martedì 14 giugno 2011

BUONGIORNO ITALIA: C'È UN PAESE NUOVO


È solo l’inizio”, sordi agli insulti e allo scherno che si levava dai giornali della destra, al sarcasmo greve, alle offese personali. Era solo l’inizio ma insieme era l'approdo di un lungo cammino, ostinato e silenzioso, sotterraneo: il cammino che ci ha portati sin qui, 30 milioni di persone alle urne, una vittoria dei cittadini e dell’Italia intera. La vittoria di quelle parole che insieme in questi anni abbiamo rinominato da capo: verità, autenticità, coraggio, dignità, responsabilità, giustizia. Adesso dette così, tutte in fila, possono sembrare l’ennesimo rosario retorico e astratto ma noi sappiamo bene, invece, che a ciascuna di queste parole corrisponde una battaglia, un episodio, un gesto, un segnale che si è levato dal Paese in questi mesi e che qui abbiamo ascoltato, accolto, amplificato, illustrato. Prendendo quel refolo di vento e provando con le nostre forze - la forza di chi osserva la realtà e la racconta, la forza del giornalismo libero - a farlo crescere con noi. Se scorriamo all’indietro le prime pagine del nostro giornale troveremo tutte le orme, le tappe di quel cammino. Ne abbiamo raccolte alcune, all'interno, per aiutare la memoria breve che è così volatile, per ricordare a tutti che niente accade all’improvviso e per caso, che il futuro era già qui bastava saperlo vedere. È questa cecità, questa sordità il difetto di chi è rimasto cristallizzato in un tempo che stava scivolando via: è questa incapacità di ascolto che ha punito chi ha perso. Era maggio del 2009 quando dicevamo “La rabbia dei figli”, saranno i giovani a portarci via da qui. “Ribellarsi fa bene” quando era ancora il momento del torpore apparente, bisognava spronare. Era luglio di due anni fa quando abbiamo lanciato la campagna sul nucleare, era ottobre (“La legge è uguale per tutti”) il tempo di quella sul legittimo impedimento, era il 6 novembre 2009 quando abbiamo denunciato - “Le mani sull’acqua” - il tentativo in atto. Poi il risentimento e la rabbia che tanti temevano ci riportasse agli anni Settanta - ricordate? - sono stati cavalcati da alcuni e non da altri. Non ci è mai piaciuta la politica della bava alla bocca, non ci sono piaciute le urla e le minacce, i tentativi di provocare incidenti, le città blindate. “La lezione degli studenti”, dicevamo il giorno dopo la grande manifestazione dei ragazzi che sfilavano con le copertine dei libri appese al collo. La rivolta delle donne, poi l’ironia e la forza del web - “Avanti Pop” e “Avotar” - il vento, infine, finalmente. Ecco, siamo arrivati fin qui. Il voto di ieri ci consegna un Paese nuovo. Veramente nuovo, profondamente nuovo. Guai a chi si ostinasse a non vederlo, a chi continuasse ad interpretarlo col vecchio lessico e i vecchi schemi. Dopo le amministrative - la “rivoluzione gentile” - il referendum. Proverò a dire quelli che mi sembrano i tratti salienti di questo voto e mi scuso in anticipo coi lettori abituali del nostro giornale che queste parole le hanno già lette molte volte, nei mesi, qui. Scusate se mi ripeto, ma oggi è il giorno: riassumiamo, dopo averne avuta conferma, quello che ci siamo già detti nei giorni. Oltre. Non (solo) un voto contro Berlusconi ma un voto oltre Berlusconi. La stagione del Sultano è finita. Restano in quattro a ballare la sua musica. Bossi che studia come uscirne, e quando. I servi sciocchi e stipendiati. I comprati, che dalla sua caduta hanno solo da perdere. Non vale la pena occuparsi di loro, adesso. Il Paese non si occupa di loro, è oltre. Dei trenta milioni che hanno votato moltissimi sono elettori di centrodestra, molti altri astenuti che sono tornati a votare perchè chiamati a riprendersi la delega, a esprimersi finalmente su qualcosa di concreto, che li riguarda. A dire: non ci sentiamo rappresentati da questa classe politica, ne vogliamo una nuova che ci somigli e ci tuteli. Continuare a leggere il voto, come sento fare ancora nei salotti tv e nelle direzioni politiche, con la logica del chi ha vinto e chi ha perso, quale alleanza è opportuno adesso fare, destra sinistra centro, come spostare i blocchi di voti secondo convenienze di vertice è miope e sbagliato. Se ce ne fosse ancora bisogno il voto di ieri conferma che è finita l’epoca della politica verticale, quella in cui il leader di partito dà indicazione all'elettorato e quello - obbiediente e acritico - esegue. È orizzontale, questa politica. È politica, non c' è dubbio che lo sia: non è antipolitica velleitaria e populista. E' politica che nasce dal basso, dai comitati dai cittadini che si organizzano, che passa anche attraverso i partiti ma non solo, che è capace di disubbidire, che esercita in prima persona la responsabilità. Direte: ma la nostra è una democrazia rappresentativa, le forme di democrazia diretta come il referendum sono un'eccezione non sempre salutare. Sì, ma se la democrazia rappresentativa è bloccata da un sistema elettorale che impedisce ai cittadini di scegliere gli eletti, se gli eletti sono nominati dai leader e non rispondono più all'elettorato, se sono deboli perchè dipendono da quella nomina e dunque corruttibili come possono, allora i cittadini, dare un segno? Come possono