martedì 25 gennaio 2011

L'AQUILA, IL GOVERNO TRADISCE ANCHE GLI STUDENTI: TAGLI ALL'ATENEO

Delle tante promesse fatte all’Aquila dal governo Berlusconi all’indomani del sisma del 6 aprile del 2009, una riguarda il cuore pulsante dell’economia cittadina e della vita del centro abruzzese: l’università. Mentre il centro storico muore e la ricostruzione tarda ad arrivare, si taglia silenziosamente all’ateneo aquilano. E dire che il Ministero dell’Università e l’Università dell’Aquila avevano firmato un accordo di programma a maggio 2009 volto a garantire supporto all’ateneo per fronteggiare la situazione post-sisma. In particolare l’accordo di programma prevedeva che all’università dell’Aquila sarebbero stati assegnati per il triennio 2008-2011 stanziamenti pari all’FFO (Fondo di finanziamento ordinario) del 2008, ovvero 68,5 milioni di euro. A ridosso di Natale, però, la sorpresa del Ministro Gelmini che firma il decreto di riparto del FFO prevedendo un taglio del 3.72% per l’ateneo abruzzese, ovvero 2 milioni e 500 mila euro in meno. L’Unione degli Universitari (Udu) dell’Aquila denuncia la situazione e interpella la Gelmini «che fa rispondere al suo Direttore generale che non c’è stato nessun taglio perché la cifra si sarebbe raggiunta con i soldi degli scatti stipendiali, soldi che sarebbero comunque spettati all’Università dell’Aquila accordo di programma prevedeva dunque un mimino garantito di fondi, ma non si trattava di un tetto massimo e dunque l’ateneo può ricevere ulteriori risorse derivate da ulteriori fondi», spiega Tino Colacillo, membro dell’esecutivo nazionale dell’Udu.«Il taglio c’è stato ma il ministro nega invece di darci spiegazioni – denuncia Chiara, 24 anni, studentessa di Psicologia e coordinatrice dell’Udu dell’Aquila – siamo una città dove è fondamentale che ci siano stanziamenti per l’ateneo perché L’Aquila era e deve rimanere una città universitaria. Già facciamo fatica a riprenderci, le borse di studio e le mese sono molto penalizzate, questo taglio ci mette ancora di più in difficoltà perché come al solito ricadrà sui servizi agli studenti». Gli studenti chiedono dunque che il Ministro Gelmini elimini il taglio e che anche l’Università aquilana si esprima ufficialmente sulla questione. «Il contesto è già drammatico di suo - insiste Colacillo - perché per gli universitari non hanno qui nessuna forma di sostegno, questo taglio è un invito a non iscriversi e ad andarsene dall’Aquila mentre l’università è l’unica chance che ha la città per riprendersi, gli studenti erano il motore economico della città».
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare



lunedì 24 gennaio 2011

ROCCO SIFFREDI: «IL PREMIER? HA SUPERATO ANCHE ME!»


Sono tante, tantissime, le donne legate in un modo o nell'altro al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La notizia ha fatto il giro del mondo, ma dopo lo sgomento iniziale, il continuo susseguirsi di notizie “a luci rosse” sul governo italiano ha portato anche i quotidiani stranieri a dare un taglio meno prosaico, a volte paradossale. Come mai gli italiani non si rivoltano contro il loro discutibilissimo premier? ci si chiede in molti editoriali. La risposta alla fine è giunta, ed è la più semplice, quella