lunedì 3 ottobre 2011

BERLUSCONI-RUBY «SOSPENDETE QUEL PROCESSO»

La difesa di Silvio Berlusconi, imputato a Milano per il caso Ruby, ha chiesto ai giudici di sospendere il processo in attesa del giudizio della Consulta sul conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. L'avvocato Piero Longo, uno dei due difensori di Silvio Berlusconi, ha illustrato al tribunale la richiesta di sospendere il processo in quanto è pendente davanti alla Corte Costituzionale il conflitto tra la Camera dei deputati, i pm e il gip di Milano in relazione «alla ministerialità del fatto oggetto del capo di inputazione». La difesa di Silvio Berlusconi, nel chiedere la sospensione del processo sul caso Ruby fino al 15 febbraio, ha preannunciato al Tribunale una questione di legittimità costituzionale qualora si dovesse respingere l'istanza di fermare il procedimento. «Si lascia all'arbitrio del giudice - ha concluso il suo intervento Piero Longo, uno dei difensori del premier - la decisione sulla sospensione mentre un altro potere dello Stato non ha alcuna tutela in relazione alle sue prerogative». Il premier è accusato di concussione e prostituzione minorile. Secondo la difesa ad indagare il Presidente del consiglio è competente il Tribunale dei ministri. Inoltre - ha spiegato il difensore di Berlusconi - non c'è urgenza nel celebrare il processo perchè non ci sono imputati detenuti e testimoni molto anziani. Longo ha infine ricordato che la stessa quarta sezione penale (altri giudici) avesse sospeso il processo per la vicenda Abu Omar quando era stato sollevato il conflitto di competenza. Il pm Ilda Boccassini, replicando alla difesa di Silvio Berlusconi, ha chiesto al tribunale di dichiarare infondata la richiesta di sospensione del processo in attesa del giudizio della Consulta sul conflitto di attribuzione. «Quello che è stato chiesto - ha detto la Boccassini - non è previsto dal codice di procedura penale e non è un caso che la legge prevede tassativamente». Quindi, secondo il magistrato, rimane da discutere se la sospensione è una questione di opportunità. A suo giudizio è una questione «residuale». «Inoltre - ha aggiunto - credo che in un'aula di tribunale non deve passare il concetto di opportunità politica, è un argomento che non può essere sfiorato». La Boccassini ha quindi insistito sull'infondatezza della richiesta della difesa. Ora i giudici sono in camera di consiglio per la decisione. Ilda Boccassini, nel suo breve intervento per chiedere ai giudici di respingere la richiesta della difesa Berlusconi, ha citato anche altre due occasioni in cui era «imputato Silvio Berlusconi» e dove fu rigettata la stessa istanza e cioè il processo Lodo Mondadori-Imi Sir e quello sul caso Sme in cui però fu l'ex ministro Cesare Previti a chiedere di sospendere il procedimento. Il pm, nel ritenere che la questione sollevata questa mattina dai difensori del premier è «totalmente infondata» si è appellato a due principi: la rapidità che è imposta dalla Costituzione e «la presunzione di non colpevolezza». Principi che secondo la pubblica accusa «sono da ostacolo a qualsiasi criterio residuale, che è quello di opportunità».
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domenica 2 ottobre 2011

BERLUSCONI, FEDE, MORA E MINETTI POKER A PALAZZO DI GIUSTIZIA

Domani al palazzo di giustizia di Milano il caso Ruby raddoppia. Nella stessa giornata infatti sono in programma due udienze: quella del processo a Silvio Berlusconi imputato di concussione e prostituzione minorile e quella del procedimento in cui il gup Maria Grazia Domanico dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio Emilio Fede, Lele Mora, Nicole Minetti per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile. Silvio Berlusconi, preannunciano i suoi legali, non sarà presente in aula domani. Al processo per il caso Ruby il premier non è mai venuto. L'udienza ha in programma l'illustrazione dei temi di prova e i difensori Niccolò Ghedini e Piero Longo torneranno alla carica con la tesi dell' inutilizzabilità delle intercettazioni perchè sarebbero state violate le prerogative del parlamentare Berlusconi. È molto probabile però che i legali del premier presentino ai giudici della quarta sezione penale la richiesta di sospendere il processo fino a quando la Corte Costituzionale non deciderà, presumibilmente la prossima primavera, sul conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato sollevato dal Parlamento secondo il quale la competenza a indagare e giudicare il caso sarebbe del Tribunale dei ministri. Berlusconi avrebbe chiamato a maggio del 2010 la questura per evitare una crisi internazionale perchè convinto che Ruby fosse la nipote dell'allora presidente egiziano Hosni Mubarak. Per la procura e per il gip che ha disposto il rinvio a giudizio invece il premier agi abusando della qualità dell'incarico di primo ministro e non delle funzioni. Nell'udienza a carico di Fede, Minetti e Mora la procura dovrebbe replicare alle arringhe dei difensori soprattutto in materia di competenza. I legali avevano chiesto il trasferimento del fascicolo a Monza, del cui distretto giudiziario fa parte Arcore, o Messina a causa del concorso di bellezza dove Fede avrebbe «reclutato» Ruby. La decisione sul rinvio a giudizio potrebbe arrivare già in giornata o slittare, a causa del protrarsi degli interventi delle difese, all'udienza successiva ancora da fissare.                                                                                           r.d.c.
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sabato 1 ottobre 2011