chiedere di tornare ad essere i protagonisti di un sistema in cui “la sovranità appartiene al popolo” se le forme in cui la esercita sono sclerotizzate e ammalate? Gli elettori hanno imparato a dissentire dalla “linea” dettata dalle segreterie. Raccolgono firme sui tavoli anche quando i loro partiti di riferimento non lo fanno, vanno a votare anche quando i loro leader dicono di no.La Padania di Bossi è andata alle urne in massa, il Veneto e il Piemonte assai più della Calabria: uno scollamento che deve togliergli il sonno, e che connoterà domenica prossima l'appuntamento di Pontida. Hanno fatto come volevano: a sinistra come a destra, al centro. Inoltre, vedete, torna al voto il partito del non voto: quel 30 per cento di italiani che non si fida e non si identifica più in nessuno – per stanchezza, per disillusione, perchè troppe volte eccetera eccetera – ecco che quando trova spazio per dire la sua in un'area non rappresentata solo dai partiti lo fa. Il tesoro nascosto riemerge. In questa struttura a rete, orizzontale, certo che i partiti hanno una funzione fondamentale: ne sono parte, non ne sono più il vertice.Possono e devono mettersi al servizio dei cittadini: quando lo hanno fatto, sebbene in ritardo in qualche caso, seppure con qualche prudenza al principio, hanno vinto. Nella battaglia referendaria, per esempio, nata dai Comitati così a lungo dileggiati, sostenuta da principio da Di Pietro e da Sel, poi anche convintamente dal Pd tutti costoro possono dire oggi di aver vinto. Come tutti coloro che hanno sostenuto con lealtà De Magistris e Pisapia hanno vinto. Come le primarie - che ora anche la destra con ridicolo ritardo e nessuna credibilità dice di voler fare – insegnano. L'elettorato ha dimostrato, tutte queste volte, di avere più lungimiranza e più coraggio di chi lo rappresenta in Parlamento. In qualche caso, penso al voto cattolico, persino di essere più a sinistra dei suoi leader. Gli elettori di centrodestra hanno detto invece che possiamo voltare pagina, Berlusconi è passato, adesso torniamo a fare politica. La rivoluzione arriverà quando i nonni si alleeranno coi nipoti, abbiamo scritto tante volte. Quando i ragazzi convinceranno i genitori: a votare, a cambiare, ad uscire dal torpore ipnotico di cui la generazione di mezzo è stata in grande parte vittima, nel trentennio di regime mediatico. I vecchi e i giovani hanno realizzato questo cambiamento. I ragazzi, soprattutto. E principalmente usando mezzi e linguaggio nuovo: il web, l'ironia, il passaparola, i videomessaggi, la satira. Vale più una vignetta che gira in rete di un comizio.Dicevamo che il voto delle amministrative decreta la fine dell'era televisiva. L'inizio della fine, certo, perchè ci vorrà tempo. Ma oggi non c'è chi non veda come questo voto non sia ato in alcun modo determinato dalla tv. A parte tre o quattro dibattiti televisivi, sempre gli stessi, del referendum non ha parlato nessuno. Gli otto milioni di Santoro non sono nemmeno un terzo dei trenta che sono andati a votare: davvero è colpa o merito di Annozero presidente? Non penso proprio, fate un giro in rete. La quantità e qualità della mobilitazione ha raggiunto l'eccellenza creativa anche con mezzi rudimentali: vi abbiamo mostrato in copertina, negli ultimi giorni, di cosa fosse fatta questa campagna. Del protagonismo di ciascuno e della sua capacità di “bucare”. Capacità, scrive oggi il blogger Alessandro Capriccioli, direttamente proporzionale all'autenticità del desiderio di esserci, di passione e ragione, di verità. La verità, l'autenticità hanno vinto sulle menzogne sulle censure e sulle prepotenze. Si riconoscono, le une e le altre. Non serve più che il Tg1 oscuri Napolitano che va a votare, come non serve censurare le voci scomode: si leveranno altrove. Vale per tutti, a destra e a sinistra. Del resto: il governo ha provato a boicottare in ogni modo il voto: spostandolo al primo week end dopo la chiusura delle scuole, scrivendo leggine e inoltrando ricorsi. Ma se era inutile, perchè tanta fatica presidente? Erano 15 anni che un referendum non raggiungeva il quorum. Ventidue, dal '97, hanno fallito l'obiettivo. Vogliamo continuare a discutere, da domani, come se non fossimo davanti a un'Italia che rinasce? Vogliamo ancora baloccarci con le pensose analisi degli opinionisti tv - tutti uomini, di solito, tutti cinquantenni - o vogliamo andare a sentire anche i ragazzi per strada, i giovani dei comitati, gli amministratori coraggiosi, quelli che non contano niente perchè non hanno l'autista, quelli che lavorano nei circoli e nelle sezioni ma nessuno gli chiede mai altro che obbedienza, magari per fax? Liberiamo le donne e i bambini, ascoltiamo la voce dei figli e dei nonni, riprendiamoci la libertà, la dignità, la bellezza dell'impegno politico. Nei partiti e fuori di lì, dappertutto. Costringiamo chi pensa che il potere sia facoltà di comando a ricordarsi che è obbligo di servizio. Una grande responsabilità, una fatica e una gioia. Tutto il resto verrà, sta già arrivando. Buongiorno, Italia. E grazie.                                                                                    r.d.c.
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lunedì 13 giugno 2011

