martedì 8 novembre 2011

I MEDIA NEL MONDO: BERLUSCONI, FINE DI UN'ERA

«Silvio Berlusconi vince un voto chiave sul budget ma è senza maggioranza». La quota 308 raggiunta da Pdl e Lega nel voto sul rendiconto a Montecitorio balza in pochi minuti in cima alle pagine dei siti stranieri ed è una 'breaking news' sui principali network internazionali. Da Londra, «Il premier italiano perde la sua maggioranza parlamentare», ha titolato la BBC. Per il FINANCIAL TIMES online secondo «Berlusconi perde la maggioranza in un voto decisivo». Il GUARDIAN: «Berlusconi non riesce a garantire la maggioranza nel voto sul bilancio», ricordando che il testo è passato con 308 voti, «8 voti in meno di quanto richiesto per la maggioranza assoluta». E il TIMES: «Vittoria sul budget ma Berlusconi perde la maggioranza». Dagli Stati Uniti, la CNN titola «Berlusconi vince su un voto chiave ma perde sostegno» e scrive che «più della metà dei 630 deputati non hanno preso parte al voto, chiaro segnale di scontentezza nei confronti del governo». E il network Usa pubblica un articolo dal titolo: «Silvio Berlusconi: la fine di un'era?». Negli Stati Uniti anche CNBC inserisce il voto di oggi tra le breaking news e titola «Berlusconi vince un voto chiave ma perde la maggioranza». IL WALL STREET JOURNAL: «Berlusconi ha perso la maggioranza parlamentare» Scrivendo nell'articolo. «La coalizione di Silvio Berlusconi ha vinto solo 308 voti su 630 in un voto chiave, abbastanza per vincere ma troppo pochi per assicurare la sua capacità di restare al governo». In Francia il conservatore LE FIGARO titola: «Berlusconi ha i giorni contati prima del voto di mercoledì», sottolineando che il premier «ha vinto nella votazione sul bilancio ma ha perso la maggioranza assoluta in Parlamento. La sopravvivenza del suo governo dipende ormai dal voto di mercoledì prossimo». Per LE MONDE con «un nuovo voto indebolisce Berlusconi». Il premier, riferisce, «ha perso la maggioranza assoluta alla Camera dei Deputati, martedì, ma ottiene la ratifica dei conti pubblici del 2010». LIBERATION: «Berlusconi perde la maggioranza assoluta» scrive il quotidiano di sinistra. «Anche se il capo del governo italiano ha ottenuto il voto-test alla Camera dei Deputati grazie all'astensione dell'opposizione, crescono le pressioni perché si dimetta». Dal Qatar, grande attenzione da AL JAZIRA. In prima, nella fascia delle breaking news, scorre il titolo: «Il premier italiano Berlusconi vince il voto sul budget ma perde la maggioranza». In Germania, BILD: «Dura sberla per Berlusconi. Si dimette finalmente?». Lo SPIEGEL: «Ultima battaglia di Berlusconi, supera il voto ma perde il potere». La FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG: «Berlusconi vacilla, vince il voto e perde la maggioranza».

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lunedì 7 novembre 2011

CARLUCCI ALL' UDC, WEB SI SCATENA «COSA NON SI FA PUR DI FAR CADERE BERLUSCONI»