AUMENTA IL GAS, SALARI IN RIBASSO INFLAZIONE BALZO AL 3,1%



Un autunno caldo, caldissimo, ed il perdurare del sole sui cieli italiani questa volta non c'entra nulla. Ad arroventare l'atmosfera, purtroppo, sono le crescenti e manifeste difficoltà economiche che rendono la vita difficile, se non improba, a milioni di persone. Il termometro del tutto sono gli indici, come quello relativo all'inflazione, comunicato ieri dall'Istat ed in drammatico aumento, fino a livelli che non si toccavano da tre anni. Ed altri numeri pesantissimi sono quelli illustrati dalla Cgil in uno studio il cui titolo è già tutto un programma: "Salari, il decennio perduto". Un'indagine che quantifica in oltre cinquemila euro il potere d'acquisto perduto dai lavoratori dipendenti dal 2000 ad oggi.EFFETTO IVA SOLO PARZIALE Cominciamo dal caro vita, il cui andamento se è già preocupante limitandosi al raffronto numerico, lo diventa ancor di più accompagnandolo con un paio di semplici ragionamenti. L'indice dei prezzi al consumo nel mese di settembre è aumentato dello 0,1% rispetto ad agosto e, soprattutto, del 3,1% rispetto ad un anno prima (dal 2,8% di agosto). E qui subentra una prima considerazione, peraltro, effettuata direttamente dall'Istat quando avverte che la sua stima provvisoria incorpora solo parzialmente gli effetti dell'aumento dell'Iva, dal 20 al 21%. Come dire che già nel mese appena cominciato le cose potrebbero andar peggio. Un esempio sono le tariffe del gas, con il metano che anche a causa dell'aumento dell'Iva subisce proprio oggi un rincaro del 5,5%, pari ad un aggravio di 61 euro per una famiglia media. Resta comunque il fatto che un incremento del 3,1% rappresenta il livello più alto dell'inflazione dal mese di ottobre del 2008.Non manca, come prassi di queste rilevazioni, un'analisi più approfondita dell'andamento dei prezzi. La cosiddetta inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, sale anch' essa considerevolmente, al 2,5%, con un' accelerazione di tre decimi di punto rispetto ad agosto. Ed ancora, la crescita tendenziale dei prezzi dei beni sale al 3,3% (era al 2,9% ad agosto) mentre quella dei prezzi dei servizi si porta al 2,7% dal 2,5% del mese precedente. Se si guarda ai vari settori, gli incrementi congiunturali più consistenti riguardano i servizi ricettivi e di ristorazione (+1,2%) e l'istruzione (+1%), ma anche l'abbigliamento e calzature (+0,8%) e i prodotti alimentari (+0,3% su agosto). Rispetto a un anno fa, gli incrementi più consistenti hanno invece riguardato i trasporti (+6,7% a fronte del +3,1% complessivo) ma anche la divisione abitazione acqua, elettricità e combustibili (+5,2% su settembre 2010) mentre i prodotti alimentari limitano l'incremento tendenziale al 2,3%. L'unico comparto che vede i prezzi scendere è quello delle comunicazioni con un -0,3% su agosto e un -1,6% su settembre 2010. Insomma, un'autentica e generale impennata del costo della vita, il cui impatto è ancor più drammatico considerando il momento nel quale arriva. Non siamo, infatti, in un periodo di vacche grasse con consumi frenetici che spingono al rialzo i prezzi. Al contrario, l'inflazione aumenta nonostante il Paese sia in stagnazione se non in recessione, colpendo dunque lavoratori con stipendi fermi, nonché persone disoccupate o in cassa integrazione. QUESTIONE IRRISOLTA E veniamo allo studio presentato ieri da Agostino Megale, segretario generale Fisac Cgil. «Lo scorso anno - ha ricordato il dirigente sindacale - l'analisi si concentrava sulla dinamica dei salari nel bel mezzo della crisi. Oggi, a due anni dall'irruzione della crisi nell'economia reale del nostro Paese, il Rapporto si concentra sulle perdite accumulate nelle retribuzioni e, più in generale, nell'economia italiana». Con risultati, aggiungiamo noi, che lasciano poco spazio all’immaginazione. Megale ha sotttolineato come il raffronto della dinamica delle retribuzioni lorde e nette con l'inflazione effettiva, ripropone con forza l'irrisolta questione salariale. In particolare, dal 2000 al 2011, si è verificata una perdita cumulata di potere d'acquisto dei salari lordi di 2.929 euro che, sommata alla mancata restituzione del fiscal drag, si traduce in 5.304 euro in meno per ogni lavoratore dipendente. Ma a spaventare è anche il raffronto con le altre nazioni. Nel periodo 2000-2010, a parità di potere d'acquisto, le retribuzioni lorde italiane sono cresciute solo del 2,1% rispetto alla crescita reale delle retribuzioni lorde dei lavoratori inglesi del 17,40%, francesi (11,1%) e americani (4,5%). Con il paradosso che in Italia, sempre a parità di potere d'acquisto, nonostante una dinamica del costo del lavoro per unità di prodotto più sostenuta, le retribuzioni risultano all'ultimo posto della classifica Ocse 2010.                                                                               m.s.p.c.