REFERENDUM, ITALIA IN FESTA: COMITATI IN PIAZZA BERSANI: «E' DIVORZIO TRA GOVERNO E PAESE»


Gran festa a sinistra e fra i comitati promotori dei referendum per il quorum raggiunto, centro destra impegnato a dire che l'esito non inciderà sul governo. Il clima dell'Italia in queste ore si sta già delineando. Le piazze iniziano a festeggiare, brindano i comitati, Berlusconi sta facendo rientro nella residenza a Palazzo Grazioli a Roma.

BERSANI: E' DIVORZIO TRA GOVERNO E PAESE

«Questo è stato un referendum sul divorzio tra il governo e il Paese». Così dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta l'esito del referendum. «Non ho bisogno di sottolineare l'enormità del dato, dopo 16 anni che il quorum non veniva raggiunto. Tutte le regioni italiane hanno superato il quorum». «Forse - aggiunge il leader dei Democratici - alla fine potremmo accorgerci che il sì ha avuto la maggioranza assoluta degli italiani. È un risultato straordinario, incredibile. Pieno di fiducia per un cambiamento possibile»
DI PIETRO: «AVREMO ACQUA A DISPOSIZIONE DI TUTTI»
«Sono orgoglioso per aver fatto qualcosa di importante per il paese, perché la legge deve essere uguale per tutti». Così il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, durante una conferenza stampa, commentando il raggiungimento del quorum per i quattro quesiti referendari. «E' un risultato straordinario, il paese - aggiunge di Pietro - è ancora vivo e crede nella costituzione e nei momenti importanti fa sentire la sua voce al di fuori e al di sopra dei partiti».
CAMUSSO: SCONFITTA POLITICA DI BERLUSCONI
«È una sconfessione delle politiche del Governo. Mi pare che ce ne sia abbastanza per dire che la politica di Berlusconi non piace più a questo paese». Lo ha detto il segretario nazionale Cgil, Susanna Camusso arrivando alla Bocca della Verità dove è in corso di svolgimento la festa dei movimenti referendari per il «SI». Camusso ha poi aggiunto: «È una grande soddisfazione aver collaborato alla raccolta delle firme». Subito dopo i comitati hanno festeggiato dal palco la vittoria referendaria.
FERRARA: NON SI PUO' CONTINUARE COSI'
«Io non ho votato per solidarietà con Bossi e Berlusconi ma ora il problema è un altro: non si può continuare così. Io sono in profondo e radicale dissenso con questa linea» del governo. Lo ha detto Giuliano Ferrara, in occasione di un suo intervento al Tg3. «Salvo la riserva di rilanciare il governo con una riforma fiscale, Berlusconi e il suo gruppo dirigente, con una posizione più ciritica della Lega, hanno deciso di non cambiare, di continuare così e io sono in profondo e radicale dissenso. Berlusconi è sotto assedio ma non vedo una classe dirigente determinata a fare qualcosa di diverso per tornare a parlare agli italiani, non vedo questo coraggio. Anche sui referendum - continua Ferrara - è stata data una lettura politicista. Mi viene da dire: buna fortuna». Per Ferrara «Berlusconi ha molta autoironia, ma non la esercita più da due o tre anni. È come aralizzato dalla campagna che si è scatenata contro di lui».
GREENPEACE: MEGLIO ATTIVI CHE RADIOATTIVI
«Meglio attivi che radioattivi». Così recita lo striscione di Greenpeace in piazza Bocca della Verità a Roma dove i comitati 'Vota Sì per fermare il nucleare' e 'Due Sì per l'acqua bene comune' seguono lo spoglio delle schede.
SERRACCHIANI (PD): VITTORIA DEL BUON SENSO
«Il responso delle urne sui referendum è una grande vittoria del buonsenso degli italiani contro l'arroganza del Governo Berlusconi». Lo afferma l'europarlamentare del Pd., «Quando sono in gioco temi sensibili i cittadini si muovono e nemmeno un'orchestrata campagna di disinformazione riesce a distoglierli dal far pesare la loro opinione. E andando a votare i cittadini hanno anche decretato una sonora bocciatura della politica del Governo Berlusconi».
BINDI, GRANDE SIGNIFICATO POLITICO
«Sul quorum voglio essere prudente, ma il significato politico resta: una così alta partecipazione forse era stata messa in dubbio persino da qualcuno di noi. È un dato politico e prima ancora culturale», dice il presidente del Pd Rosy Bindi al Tg3. «È l'esito di un'ondata che in questo Paese ha deciso di dire basta. Qui si è votato per alcuni valori fondamentali».
ORLANDO (IDV), DA ITALIANI NO A INVITO BOSSI E PREMIER
«La maggioranza degli italiani ha detto un chiaro 'no' all'invito al non voto di Berlusconi e Bossi, ormai confinati e prigionieri della loro complicità fatta di bugie, promesse non mantenute, affari imprensentabili e compari impresentabili», dichiara il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando.
DILIBERTO: GOVERNO SI DIMETTA
«Il quorum è fatto, ora via il governo», scrive in una nota Oliviero Diliberto, segretario nazionale del PdCI-Federazione della sinistra. «Il raggiungimento del quorum ai referendum dopo il risultato delle recenti amministrative, testimonia la richiesta di cambiamento nel Paese. Solo un governo cieco, sordo e al limite della decenza politica e istituzionale, che ha fatto di tutto per affossare i referendum, può pensare di rimanere a governare». OSVALDO NAPOLI (PDL),ONDATA POPULISMO
«passata l'ondata di populismo e demagogia ora serve una forte e chiara azione di governo. La sentenza con cui la Cassazione ha ammesso i referendum sui servizi pubblici rimane inspiegabile», dichiara in una nota il vicepresidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli. «quanto all'energia, il risultato del referendum crea un buco di cinque anni nella politica di governo».
LA RUSSA: NESSUNA INCIDENZA SUL GOVERNO
Il ministro della Difesa Ignazio La Russa confessa: «Noi per un attimo ci abbiamo anche sperato che non si raggiungesse il quorum». Se così fosse stato «sarebbe stato un grande boomerang per la sinistra che ha politicizzato i referendum» (ma chi l'ha politicizzato è stato per primo e più di tutti Berlusconi). Aver raggiunto il quorum, per l'esponente Pdl, «non ha nessuna incidenza sulle politiche del governo». r.d.c.

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domenica 12 giugno 2011

REFERENDUM, ALTA AFFLUENZA: L'11,6% ALLE ORE 12


L’ottimismo e l’indignazione. Raccontano tra i comitati referendari e i partiti d’opposizione che entrambi si sono impennati pressoché nello stesso istante, all’ora di pranzo. Dalle 8 alle 22 e poi dalle 7 alle 15 di domani si votano i referendum su nucleare, acqua, legittimo impedimento. E quando ieri l’annunciatrice delle previsioni meteo del Tg1 se n’è uscita con «un consiglio, meglio organizzare una giornata al mare perché in montagna sarà più facile trovare ancora un po’ di pioggia», l’indignazione di quanti si sono battuti per raggiungere il quorum è salita alle stelle. «Nulla da ridire sulla qualità del tempo di domani,che non dipende certo dal telegiornale pubblico, ma sarebbe forse meglio evitare di consigliare agli italiani di “andare al mare”, o se non altro di farlo dopo avere esercitato il proprio diritto al voto», è sbottato il senatore del Pd Achille Passoni. Magari la poverina l’avrà fatto in buona fede, una battuta così, come le sarà uscita decine di altre volte. E però dopo che Tg1 e Tg2 hanno sbagliato le date del referendum, nel fronte no-nuke, contrario all’acqua ai privati e al legittimo impedimento il sospetto è inevitabilmente venuto. Insieme però a un altro ragionamento: se arrivano a tanto, sicuramente anche i loro sondaggi danno il quorum a portata di mano. Effettivamente, anche nel centrodestra, che da Silvio Berlusconi in giù ha portato avanti una campagna tutta pro-astensionismo, circolano rilevazioni preoccupanti per il governo. L’ultima arrivata al Pd non dava la certezza che andranno a votare i 25 milioni 209 mila 345 elettori necessari per abrogare la legge ad personam e quelle che consentono di privatizzare l’acqua e di costruire in Italia centrali atomiche. Ma al Nazareno sanno che il numero dei votanti, da quando è stato condotto quel sondaggio, può solo aumentare. E una bella spinta, è l’altra parte del ragionamento che fanno in casa Pd, la potrà dare il dato dell’affluenza che verrà comunicato dai Tg di oggi all’ora di pranzo.Non a caso da Bersani a Di Pietro, da Vendola a Casini, tutti i leader dell’opposizione andranno a votare attorno alle 10 di questa mattina, con il segretario del Pd che ha lanciato l’appello a militanti e simpatizzanti del suo partito a fare altrettanto «per incoraggiare al voto anche chi ha titubanze e pigrizie». Se l’affluenza registrata alle 12 di oggi sarà tra il 15 e il 20%, è il ragionamento, scatterà un effetto traino che può essere decisivo per la riuscita dell’impresa (nei referendum falliti negli ultimi 16 anni il dato di tarda mattinata è sempre stato inferiore a quelle percentuali). L’opposizione, sapendo che per raggiungere il quorum è necessario il voto anche di un’ampia fetta di elettorato di centrodestra (alle scorse politiche i voti incassati da Pd, Idv, Udc e sinistra erano attorno ai 17 milioni) in questa campagna referendaria è stata attenta a non politicizzare il voto. Ma è chiaro che conseguenze politiche ci saranno. Berlusconi, che passerà la giornata in Sardegna, ha già fatto sapere che in ogni caso non si farà da parte. Ma nell’opposizione sanno anche che il centrodestra farà di tutto per non incassare un altro colpo, dopo la batosta delle amministrative. E l’invito ad andare al mare potrebbe essere il minimo. Ai comitati referendari e alle sedi dei partiti di centrosinistra sono arrivate nelle ultime ore segnalazioni di elettori alle prese con disagi e difficoltà derivanti dalla scoperta all’ultimo momento che la sezione in cui solitamente hanno votato è stata spostata in una sede diversa, distante anche diversi chilometri. Lo denuncia tra gli altri il consigliere capitolino del Pd Dario Nanni. «Come se non bastasse, alle richieste dei cittadini è stato risposto sommariamente che debbono recarsi prima all'ufficio centrale di piazza Marconi all'Eur per ritirare un cedolino che gli consenta di poter votare nel nuovo seggio», racconta. Un’interrogazione al sindaco Alemanno è già partita. E l’attenzione per casi analoghi è alta in tutta Italia.                                                                                      r.d.c.
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sabato 11 giugno 2011