Le agenzie non fanno in tempo a battere la notizia della fuga di Gabriella Carlucci dal Pdl all'UdC che la bomba scoppia su Internet e deflagra - manco a dirlo - su Twitter: giornalisti, blogger e gente comune, tutti commentano l'abbandono della fedelissima (ma poi c'è chi giura che non lo fosse poi così tanto) deputata berlusconiana. Alla fine la fuga di Carlucci viene goliardicamente celebrata sul social network con un hashtag (parola chiave) coniato dal geniale blogger Filippo Sensi (@nomfup) apposta per lei: #vivalafuga, al posto del berlusconiano "viva la...". E in un attimo l'hashtag diventa TT (trending topic) su Twitter.Lo cita perfino l'ex portavoce, giornalista e attuale deputato UdC Roberto Rao: "A nanna. Domani si ricomincia. E in testa un motivetto... "maracaibo/mare forza nove/fuggire si ma dove... zza' zza'! #vivalafuga". Pochi attimi prima, sempre Rao esultava su Twitter dichiarando: "Vedere la faccia di Berlusconi alla notizia dell'adesione della carlucci all'udc non ha prezzo. Per tutto il resto c'e #vivalafuga". I tweet su Carlucci si rincorrono a ritmo frenetico. C'è chi ironizza, come @buzzico: "La compagna Carlucci ha abbracciato la corretta linea del Partito. Potrà seguire un corso di riabilitazione in Rai" e @piovonorane (Alessandro Gilioli): "Dopo Gabriella Carlucci vi mancano solo Olindo e il mostro di Rostov". Qualcuno si spinge un po' oltre, come@giowile: "Si affonda. Le tope abbandonano la nave". C'è anche chi, come @abbassolamore, scrive "Non ricordo di aver udito notizia tanto toccante da quando Topo Gigio passò da Rai Uno a Canale 5... ". Per non parlare di @carlogabardini: "La Carlucci pare passi all'UdC. Non facciamo scherzi, se va via il nano, nn è che a noi in Parlamento ci restano le ballerine, vero?!"Sferzanti, gli indignati (@draghiribelli): "Se la Carlucci fa cadere il governo, Cuccarini premier!". Stesso tono usato da @Neko_fe: "Carlucci, quando la fuga non è di cervelli". Caustico il blogger Luca Conti: "Cosa non si tira su, pur di far cadere il governo > Gabriella Carlucci lascia il Pdl per l'Udc", mentre @gianlucaneri scherza: "Casini, perché tu lo sappia: le disgrazie vengono tre a tre. E qui mancano ancora due sorelle Carlucci". @troppouncapo esulta: "Se pure le subrette abbandonano la maggioranza significa che forse ci siamo". Poi è il turno degli arrabbiati: "L'altra Italia immaginata dalle opposizioni è (anche) quella di Gabriella Carlucci? - chiede @fabiochiusi - Lo dicano forte e chiaro". @gabriellaL43 riesuma un'infelice performance su Internet della deputata in fuga e si domanda: Chi ha detto la frase 'Guardi le auguro che appena suo figlio avrà accesso a Facebook venga intercettato dai pedofili.."? Nella querelle intervengono diversi giornalisti: il direttore di Europa Stefano Menichini si chiede: "Dico ragassi, vi è chiaro che gabriella carlucci al governo ce la riportiamo noi? E non solo lei". Osserva Francesco Costa del Post: "Per ogni Carlucci che passa dal PdL all'UdC, la fine del Governo diventa un po' più facile e l'alleanza PD-UdC un po' più complicata". Interviene anche Dario Di Vico del Corriere della Sera: "Siete dei bei tipi. Volete che il Cav vada sotto e poi se la Carlucci vi aiuta .. la riempite di insulti". Anche l'attento blogger Diego Bianchi (@zdizoro) si inserisce nel dibattito: "La foto della compagna Carlucci si erge sulla home di Repubblica", osserva, per poi chiedersi "che ministero daremo a Gabriella?", e dichiarare "l'ho vista coll'occhi mia, ad Atreju, appartarsi con Vendola, come sindaco di Margherita di Savoia. E' più trasversale di Monti". Andrea Sarubbi, il deputato Pd più attivo su Twitter, rivela: "Il disagio di Gabriella Carlucci mi era noto da tempo. È molto meno berlusconiana di quanto sembri". Ma c'è subito qualcuno che lo rintuzza, come @Staserabrodino : "Suvvia! Il disagio è nostro che ci ritroviamo la Carlucci come parlamentare; indipendentemente dal partito che se la piglia".

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domenica 6 novembre 2011

MICROSOFT: «CREDIAMO NELL’ITALIA MA SERVE IL 'SALTO DEL CANGURO'»



