendam». Tra i primi a puntare i piedi l’ex ministro alle Comunicazioni Paolo Gentiloni, per il quale il decreto sarebbe «un vero e proprio ribaltone del sistema televisivo ad uso e consumodelle reti Mediaset. Il blitz, infatti - spiega l’esponente del Pd - produrrebbe una overdose di spot per le tv di Berlusconi che già raccolgono il 63,8% della pubblicità tv». Sulla stessa linea il capogruppo del Partito Democratico in commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta, che chiede al viceministro Romani di riferire in aula. La questione scotta e in molti ieri hanno soffiato sulla girandola dei commenti. «Per chi lavora il governo?», si domanda Francesco «Pancho» Pardi, senatore e capogruppo Idv in Vigilianza Rai. «Mentre il genio pontieri escogita lenormesalvapremier - sostiene Pardi - nelle segrete stanze i guastatori stanno escogitando il decreto salva-Mediaset, che ha per obiettivo la salvaguardia del patrimonio di famiglia Berlusconi ». Sonoinvece concretamente preoccupati a Fox Channels Italy, dove temono che l’eventuale abbassamento dei tetti pubblicitari possa costringere l’azienda a «tagliare posti di lavoro». Mentre le emittenti locali chiedono invece che venga «azzerata la pubblicità sulla pay tv». Sulla stessa linea anche i consumatori.
mercoledì 16 dicembre 2009
PUBBLICITÀ, MEDIASET PIGLIATUTTO ROMANI: PRONTO IL TETTO PER SKY
Prima la pugnalata sull’iva per gli abbonamenti alla pay-tv, che l’anno scorso fu portata al venti per cento. Oggi l’attacco alla raccolta pubblicitaria. Riprende la battaglia tra il governo e Sky, con il primo accusato dalle opposizioni di scrivere decreti in favore di Mediaset, la tv del premier. Secondo indiscrezioni di stampa non smentite, l’esecutivo attraverso il recepimento della direttiva europea «Tv senza frontiere » avrebbe infilato l’ennesimo colpo basso alla tv di Rupert Murdoch. La guerra sui tetti.La mossa riguarda i tetti orari agli spot fissati dalla legge. In sostanza, oggi la tv satellitare può farcire di pubblicità i suoi programmi fino a un massimo del 18 per cento di ogni ora trasmessa. Limite che adesso il governo vuole abbassare al 12. Lo prevede il decreto che il viceministro delle Comunicazioni Paolo Romani porterà domani in consiglio dei ministri. La misura interessa tutte le televisioni a pagamento, quindi anche Mediaset Premium. Il problema è che la pay-tv della famiglia del premier non arriva ancora a raccogliere il 12 per cento di pubblicità per ogni ora trasmessa. Quindi non subirebbe alcuna limitazione. «L’ipotesi di differenziare i tetti di affollamento pubblicitario tra la tv free e la pay - ha spiegato Romani- è una possibilità che il ministero sta verificando in base alle indicazioni della nuova direttiva Ue». Ma il decreto sarebbe ancora allo stato di bozza e quindi passibile di modifiche. Ieri però per addolcire la pillola il viceministro ha annunciato l’ok alle trasmissioni del nuovo canale digitale terrestre di Sky «Cielo». Un’autorizzazione attesa da tempo dalla tv di Murdoch. DECRETO AD AZIENDAM. Nel frattempo è scoppiata la polemica politica, con le opposizioni che denunciano l’ennesimo «decreto ad aziendam». Tra i primi a puntare i piedi l’ex ministro alle Comunicazioni Paolo Gentiloni, per il quale il decreto sarebbe «un vero e proprio ribaltone del sistema televisivo ad uso e consumodelle reti Mediaset. Il blitz, infatti - spiega l’esponente del Pd - produrrebbe una overdose di spot per le tv di Berlusconi che già raccolgono il 63,8% della pubblicità tv». Sulla stessa linea il capogruppo del Partito Democratico in commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta, che chiede al viceministro Romani di riferire in aula. La questione scotta e in molti ieri hanno soffiato sulla girandola dei commenti. «Per chi lavora il governo?», si domanda Francesco «Pancho» Pardi, senatore e capogruppo Idv in Vigilianza Rai. «Mentre il genio pontieri escogita lenormesalvapremier - sostiene Pardi - nelle segrete stanze i guastatori stanno escogitando il decreto salva-Mediaset, che ha per obiettivo la salvaguardia del patrimonio di famiglia Berlusconi ». Sonoinvece concretamente preoccupati a Fox Channels Italy, dove temono che l’eventuale abbassamento dei tetti pubblicitari possa costringere l’azienda a «tagliare posti di lavoro». Mentre le emittenti locali chiedono invece che venga «azzerata la pubblicità sulla pay tv». Sulla stessa linea anche i consumatori.