TUTTI AL VOTO, TUTTI AL VOTO, TUTTI AL VOTO PRIMA I SÌ, POI AL MARE



Al voto! Al voto! Al voto! Popolo tutto, cittadine e cittadini, domani e lunedì 13, esercitiamo il nostro diritto sovrano. Noi non andremo al mare (ricordate Bettino Craxi?) ma eserciteremo il nostro diritto di voto, riconosciutoci tardivamente ma pur sempre a nostra disposizione, ben conoscendo il privilegio di poter votare. E intanto faremo pure il nostro dovere, che non guasta, come ha opportunamente ricordato il presidente Napolitano, nel rispetto dell’articolo 48 della nostra bella Costituzione che afferma che l’esercizio del voto, oltre che un diritto, come è un diritto votare per il referendum, art. 75, è “un dovere civico”. Dopo aver raccolto firme per annullare delle leggi ingiuste o contrarie al nostro interesse (nonostante quel che sostengono i nostri rappresentanti eletti), ora bisogna completare l’opera e non lasciare cadere la nostra vera opportunità. Tra i quesiti, uno riguarda il “legittimo impedimento” – l’obbrobrio siglato padrone Berlusconi: per i suoi unici interessi da difendere pure contro la legge (pare l’abbia violata a più riprese la legge) vuole che per lui non valgano le stesse leggi che valgono invece per noi. Esige di venire considerato “straordinario”, con un privilegio: e perché mai? Perché potente?  Perché eletto?  Per quanto potente, deve tuttavia obbedire alla legge e, dato che è stato eletto, deve rendere conto alla legge nonché a noi che lo abbiamo eletto. Rendere conto significa che non si può dare alcun “legittimo impedimento”. Punto. E ci sono gli altri referendum – sui quali ricaviamo informazioni più dalla rete, che dalle TV di stato e di regime padronale, ormai stitiche di notizie. Comunque sia: che i nostri rappresentanti si arroghino il diritto di decidere che le centrali nucleari risultano sicure ha dell’assurdo: primo, perché non possono scommettere su ciò che non conosciamo (il futuro); secondo, perché la nostra bella Italia ha una struttura vulcanica e, come ben sappiamo, predisposta ai terremoti; terzo, su questioni di sicurezza, meglio che cittadine e cittadini si assumano la responsabilità di decidere. Poi i due quesiti sull’ acqua. Ovvio, non si può che esprimersi a favore di leggi che sanciscono l’ acqua quale bene pubblico. Uno dei due referendum contiene pure troppa timidezza e illogicità, nel richiedere ai privati di operare senza ottenerne profitto – un’ idea davvero balzana. In effetti, occorrerebbe togliere i contatori. Nella liberal New York l’ acqua è pubblica e nelle case non compare alcun contatore: si paga soltanto l’ acqua calda per la palese ragione che si paga il riscaldamento. A ogni buon conto, chi non evade le tasse, ne versa allo Stato in una misura tale da consentire alle amministrazioni di farci bere senza pagare ulteriormente! Al voto dunque! Dobbiamo fare il possibile per recarci alle urne: è un nostro diritto, un dovere, e decidiamo di questioni importanti, questioni che pesano, oltretutto, non solo sui nostri portafogli. E per votare alcune/i viaggeranno in aereo a loro spese, per dire sì al voto, alla conoscenza. Perché, quisquilie a parte, persistiamo nel confidare nella libertà e nella democrazia, in questo nostro bislacco paese, in cui continua a non sussistere limite al limite per liquidare qualcuno o qualcosa.  Pur non mancando le differenze d’idee tra noi (altrimenti che filosofe saremmo?), ricordiamo bene lo scarto tra poter votare e non potere. Si tratta di esprimere il proprio voto consapevole in quanto individui – al di là di ogni differenza sessuale. Per inciso, tra di noi vigono differenze d’idee sull’identità dell’ormai discussa Amina Abdallah Araf, considerata a lungo la mitica blogger siriana che abbina dissidenza d’ orientamento/ preferenza sessuale e dissidenza politica. La dissidenza è intellettualmente corroborante, da ogni parte provenga: il dissenso è l’ anima della democrazia. Non l’ insulto. Mondo reale o mondo virtuale? Entrambi, a patto di non fare indebite confusioni, nella consapevolezza che abitiamo in quello reale, nonostante le sconfitte, nonostanteil fatto che gli ordini“ andate al mare!”, evadete! ”,“insultate!”, “tradite!, facciano parte di popolo e potentati. Nutrivamo speranze, ora parzialmente deluse?  Siamo tutti uguali, ma, per citare George Orwell, da La fattoria degli animali nel presente caso, “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”. Quali animali andranno al mare, tradendoci per l’ ennesima volta?  La possibile condivisione di conoscenza rimane accessibile su un buon web: basti menzionare la “Stanford Encyclopedia of Philosophy” e le sue tanti voci, che consigliamo a ogni politico. Però, conoscenza, democrazia, libertà e rispetto, dove si situano nel mondo reale? Anche se non siamo marinai esperti, sappiamo che quando si naviga nel mare reale, bisogna saperlo fare in qualsiasi condizione meteorologica. Occorre conoscere gli strumenti per sapervi navigare, senza farsi intrappolare in situazioni rischiose, da naufragio. Oppure sì, naufraghiamo, nella consapevolezza che amiamo le minoranze e siamo felici di farne parte. No, noi, per votare, ci ritroviamo unite in questa Italia, nonostante tutto, nonostante i luoghi dove lavoriamo. Il mondo reale è qui, facciamo che in esso compaiano il confronto e la democrazia, insieme a ragione e sentimento. Senza pasticci, senza vacanze dal lavoro di cittadini almeno per un giorno. Un lavoro onesto: solo questo chiediamo. “Banale onestà”? Più che al mare, siamo con Lady Gaga, che si esibisce, gratuitamente (pare) all’Europride. Possiamo amarla, o detestarla. Riesce a parlare a parecchi giovani, e il suo eccentrico narcisistico rimane stupefacente. Suvvia, andiamo. Dalla Lady, e poi a votare. By the way, adoriamo il mare, e ci andremo con grande gioia appena messo il nostro voto nell’urna. Al mare senza opportunismo… r.d.c.