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venerdì 30 settembre 2011

LA POLEMICA: LEGGERE E ACCANIRSI ASU CERTE INTERCETTAZIONI È ORRIBILE


Premessa: la battaglia sulla legge bavaglio è giusta. Non c’è dubbio. Quello che si vorrebbe fare, è impedire di indagare. E fin qui siamo tutti d’accordo. Solo che in questo tempo considerato d’emergenza, nessuno si è più posto la domanda di come usare le conversazioni private per uso pubblico. E nell’aria sembra di percepire che tutti colgano la delicatezza del tema, ma che rimandino ad altro tempo l’analisi e la soluzione. Infatti adesso ci sono soltanto due venti, e spirano entrambi nella stessa direzione. Il primo vento sospinge senza freni coloro che con convinzione pensano si debba svelare qualsiasi cosa, scandalizzare e scandalizzarsi, spingere verso l’eliminazione degli omissis e sputtanare chiunque, carnefici, vittime, testimoni, e familiari. In nome della verità e soprattutto della fine dell’avversario, è permesso tutto. L’altro vento sospinge in modo più timido coloro che sono - erano - abituati ad avere un comportamento razionale, rispettoso, coloro che dividono - dividevano - con rispetto la vita pubblica da quella privata, coloro che pensavano che ogni confusione avrebbe di fatto costituito il pericolo antidemocratico che Orwell ci ha insegnato. Ma in modo violento o timido, il vento ormai spira tutto da quella parte, e allora anche le persone dall’animo seriamente democratico si lasciano trasportare e guardano il resto del mondo dicendo: non lo avrei fatto, io non sono così, ma in questo periodo le cose vanno così, e allora anche noi… Ecco. In questo periodo vuol dire nell’era Berlusconi. Nell’ultima era Berlusconi i giornali sono pieni di escort, telefonate su scopate, il culo di quella e le misure di quell’altra. Da mesi e mesi. Ora, tutto questo non è colpa nostra, è colpa di Berlusconi. Della sua orribilità. E la sua orribilità ha delle conseguenze politiche, quando si lascia ricattare o promette in cambio qualcosa. Questo è chiaro a tutti. Ci sono due cose però, meno chiare, e che sembra non importi più a nessuno discutere - il vento ci spinge, è andata così. La prima è semplice semplice: da un certo punto in poi, a parte i brani su questioni di vita pubblica, rispetto alle nottate di Berlusconi, non c’è più nulla di utile. Non cambia nulla rispetto al giudizio politico e anche morale che ormai abbiamo. Cambia molto per le nostre conversazioni con gli amici e per la nostra morbosità. Io li vado a leggere tutte, quei verbali, solo ed esclusivamente per morbosità e di conseguenza ritengo che vengano pubblicati solo per questo, per soddisfare la mia morbosità. Attenzione, non parlo dei brandelli di conversazione in cui si può evincere che ci sia un do ut des, ma del resto, solo del resto, ma il resto è davvero ormai tantissimo. Bene, vogliamo dire una buona volta che non c’è più nulla che interessi la vita pubblica, da un po’ di tempo a questa parte, nella vita sessuale di Berlusconi? Mettiamo che gli omissis svelino pratiche sadomaso, scenette da film con Alvaro Vitali, prestazioni sessuali acrobatiche o perversioni mai immaginate da essere umano prima di ora, a questo punto, cosa importa più? E se non cambia nulla nel nostro giudizio su Berlusconi, sulle sue nottate, perché continuiamo a inseguire le ragazze e a mostrarle, sputtanarle, e