che parla alla pancia del Paese. Lo spiega The Observer, il domenicale del britannico Guardian: «La verità è che gli Italiani sono orgogliosi di uno come Berlusconi, che ha 74 anni, ama il sesso e ha una vita sessuale particolarmente intensa». A spiegarlo agli inglesi è chi di queste cose se ne intende: Rocco Siffredi. Il 46enne, attore e regista di film porno, tra le cinquanta migliori star al mondo in questo settore, è ora impegnato nel campo della moda e non “esercita” più dal 2004, ma rimane un esperto e grande consumatore di patatine e in questa veste è stato intervistato dal quotidiano. Famoso anche per una pubblicità delle patatine Amica Chips che si concludeva con: «Fidati di uno che le ha provate tutte», Siffredi si è detto sicuro che «se il presidente del Consiglio riuscirà a evitare il carcere per le accuse di aver pagato minorenni in cambio di sesso e le pressioni alla polizia, sarà perdonato dagli elettori italiani: in altri Paesi sarebbe stato costretto ad andarsene anni fa, ma in Italia riesce a farla franca».Il videomessaggio: «Ha potere e perversione». Già un paio di mesi fa, in un videomessaggio ai suoi fan di “Rocco's world”, il pornoattore aveva rilasciato un'intervista dallo stesso tono: «Voi avete detto Rocco for President, ma il vero presidente, quello che tromba per davvero, ce l'avete già ragazzi. Io tromberò la metà della metà della metà di quello che fa lui», ha detto l'attore, che ha dichiarato in un'altra occasione di essere stato a letto con oltre 6000 donne per lavoro e circa mille nella vita privata prima del suo matrimonio. «Lui mi ha superato», ha spiegato Siffredi «la sua è perversione vera: mettere due, tre ministre, un paio di veline, tre mogli di calciatori, qualche personaggio dello spettacolo – ho visto una lista che non finiva più! - mescolate insieme a vere escort. Ma non quelle d'alto bordo, escort un po' “low profile”, diciamo... Lui è il numero uno!». «Quando riesci a fare questo», ha spiegato la pornostar, «vuol dire che il tuo senso del sesso naturale, quello normale, quello di tutti gli esseri umani in generale, vuol dire che è stato passato da un bel po' di tempo! Ragazzi, io queste cose qua le vivo solo nei film! Sono cose quasi impossibili da realizzare: lui ce l'ha fatta, riesce a farsi queste feste pazzesche, con questo mix di tutto, dal buono al cattivissimo. È il potere. La massima espressione del potere è far fare a chi vuoi tu quello che vuoi tu. Pazzesco!». Silvio e Rocco, sfida all'ultima patatina. Siffredi, infine, ha rivolto anche un pensiero all'uomo solo che si cela dietro tutto questo potere: «Se c'è una cosa che accomuna Berlusconi e me è la dipendenza. La dipendenza è dura: alcol, droga, sesso. Siamo lì, ve lo assicuro. Ve lo dice qualcuno realmente che è stato qualche anno male per questa dipendenza. La mia grande fortuna, purtroppo non quella del nostro presidente, è stata quella di avere una moglie che mi ha capito. Credo, veramente di poter dare a Berlusconi, se volesse, dei consigli su come uscire da questa dipendenza. Fategli sapere che Rocco, probabilmente, ha veramente la possibilità di aiutarlo, che facesse una telefonatina a Rocco...».
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