Un «salto del canguro» salverà l’Italia. In tempi di crisi e grandi incertezze economiche le ricette proposte per risalire la china sono molte e spesso in contrasto tra loro. Ma c’ è una «parola magica» che sembra trovare tutti d’accordo: innovazione. Ne abbiamo parlato con chi di innovazione se ne intende e, grazie a web e computer, ogni anno mette insieme fatturati superiori al Pil di molti Stati del pianeta: Microsoft. VIDEO JOVANE
VIDEO COURTOIS- L’immagine del «salto del canguro» viene fuori durante il colloquio con Jean Philippe Courtois, presidente di Microsoft international, e Pietro Scott Jovane, presidente e amministratore delegato di Microsoft Italia, in occasione della presentazione di “KitXKids” la nuova applicazione per facilitare l’utilizzo del pc da parte degli studenti delle scuole primarie: «I ritardi tecnologici accumulati dall’Italia possono essere superati con un balzo in avanti che porti il paese a saltare al- cuni passaggi e ad adottare l’innovazione ad un livello più avanzato». Privato e pubblico. «Guardando alcuni dati come la diffusione di Internet e l’alfabetizzazione digitale, l’Italia sembrerebbe indietro, ma io non ho questa impressione. Vedo un quadro più frastagliato con molte punte d’eccellenza e altre aree che beneficerebbero di una iniezione di tecnologia», spiega Courtois giudicando livello di innovazione italiano paragonato a quello dei tanti paesi con i quali lavora. «Le piccole e medie imprese, che rappresentano il 90% dei posti di lavoro in Italia, sono un po’ indietro. C’ è molto che potrebbero fare per vendere meglio i propri prodotti all’estero, per migliorare in efficienza, per ridurre i loro costi». Il futuro visto da Microsoft ha la forma di una nuvola, ma resta comunque luminoso. «Microsoft sta in vestendo molto nello sviluppo del “cloud computing” in Italia per consentire a tutte le aziende, anche quel- le piccolissime, di accedere a servizi informatici di alto livello (come e.commerce, e.mail, vendite on line, ecc...) pagando solo per le prestazioni richieste». Diverso l’approccio per l’innovazione nel settore pubblico. «Lì le nuove tecnologie, oltre a rendere migliori i servizi per i cittadini, posso portare grandi risparmi per lo Stato e, di questi tempi, è una priorità». Digital divide. Ma, alla voce risparmio nella pubblica amministrazione, Microsoft e suoi programmi con licenza a pagamento, vengono spesso messi sul banco degli imputati e in tanti invocano il free software dei programmi open source. «E’ sempre stato un dibattito intellettuale molto accesso», spiega Scott Jovane, il giovane amministratore di Microsoft Italia, forse ripensando al polverone sollevato dall’accordo di qualche mese fa tra la sua compagnia e il governatore della Puglia Nichi Vendola per l’innovazione nella P.A. «Ma rischia di essere un dibattito sterile - continua - Chi fa impresa o gestisce la macchina pubblica fa una valutazione dei costi complessivi. A volte l’open source non costa come licenze ma costa come sviluppo. Noi, nel frattempo, abbiamo imparato a convivere e collaborare con quel mondo e per i programmi per le scuole, per esempio, abbiamo adoperato un sistema open source perche’ in quel caso era preferibile un modello che potesse essere riutilizzato e rimodulato su altre scuole». Giustizia, sanita’, scuola, questi i settori su cui si potrebbe intervenire per colmare il “digital divide” italiano, ma in queste ore è la crisi economica a dettare l’agenda. «Microsoft non può ridurre il debito pubblico, almeno non direttamente - dice ancora Scott Jovane - ma abbiamo un piano triennale di investimenti per 130 milioni di euro che, per esempio, potrebbe dare una scossa ai giovani disoccupati del sud. Le ricerche ci dicono che dove non c’ e’ lavoro, c’e’ piu’ disponibilità a crearselo e noi andremo incontro alle prime mille start-up giovani fornendo un completo supporto tecnologico per i primi tre anni di vita dell’azienda». «Crediamo nell’Italia ma serve il 'salto del canguro'» Un «salto del canguro» salvera’ l’Italia. In tempi di crisi e grandi incertezze economiche le ricette proposte per risalire la china sono molte e spesso in contrasto tra loro. Ma c’e’ una «parola magica» che sembra trovare tutti d’accordo: innovazione. Ne abbiamo parlato con chi di innovazione se ne intende e, grazie a web e computer, ogni anno mette insieme fatturati superiori al Pil di molti Stati del pianeta: Microsoft. VIDEO JOVANE
VIDEO COURTOIS- L’immagine del «salto del canguro» viene fuori durante il colloquio con Jean Philippe Courtois, presidente di Microsoft international, e Pietro Scott Jovane, presidente e amministratore delegato di Microsoft Italia, in occasione della presentazione di “KitXKids” la nuova applicazione per facilitare l’utilizzo del pc da parte degli studenti delle scuole primarie: «I ritardi tecnologici accumulati dall’Italia possono essere superati con un balzo in avanti che porti il paese a saltare al- cuni passaggi e ad adottare l’innovazione ad un livello più avanzato».Privato e pubblico. «Guardando alcuni dati come la diffusione di Internet e l’alfabetizzazione digitale, l’Italia sembrerebbe indietro, ma io non ho questa impressione. Vedo un quadro più frastagliato con molte punte d’eccellenza e altre aree che beneficerebbero di una iniezione di tecnologia», spiega Courtois giudicando livello di innovazione italiano paragonato a quello dei tanti paesi con i quali lavora. «Le piccole e medie imprese, che rappresentano il 90% dei posti di lavoro in Italia, sono un po’ indietro. C’ e’ molto che potrebbero fare per vendere meglio i propri prodotti all’estero, per migliorare in efficienza, per ridurre i loro costi». Il futuro visto da Microsoft ha la forma di una nuvola, ma resta comunque luminoso. «Microsoft sta in vestendo molto nello sviluppo del “cloud computing” in Italia per consentire a tutte le aziende, anche quel- le piccolissime, di accedere a servizi informatici di alto livello (come e.commerce, e.mail, vendite on line, ecc...) pagando solo per le prestazioni richieste». Diverso l’approccio per l’innovazione nel settore pubblico.«Lì le nuove tecnologie, oltre a rendere migliori i servizi per i cittadini, posso portare grandi risparmi per lo Stato e, di questi tempi, è una priorità». Digital divide. Ma, alla voce risparmio nella pubblica amministrazione, Microsoft e suoi programmi con licenza a pagamento, vengono spesso messi sul banco degli imputati e in tanti invocano il free software dei programmi open source. «E’ sempre stato un dibattito intellettuale molto accesso», spiega Scott Jovane, il giovane amministratore di Microsoft Italia, forse ripensando al polverone sollevato dall’accordo di qualche mese fa tra la sua compagnia e il governatore della Puglia Nichi Vendola per l’innovazione nella P.A. «Ma rischia di essere un dibattito sterile - continua - Chi fa impresa o gestisce la macchina pubblica fa una valutazione dei costi complessivi. A volte l’open source non costa come licenze ma costa come sviluppo. Noi, nel frattempo, abbiamo imparato a convivere e collaborare con quel mondo e per i programmi per le scuole, per esempio, abbiamo adoperato un sistema open source perche’ in quel caso era preferibile un modello che potesse essere riutilizzato e rimodulato su altre scuole». Giustizia, sanità, scuola, questi i settori su cui si potrebbe intervenire per colmare il “digital divide” italiano, ma in queste ore è la crisi economica a dettare l’agenda. «Microsoft non può ridurre il debito pubblico, almeno non direttamente - dice ancora Scott Jovane - ma abbiamo un piano triennale di investimenti per 130 milioni di euro che, per esempio, potrebbe dare una scossa ai giovani disoccupati del sud. Le ricerche ci dicono che dove non c’è lavoro, c’è più disponibilità a crearselo e noi andremo incontro alle prime mille start-up giovani fornendo un completo supporto tecnologico per i primi tre anni di vita dell’azienda».