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venerdì 10 giugno 2011

GIALLO A PIAZZA DEL POPOLO: LA FESTA PER I SÌ SEGUI LA DIRETTA TV LIVE


ANDREA RIVERA SUL PALCO- Con Andrea Rivera sul palco, chitarra, band e un diluvio di ironia, inizia la carrellata dei big. Qualche messaggio lo invia naturalmente anche a mister B. IGNAZIO MARINO, PD: PREVALGA SENSO CIVICO,VOTIAMO- Anche il parlamentare del Pd, Ignazio Marino, è tra i manifestanti in piazza del Popolo a Roma dove si sta tenendo la chiusura della campagna referendaria. «Io credo - ha detto Marino- che per senso civico ogni persona dovrebbe andare a votare qualunque sia il suo pensiero». «Il nucleare è pericoloso - ha spiegato Marino - come ben ci insegna Rubbia sicuramente più qualificato di Chicco Testa. Il premio Nobel ha infatti spiegato che non esistono sistemi per stoccare le scorie nucleari». «Andiamo a votare- ha concluso il senatore- e cancelliamo questo irresponsabile piano del governo». L'IDV: OGGI E' IL GIORNO DEI CITTADINI «Oggi è la giornata di tutti i cittadini che non hanno colore politico ma vogliono dire no al nucleare, alla privatizzazione dell'acqua e al legittimo impedimento». Così il senatore dell'Italia dei Valori, Stefano Pedica, arrivando a piazza del Popolo dove è in corso la manifestazione conclusiva della mobilitazione referendaria «Io voto». «Qui - ha aggiunto Pedica - ci sono tutti i cittadini che vedono l'importanza dell'onda lunga partita da Milano e passata da Napoli e che toccherà tutte le altre città italiane per dire no a un Governo che non ha pensato ai loro interessi perchè concentrato su quelli del premier». DILIBERTO: ANDIAMO A VOTARE «Berlusconi dice che non va a votare? Bene, allora andiamo tutti per dargli un altro ceffone dopo quello preso alle amministrative». L'invito agli italiani arriva da Oliviero Diliberto segretario del Pdci, arrivato a piazza del Popolo per assistere al quorum party, la festa di chiusura della campagna referendaria a Roma. LEGAMBIENTE: IL SI' E UN'OCCASIONE Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, annota: «A tre mesi da Fukushima, notizie sempre più preoccupanti. Il nucleare è costoso, pericoloso e inutile: liberiamo l'Italia da questo rischio. Il referendum è una grande occasione per liberare l'Italia dal rischio della costruzione di nuovi impianti nucleari e per porsi definitivamente all'avanguardia di un'Europa rinnovabile e libera dalle fonti fossili. Il fronte del No non ha fornito nessun argomento utile a favore dell'atomo». LA LIPU: SI' A QUESITI NUCLEARE E ACQUA- La Lipu-BirdLife aderisce al comitato nazionale Vota sì per fermare il nucleare invita a votare per lo stop definitivo al nucleare in Italia e ai due quesiti che riguardano l'acqua (le schede di colore rosso e giallo. IL GIALLO ALLA FESTA PER I SI' Pronunciamo quattro robusti Sì e andiamo a votare. È iniziata a piazza del Popolo a Roma la manifestazione 'Io voto' sui referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno. Per primi si sono esibiti come apertura i Wogiagia, poi gli Autoreverse. Seguiranno Quintorigo, Piotta, Frankie Hi-Nrg, Francesco Baccini, Eugenio Finardi, Nathalie, Simone Cristicchi e tanti altri. Arriveranno contributi video di Ligabue, Leo Gullotta, Tullio Solenghi. Saliranno sul palco anche Amanda Sandrelli, per parlare del quesito sull'acqua, Andrea Rivera, Moni Ovadia, per parlare del legittimo impedimento, Piergiorgio Odifreddi, per il nucleare, Claudio Santamaria, Simona Marchini e Teresa De Sio. In piazza arrivano gruppi di persone con cappellini gialli, il colore scelto per la manifestazione che non avrà bandiere di partito. I politici saranno infatti sotto il palco: attesi nel pomeriggio Pier Luigi Bersani e Antonio Di Pietro.
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giovedì 9 giugno 2011

BERSANI: «VOTO ALLE 10 DEL MATTINO, FATELO TUTTI»