domenica 23 gennaio 2011

È MORTO SILVIO BERLUSCONI SCIVOLATO SU UN LASTRONE DI GHIACCIO ED ERA DI SINISTRA

Silvio Berlusconi, 57 anni, omonimo del premier, è morto ieri in un incidente in montagna nel Comasco, sul sentiero che sale alla capanna Menaggio. Berlusconi è scivolato su un lastrone di ghiaccio ed è precipitato per trenta metri: inutili i soccorsi, il corpo è stato recuperato dall'elicottero del 118. Operaio in tessitura, Silvio Berlusconi viveva a Veniano (Como) e spesso la sua omonimia era stata al centro di servizi giornalistici, specialmente in occasione delle elezioni politiche, dal momento che il Silvio Berlusconi comasco era un sostenitore del centrosinistra. Ironizzò ad esempio quando il premier si definì «Presidente operaio». «Di Silvio Berlusconi operaio ci sono soltanto io» disse l'omonimo, che raccontò anche di avere rifiutato le candidature che gli erano state offerte da liste civetta, ansiose di poter vantare un Silvio Berlusconi capolista.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

sabato 22 gennaio 2011

IL SILENZIO DEI PADRI PER LE NOTTI DI ARCORE

Non solo il cavaliere, non solo le ragazzine, non solo le maitresse e gli adulatori, non solo gli amici travestiti da maggiordomi, le procacciatrici di sesso, i dischi di Apicella e la lap dance in cantina: in questa storia da basso impero ci sono anche i padri. E sono l’evocazione più sfrontata, più malinconica di cosa sia rimasto dell’Italia ai tempi di Berlusconi. I padri che amministrano le figlie, che le introducono alla corte del drago, le istruiscono, le accompagnano all’imbocco della notte. I padri che chiedono meticoloso conto e ragione delle loro performance, che si lagnano perché la nomination del Berlusca le ha escluse, che chiedono a quelle loro figlie di non sfigurare, di impegnarsi di più a letto, di meritarsi i favori del vecchio sultano. I padri un po’ prosseneti, un po’ procuratori che smanacciano la vita di quelle ragazze come se fossero biglietti della lotteria e si aggrappano alle fregole del capo del governo come si farebbe con la leva di una slot machine…Insomma questi padri ci sono, esistono, li abbiamo sentiti sospirare in attesa del verdetto, abbiamo letto nei verbali delle intercettazioni i loro pensieri, li abbiamo sentiti ragionare di arricchimenti e di case e di esistenze cambiate in cambio di una sveltina delle loro figlie con un uomo di settantaquattro anni: sono loro, più del drago, più delle sue ancelle, i veri sconfitti di questa storia. Perché con loro, con i padri, viene meno l’ultimo tassello di italianissima normalità, con loro tutto assume definitivamente un prezzo, una convenienza, un’opportunità. Ecco perché accanto ai dieci milioni di firme contro Berlusconi andrebbero raccolti altri dieci milioni di firme contro noi italiani. Quelle notti ad Arcore sono lo specchio del paese. Di ragazzine invecchiate in fretta e di padri ottusi e contenti. Convinti che per le loro figlie, grande fratello o grande bordello, l’importante sia essere scelte, essere annusate, essere comprate. Dici: colpa della periferia, della televisione, della povertà che pesa come un cilicio, della ricchezza di pochi che offende come uno sputo e autorizza pensieri impuri. Balle. Bernardo Viola, voi non vi ricordate chi sia stato. Ve lo racconto io. Era il padre di Franca Viola, la ragazzina di diciassette anni di Alcamo che, a metà degli anni sessanta, fu rapita per ordine del suo corteggiatore respinto, tenuta prigioniera per una settimana in un casolare di campagna e a lungo violentata. Era un preludio alle nozze, nell’Italia e nel codice penale di quei tempi. Se ti piaceva una ragazza, e tu a quella ragazza non piacevi, avevi due strade: o ti rassegnavi o te la prendevi. La sequestravi, la stupravi, la sposavi. Secondo le leggi dell’epoca, il matrimonio sanava ogni reato: era l’amore che trionfava, era il senso buono della famiglia e pazienza se per arrivarci dovevi passare sul corpo e sulla dignità di una donna. A Franca Viola fu riservato lo stesso trattamento. Lui, Filippo Melodia, un picciotto di paese, ricco e figlio di gente dal cognome pesante, aveva offerto in dote a Franca la spider, la terra e il rispetto degli amici. Tutto quello che una ragazza di paese poteva desiderare da un uomo e da un matrimonio nella Sicilia degli anni sessanta. E quando Franca gli disse di no, lui se l’andò a prendere, com’era costume dei tempi. Solo che Franca gli disse di no anche dopo, glielo disse quando fece arrestare lui e i suoi amici, glielo urlò il giorno della sentenza, quando Filippo si sentì condannare a dodici anni di galera. Il costume morale e sessuale dell’Italia cominciò a cambiare quel giorno, cambiò anche il codice penale, venne cancellato il diritto di rapire e violentare all’ombra di un matrimonio riparatore. Fu per il coraggio di quella ragazzina siciliana. E per suo padre: Bernardo, appunto. Un contadino semianalfabeta, cresciuto a pane e fame zappando la terra degli altri. Gli tagliarono gli alberi, gli ammazzarono le bestie, gli tolsero il lavoro: convinci tua figlia a sposarsi, gli fecero sapere. E lui invece la convinse a tener duro, a denunziare, a pretendere il rispetto della verità. Tu gli metti una mano e io gliene metto altre cento, disse Bernardo a sua figlia Franca. Atto d’amore, più che di coraggio. Era povero, Bernardo, più povero dei padri di alcune squinzie di Arcore, quelli che s’informano se le loro figlie sono state prescelte per il letto del drago. Ma forse era solo un’altra Italia.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

venerdì 21 gennaio 2011

CANONE RAI, LA TASSA PIÙ INDIGESTA LO RIVELA UNA RICERCA DEL CENSIS

La grande maggioranza degli italiani giudica troppo elevato il carico fiscale. Ma l'imposta più odiosa è quella per il possesso del televisore. Seguono bollo auto e tassa sull'immondizia