sputtanare i padri che le hanno accompagnate, portandoli in piazza come degli esseri umani abietti, con metodi medievali? In un paese normale, basterebbe l’inadeguatezza politica per giudicare Berlusconi. Ma questo non è più un paese normale, e molti motivi per cui non lo è più risalgono a Berlusconi e alla sua orribilità. Ed è proprio l’orribilità che costituisce il secondo punto, perché è il nodo del cambiamento del paese in questi anni. Ed è il nodo del cambiamento di tutti coloro che in questi anni hanno avversato Berlusconi. Si dice sempre che chi arrivasse oggi da un altro pianeta o da un’altra epoca, leggendo i giornali inorridirebbe. Per le nottate ad Arcore, e anche, per fare un esempio di questi ultimi giorni, per la lista di omosessuali nascosti che viene pubblicata su un sito - e che poi viene condannata con sdegno dall’intera nazione. Ma quella lista invece è preziosa, perché è l’atto estremo, ma rivelatore di quella parte di Paese che si ritiene non orribile e che combatte l’orribilità. È rivelatore di quello che siamo diventati noi. C’è una orribilità di Berlusconi? Questa orribilità è gigantesca? Bene, da un certo punto in poi si è deciso che la risposta degli antiberlusconiani fosse liberare altrettanta orribilità: se l’avversario è orribile, permette a me di alzare il livello della mia orribilità. Perché posso dire che è soltanto conseguenza - risposta. Che io, in una vita normale, non sarei mai stato una persona orribile, ma adesso le circostanze mi costringono ad esserlo. È questo il vento che sta spingendo, e nessuno sembra poterci fare più nulla. Tutti sono orribili, tutti hanno il permesso di esserlo: poiché siamo in uno stato d’emergenza perché un essere umano orribile è tra noi, le regole che mi sono dato nella vita non valgono più. Liberi tutti. Se di solito certe intercettazioni non le pubblicherei, non le leggerei, non le approverei, non le comprenderei, adesso invece la situazione vuole che le pubblichi, le legga, le approvi, le comprenda. Coloro che hanno sempre avuto una gran voglia di esprimere tutta la loro orribilità, sono contenti, perché possono finalmente farlo, e avere una giustificazione da parte dell’intera opinione pubblica della propria parte. Coloro che hanno vissuto una vita intera stando attenti alla orribilità propria e degli altri, sospinti dal vento, vanno e si scusano, dicono che saranno orribili solo in questi pochi mesi ma poi quando tutto sarà passato, il loro metro di valutazione del mondo tornerà normale. Ma il punto è questo. Siamo sicuri che quando Berlusconi se ne andrà, quando sarà sparito dalla vita pubblica, il livello di orribilità tornerà alle misure di prima? O non sarebbe stato meglio - chissà, forse siamo ancora in tempo a dire che sarebbe meglio - anche in epoca di emergenza, continuare a seguire la linea etica e politica che ci ha formati, segnati, dentro la quale abbiamo costruito la sfera pubblica che riguarda ognuno di noi? Quando appunto leggevamo Orwell e dicevamo: a noi non capiterà mai, perché i valori della democrazia saranno sempre al di sopra di ogni altro? Perché, alla fine, le notti di Berlusconi, invece di cambiare il suo destino, hanno finito per trasformare noialtri?                                                                      p.s.c.m.
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giovedì 29 settembre 2011