«Io vado a votare alle dieci di domenica mattina», dice Bersani invitando dirigenti, militanti e simpatizzanti del Pd a fare altrettanto. È chiaro che il dato sull’affluenza alle urne dato dai tg dell’ora di pranzo sarà determinante per il raggiungimento del quorum. «È molto importante incoraggiare tutti ad andare a votare, noi dobbiamo dare un segno immediato di fiducia nella partecipazione». Nonostante siano 16 anni che non si raggiunge il quorum? «È arduo, siamo i primi a saperlo, ma ne abbiamo già superate di prove ardue». Si vince facile, come disse di Milano? «L’obiettivo può essere raggiunto, innanzitutto per il merito dei quesiti. Si toccano temi su cui c'è una straordinaria sensibilità. A partire dalla questione nucleare». Berlusconi dice che è un voto inutile, visto che il governo col decreto omnibus ha già bloccato il piano. «Si tratta di un imbroglio, smascherato dalla Cassazione. Nella sentenza c’è scritto che la pezza che hanno cercato di mettere per evitare il referendum - leggo - “in realtà amplia le prospettive e i modi di ricorso alle fonti nucleari”. Una conferma di quella norma lascerebbe al governo mani libere, senza limite di numero di centrali e di criteri per l’individuazione dei siti». Dice che interessi ai cittadini anche abrogare il legittimo impedimento? «Dico che per la prima volta gli italiani hanno la possibilità di affermare che la legge è uguale per tutti. Le norme in vigore già prevedono di ovviare a problemi di impedimento reale ad andare in un tribunale, non c'è nessuna ragione per inventarsi scorciatoie per chicchessia». Parliamo dei quesiti sull’acqua: dal centrodestra la accusano di aver cambiato idea sulla privatizzazione. «Questa gente confonde il concetto di privatizzazione con quello di liberalizzazione. La norma Ronchi obbliga la privatizzazione. Costringe a vendere, quindi a svendere perché quando si è costretti il prezzo lo fa chi compra, le società pubbliche. Tutte le pratiche di liberalizzazione che ho fatto io, dall’energia alle ferrovie, non hanno mai previsto l’obbligo di privatizzare. A me le gare vanno benissimo, non vedo cosa c’entri questo con l’obbligo di privatizzare. Sapendo anche che il privato non trasforma l’acqua in vino. Non sono d’accordo però neanche con chi sostiene il contrario». Ci sarà una manifestazione a Piazza del Popolo: lei sarà sul palco? «Sarò sotto al palco, ora c’è bisogno del protagonismo della società. È importante che milioni di persone diano un ulteriore segno che il vento è cambiato, e il Pd come ha fatto in questi mesi deve mettersi al servizio della riscossa civica, deve dare una mano e dare la mano ai movimenti». Che ne pensa dei ministri che annunciano che non andranno a votare?«Ne penso tutto il male possibile. Chi assume responsabilità di governo, chi giura sulla Costituzione, ha anche dei doveri civici». Però saranno anche liberi di dare al loro elettorato indicazioni di comportamento, non crede? «Penso che non pochi elettoridi centrodestra vogliano esprimersi, e veder valere il loro voto». Questo referendum secondo lei avrà conseguenze politiche? «Ce n’è già di avanzo perché questo governo vada a casa. Certamente, se c'è una grande partecipazione verrà confermata un'esigenza di cambiamento. Per quanto ci riguarda, anche se Berlusconi continuerà ad esercitarsi in tecniche di sopravvivenza, noi chiederemo le dimissioni di questo governo. Come stiamo facendo da qualche mese a questa parte». Dice che anche il vertice notturno tra Berlusconi, Bossi e Tremonti punti a tecniche di sopravvivenza? «Non sarà un vertice notturno a risolvere problemi che per mesi hanno negato. Non hanno messo mano a nessuna riforma in grado di promuovere la crescita. E invece sento Berlusconi parlare di allargare i cordoni della borsa, di abbassare delle tasse. Ma di cosa parla?». E se invece arrivasse veramente in Parlamento una riforma fiscale? «Siamo seri, si può distribuire diversamente il carico fiscale se si vuole maggiore equità e un po’ di crescita. E distribuire equamente vuol dire caricare di più sull' evasione e sulle rendite finanziarie e da patrimonio, e cominciare ad alleggerire il carico su impresa e lavoro. Se si aprisse mai un discorso serio, io sono pronto a sfidare il governo, ad aprire un confronto in Parlamento a partire dalle nostre idee. Ma se vengono fuori palloni miracolistici alla Berlusconi no, non ci faremo prendere in giro. D’altronde, l’esempio di queste ore è il federalismo. I Comuni, come dicemmo mesi fa, stanno applicando sistemi di sovratassazione che derivano dai tagli decisi dal governo». Qualcosa l’inventeranno per rilanciare dopo la sconfitta, non crede?«Veramente per ora il Pdl parla di primarie, di un segretario anziché tre coordinatori, di tutto fuorché dell’Italia. È impressionante il tipo di discussione che fanno. Come può non venirgli in mente di domandarsi se abbiano sbagliato qualcosa, sul piano della democrazia, su quello economico e sociale. Niente. Neanche nella sconfitta riescono a parlare dei problemi della gente». C’è chi scrive che per Berlusconi Tremonti punta al Colle con i voti del Pd. «Non so se sia vero che attribuisca a Tremonti una cosa così fantasiosa. Pur conoscendo la fantasia del ministro dell’Economia, questa mi sembra francamente troppo». Dice Vendola che è inadeguata la forma partito e che Pd, Sel e Idv dovrebbero dar vita a un soggetto nuovo. «Il tema di superare la forma partito era di molti anni fa. Il tema di oggi è qual è la nuova forma partito. E noi lavoriamo sul Pd. Dopodiché, ricordo che io un anno fa ho proposto un nuovo Ulivo. Chiamiamolo anche in modo diverso, ma dobbiamo lavorare a un avvicinamento tra le forze di centrosinistra che intendono impegnarsi in una nuova prospettiva di governo, e fare in modo che questo rapporto venga percepito anche come una soggettività. Ma questo non può essere disgiunto dai problemi, quindi dobbiamo rassicurarci che quando parliamo di riforma del fisco, lavoro, precarietà, democrazia, politica estera, stiamo dicendo cose esigibili da chi ci deve votare. Ogni possibile riapertura di cantieri può partire solo da questo, da una credibile e positiva esperienza di governo. Altrimenti, facciamo del politicismo. E il Paese non lo capirebbe». r.d.c.
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mercoledì 8 giugno 2011

ALTRI PUNTI MONDIALI IN FRANCIA PER IL TEAM JK APRILIA RACING

 
di PAOLA MAURIZIO

PIEVE A NIEVOLE– “Poteva essere ragionevolmente ancora più positivo il risultato raccolto nella trasferta francese di Saint Jean d’Angely dai piloti JK Aprilia Racing, Loic Leonce e Alfie Smith, ma tutto sommato non possiamo lamentarci”. Queste le parole del team manager Boschi al rientro dalla trasferta mondiale. Una pista impegnativa per tutti dopo le insidie fatte emergere prima dalla pioggia e poi dalle buche che sono affiorate via via che il fondo asciugava. Nessun miglior pilota in pista ma solo due riders motivatissimi e fieri di far parte di un team come il JK Aprilia Racing, che da sempre sostiene giovani promesse a crescere in mezzo ai più grandi campioni della specialità. Questo lo spirito sotto la grande tenda del gruppo pievarino, diretto abilmente da Riccardo Boschi che di motocross se ne intende eccome. In questo quinto Gran Premio 2011, valido per la corsa al titolo mondiale della specialità, ha visto chiudere diciassettesimo in gara-1 il transalpino Loic Leonce (Aprilia) che ha dato il massimo dimostrando al suo pubblico la crescita professionale rispetto alla passata stagione. Trentesima la posizione del britannico Alfie Smith (Aprilia) nella manche di avvio dopo una partenza non brillante.Nella seconda frazione Loic, mentre stava recuperando velocemente le posizioni perse in partenza, è stato costretto al ritiro dopo che la pellicola dei suoi occhiali roll off si è srotolata, attorcigliandosi pericolosamente al collo procurandogli un senso di soffocamento che lo ha portato prima a fermarsi e poi a rientrare ai box. Trentunesima piazza per Alfie che ha accusato anche i cambiamenti del fondo oltre al fresco rientro alle gare dopo un infortunio ad una spalla.Il team JK Aprilia Racing partirà ora per il Portogallo per la prossima gara del Campionato del Mondo Motocross MX1, la sesta di questa stagione, che si disputerà domenica 12 giugno sul circuito di Agueda.
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martedì 7 giugno 2011