E' il canone Rai la tassa che gli italiani non possono proprio digerire. Lo rivela un'indagine realizzata dal Censis per il Consiglio nazionale dei commercialisti sul rapporto dei contribuenti con il fisco. Dell'imposta per il possesso degli apparecchi radiotelevisivi - da pagare fra l'altro entro in 31 gennaio onde evitare di incorrere in sovrattasse ancora più odiose - ne fabbero volentieri a meno il 47,3% degli interpellati. Al secondo posto si piazza il bollo auto (14,5%) e a seguire l'Ici (12,7%), la tassa sulla nettezza urbana (12,1%) e l'Irpef (11,6%).Nel complesso, la grande maggioranza degli italiani (l'81,1% del campione) giudica troppo elevato il carico fiscale. La percezione che gli italiani hanno del fisco continua a essere sostanzialmente negativa: ingiusto per il 36,2%, inefficiente per il 25,5% ed esoso per il 23,7%. Solo il 9,9% lo giudica efficiente e il 4,7% solidale. Per una riforma del sistema fiscale ''solo'' il 23,4% chiede di abbassare il livello dell'imposizione e il 22,1% di semplificare il sistema tributario. Aumentare le forme di tutela è la priorità per il 20% del campione, per il 16,6% la soluzione è il federalismo fiscale, per il 12,5% l'introduzione del quoziente familiare, ossia la tassazione del reddito medio dei membri della famiglia secondo il modello francese, che secondo l'Eurispes comporterebbe un risparmio medio annuo d’imposta di circa 800 euro a nucleo familiare.Dalla ricerca del Censis emerge che le tasse non sono giudicate troppo alte in assoluto, quanto in relazione alla qualità dei servizi ricevuti (per il 58,1% degli intervistati). Il 55,7% del campione, infatti, sarebbe disposto a pagare più tasse in cambio di servizi migliori. Il Canone Rai, ad esempio, è indigesto proprio perché la maggioranza dei contribuenti non è soddisfatta dei programmi televisivi trasmessi dal servizio pubblico.Negli ultimi anni diverse associazioni di consumatori si sono battute per abolire la tassa di possesso del televisore, spesso considerata anacronistica (risale al 1938) e ingiusta. L'Aduc, ad esempio, ha fatto della lotta al canone Rai uno dei suoi cavalli di battaglia. Grazie all'associazione, a suon di interrogazioni parlamentari, studi e inchieste sono emerse molte ambiguità legate a questa tassa. Ancora oggi, infatti, non è del tutto chiaro se anche i possessori di una Adsl o di un telefonino di nuova generazione debbano pagare. Non si tratta, in fondo, di apparecchi “atti alla ricezione di programmi televisivi”, come recita il regio decreto? Sul sito della Rai, per esempio, è possibile vedere tutti i programmi del digitale terrestre in streaming. Un altro aspetto molto nebuloso è quello del “canone speciale”. Dovrebbero pagarlo tutti i baristi, i negozianti, le redazioni e gli uffici in possesso di un televisore. Una misura discutibile soprattutto per i piccoli commercianti e coloro che svolgono un'attività privata, obbligati a pagare due canoni: quello ordinario per la casa e quello speciale per il lavoro. Secondo uno studio Aduc la Rai ha rinunciato, di fatto, a perseguire queste categorie. Le ispezioni a domicilio sembrano quindi un'esclusiva riservata solo ai privati cittadini. Il risultato? Nel 2007 quasi il 96% delle imprese evadeva il canone Rai. Numeri che fino ad oggi non sono cambiati in maniera significativa. Secondo un'indagine presentata dall'Associazione contribuenti italiani, invece, l'evasione dei privati si attesterebe “solo” al 38%. Proprio per combattere questo fenomeno, di recente il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha ritirato fuori la proposta di legare il pagamento del canone al contratto di fornitura di energia elettrica di casa o dell'ufficio. L'idea però, come sottolinea ancora l'Aduc, si scontra con un banale problema tecnico: non esiste un unico fornitore di energia elettrica, ma centinaia piccoli e grandi, ognuno con propri problemi, anche economici, e tutti dovrebbero versare all'Erario/Rai la relativa imposta. Lo farebbero gratis o i contribuenti finirebbero per pagare in più per questi nuovi esattori? Inoltre ogni cittadino può essere titolare di più utenze elettriche, non tutte necessariamente collegate alla presenza di un televisore. Da quando è partito lo switch-off del digitale terrestre le proteste contro il canone Rai sono aumentate. Molti italiani, infatti, hanno scelto di non comprare il decoder digitale terrestre e di vedere la tv attraverso il satellite. Anche il pacchetto Sky, infatti, consente di vedere i canali generalisti. Molto spesso, però, la Rai (così come Mediaset) oscura sul satellite alcuni dei suoi programmi. Soprattutto eventi sportivi, fiction e film in prima serata. Il problema però, è che il canone Rai non dipende da quanti e quali canali si possono vedere, ma dal semplice possesso di un televisore. E allora, l'unico modo per sottrarsi alla tassa è quella di vendere o disfarsi del proprio apparecchio oppure “impacchettarlo”, ovvero ottenerne la "sigillatura". Si può chiedere, infatti, alla Rai di mandare la Guardia di Finanza a chiudere l'apparecchio in un sacco di juta accuratamente sigillato per renderlo inutilizzabile.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