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sabato 5 novembre 2011

5/11, CADE BERLUSCONI: E SE LA PROFEZIA SI AVVERASSE?

 

La profezia di Cinque Undici si avvera? Il Pd in piazza, ma non in un giorno qualunque. Oggi, cinque novembre, il governo è alle prese con una delicatissima conta nella maggioranza che potrebbe, il condizionale è davvero obbligato, decretarne la fine. Nottetempo i fedelissimi del Cavaliere gli hanno ricordato quanto sia ardua l'impresa di tornare a quota 316 in Parlamento. Al momento Berlusconi, che contrariamente alle sue abitudini è ancora a Palazzo Grazioli, è in contatto con i collaboratori più stretti. Nel centrodestra, intanto, si diffonde la sensazione che l'esecutivo sia al termine. Adolfo Urso chiede al premier di parlare alle Camere per proporre un patto alle opposizioni. Il ministro Gianfranco Rotondi sente il dovere di chiarire che non ci può essere un altro governo con il Pdl e senza Berlusconi. Gianfranco Fini, da Viterbo, chiede invece che si vada in questa direzione. E ora si riuniscono i Democratici a piazza San Giovanni. La manifestazione, nata con altri intenti, potrebbe accompagnare la caduta dell'esecutivo e rendere davvero il cinque novembre del 2011, un giorno «che non verrà mai più dimenticato», come recita la frase del film «V per vendetta», presa a modello dai militanti democratici per il trailer della manifestazione di oggi. La pellicola racconta di una Gran Bretagna governata dal regime mediatico e repressivo di Adam Sutler. Mister 'V', un misterioso cavaliere che indossa la maschera sorridente del cospiratore Guy Fawkes, riesce infine a liberarla grazie all'insurrezione popolare. Accade il 5 novembre del 2020. «Se i crimini di questo governo vi rimangono ignoti- dice mister V nel film e nel video dei militanti democratici- vi consiglio di far passare inosservato il 5 novembre. Ma se vedete ciò che vedo io e se pensate come penso io, vi chiedo di mettervi al mio fianco e insieme offriremo loro un cinque novembre che non verrà mai più dimenticato...». Su Facebook e su Youtube è tra i video più cliccati e la maschera di «mister V» è il simbolo di molti manifestanti del centrosinistra che stanno affluendo  nella capitale.                                                                                               m.c.s.p.
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giovedì 3 novembre 2011

NAPOLITANO STOPPA IL DECRETO A NATALE LA FINE DEL GOVERNO?

Una giornata di ricognizione che quest’oggi, al termine delle “consultazioni” con le forze politiche di maggioranza e di opposizione, consentirà al presidente della Repubblica di fare il punto su una situazione sempre più drammatica. Dal punto di vista dell’economia ma non solo. Seguendo la strada tracciata dalla nota dell’altro giorno nella quale confermava come un suo «dovere» il «verificare le condizioni per il concretizzarsi di una prospettiva di ampia condivisione» e davanti alla necessità improrogabile di prendere decisioni efficaci per allontanare il paese dal baratro. Il presidente Napolitano ha incontrato gli esponenti del Terzo Polo e del Pd. Il segretario del Pdl, impelagato in una complessa riunione di partito, e gli esponenti della Lega saliranno al Colle quest’oggi. Anche il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti è stato ricevuto per un colloquio già programmato da tempo in cui si è parlato di legge di stabilità al di là della situazione contingente. Dunque, mentre nei palazzi di governo si cercava di trovare una soluzione presentabile da far portare da Berlusconi al G20 di Cannes, e mentre si cercava, con altrettanta difficoltà, di mettere d’accordo le diverse anime della maggioranza che ormai sono in guerra aperta anche di secessione, il presidente ha continuato nelle sue “ consultazioni”. Con l’intento di comprendere come vogliono procedere le diverse forze politiche, di opposizione, che hanno chiaramente definito i loro paletti, e di maggioranza che sono cosa altra rispetto governo, dato che Berlusconi conferma ad ogni piè sospinto di essere inamovibile mentre nel suo partito c’è chi si dice disponibile al confronto senza ormai negare più la possibilità della fine del governo più o meno verso Natale. Al Quirinale sono anche arrivate le diverse e contrastanti ipotesi su cui il governo stava lavorando per cercare di portare a Cannes qualcosa in più di un pezzo di carta. Maxiemendamento o decreto. La giornata è andata avanti con queste due ipotesi di risposta all’Europa che arrivavano da palazzo Chigi. Ma il decreto che il governo avrebbe voluto proporre conteneva tutta una serie di decisioni che entravano con nettezza su argomenti di troppa importanza per essere decisi in quella forma. Uno per tutti la regolamentazione dei licenziamenti. Impossibile su queste norme trovare la «condivisione» auspicata anche l’altro giorno da Napolitano. La disponibilità possibile delle opposizioni al dialogo sarebbe finita davanti ad un muro invalicabile fatto di decisioni d’imperio prese da un governo sempre più in difficoltà. La situazione è tale che non può essere ancor più pregiudicata da misure che possono solo contribuire a lacerare la situazione Il presidente ha ascoltato. Ha apprezzato la disponibilità dell’opposizione a fare la propria parte pur mantenendo ferma la pregiudiziale su Berlusconi, un macigno sulla strada di qualunque soluzione. I partiti di governo saranno ascoltati oggi mentre il G20, la prova del nove della credibilità dell’Italia in Europa, sarà già iniziato. La necessità delle consultazioni viene dalla volontà di conoscere le possibili risposte a qualunque situazione si possa verificare nell’immediato e nei prossimi giorni. E’ evidente che non può al momento esserci alcuna interpretazione della posizione del presidente. «Nessuno chieda al Capo dello Stato alcun intervento, egli registra i fatti e le decisioni delle forze parlamentari» ha detto Rutelli. «Come ha confermato oggi alla delegazione del Terzo Polo, l’Italia può contare sul suo servizio di garante delle regole della nostra democrazia parlamentare».                                                                             m.c.s.p.
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mercoledì 2 novembre 2011