A CUNEO INTERNAZIONALI E TRICOLORI SUPERMOTO IL 18 E 19 GIUGNO CON IL QUARTO ROUND DELLA STAGIONE

di SERGIO CONTI


BUSCA - Dopo la bella prova mondiale dello scorso 3 aprile, torna a fare tappa in Piemonte la spettacolare specialità della Supermoto per il giro di boa del campionato 2011 che ha già consumato tre delle sei prove previste. Il 18 e 19 giugno, infatti, il Kart Planet di Busca ospiterà la quarta prova dell’edizione 2011 del Campionato Italiano e degli Internazionali d’Italia, l’unico campionato nazionale con i migliori protagonisti del mondiale.Il programma della manifestazione, organizzata da DBO in sinergia con la FMI, prevede il sabato piloti in pista dalle ore 10,00 per i rispettivi turni di prove ufficiali, mentre dalle 14,00 scenderanno in pista per le qualifiche. La domenica moto in pista dalle 8,50 con i primi warm-up, seguiranno le gare finali dei campionati italiani e internazionali fino alle 17,40 circa, quando avranno inizio le premiazioni dei vincitori di questa prova cuneese. Nella graduatoria tricolore riservata alla classe S1, il pesarese Ivan Lazzarini, in sella all’HM Honda, è il leader indiscusso del campionato guidando il gruppo con 100 punti davanti al bolognese Christian Ravaglia (Suzuki Valenti Lux Performance), al bresciano Davide Gozzini (Ktm 747 Motorsport), quindi Massimo Beltrami (Honda TDS Faor), Teo Monticelli (Honda Freccia Team), Fabrizio Bartolini (Yamaha 99 Rockstar SM Racing), Andrea Occhini (Suzuki Rigo Racing Team), Fabio Balducci (Ktm Team Miglio), Paolo Gaspardone (Honda IFG Racing Team), Elia Sammartin (Suzuki Racing Team Pergetti) nel gruppo dei migliori dieci.Sempre per la categoria S1 ma Internazionale, è il francese campione iridato Thomas Chareyre (TM Factory Racing-FRA) che grazie ai suoi 136 punti precede il fratello Adrien (Aprilia-Team Fast Wheels ASD-FRA) e il migliore degli azzurri Ivan Lazzarini (HM Honda Racing-ITA), quindi il britannico Matthew Winstanley (Honda SHR Supermoto-GBR), Christian Ravaglia (Suzuki Valenti Lux Performance-ITA), Davide Gozzini (Ktm 747 Motorsport-ITA), Massimo Beltrami (Honda TDS Faor-ITA), Teo Monticelli (Honda Team Freccia-ITA), Fabrizio Bartolini (Yamaha 99 Rockstar SM Racing-ITA) e Andrea Occhini (Suzuki Rigo Racing Team-ITA) per i top ten del torneo. Il distacco proporzionato che caratterizza i diversi raggruppamenti è una garanzia di spettacolarità, con le gare S1, e non solo, sempre molto combattute e a divertirsi non sono soltanto i piloti e addetti ai lavori ma anche il pubblico. L’ennesima conferma viene dai confronti delle altre classi come la Open, Coppa Italia e Trofeo HM Honda, sempre molto accese e avvincenti dal primo all’ultimo giro.Nel Campionato Italiano Open, a comandare la classifica è il toscano di Reggello, Alessandro Tognaccini (Ktm 747 Motorsport), che conduce davanti al terzetto di marchigiani capitanato dal vincitore dell’ultima prova di Viterbo, Massimiliano Porfiri (Honda Team Freccia), quindi Marco Dondi (Ktm Motoracing Team) e il poliziotto Marco Animento (Honda).E’, invece, il pontino Paolo Salmaso (Ktm 747 Motorsport) il capofila della Coppa Italia FMI, con l’ultima prova laziale che ha esaltato non solo le sue doti ma anche quelle del grossetano Giulio Lorenzini (Honda Vitermotard), entrambi vincitori di una manche ma con il toscano a salire sul gradino più alto del podio assoluto. Seconda posizione in graduatoria per il vincitore del primo round pavese Paolo Terraneo (Yamaha) e terza per il toscano Lorenzini.Il chietino Daniele Di Cicco, vincitore delle tre prove sinora disputate, è il capofila del Trofeo HM Honda, dove conduce la classifica davanti ai marchigiani Bryan Ciarlatini e Mauro Fagiani.Il circuito buschese Kart Planet realizzato nel 1999, ha uno sviluppo complessivo di 1.420 metri all’interno del quale è stata allestita una centralissima e spettacolare off road section di 220 metri. E’ dotato di tutte le più moderne e funzionali strutture. Si presenta con requisiti di ampia rilevanza come un paddock di 10.500 mq, panoramiche tribune per il pubblico, e la pista dalla larghezza media tra 8-12 metri con i migliori requisiti nazionali e internazionali in fatto di sicurezza, ma anche un servizio di ristorazione e bar, per citare solo alcuni dei servizi e strutture presenti.COME RAGGIUNGERE IL CIRCUITO DI BUSCA- Attraverso la A6 Torino - Savona:Uscita Fossano, quindi seguire per Centallo - Busca.Uscita Mondovì, quindi seguire per Cuneo, giunti a Cuneo seguire direzione Saluzzo, quindi Busca.Uscita Marene, quindi seguire per Villafalletto poi Busca. PREZZO BIGLIETTI-Sabato € 10,Domenica € 15.Ragazzi under 12 omaggio Sconti FMI- CLASSIFICHE DI CAMPIONATO-S1 CAMPIONATO ITALIANO: 1. Ivan Lazzarini (HM Honda Racing) punti 100; 2. Christian Ravaglia (Suzuki Valenti Lux Performance) 77; 3. Davide Gozzini (Ktm 747 Motorsport) 75; 4. Massimo Beltrami (Honda TDS Faor) 71; 5. Teo Monticelli (Honda Freccia Team) 65.
S1 INTERNAZIONALI D’ITALIA: 1. Thomas Chareyre (FRA-TM Factory Racing) punti 136; 2. Adrien Chareyre (FRA-Aprilia Team Fast Wheels ASD) 117; 3. Ivan Lazzarini (ITA-HM Honda Racing) 100; 4. Matthew Winstanley (GBR-Honda SHR Supermoto) 83; 5. Christian Ravaglia (ITA-Suzuki Valenti Lux Performance) 77.OPEN CAMPIONATO ITALIANO: 1. Alessandro Tognaccini (Ktm 747 Motorsport) punti 125; 2. Massimiliano Porfiri (Honda Team Freccia) 121; 3. Marco Dondi (KTM Motoracing Team) 110.COPPA ITALIA CAMPIONATO: 1. Paolo Salmaso (Ktm 747 Motorsport) punti 1.180; 2. Paolo Terraneo (Yamaha) 1.090; 3. Giulio Lorenzini (Honda Vitermotard) 1.045.TROFEO HM HONDA CAMPIONATO: 1. Daniele Di Cicco punti 590; 2. Bryan Ciarlatini 480; 3. Mauro Fagiani 466.
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lunedì 6 giugno 2011