IL 25 APRILE? MEGLIO IL 18 DEL '48 IL GOVERNO RIPROVA A TOGLIERE LA FESTA



Festeggiare la Liberazione? Meglio il giorno delle prime elezioni della Repubblica, quelle dei 'Comitati civici' di Gedda e della Dc al 48,5 per cento contro il 31 del Fronte popolare. Insomma, meglio ricordare il 18 aprile '48 che il 25 aprile del '45, anche perchè «le motivazioni con le quali i partigiani della sinistra combatterono il nazifascismo non erano certo ispirate al desiderio di instaurare la libertà, bensì a quello di creare un regime comunista che fu proprio evitato grazie alla vittoria del 18 aprile 1948». Appunto, quella della Dc. La lettura storica è del deputato Pdl, ex FI, Fabio Garagnani. Ma non solo sua, visto che, annuncia lo stesso Garagnani, «in data odierna ho ricevuto dal servizio di controllo parlamentare la conferma scritta dell'accoglimento 'come raccomandazione' da parte del governo del mio ordine del giorno che, in sede di discussione della manovra finanziaria del 14 settembre c.m., impegnava ed impegna il governo a sostituire la festività del 25 aprile con il 18 aprile 1948». È questa, sottolinea il deputato Pdl, «a parere mio, la vera data fondante ed unificante della democrazia italiana». «Pur non illudendomi su una sollecita applicazione di quanto sopra, credo di interpretare i sentimenti di una grande parte dell'opinione pubblica bolognese ed emiliano-romagnola - dice ancora - per il fatto che, per la prima volta in Parlamento e da parte del governo, sia stata riconosciuto». Tant'è che in proposito, ricorda, «ho fatto a suo tempo un'apposita proposta di legge, per il 18 aprile 1948 come data fondante della democrazia rispetto al 25 aprile che, soprattutto nella nostra realtà, ha significato profonde lacerazioni e divisioni non ancora composte». Più legata all'orgoglio di bolognese, e alle polemiche sullo spostamento delle feste patronali sempre previsto nella manovra d'agosto, è invece l'annotazione di Garagnani sul fatto che «anche in riferimento a San Petronio, il governo ha accolto, nello stesso ordine del giorno, la mia richiesta sulla base della quale ciascun comune, fra cui ovviamente Bologna, necessita di mantenere la propria identità storica e religiosa celebrando i propri santi patroni».
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mercoledì 28 settembre 2011