Prima la pugnalata sull’iva per gli abbonamenti alla pay-tv, che l’anno scorso fu portata al venti per cento. Oggi l’attacco alla raccolta pubblicitaria. Riprende la battaglia tra il governo e Sky, con il primo accusato dalle opposizioni di scrivere decreti in favore di Mediaset, la tv del premier. Secondo indiscrezioni di stampa non smentite, l’esecutivo attraverso il recepimento della direttiva europea «Tv senza frontiere » avrebbe infilato l’ennesimo colpo basso alla tv di Rupert Murdoch. La guerra sui tetti.La mossa riguarda i tetti orari agli spot fissati dalla legge. In sostanza, oggi la tv satellitare può farcire di pubblicità i suoi programmi fino a un massimo del 18 per cento di ogni ora trasmessa. Limite che adesso il governo vuole abbassare al 12. Lo prevede il decreto che il viceministro delle Comunicazioni Paolo Romani porterà domani in consiglio dei ministri. La misura interessa tutte le televisioni a pagamento, quindi anche Mediaset Premium. Il problema è che la pay-tv della famiglia del premier non arriva ancora a raccogliere il 12 per cento di pubblicità per ogni ora trasmessa. Quindi non subirebbe alcuna limitazione. «L’ipotesi di differenziare i tetti di affollamento pubblicitario tra la tv free e la pay - ha spiegato Romani- è una possibilità che il ministero sta verificando in base alle indicazioni della nuova direttiva Ue». Ma il decreto sarebbe ancora allo stato di bozza e quindi passibile di modifiche. Ieri però per addolcire la pillola il viceministro ha annunciato l’ok alle trasmissioni del nuovo canale digitale terrestre di Sky «Cielo». Un’autorizzazione attesa da tempo dalla tv di Murdoch. DECRETO AD AZIENDAM. Nel frattempo è scoppiata la polemica politica, con le opposizioni che denunciano l’ennesimo «decreto ad aziendam». Tra i primi a puntare i piedi l’ex ministro alle Comunicazioni Paolo Gentiloni, per il quale il decreto sarebbe «un vero e proprio ribaltone del sistema televisivo ad uso e consumodelle reti Mediaset. Il blitz, infatti - spiega l’esponente del Pd - produrrebbe una overdose di spot per le tv di Berlusconi che già raccolgono il 63,8% della pubblicità tv». Sulla stessa linea il capogruppo del Partito Democratico in commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta, che chiede al viceministro Romani di riferire in aula. La questione scotta e in molti ieri hanno soffiato sulla girandola dei commenti. «Per chi lavora il governo?», si domanda Francesco «Pancho» Pardi, senatore e capogruppo Idv in Vigilianza Rai. «Mentre il genio pontieri escogita lenormesalvapremier - sostiene Pardi - nelle segrete stanze i guastatori stanno escogitando il decreto salva-Mediaset, che ha per obiettivo la salvaguardia del patrimonio di famiglia Berlusconi ». Sonoinvece concretamente preoccupati a Fox Channels Italy, dove temono che l’eventuale abbassamento dei tetti pubblicitari possa costringere l’azienda a «tagliare posti di lavoro». Mentre le emittenti locali chiedono invece che venga «azzerata la pubblicità sulla pay tv». Sulla stessa linea anche i consumatori.