MOTOCROSS/CAMPIONATO ITALIANO FEMMINILE TROFEO ITALIA A CASTELLARANO VINCONO DEROSA, RECCHIA E FONTANESI


di SERGIO CONTI


Al Crossodromo Comunale Città di Castellarano è andata in scena il terzo round del Trofeo Italia Motocross e del Campionato Italiano Femminile. Gare combattute e spettacolari che alla fine della due giorni di sport organizzato dal Moto Club Castellarano, con il supporto del promoter FX Action, ha visto il trionfo assoluto dei giovanissimi come il piemontese Luca Derosa nella classe MX1 ed il veneto Nicola Recchia nella MX2. Peccato che un violento nubifragio a fine giornata ha fermato la corsa delle 15 ragazze in lizza per il tricolore e così con una sola finale disputata dove, ancora una volta, si è imposta la diciassettenne parmense Chiara Fontanesi. Ma entrando nel vivo delle corse, i primi a scendere in pista sono stati i gruppo B: la MX1 ha visto la vittoria di Cristian Comastri; poi è stata la volta della MX2 vinta dal parmense Cristian Furlotti. Finite le prime gare degli esclusi per la vittoria assoluta è la classe MX1 gruppo A a schierarsi dietro al cancello di partenza. Con uno scatto da felino è Luca Malimpensa a prendere la testa ma con un secondo giro che gli è valso anche il miglior tempo di tutta la manche, è Daniele Lorenzon a superarlo e a tentar la fuga. Pochi giri e il leader di campionato, Luca Derosa, arriva a ridosso prima di Malimpensa e poi negli ultimi due giri sorpassa un Lorenzon in stato di grazia. Arriva così un’altra vittoria per Derosa. E’ poi la volta della prima gara per il gruppo A della MX2 dove Nicola Recchia scatta in testa con il marchigiano Leonardo Amadio ad inseguirlo, seguito dal leader di campionato Luca Moroni che rimane coinvolto in una caduta proprio dopo il via. Per Recchia e Amadio dopo l’accesa battaglia dei primi giri, dove Amadio ha realizzato il miglior tempo sul giro al secondo passaggio, c’è l’arrivo sotto la bandiera a scacchi di un Recchia dominatore con Amadio staccato di oltre 12”, mentre Alessio Della Mora va a completare il primo ipotetico podio. Per il leader Moroni un ottimo recupero fino al 7° posto. La prima manche del motocross tricolore Femminile vede la campionissima Chiara Fontanesi, una volta partita in testa, lasciare la compagnia. Alle sue spalle, alla fine, spunta la toscana Francesca Parrini che prevale sulla trentina Gloria Decarli e la piemontese Eleonora Rivetti. Per Gaia Zanti un onorevole 10° posto alla sua prima gara di campionato di questo 2011. Giusto il tempo di dare una ripristinata al tracciato e il programma si è ripetuto con il gruppo B MX1 questa volta vinto da Federico Scelza su Comastri che così si aggiudica l’assoluta. Altro gruppo B al via, quello della MX2, e la vittoria è andata a Danilo Lini che ha avuto la meglio su Cristian Furlotti. Ma sono le seconde finali dei gruppi A ad accendere lo spettacolo con Luca Derosa che replica il successo nella MX1 dopo un avvio imperioso dei fratelli Debbi subito al comando con Simone che sorpassa Filippo dopo poche curve. Ma è di nuovo Malimpensa a mettere in riga i due Debbi tirandosi dietro un Derosa (era appena scivolato) che si riprende sorpassando Malimpensa proprio negli ultimi giri. Ottimo alla fine anche il 3° posto di Simone Debbi mentre il fratello Filippo cade nell’ultimo giro per provare a frenare il ritorno di Lorenzon. Il cielo minaccia ma si parte per la seconda della MX2 gruppo A e ancora una volta Recchia scatta al comando tirandosi dietro al primo passaggio i marchigiani Della Mora e Amadio. I tre alla fine arriveranno al traguardo nello stesso ordine mentre alle loro spalle giunge il leader Moroni davanti a Simone Furlotti. Nemmeno il tempo di concludere e il “diluvio universale” arriva a rovinare questa due giorni di motocross nazionale FMI al Città di Castellarano in quanto le ragazze erano già entrate al preparco. Dopo un rapido consulto la direzione gara ha deciso per la resa, mandando così tutti a casa. Purtroppo anche le sontuose premiazioni sono naufragate, saranno effettuate alla prossima ed ultima prova di questo Trofeo Italia e Italiano Femminile indetta sul tracciato piemontese di Paroldo il 9 e 10 luglio.Classifiche provvisorie di campionato dopo la 3^ prova- MX1-Under 21: 1.Musso pt.604; 2.Laurenzi 476: 3.Ferrini 316.MX1-Over 21: 1.Derosa pt.1420; 2.Malimpensa 1069; 3.Debbi 692.MX2-Under 21: 1.Della Mora pt.1047; 2.Amadio 1028; 3.Moroni 940.MX2-Over 21: 1.Marincioni pt.577; 2.Faccioli 557; 3.Neri 465. Femminile: 1.Fontanesi C. pt.125; 2.Parrini 108; 3.Rivetti 100; 4.Padrini 80; 5.Sbrana 77.


Nella foto> Chiara Fontanesi

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