giovedì 20 gennaio 2011

LA CASSAZIONE: NON ANNULLABILI I MATRIMONI DI LUNGO CORSO

I giudici italiani non possono convalidare l'annullamento ecclesiale dei matrimoni concordatari nei quali la convivenza tra i coniugi si sia protratta per lunghi anni o, comunque, per un periodo di tempo considerevole. Questo perchè una volta che il rapporto matrimoniale prosegue nel tempo è contrario ai principi di ''ordine pubblico'' rimetterlo in discussione adducendo riserve mentali, o vizi del consenso, verificatisi nel momento del si' all'altare. Lo ha deciso la Cassazione, accogliendo il ricorso di una moglie e invalidando la nullità di un matrimonio durato venti anni.La Suprema Corte ha dato parere negativo al quesito di diritto posto da Maria Lorenza R., la moglie 'ripudiata' dal marito dopo due decenni di convivenza con la scusa che la signora gli avrebbe taciuto la sua contrarietà a mettere al mondo figli. ''Può essere riconosciuta nello Stato italiano - ha chiesto la signora alla Cassazione - la sentenza ecclesiastica che dichiara la nullità del matrimonio quando i coniugi abbiano convissuto come tali per oltre un anno, nella fattispecie per vent'anni, o detta sentenza produce effetti contrari all'ordine pubblico, per contrasto con gli articoli 123 del codice civile (simulazione del matrimonio) e 29 della Costituzione (tutela della famiglia)?''. No, non può essere riconosciuta, è stata la risposta dei supremi giudici. Cosi' il ricorso è stato ''accolto'' e ''cassata'' la sentenza con la quale la Corte di Appello di Venezia, l'11 giugno 2007, aveva convalidato la nullità del matrimonio di Maria Lorenza e Gianpaolo V. sancita dal Tribunale ecclesiastico regionale ligure nel novembre 1994, e dichiarata esecutiva dalla Segnatura Apostolica con decreto del marzo 2001. A chiedere l'annullamento era stato il marito sostenendo che le nozze celebrate nel giugno del 1972 erano viziate poichè la moglie - sosteneva lui - gli aveva taciuto di non volere figli, dunque era escluso uno dei 'bona matrimoni', gli elementi che danno vitalità alle unioni concordatarie. Dando ragione al reclamo di Maria Lorenza, la Cassazione - sentenza 1343 - spiega, con riferimento ''alle situazioni invalidanti l'atto del matrimonio'', che ''la successiva prolungata convivenza è considerata espressiva di una volontà di accettazione del rapporto che ne è seguito e con questa volontà è incompatibile il successivo esercizio della facoltà di rimetterlo in discussione, altrimenti riconosciuta dalla legge''.In pratica, dopo tanti anni, per mettere fine alla vita a due bisogna intraprendere la strada della separazione civile, senza cercare la scorciatoia della nullità, che mette al riparo dal dover pagare l'assegno di mantenimento alla ex ma viola i principi del nostro ordinamento.

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

martedì 18 gennaio 2011

DA MOTO ONE L’INTIMO CHE NON TI ASPETTI


Spesso il motociclista si chiede che cosa indossare sotto l’abbigliamento tradizionale? MOTO ONE ha una risposta anche per questo presentando i capi di intimo tecnico con differenti caratteristiche e l’assortimento del caso. UW 2201 e UW 2203, rispettivamente maglia e pantalone in Polipropilene Prolen, così come UW 2221 e UW 2223, per un utente più “freddoloso”, realizzati in Polimicro garzato

di PAOLA MAURIZIO

Parlando di capi tecnici per l’intimo da indossare dal motociclista, ci addentriamo in una miscellanea di esigenze dettate da innumerevoli fattori. Mentre se per i capi esterni è più semplice, per l’intimo abbiamo a che fare con caratteristiche che devono risolvere le tante esigenze della “pelle” del corpo, soprattutto se dobbiamo rivestirla con più strati. Ecco che insorgono, dunque, le necessità di aumentare la traspirazione, espellere l’umidità in eccesso, non assorbire i liquidi, contenere il fastidioso odore di sudore, ed altro ancora.
UW 2201 è la maglia da intimo a maniche lunghe con girocollo e cuciture piatte (Moto One produce anche lo smanicato e la mezza manica) realizzato al 100% in Polipropilene Prolen a costruzione quadrangolare, molto confortevole. Le principali caratteristiche del tessuto sono di essere anallergico, antibatterico, antimuffa, antiodore ed essendo una fibra sintetica non assorbe i liquidi. Il Polipropilene ha una natura molecolare termo sensibile: la radice della molecola, infatti, si apre o si chiude in funzione della temperatura a cui siamo sottoposti. In estate si aprirà maggiormente per permettere la traspirazione, mentre se la temperatura del corpo si abbassa la molecola si chiude preservando lo strato d’aria che si forma tra il tessuto e l’epidermide, aumentando la capacità isolante dal freddo esterno.
Lo stesso vale per UW 2203, il pantalone lungo da intimo.

Qualora la necessità fosse quella di “scaldarci” maggiormente, quindi per persone particolarmente sensibili al freddo, o per viaggiare in contesti particolarmente freddi, ecco la novità 2011 di MOTO ONE che ha realizzato UW 2221 e UW 2223, maglia a manica lunga e pantalone realizzato in Polimicro garzato che consente una maggiore protezione alle basse temperature.

Il denominatore comune di tutti questi prodotti è dunque la proprietà, principale, di lasciare traspirare il corpo pur mantenendolo alla giusta temperatura, ovviamente in funzione del clima esterno, ed al contempo proteggendolo con un’importante azione di isolamento dal freddo. Favorendo anche, a seconda dello sforzo fisico e conseguente calore che il corpo emana, l’eliminazione del liquido in eccesso restando freschi ed asciutti.