«BUON COMPLEANNO SILVIO». LA TUA KATARINA

Alla fine, dall'harem è spuntata fuori lei, Katarina dal Montenegro, già miss della piú giovane repubblica balcanica. La notizia è di dominio pubblico tra Podgorica e Budva, che sono la capitale e la Rimini montenegrine, dove lo sfoggio di yacht extra lusso è di gran lunga superiore ormai al parco motori di Porto Cervo e della Costa Smeralda. «Katarina è alla villa di Arcore, sta preparando la torta per il compleanno di Silvio Berlusconi» racconta N.S., giornalista di una tivù privata in contatto telefonico con la giovane fanciulla e, anche, un po’ il tramite per i giornalisti italiani in cerca di Katarina. «Lei è là, ad Arcore, vive lí da tempo, noi lo sappiamo da mesi. E in questi giorni è molto impegnata nei preparativi per la festa a sorpresa di mister Berlusconi» che sarà domani. Una festa con tante persone? «No, un party a sorpresa ma in famiglia e con pochi amici invitati, ci saranno anche i familiari di Berlusconi». Altri dettagli, seppur richiesti, vengono taciuti. Tranne uno: «Katarina vorrebbe raccontare e rendere pubblica la sua storia d’amore. Anch’io - spiega N.S., il giornalista montenegrino - aspetto di poter fare l'intervista. Altri quotidiani italiani sono in attesa. Ma lei non può farla, anche se vorrebbe, perché così le è stato suggerito. In questo momento è meglio evitare. Troppa pubblicità a questa relazione potrebbe danneggiare il premier italiano». Ora, siccome al di là delle parole, tre indizi fanno una prova, questa di «Katarina fidanzata di Berlusconi» comincia a prendere i contorni di una storia vera. Primo indizio: si trovano sue tracce nelle intercettazioni e negli sms depositati con le 26 mila pagine dell'inchiesta Ruby-Mora-Minetti. Secondo indizio: Katarina è oggetto di una denuncia penale presentata il 9 agosto da Imane Fadil, un’altra ospite dei bunga bunga che per «amore» del premier ha denunciato la montenegrina, dicendo che la sua famiglia in realtà ricatta il premier. Terzo indizio: la stampa del Montenegro, tra cui il quotidiano Dan, secondo per diffusione e non filogovernativo, ha rilanciato giorni fa con grande risalto la notizia, a sua volta rimbalzata da siti italiani, che «Katarina avebbe ricevuto 750 mila euro da Berlusconi». Il fatto che in Montenegro sia noto, anzi un dato acquisito che la ragazza «sia ad Arcore a preparare i festeggiamenti per il Cavaliere», diventa a questo punto la classica ciliegina sulla torta. Che capita a fagiolo, per l’appunto, tra la raccomandazione del cardinal Bagnasco sui «comportamenti licenziosi che ammorbano l'aria» e la ripresa, lunedì prossimo (3 ottobre), del processo Ruby in cui il premier è imputato per concussione e prostituzione minorile. Qualche cenno biografico e caratteriale sulla ragazza, volto noto e apprezzato del Montenegro. Ha vent’anni, una sorella gemella che si chiama Kristina, e nel 2009 diventa la miss nazionale. Il salto da Pordgorica a Belgrado è questione di un attimo e nell’estate di quell’anno è in Costa Smeralda fotografata, con la gemella, insieme a Guy Ritchie, ex marito di Madonna. Non è chiaro se fin da allora entra in qualche modo nella corte di Silvio, già alle prese con gli scandali di Noemi e Patrizia D'Addario. È un fatto acquisito agli atti giudiziari che il 4 settembre 2010 Katarina è ospite di Berlusconi a villa Lesa sul lago Maggiore. Quella sera, infatti, raccontano le intercettazioni delle inchieste bunga bunga, la ragazza è a cena lì insieme a Barbara Faggioli, Nicol Minetti e le altre e ha un malore. «Come si chiama la fatidica ragazzetta, quella che ha creato problemi?» chiede Lele Mora. E Barbara Faggioli: «Montenegro? Quella che ci ha fatto andare la cena per traverso?». Quella sera, infatti, succede che Katarina, molto gelosa delle altre ragazze dell'harem, beve molto, sviene, viene portata di peso in camera dal premier e domestici, poi si riprende, trova «l'amato» ancora tra le altre e ruzzola giù per la scale «per attirare la sua attenzione». Ma il vero problema è la famiglia di Katarina. Di cognome si chiama Knezevic, è originaria di Murtovina, quartiere molto popolare di Podgorica, ha un fratello più grande che entra ed esce dal carcere, e due sorelle maggiori, Slavica e Zorica, 32 e 35 anni, in gioventú «amiche» di Ratko Djokic, boss nel traffico di droga, armi e sigarette ucciso a Stoccolma il 5 maggio 2002. Un dettaglio che ha colpito il pm Ilda Boccassini, magistrato antimafia prima di tutto, che a gennaio chiede alla Minetti nell'interrogatorio: «Chi è la montenegrina di cui si è invaghito Berlusconi?». Minetti non ha risposto. Katarina intanto vive ad Arcore. Non è ancora la regina Elena e il premier non è il re Vittorio Emanuele. Ma in Montenegro quelle sono leggende che fanno ancora sognare.
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martedì 27 settembre 2011

ESCORT, I GIUDICI: «BERLUSCONI VA INDAGATO»IL RIESAME: «SAPEVA CHE ERANO ROSTITUTE»