BERSANI: «IN PIAZZA PER RIUNIRE CHI HA A CUORE IL FUTURO DELL'ITALIA»

 
Le giornate ormai si giocano sul filo della crisi. Berlusconi e la sua maggioranza si agitano su un'altalena vertiginosa per l'intero paese. La parola che il Pd ha scelto di fronte a questo scenario è “ricostruzione”. Ed è in nome di questa parola che sabato 5 novembre, dalle 14.30, Pierluigi Bersani ha chiamato a raccolta nella piazza romana di San Giovanni la manifestazione “Ricostruzione. In nome del Popolo italiano”. Già decine i treni, centinaia i pullman previsti – migliaia le persone che si stanno dando appuntamento nella capitale. Su Unita.it diretta video, gallery fotografiche e aggiornamenti. «Il nostro intento è di riunire tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro Paese per avviare insieme una ricostruzione democratica, sociale ed economica dell'Italia. Il nostro è un grande paese. Gli italiani sono un grande popolo. Abbiamo le risorse per riprendere il cammino che ci spetta, per riconquistare la dignità che meritiamo, per riprenderci il nostro futuro di donne e uomini, di persone libere, serie, capaci». Dice Pierluigi Bersani. «Per realizzare - prosegue Bersani - questo obiettivo c'è bisogno di uno sforzo corale. Per questo chiediamo a tutti di venire in piazza con noi, alle diverse associazioni impegnate nella società, ai movimenti civili, a coloro che hanno a cuore il futuro degli italiani. L'appuntamento del 5 novembre in piazza San Giovanni, luogo simbolo della democrazia nelle storia repubblicana, sarà una festa di popolo, aperta alle donne e agli uomini che desiderano manifestare il proprio impegno. Le donne italiane, come sta accadendo anche in altre aree del mondo, a cominciare dalla sponda Sud del Mediterraneo, hanno mostrato chiaramente, con la propria mobilitazione, di essere uno dei pilastri fondamentali del cambiamento della società. A loro si rivolge il Pd e così pure a tutti gli uomini che hanno a cuore il futuro nazionale».
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martedì 1 novembre 2011