Principali caratteristiche di UW 2201 e UW 2203:


· 100% in Polipropilene Prolen® a costruzione quadrangolare


· Vestibilità molto confortevole

· Parte posteriore più lunga


· Anallergico, Antibatterico, Antimuffa


· Non assorbe i liquidi e si asciuga rapidamente dopo il lavaggio


· Favorisce la termo sensibilità


· Bi-elasticità del tessuto senza l’impiego di Elastam o simili


· Cuciture piatte che favoriscono il comfort


Colore disponibile: nero, con cuciture rosso


Taglie disponibili: XS - XXL

Principali caratteristiche di UW 2221 e UW 2223:


· 100% in Polimicro garzato


· Vestibilità molto confortevole


· Parte posteriore più lunga


· Asciuga rapidamente dopo il lavaggio


· Maggiore resistenza alle basse temperature


· Cuciture piatte che favoriscono il comfort


Colore disponibile: nero, con cuciture bianco

Taglie disponibili: XS - XXL

Codice prodotto: M1 UW 2201


Prezzo al pubblico (consigliato), Iva compresa: Euro 39,00

Codice prodotto: M1 UW 2203


Prezzo al pubblico (consigliato), Iva compresa: Euro 40,00


Codice prodotto: M1 UW 2221


Prezzo al pubblico (consigliato), Iva compresa: Euro 37,00


Codice prodotto: M1 UW 2223


Prezzo al pubblico (consigliato), Iva compresa: Euro 39,00

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare
CON CIUCCI E BERTUZZO IL TEAM MOTO IDEA LANCIA LA SFIDA

Dawid Ciucci, 17 anni di Città di Castello e l’ultimo arrivato, Pierfilippo Bertuzzo, ventiduenne di Eraclea, sono i nuovi alfieri del Team Moto Idea


di SERGIO CONTI

La pausa invernale, sorniona, non ha impedito alla compagine di Felino di programmare per bene la stagione 2011 che a breve andrà in scena. Così, dopo essersi accaparrata a fine 2010 uno dei giovani più promettenti del palcoscenico motocrossistico nazionale, Dawid Ciucci, fresco Campione Italiano MX2 Under 17 e Campione d’Italia 125; ecco dunque l’ultimo arrivato tra le file del team: Pierfilippo Bertuzzo. Giovedì scorso il pilota veneto, che è stato Campione Italiano Junior nel 2006, e dopo una stagione 2010 alquanto positiva (sesto nell’Europeo EMX2 e settimo nel tricolore), ha raggiunto la sede della factory parmense per iniziare la sua grande avventura. Avventura che assieme a Ciucci li vedrà protagonisti nei principali campionati nazionali e continentali. La loro presenza è infatti assicurata agli Internazionali d’Italia, Campionato Italiano MX2 e Campionato Europeo EMX2.Nella giornata di sabato i due piloti, accompagnati dal responsabile tecnico della struttura, sono partiti alla volta della Sardegna per cominciare la loro intensa preparazione invernale. Per Bertuzzo è una nuova realtà, quella di risalire in sella ad una moto giapponese, ma anche per Ciucci che dallo scorso mese di dicembre ha già potuto assaggiare le doti del mezzo preparato nella factory di Felino.Ovviamente soddisfatti i due “patron” della struttura, Simone Camisa e Christian Caviola.Christian Caviola: “Direi un ottimo inizio questo, soprattutto valutando la diversa caratteristica dei nostri due nuovi piloti. Io e Simone siamo soddisfatti di questa scelta. Ciucci è molto giovane e veloce, con un ottimo palmares, ma Bertuzzo non è da meno, soprattutto se valutiamo in termini di esperienza. Credo che i due, assieme, sapranno davvero integrarsi, anche se in pista saranno eterni rivali, come la competizione del caso richiede. Entrambe, infatti, vorranno mettersi in evidenza nei vari tornei. Io spero solo che arrivino a grandi risultati, che siano insomma protagonisti della stagione. Glielo auguro di cuore.”

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare

lunedì 17 gennaio 2011

RUBY: «HO CHIESTO CINQUE MILIONI A BERLUSCONI» I PM: GIOVANI PROSTITUITE, CASE IN PREMIO/UN PUTTANAIO, SIAMO ENTRATE AD ARCORE SENZA CONTROLLI



Dalla domanda di autorizzazione a procedere e dall'invito a comparire per Berlusconi consegnata oggi al Parlamento dalla procura emerge un quadro inquietante. I pm: «Ampi riscontri investigativi». Una ragazza ascoltata al telefono: «Allucinante, un puttanaio, peggio di come scrivono sui giornali»