Si ribalta il ruolo del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, nell'inchiesta dei pm di Napoli sul presunto ricatto ai suoi danni da parte di Giampaolo Tarantini, della moglie Angela Devenuto e del direttore dell'Avanti Walter Lavitola. Da testimone-parte offesa diventerà quasi certamente indagato per aver indotto l'imprenditore barese a riferire il falso ai magistrati. E per il Tribunale del Riesame il premier era «consapevole» che le ragazze portate da "Gianpi" Tarantini erano escort. E il premier avrebbe dato quei soldi per "stendere un velo" su notizie e fatti "che avrebbero destato sicuro clamore mediatico". Quanto a Lavitola, tuttora latitante, i giudici confermano la custodia cautelare perché ha «dimostrato la capacità di continuare a delinquere pur dall'altro capo del mondo».Le carte del Riesame su Berlusconi e Tarantini: COSA DICONO - La decisione del Tribunale del Riesame di Napoli, che ieri ha individuato in quella di Bari la Procura competente a indagare sulle elargizioni di denaro fatte da Silvio Berlusconi a Gianpaolo Tarantini, ritenendo sussistente il reato di istigazione a rendere false dichiarazioni ai magistrati, apre una serie di scenari: nelle prossime ore i pm Curcio, Piscitelli e Woodcock si riuniranno con il procuratore aggiunto Francesco Greco per studiare il provvedimento del Riesame e concordare il da farsi. Avendo i pm di Napoli già trasmesso il fascicolo nei giorni scorsi alla Procura di Roma (che ha iscritto nel registro degli indagati Valter Lavitola, Tarantini e la moglie per estorsione), spetterebbe ai pm capitolini 'girarè le carte ai colleghi baresi. Ma la Procura di Roma potrebbe non condividere le valutazioni del Riesame e sollevare il contrasto davanti alla Procura generale della Cassazione. O, ancora, ammesso che Roma invii il fascicolo a Bari, non è escluso che quei pm lo trasmettano a loro volta a Lecce, dove si indaga sui presunti ritardi nell'inchiesta sulle escort. Sembra escluso che ad una eventuale iscrizione di Berlusconi nel registro degli indagati possa procedere la Procura di Napoli, «anche se - commenta Greco - la questione dovrà essere approfondita». Berlusconi in visita ufficiale a Panama: c'è Lavitola: IL VIDEO - I pm: su Tarantini il premier «non vuole testimoniare»Tarantini ha lasciato stanotte il carcere. La decisione del tribunale del Riesame di Napoli giunge dopo 14 ore di Camera di Consiglio e cinque minuti prima della mezzanotte quando sarebbero scaduti i termini. E l'esito rappresenta l'ennesimo colpo di scena dell'inchiesta sul presunto ricatto al premier Silvio Berlusconi. Per i magistrati del Riesame, infatti, Berlusconi non è da ritenersi vittima di un ricatto bensì responsabile del reato previsto dall'articolo 377 bis del codice penale, ovvero, per aver istigato un indagato, nel caso specifico l'imprenditore Giampaolo Tarantini, a fare dichiarazioni false all'autorità giudiziaria. Il tribunale ha disposto la scarcerazione di Tarantini e ha invece confermato l'ordine di custodia che era stato emesso dal gip a carico del direttore dell'Avanti Walter Lavitola, latitante a Panama. Occorrerà leggere le 30 pagine delle motivazioni per capire il ragionamento fatto dai giudici del tribunale della Libertà. Al momento si può dedurre, dalla lettura del dispositivo, che i giudici hanno ritenuto sussistente il reato di induzione al mendacio, che una contestazione che riguarda Lavitola ma che dovrebbe coinvolgere anche il premier, ritenuto nella ricostruzione fatta dagli inquirenti come l'ispiratore delle false dichiarazioni fatte da Tarantini sia davanti all'autorità giudiziaria di Bari sia ai magistrati di Napoli che lo indagavano per il presunto ricatto. Ma un'altra decisione del Riesame scioglie uno dei nodi più complessi di questo procedimento ovvero la questione della competenza territoriale: secondo l'ordinanza emessa stanotte infatti a procedere nell'indagine dovrà essere la procura della repubblica di Bari. Il processo dovrà quindi lasciare Napoli. L'ufficio giudiziario del capoluogo pugliese è ritenuto competente in quanto in quella sede si sarebbero verificate le prime affermazioni mendaci fatte da Tarantini. Sul presunto ricatto intanto è stato aperto un fascicolo anche dalla procura di Roma che era stata ritenuta competente dal gip di Napoli Amelia Primavera a procedere per quanto riguarda l'estorsione contestata a Tarantini e a Lavitola. Quali saranno ora i prossimi passaggi della ingarbugliata vicenda giudiziaria secondo indiscrezioni la procura pi Bari accogliendo le indicazioni del riesame dovrebbe provvedere all'iscrizione del premier nel registro degli indagato. Non si conoscono al momento le argomentazioni del tribunale sul reato di estorsione e in particolare se i magistrati lo ritengano sussistente o meno.
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lunedì 26 settembre 2011