LETTA: TEMPO SCADUTO GOVERNO D'EMERGENZA SUBITO

Enrico Letta, vicesegretario del Nazareno parla soprattutto al Pdl, «alle persone serie che ci sono in quel partito», perché «o si fa un nuovo esecutivo o il Paese non riuscirà più a sollevarsi». Letta, i mercati non si fidano della lettera di Berlusconi, voi tornate a chiedere le dimissioni del premier. Tutto come un mese fa. Siamo sempre allo stesso punto? «No, non siamo allo stesso punto. Il record negativo registrato oggi è doppiamente negativo: è la terza volta che viene raggiunto in tre mesi. Con una differenza: finora era dovuto a eventi esterni - come la bocciatura del debito pubblico da parte di Standard & Poor’s e Moody’s - stavolta invece avviene 48 dopo che il governo ha scritto all’Europa cose che avrebbero dovuto tranquillizzare. La risposta del mondo economico e dell’Europa stessa è stata che non si fidano più». Ma i governi cadono in Parlamento. «Lo so bene, ma qui siamo di fronte a una situazione di una tale gravità che la maggioranza non può far finta di niente. Credo che mercoledì tutte le opposizioni debbano chiedere con forza le dimissioni di Berlusconi, un governo di emergenza e dare la disponibilità a sostenere un esecutivo di transizione. Dobbiamo parlare chiaramente con quanti nel centrodestra sono ormai convinti che la situazione non si tiene più. La speculazione ormai colpisce non soltanto i titoli di Stato a lungo termine ma anche quelli a breve termine». Vale a dire che le due manovre d’estate sono andate in fumo? «È esattamente così. Il costo della sopravvivenza di Berlusconi a Palazzo Chigi ha già mangiato buona parte delle manovre fatte fino ad ora». L’Italia registra uno dei livelli più bassi di occupazione in Europa e il tasso di disoccupazione giovanile è schizzato al 29%. Non è che siamo già con un piede nel precipizio? «Questi sono i due problemi che un governo di emergenza deve affrontare concentrandosi su due grandi obiettivi: abbattimento del debito pubblico e lavoro per i giovani. I dati di oggi (ieri per chi legge, ndr) sui mercati e sulla disoccupazione, che è cresciuta di due punti netti, ci indicano con chiarezza che non possiamo permetterci la risposta che dà questo governo. Non possiamo sentirci dire che sono crollate tutte le borse, perché il crollo dello spread è solo italiano, così come l’aumento della disoccupazione». E qui arriviamo alla riforma del mercato del lavoro. Ichino rilancia la sua proposta, il governo la cita come fonte di ispirazione per le misure che intende adottare, il Pd risponde che la sua posizione è un’altra. Letta, lei come la pensa? «Io penso che negli ultimi tre mesi sono avvenuti tali e tanti cambiamenti che le priorità oggi sono molto più drammatiche di quando abbiamo adottato delle decisioni durante le tre Assemblee nazionali, lavoro di cui io vado molto fiero, ma che oggi va rivisto». Ne va fiero ma le conclusioni non vanno più bene? «Vanno aggiornate alla luce delle priorità di oggi». E quali sono le priorità? «Sicuramente non è una priorità agevolare i licenziamenti, tanto per essere chiari. L’agenda che propone il governo è totalmente sbagliata perché c’è bisogno di politiche che aiutino a far ripartire l’occupazione, soprattutto giovanile. La crisi ha cambiato le priorità e la ricetta di questo governo non è quella giusta, per questo abbiamo bisogno di un nuovo governo che faccia interventi di emergenza a tutto campo». Letta, parla ai frondisti del Pdl? «Non solo gli parlo, gli lancio un appello: basta tentennare, il Paese ha bisogno di un esecutivo di emergenza forte, altrimenti affonda. Dobbiamo rispondere al drammatico avvitamento della crisi, perché questi dati economici costano alle famiglie italiane, agli imprenditori e ai lavoratori». Che mi dice della lettera di Montezemolo e le sua proposta di un esecutivo di salute pubblica? «Penso che sia un fatto molto positivo, che avrà conseguenze anche nel centrodestra. È una iniziativa di grande responsabilità». Passiamo al Pd e alla Leopolda di Matteo Renzi. Lei, vicesegretario, spesso viene indicato come uno dei suoi sostenitori. È vero? Vorrebbe il sindaco di Firenze alla guida del Paese? «Sono convinto del fatto che oggi la nostra agenda e i nostri obiettivi devono essere quelli di allargarci e non restringerci, ce lo dicono i sondaggi. Dobbiamo riuscire a coprire un vasto campo. Il Pd è un partito di centrosinistra che deve essere competitivo a sinistra con Vendola e al centro con il Terzo Polo e con il Pdl stesso. Credo che l’apporto di Matteo per questo obiettivo sia molto importante. Detto questo però non bisogna mai dimenticare che siamo tutti sulla stessa barca e quindi se qualcuno piccona si può affondare». Però Renzi qualche picconata l’ha data in questi giorni. O no «Ripeto: si deve contribuire alla crescita del Pd, non si può picconare la barca, perché soprattutto adesso sotto elezioni non è che se ne ricostruisce un’altra. Ci vuole buon senso per aiutare il segretario a tenere insieme tutto il partito e prepararci per vincere la sfida. Sabato ci sarà una grande manifestazione, sarà un momento di unità nazionale, europeo e internazionale perché verranno leader tedeschi, francesi e cileni che sono e saranno sempre più il nostro riferimento per dire al mondo che c’è un’Italia di cui ci si può fidare». Il rischio non è che qui, in Italia, non veniate vissuti come un’alternativa credibile? Il Pd in questi giorni è stato descritto come un partito diviso in decine di correnti, che litiga a distanza e si spacca ogni giorno un po’ di più. «Il Pd è un partito che discute al suo interno anche secerta stampa preferisce raccontare di divisioni e spaccature». Vuole forse dire che non è vero? «Dico che raccontarci come un partito spaccato è lo sport nazionale. Colgo l’occasione di questa intervista per annunciare che a dicembre faremo un’iniziativa che vedrà protagonisti i giovani che si sono incontrati a l’Aquila, Bologna e Firenze. Saranno “i tre giorni della ricostruzione”, useremo come modello una città con la piazza principale e i suoi quartieri. Nella piazza principale ci saranno i discorsi di presentazione del programma, ogni quartiere sarà legato ad una parola e in ogni quartiere si svolgeranno iniziative con dirigenti di partito, amministratori e tanti “esterni” per declinare i contenuti della parola».                                                   s.m.c.
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lunedì 31 ottobre 2011