Da un lato, nella richiesta di autorizzazione e procedere, le accuse al premier nero su bianco, senza giri di parole: "Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo". Dall'altro una serie di citazioni da atti giudiziari che, se veritieri, danno uno spaccato ancor più inquietante della dimensione dello scandalo che coinvolge il presidente del Consiglio. "O sei pronta a tutto oppure prendi il taxi e te ne vai", si legge ad esempio nelle intercettazioni tra due ragazze riportate nell'invito a comparire della procura di Milano al premier, secondo quanto riferito da chi ha potuto leggere le carte.IL DOCUMENTO SULLE PERQUISIZIONI"E' allucinante". Se la formalizzazione del capo d'accusa al presidente del Consiglio contenuta nella "domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi" presso gli uffici ubicati in Segrate-Residenza Parco n. 801 e 802 firmata dai pm di Milano e inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera 2 fa un certo effetto, ancor più devastanti sembrano essere le indiscrezioni che trapelano dai parlamentari che hanno avuto modo di visionare l'invito a comparire della procura di Milano al premier. "E' allucinante. Non sai. Lo chiamano tutte 'amore', 'tesorino'. Non puoi nemmeno immaginare quello che avviene lì... Nei giornali dicono molto meno della verità anche quando lo massacrano", affermerebbero ad esempio T.M. e B.V. durante un'intercettazione riportata nel documento. "Un puttanaio". "Sembra di stare al Bagaglino" racconta ancora T.M. "ma è peggio. Un puttanaio. Con Berlusconi che toccava i culi alle ragazze. Ora se quelle cose le fai in camera da letto, sono affari tuoi, ma così, davanti a tutti! Mi chiedo, il giorno dopo, come faccia a lavorare".La questione dell'età. Al centro delle intercettazioni citate anche diverse che ruotano attorno alla cruciale questione dell'età di Ruby e della consapevolezza del premier circa il suo essere minorenne. Secondo quanto riferisce l'Espresso online 3, la ragazza, parlando col padre, avrebbe ad esempio detto: "Berlusconi ha detto al suo avvocato di pagarmi tutto quello che voglio. Basta che io non dica che lui sapeva della mia età". Poi, in un altra: "Frequento casa sua da quando ho 16 anni, ma ho sempre negato tutto per salvaguardarlo", affermerebbe la giovane marocchina in una conversazione. La conversazione è attribuita infatti a una certa 'Ru.' e a una certa 'Poiana'. "Io - dice una delle due - ho negato tutto e ho detto 'no', che sono andata a casa sua, ma lui pensava che fossi maggiorenne, pensava che avessi 24 anni anche perché non li dimostro. Poi, dopo che ha scoperto che ero minorenne mi ha buttato fuori di casa" perché, aggiunge, "io sto cercando di salvaguardare lui, così a me torna in tasca qualcosa...".Il prezzo è 5 milioni. In un'altra telefonata con la madre di Sergio Corsaro, un parrucchiere, ex fidanzato della giovane marocchina, Ruby poi affermerebbe: "Il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando il caso della D'Addario e della Letizia. Io ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire con qualcosa: 5 milioni. Cinque milioni a confronto del macchiamento del mio nome...". Parlando invece direttamente con Corsaro, Ruby avrebbe spiegato al cellulare: "Non siamo preoccupati per niente perché Silvio mi chiama di continuo. Mi ha detto 'cerca di passare per pazza, racconta cazzate". "Lui mi ha chiamato - racconta ancora Ruby a Sergio Corsaro in una telefonata avvenuta tra il 26 e il 28 ottobre - dicendomi 'Ruby, ti do quanti soldi vuoi, ti pago, ti metto tutto in oro, ma l'importante è che nascondi tutto. Non dire niente a nessuno"."Nessun controllo all'entrata". In un'altra conversazione finita nel mirino degli investigatori una ragazza, sempre descrivendo i festini nella casa del Cavaliere, parla di "desolazione". Emergono poi anche i problemi legati alla sicurezza del presidente del Consiglio, tema al centro della polemica tra Berlusconi e il Copasir, il comitato di sorveglianza sui servizi segreti, che ha cercato invano di ascoltare in proposito il premier in audizione. "Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. E' molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri", afferma un ragazza intercettata dalla procura di Milano. Altre intercettazioni particolarmente imbarazzanti, non solo per il premier, sono rivelate ancora dall'edizione online dell’ Espresso.Nicole Minetti con Emilio Fede Minetti: "Pompini a trecento euro. La notte a trecento euro. Maristella l'ha dovuta allontanare. Lavorava con uomini che vomitavano in macchina. L'hanno trovata in macchina con droga e un coltello" .Fede: "Quante hanno letto tutti i messaggi di lui! A una di quelle che c'erano ieri sera gli ho dato di tasca mia 10.000 euro perché aveva delle fotografie scattate col telefonino. Aveva bisogno di soldi" Ruby a Antonio Passaro P.A. "Come lo chiami?"


Ruby: "Papi. Noemi è la pupilla, io sono il culo".


Barbara Faggioli a Emilio Fede "Non mi ha invitato. Ormai preferisce invitare le cubane e le venezuelane". Da Imma a Eleonora De Vivo