«VENDOLA PECCA PIÙ DEL PREMIER» PAROLA DI MONSIGNOR BABINI

Il premier Berlusconi non sarà «un modello» di comportamenti, ma «l'omosessualità praticata» è un peccato «certamente peggiore di chi va con l'altro sesso», in quanto «contro natura», e quindi «Vendola pecca molto di più di Berlusconi». Le affermazioni sono del vescovo emerito di Grosseto, monsignor Giacomo Babini, al sito cattolico conservatore Pontifex. Ma il monsignore, raggiunto telefonicamente, pur non smentendo il contenuto di «una chiacchierata tra amici», precisa di non avere rilasciato alcuna intervista e di non voler rilasciare alcuna dichiarazione. «Io credo che oggi sia in atto una vera caccia a Berlusconi se penso che buona parte dei giornali è dedicata a lui e che ben quattro procure gli dedicano esagerate attenzioni - sono le parole del presule riportate da Pontifex e che il vescovo, però, non vuole confermare . Penso che sarebbe utile lasciar governare e aspettare che la recente manovra finanziaria dia i suoi frutti. Molti osservatori sembrano più intenzionati a fare cadere il governo che alla fedele aderenza alla realtà». Per quanto riguarda lo stile di vita del premier, «certo, non mi sembra un modello - è l'opinione di mons. Babini pubblicata dal sito -, ma oggi la politica spesso si fa con le mutande e non con la testa. Tuttavia, sarebbe bene accertare realmente che Berlusconi abbia fatto cose malvagie e i baccanali». Inoltre, «non è pensabile condannare una persona solo per sentito dire. Se cade Berlusconi siamo nei guai. Non è il massimo, ma non vedo politici degni dietro di lui». Quanto poi alle critiche del governatore della Puglia Nichi Vendola a Berlusconi «io non ne posso più della retorica inutile di Vendola. Credo, da cattolico - prosegue il testo riportato dal Pontifex - che la omosessualità praticata sia un peccato gravissimo e contro natura, certamente peggiore di chi va con l'altro sesso»: «Alla luce dei fatti, senza stilare classifiche Vendola pecca molto di più di Berlusconi». Pronta la replica delle associazioni omosessuali. «L'amore in tutte le sue forme - afferma Imma Battaglia, uno leader del movimento - non è peccato. E neppure il comportamento libertino di Berlusconi, di cui mi importa ben poco. Il vero peccato, etico prima che religioso, sta nel non governo, nel perseguimento di interessi personali a discapito del bene pubblico, nell'indifferenza rispetto al declino del Paese. E secondo me anche nella connivenza di quanti, dietro al capro espiatorio degli omosessuali, continuano ad appoggiare questo governo. Chi dovrebbe difendere i deboli dalla tirannia del potere, oggi, da che parte sta?». «Il vescovo emerito - replica a sua volta il Circolo Mario Mieli - sconfessato anche dal suo successore nella Diocesi di Grosseto, che lo descrive come un uomo anziano e con problemi di salute, bene quindi farebbe a riposarsi e a vivere tranquillo, visto che ha raggiunto l'età della pensione. Nel frattempo gli consigliamo vivamente di dedicare qualche ora della sua giornata, anzichè insultare omosessuali, ebrei e Islam, a ripassare il significato di parole come etica e morale».
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domenica 25 settembre 2011

BERSANI: «PREMIER A DUE PASSI DAL DELIRIO PD PRONTO A GOVERNO D'EMERGENZA»


Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in una nota rinnova una proposta per il Paese: Democratici pronti a un esecutivo di emergenza. Il comunicato viene diffusto mentre stamattina Berlusconi ha ripetuto le sue invettive anti-comunisti via telefono a una convention del Pdl. Rosy Bindi: «Berlusconi ormai è un incosciente» «Ci aspettano scelte difficili e sempre più difficili - scrive per ogni giorno che passa senza un cambiamento. Il Partito democratico, nel segno dell'equità e della crescita, è pronto a prendersi le sue responsabilità a sostegno di un governo di emergenza e di transizione». Secondo il segretario «le dichiarazioni zuccherose di Berlusconi sono a due passi dal delirio. I fatti ci mettono di fronte alla verità, dopo anni di menzogne. Davanti a noi c`è il passaggio più arduo dal dopoguerra a oggi. Di più, le preoccupazioni degli italiani sono diventate preoccupazioni per il mondo. Ci aspettano scelte difficili e sempre più difficili per ogni giorno che passa senza un cambiamento». Aggiungendo, riguardo alla disponibilità a un governo di emergenza dei Democratici: «Chi, per puro egoismo, ostacola testardamente questa scelta; chi testardamente impedisce ogni cambiamento si prende a questo punto una responsabilità storica».
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