DI PIETRO: SCRIVEREMO A UE CON BERSANI E VENDOLA

Di Pietro si sente ormai quotidianamente con i colleghi di Pd e Sinistra e libertà convinto che il berlusconismo sia al capolinea. «La settimana prossima - racconta in una intervista al quotidiano 'La Stampà- ci incontreremo anche per buttare giù la nostra lettera all' Europa». È la mossa del centrosinistra unito. Ma cosa ci sarà in questa missiva dell' opposizione all'Europa di diverso rispetto a quella di Berlusconi? «Garantiremo all' Europa i saldi, ma il modo di trovare i soldi sarà assolutamente differente. Nessuna macelleria sociale. E se qualcuno dice che il programma di Berlusconi è una chimera, io aggiungo: 'per fortuna'». Per il leader dell'Idv certo la soluzione «non è la demonizzazione dell'euro»: «La vera soluzione è nella riconquista della fiducia dei cittadini verso lo Stato e dei partner europei verso l'Italia». Alla domanda «Sicuri di avere la ricetta giusta per questa doppia riconquista?», l'ex magistrato risponde: «Abbiamo dato la nostra disponibilità a farci carico di un governo d'emergenza». E precisa: «Io dico: noi del Patto di Vasto e oltre. Va coinvolto anche il Terzo Polo. D'altra parte vedo che Casini è disponibile anche lui. Ma non è facile accorrere al capezzale di un morituro. E badate che se noi dell' opposizione ragionassimo cinicamente, sarebbe meglio aspettare. Vinceremmo facilmente le elezioni per il plebiscito negativo che seppellirà questo governo». «Siamo pronti a rispondere costruttivamente al monito delle istituzioni europee. Ma la pre-condizione è il cambio di governo» assicura Di Pietro. Ma con quale programma di governo?. «Qui - ammette il leader dell'Idv - ci giochiamo tutta la nostra credibilità perché ci è chiaro che gli italiani non hanno soltanto sfiducia in Berlusconi quanto nell'intero sistema politico». Entrando nel vivo delle proposte di governo per tirare fuori dal guado l'Italia, Di Pietro ha la sua ricetta, che illustra così: «Il nuovo governo dovrà varare un provvedimento urgente contro i costi della politica. Non sarà la soluzione dei nostri problemi economici, ma è difficile chiedere sacrifici se non si dà per primi l'esempio». «E dunque: dimezzamento dei contributi elettorali - è il lungo elenco del leader dell'Idv - riduzione dei parlamentari, abolizione delle province, accorpamento nelle funzioni dei Comuni, accorpamento e scioglimenti di società a capitale pubblico, abolizione dei consigli di amministrazione negli enti locali a beneficio dell'amministratore unico, taglio drastico a comunità montane, consorzi di bonifica e quant'altro... c'è un mare di cose da fare... Taglio alle spese militari, rientro dei soldati dall' estero... Dove mi giro vedo spese da tagliare». Capitolo pensioni, così delicato per l'equilibrio nel centrodestra nei rapporti con la Lega, ma non facile anche per il centrosinistra. Lo affronterà o no l'opposizione, questo nodo? «Non mi sottraggo alla domanda.- risponde Di Pietro - È un Moloch da affrontare. La questione dell'allungamento della vita è un dato di fatto. Ma prima di arrivare a toccare l'età della pensione ci sono altre cose da fare: creare un reato specifico per chi si appropria dei contributi pensionistici; lo sa che mancano 25 miliardi di euro? Sono soldi dei lavoratori». «Fusione tra Inps, Inail e Inpdap - prosegue il leader dell'Idv illustrando le proposte sulla riforma previdenziale -. Separare assistenza da previdenza. Le casse autonome dei professionisti devono camminare con le loro gambe, non attaccandosi alle mammelle dello Stato. E si vedrà che il sistema pensionistico regge. Poi, se proprio ci vuole un contributo straordinario, lo diano quelli che hanno usufruito dello scudo fiscale». «Ma prima di tutto - conclude Di Pietro - bisogna parlare al Paese». La risposta della maggioranza non si è fatta attendere: «L'annuncio dato da Di Pietro è un altro strappo molto grave al rispetto delle regole della democrazia, visto che in Italia non vi sono due governi e vi è anzi un governo e un parlamento pienamente legittimati a regolare e disciplinare il confronto politico». Lo afferma il senatore del pdl e coordinatore del partito, Sandro Bondi. «A questo punto sarà per lo meno curioso vedere che cosa scriveranno i tre esponenti dell'opposizione, in che modo risponderanno alle sollecitazioni che l'Europa rivolge all'Italia affinchè proceda nella realizzazione di riforme strutturali, e infine quale concreto programma emergerà dalla stesura di questa inusuale lettera all'Europa», conclude Bondi.                             c.p.s.
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domenica 30 ottobre 2011

CAMPIONATI INTERNAZIONALI D’ITALIA SUPERMARECROSS TROFEO «GAETANO DI STEFANO»

di PAOLA MAURIZIO

Va in cantiere l’edizione 2011 degli Internazionali d’Italia Supermarecross– Trofeo Gaetano Di Stefano che qui a Giardini Naxos ha vissuto un grande, ultimo, appuntamento. Tantissimo il pubblico intervenuto che, a detta di molti, ha vissuto in diretta ad una delle più belle gare di questa stagione. Tutto il sapiente lavoro messo in campo dagli addetti del Moto Club Taormina, che si sono prodigati senza fatica, unito ad un pubblico meraviglioso che ha applaudito i propri beniamini, ha esaltato questa ultima gara in Sicilia. Infatti, della bella Sicilia sono ben due i Campioni Italiani Supermarecross di quest’anno: Antonio Mancuso nella MX2 e Manfredi Caruso nella 125 che hanno festeggiato qui, nella loro terra, il titolo di Campione 2011 assieme a Felice Compagnone (MX1) e Giuseppe Tropepe (Minicross). Proprio della vittoria dei due giovani siciliani avevamo già parlato durante la loro incoronazione avvenuta nella precedente prova di Gabicce Mare. Qui a Giardini Naxos restava ancora l’incertezza in due categorie. Risultato già scontato sin dalle verifiche mattutine nella Minicross dove non si è presentato Alessandro Lentini che in classifica viaggiava a pari punti con Giuseppe Tropepe (KTM-T.D.R.). E’ stata dunque una formalità per il giovane calabrese, conquistare l’ambito titolo della Minicross in una giornata in cui ha vinto facilmente ponendo fine alle sue corse in sella a questa cilindrata (il prossimo anno passerà alla 125). Tropepe anche se non è partito in testa in entrambe le frazioni, ha prontamente preso le redini della corsa dopo poche curve, andando poi a vincere indisturbato. Altra cilindra a cui mancava un nome in cima alla classifica era la MX1 ma anche qui la conferma del quattro volte Campione Italiano della sabbia è arrivato alla fine di gara 1. Felice Compagnone (Honda-Pardi Racing) è il nome del vincitore del titolo 2011. Già all’avvio di manche d’apertura Compagnone ha dato subito segno di non aver lasciato nulla al caso allenandosi proprio per questo ultimo evento. Il laziale, infatti, è partito in testa in entrambe le frazioni di gara senza mai sbagliare nulla. Dietro a Compagnone un ottimo Danilo Amodeo che è arrivato due volte secondo, confermando la stessa posizione anche in classifica di campionato. MX2 all’insegna di Giovanni Bertuccelli (Honda-Pardi/Fashion Bike) che rientrava in questo ultimo appuntamento deciso a ben figurare. L’hole shot di gara 1 è suo, così come il primato in testa dal primo all’ultimo giro inseguito da Mancuso che è giunto secondo. Gara 2 è all’insegna del neo campione siciliano che parte con la netta convinzione di lasciare il segno con una vittoria in questo appuntamento di casa. L’avvio di Mancuso è davanti a tutti e comanda in solitario per ben sette quando commette un errore e cade lasciando via libera a Bertuccelli che va a vincere. I due terzi posti odierni confermano il terzo gradino del podio di campionato per Pasquale Carbone (KTM-FRC Racing). La 125, pur se già con un campione, ha consegnato comunque spettacolo per la grinta dimostrata da Manfredi Caruso (KTM-Pardi Racing) che non solo ha vinto le due manche in programma - dove nella prima a causa di una caduta ha recuperato dalle retrovie andando al comando proprio sul finire del tempo a disposizione - aggiudicandosi poi in solitario gara 2; ma Caruso ha voluto anche partecipare alle gare della MX2 dove è arrivato quarto assoluto! Una bella dimostrazione per il “ragazzone” siciliano. Da segnalare l’ottima prima manche di Gizzi cominciata con l’hole shot e poi al comando per buona parte di gara, prima di venire scalzato dal recupero di Caruso. Ottimo anche terzo posto odierno di Favalli. Il programma di gara prevedeva come sempre la disputa della manche del Supercampione, valevole per il Trofeo Coast to Coast (non valida ai fini della classifica di campionato), che vede scendere in pista i migliori 10 classificati nelle classi MX1 e MX2. Qui ancora una vittoria per Felice Compagnone che si è aggiudicato anche il trofeo. Assolute di giornata. MX1: 1.Compagnone; 2.Amodeo; 3.Lombardo; 4.Settineri; 5.Prestandrea. MX2: 1.Bertuccelli; 2.Mancuso; 3.Carbone; 4.Caruso; 5.Lamponi. 125: 1.Caruso; 2.Gizzi; 3.Favalli; 4.Bisi; 5.Di Nardo. Minicross: 1.Tropepe; 2.Lo Giudice; 3.Santapaola; 4.Del Coco; 5.Magro. Supercampione: 1.Compagnone; 2.Amodeo; 3.Bertuccelli; 4.Mancuso; 5.Settineri. Classifica finale di campionato. MX1: 1.Compagnone pt.2760; 2.Amodeo 2250; 3.Di Luccia 1640; 4.Marafioti 1170; 5.Santoni 1030. MX2: 1.Mancuso pt.2690; 2.Carbone 1904; 3.Angius 1430; 4.Zinetti 1421; 5.Lamponi 1197. 125: 1.Caruso pt.2870; 2.Gizzi 1980; 3.Bisi 1900; 4.Milani L. 1520; 5.Favalli 1250.Minicross: 1.Tropepe pt.2550; 2.Lentini 2050; 3.Furbetta 770; 4.Lo Giudice 710; 5.Marini 700. Trofeo Cost to Cost: 1. Compagnone; 2.Mancuso; 3.Amodeo.

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