"L'ho visto un po' out. Ingrassato. Imbruttito. L'anno scorso stava più in forma. Adesso sta più di là che di qua. E' diventato pure brutto: deve solo sganciare. Speriamo che sia più generoso. Io non gli regalo un cazzo". Sempre l'Espresso pubblica alcuni stralci del verbale di Floriano Carrozzo: "Ruby - si legge - mi fece vedere il numero di Berlusconi dove lo poteva contattare. Mi aveva detto che era andata due volte alla presidenza del Consiglio. Mi confidò anche del fatto che il presidente del Consiglio aveva saputo da lei che era minorenne. Non le faceva domande, era lei che spontaneamente mi riferiva particolari sul presidente del Consiglio La parlamentare e il bunga bunga. Agli atti anche una telefonata tra la parlamentare del Pdl Maria Rosaria Rossi con Emilio Fede nella quale si parla anche della pratica del bunga bunga. "Ma tu stai venendo qui?", chiede Maria Rosaria Rossi a Emilio Fede. Il direttore del Tg4 risponde che sarà nel luogo dell'appuntamento non prima delle 21-21.15. Poi aggiunge: "Ho anche due amiche mie...". "Che palle che sei - risponde la Rossi - quindi bunga bunga, 2 di mattina, ti saluto...".Una possibile dama bianca. Le intercettazioni citate nell'invito a comparire sembrano poter svelare anche il nome della nuova fidanzata alla quale Berlusconi ha fatto riferimento ieri. Si tratterebbe di Roberta Bonasia, 26 anni, di Nichelino, vincitrice l'anno scorso del titolo di Miss Torino e concorrente di Miss Italia. In alcune conversazioni si farebbe infatti accenno a lei quale possibile 'compagna' del presidente del Consiglio. A suffragare questa ricostruzione in particolare una telefonata tra tra Lele Mora ed Emilio Fede nelal quale viene detto: "Roberta Bonasia ha preso possesso di tutto. Pretende tutto. Lui è preso...". Il documento. "Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo". E' quanto si legge invece nella "domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi" presso gli uffici ubicati in Segrate-Residenza Parco n. 801 e 802 firmata dai pm di Milano e inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera 5. Copia della richiesta della procura di Milano è stata pubblicata sul sito della Camera dei deputati.Nella richiesta di autorizzazione a procedere si legge anche che i pm di Milano avrebbero trovato "ampi riscontri investigativi" sulle case date dal premier Silvio Berlusconi ad alcune ragazze che partecipavano alle serate di Arcore. Lo ha raccontato la stessa Ruby ai pm nell'interrogatorio del 3 agosto scorso: "Alcune giovani donne che partecipavano ai suddetti eventi ricevevano in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati in 'Milano due'". "Sul punto - prosegue il documento - rilevano ampi riscontri investigativi (...) che mettono in rilievo il ruolo svolto da Spinelli Giuseppe, quale fiduciario di Silvio Berlusconi, in costante contatto con Minetti Nicole". I magistrati scagionano però il "cassiere" del premier in quanto affermano che "le risultanze investigative allo stato non lasciano ipotizzare che Spinelli Giuseppe sia consapevole della natura retributiva dell'altrui attività di prostituzione...". I pubblici ministeri spiegano quindi che "sono state individuate le persone che dispongono degli appartamenti in Milano Due e che risultano essere beneficiarie di ulteriori erogazioni in denaro intermediate dalla MInetti e disposte da Silvio Berlusconi per il tramite di Spinelli Giuseppe...". "Si ha pertanto motivo di ritenere - scrivono ancora i pm venendo al punto della loro richiesta - che per le ragioni esposte e presso gli uffici ubicati in Segrate-Residenza Parco n. 810 (si tratta di un refuso per 801, ndr) e 802 dove lavora Spinelli Giuseppe possano rinvenirsi documenti, anche riversati su supporto informatico, pertinenti le abitazioni (...) che risultano essere concesse in comodato d'uso a Toti Eisa, Berardi Iris, Garsia Polanco Maria Ester, intesa Marystelle, Espinoza Arisleida intesa Aris,Guerra Barbara, Vivian Ioana intesa Annina, De Vivo Concetta intesa Imma, De Vivo Eleonora, atti e documenti relativi alla titolarità delle predette abitazioni, ai soggetti che ne sostengono i costi, ivi compreso il pagamento delle utenze, ai soggetti che ne hanno la effettiva disponibilità, al ruolo di intermediazione svolto da Minetti Nicole o da terzo nella gestione dei rapporti concernenti le suddette abitazioni, nonché documentazione pertinente rapporti economici intercorrenti con Berardi Iris, De Vivo Concetta intesa Imma, Espinoza Arisleida, Faggioli Barbara, Garcia Polanco Maria Ester intesa Marystelle, Loddo Miriam, Sorcinelli Alessandra, Skorkina Raissa, Barizonte Lisney intesa Lisa, riguardanti erogazioni di denaro effettuate dal predetto Spinelli, o dai suoi collaboratori e dipendenti in favore delle suddette persone, nonché documentazione pertinente rapporti economico-finanziari, gestiti da Spinelli Giuseppe, o da suoi collaboratori e dipendenti, intercorsi con Dario Mora inteso Lele, o comunque con soggetti o società allo stesso direttamente o indirettamente riconducibili, al riguardo rilevando documentazioni bancaria, copie di assegni circolari e/o bonifici, documentazione societaria specificatamente pertinente i predetti rapporti". Intanto, stando a indiscrezioni trapelate dalla procura di Milano, si apprende che nell'inchiesta ci sarebbero anche altre persone indagate, probabilmente tre, che però vengono definite "di secondo piano".

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSShare