mercoledì 14 luglio 2010

CAMPIONATO ITALIANO MINIBIKE CROSS IN NOTTURNA

di SERGIO CONTI


La costruzione della nuova pista che ospiterà in notturna la quinta prova del tricolore, sabato prossimo a Manciano in occasione della tradizionale Sagra dello Struzzo, è terminata. FX Action in collaborazione con il Moto Club Castiglion Fiorentino ha inserito la prova del Campionato Italiano Minibike Cross all'interno della festa decennale che richiama, da sempre, tantissimo pubblico. Una bella manifestazione per il campionato che fa tappa nella città natale di Roberto Benigni. Per arrivare a Manciano è molto semplice si esce a Monte San Savino, dall'autostrada Firenze-Roma, dopo il casello si gira a destra seguendo le indicazioni per Castiglion Fiorentino, dopo circa 10 km si trova Manciano. Le verifiche tecniche e operazioni preliminari si svolgeranno sabato 17 luglio dalle ore 15,00 alle 17,00 subito dopo le prove libere e a seguire le cronometrate; alle ore 21,00 l'inizio delle gare tutte in notturna. Nella stessa serata è in programma anche una gara Interregionale Minicross che vedrà al via tutte le categorie. Per questa quinta tappa del campionato è attesa una nuova sfida tra Cucini (Rotek) (foto)e Beconcini (Holeshot) nella Pro Agonisti, mentre nella categoria Amatori si fa molto interessante la lotta per la vittoria finale tra Santiccioli (Pit Pro), Dragonetti (Bucci Moto) e Abete (LEM), quest’ultimo reduce da una doppia affermazione nella tappa precedente.
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martedì 13 luglio 2010

BAVAGLIO, INTERVIENE L'ONU: «IL DDL VA RIVISTO, COSÌ MINA IL DIRITTO ALLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE»

Il governo italiano deve «abolire o modificare» il progetto di legge sulle intercettazioni perchè «se adottato nella sua forma attuale può minare il godimento del diritto alla libertà di espressione in Italia». Lo ha detto il relatore speciale dell'Onu sulla libertà di espressione, Frank La Rue in un comunicato. Nel comunicato si ricorda che, «secondo l'attuale disegno di legge, chiunque non sia accreditato come giornalista professionista può essere condannato a quattro anni di carcere per aver registrato una comunicazione o conversazione senza il consenso della persona coinvolta e per aver poi reso pubblica tale informazione». Secondo La Rue, «tale grave pena minerà in modo serio tutti i diritti individuali di cercare e diffondere un'informazione imparziale, in violazione del Convenzione internazionale sui diritti civili e politici di cui l'Italia è parte». Preoccupazioni anche per l'introduzione di una sanzione per giornalisti ed editori che pubblichino il contenuto di intercettazioni prima dell'inizio di un processo. «Tale punizione - prosegue il relatore Onu - che include fino a 30 giorni di carcere e un'ammenda fino a 10.000 euro per i giornalisti e 450.000 per gli editori è sproporzionata rispetto al reato». Secondo La Rue, «queste norme possono ostacolare il lavoro dei giornalisti investigativi su materie di interesse pubblico, come la corruzione, data l'eccessiva lentezza dei procedimenti giudiziari in Italia, e come sottolineato più volte dal Consiglio d'Europa». «Sono consapevole - conclude il relatore speciale Onu - che il disegno di legge è stato avanzato per preoccupazioni sull'implicazione della pubblicazione delle intercettazioni sui procedimenti giudiziari e sul diritto alla privacy. Tuttavia, il disegno di legge nella sua forma attuale non costituisce una risposta appropriata a tali preoccupazione e pone minacce al diritto alla libertà d'espressione». La Rue, ricordando anche le proteste dei giornalisti, esorta il governo ad «astenersi dall'adottare questo disegno di legge nella forma attuale, e di impegnarsi in un dialogo con tutte le parti in gioco, in particolare con i giornalisti e i media, per assicurare che le loro preoccupazioni siano tenute da conto». La Rue si dice «ansioso» di cooperare con il governo italiano, in vista di una «possibile missione di sopralluogo nel 2011 per esaminare la situazione della libertà di stampa e il diritto di espressione in Italia».
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domenica 11 luglio 2010

LA BOSNIA RICORDA IL GENOCIDIO DI SREBRENICA

È ricordata come la più grande atrocità che abbia vissuto l'Europa dopo la Seconda guerra mondiale. Decine di migliaia di persone si stanno raccogliendo per commemorare il massacro di Srebrenica, che durante la guerra in Bosnia Erzegovina (1992-1995) costò la vita a 8mila musulmani ad opera delle truppe serbo-bosniache tra l'11 e il 18 luglio del 1995. La commemorazione del 15mo anniversario della mattanza è cominciata con la sepoltura dei resti di altre 775 vittime identificate nel cimitero della base Onu di Potocari, a nord del centro urbano, dove sono sepolte in tutto 3.749 salme. L'11 luglio 1995, quando le truppe serbo-bosniache agli ordini del generale Ratko Mladic conquistarono l'enclave musulmana, 40mila persone fuggirono verso la base dell'Onu, ma solo 7mila riuscirono a trovarvi rifugio. A 15 anni di distanza da quello che il Tribunale penale internazionale (Tpi) per la ex Jugoslavia, con una sentenza dell'aprile 2004 ha stabilito che fu genocidio, Mladic non è stato ancora assicurato alla giustizia. Il Parlamento europeo ha proclamato l'11 luglio giorno della commemorazione in tutta l'Unione Europea. L'allora presidente serbo Radovan Karadzic è invece attualmente in carcere e sotto processo. La gigantesca caccia al musulmano delle trubbe di Mladic in pochi giorni vide migliaia di persone fucilate in massa a colpi di Kalashnikov o sgozzate nei campi di grano, teste mozzate, ragazze violentate dai soldati. L'ordine era di uccidere chiunque avesse più di 12 anni. Le vittime venivano poi seppellite in gigantesche fosse comuni: alla fine si contarono più di 70 fosse. Alla cerimonia erano presenti tutti presidenti degli Stati che prima costituivano la Jugoslavia, compreso il presidente serbo Boris Tadic. Per anni Belgrado ha negato le dimensioni del bagno di sangue ma a marzo di quest'anno il Parlamento serbo ha condannato il massacro e ha chiesto scusa ai familiari delle vittime. presidente serbo Boris Tadic, che ha promesso di fare di tutto per giungere alla cattura di Ratko Mladic, principale responsabile di quello che viene ritenuto il peggiore eccidio di civili in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale: «Io come presidente della Serbia non desisterò dalle ricerche dei responsabili ancora latitanti, e mi riferisco innanzitutto a Ratko Mladic». Il presidente americano Barack Obama ha inviato un suo messaggio personale, letto dall'ambasciatore Charles English, per chiedere la cattura di Ratko Mladic: «Non possiamo lasciare che un crimine di tale proporzioni rimanga impunito», ha sottolineato il leader della Casa Bianca.
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venerdì 9 luglio 2010

SILENZIO STAMPA

AVVISO AI LETTORI
«L’ALTRAREPUBBLICA ADERISCE AL «SILENZIO» PROCLAMATO DALLA FNSI PER PROTESTARE CONTRO LA LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI. PER QUESTO FINO A DOMENICA IL SITO NON SARA' AGGIORNATO

giovedì 8 luglio 2010

BERLUSCONI: SE LA MANOVRA NON PASSA ANDIAMO TUTTI A CASA

«La scelta del governo di porre la fiducia sulla manovra è stato un atto di coraggio del governo. I saldi di questa manovra dovranno restare invariati. Se il Parlamento non ci approverà questa manovra andremo a casa». Lo ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un'intervista a Studio aperto. STOCCATA A FINI «Io ho in mente di continuare a governare e di andare avanti con passione determinazione e slancio e chi nel Pdl dovesse dissentire da questo impegno assoluto e morale dovrebbe prendere atto di non essere più in sintonia con i nostri elettori».INTERCETTAZIONIE' una «legge sacrosanta», ribadisce il premier, attando l'opposizione. «Ero e resto convinto che ricalca un ddl approvato con una maggioranza bulgara ai tempi del governo di sinistra. Eppure allora nessuno parlò di legge bavaglio e di attentato alla libertà. Per la sinistra la democrazia e la libertà esistono solo quando governano loro». AQUILANI PICCHIATI Dopo le proteste degli aquilani ieri a Roma, Berlusconi dice la sua sugli scontri con le forze dell'ordine. «Mi pare che ci sia stata molta strumentalizzazione». Il premier precisa di «non aver ancora visto il resoconto della poliza» ma spiega che «il governo ha fatto il miracolo per come è intervenuto subito dopo il terremoto, come nessun altro paese è riuscito a fare dopo una catastrofenaturale. In meno di 10 mesi abbiamo dato una casa a chi l'aveva persa». Per il cavaliere della sera adesso l’Aquila non merita più nulla, deve essere abbandonata. E pure picchiata. Che schifo. Il set spettrale che Berlusconi ha trasformato nel back stage della sua performance, coinvolgendo persino i big di tutto il mondo, rischia di rimanere tale se i cittadini aquilani non verranno sostenuti. Solidarietà agli aquilani. Quella splendida città, ora ridotta ad un cumulo di macerie deve ritornare quella che era, un patrimonio artistico e architettonico per tutta l’Italia.
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mercoledì 7 luglio 2010

BOTTE AI TERREMOTATI, BERLUSCONI BLINDATO VERGONA,VERGONA,VERGONA


Alla fine ce l'hanno fatta gli aquilani. Hanno raggiunto piazza di Montecitorio, ma solo dopo uno scontro con la polizia. Tre feriti e tante botte, ma i 5mila sono riusciti a raggiungere la piazza di fronte a palazzo Chigi. Le proteste davanti il Parlamento: Bersani e Di Pietro, Pannella tra la folla. Dopo alcune proteste anche contro il leader del Pd perché facesse di più. Bersani ha risposto: «Serve più rispetto per le persone. Quel che è successo è inconcepibile. La cortina mediatica che ha avvolto le notizie su l'Aquila in questi mesi, ha oscurato anche le nostre proposte in Palramento. Serve subito su una legge speciale per il terremoto, come è avvenuto per tutti gli altri in passato». I manifestanti aquilani stanno lasciando via del Plebiscito dopo il blitz. Le Forze dell'ordine stanno avanzando lentamente e si sono fermate a pochi metri da Piazza Venezia dove il corteo viene deviato per farlo passare da via Botteghe Oscure. Pochi minuti è arrivata anche un'ambulanza per soccorrere una ragazza del corteo che ha avuto un lieve malore per il caldo. È giunta anche un'auto della Protezione Civile che ha distribuito bottiglie d'acqua a tutti. I dimostranti hanno lasciato Palazzo Grazioli senza incidenti. Il sindaco dell'Aquila è costantemente in contatto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Massimo Cialente ha chiamato più volte il braccio destro del Cavaliere per informarlo della situazione. Lo stesso Cialente ha detto ai manifestanti: «Si è vero sto mediando con Letta, ma non si trova Tremonti...». Il sindaco dell'Aquila non ha perso le speranze: «Siamo disperati spero che Tremonti accolga le nostre richieste». Il corteo, con in testa i sindaci abruzzesi, sta sfilando lungo via delle Botteghe Oscure. «Si va al Senato», urlano alcuni manifestanti che al momento sfilano senza scorta delle forze dell'ordine in testa al corteo e stanno paralizzando il traffico. «Berlusconi hai sfruttato il nostro dolore, vieni qui se hai il coraggio». Sono gli slogan scanditi dei manifestanti. Durante la protesta momenti di tensione con le forze dell'ordine che hanno tentato di far indietreggiare il gruppo di manifestanti. I manifestanti hanno gridato anche «buffoni» e «fascisti». A piazza Navona un cordone di polizia e le transenne bloccano il varco che dalla piazza si affaccia sul vicino palazzo del Senato. Agli aquilani si sono aggiunti molti manifestanti con l'agenda rossa in mano. «La piattaforma che gli abruzzesi hanno portato alla manifestazione di oggi ci trova totalmente d'accordo e sarebbe possibile fare qualcosa già nella manovra». Lo dice Pier Luigi Bersani parlando con i cronisti alla Camera. Secondo il segretario del Pd occorre inserire nella manovra «un pacchetto di interventi» per sostenere gli abruzzesi. «Non ci sono terremoti di serie A e terremoti di serie B. Quando noi eravamo al governo, non li abbiamo mica trattati così i terremotati di Umbria e Marche. Andate a vedere come è andata lì la ricostruzione. Il governo in Abruzzo, invece, ha pensato solo all'emergenza e per nulla alla ricostruzione».Gli scontri della mattinaErano arrivati in mattinata a piazza Venezia con circa 45 pullman provenienti dal «cratere» dell'Aquila, la zona più colpita dal terremoto. Volevano protestare davanti al Parlamento perché dal primo luglio hanno ricominciato a pagare le tasse, ha spiegato il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che ha subito capito quanto era tesa la situazione. Due blindati dei carabinieri hanno chiuso ermeticamente l'accesso a via del Corso da piazza Venezia ma un gruppo, un centinaio di persone, ha cercato lo stesso di superare lo sbarramento ed è entrato in contatto con le forze di polizia. Tafferugli e spintoni, tre feriti, ma nessuno è riuscito a superare la barriera delle forze di polizia che sono schierate in assetto antisommossa. A riportare la calma ha pensato lo stesso sindaco dell'Aquila Cialente, che è riuscito a convincere i più agitati a fare qualche passo indietro e a tornare a piazza Venezia. Ma negli scontri ha preso anche lui manganellate. E lo stesso è toccato ad Alfonso, Vincenzo e Marco che insieme ad un signore di 70 anni, facevano parte del servizio d'ordine del corteo.Gli aquilani hanno invaso piazza Venezia e la vicina via dei Fori Imperiali, lanciando un «S.o.s. L'Aquila», chiedendo sospensione delle tasse, occupazione e sostegno all'economia. Chiedono soprattutto una legge organica per la ricostruzione, oltre alla protesta per il pagamento delle tasse che da dicembre i cittadini dovrebbero ricominciare a pagare al cento per cento. Due ragazzi sono stati colpiti alla testa dalle manganellate e sanguinano. Alla fine la polizia ha aperto un varco consentendo ai manifestanti di raggiungere Via del Corso per andare poi davanti al Parlamento. Ma a piazza Colonna sono stati di nuovo bloccati. A quel punto il corteo è tornato verso piazza Venezia, bloccondo il traffico. Sono circa 5mila le persone arrivate dal "cratere", oltre al comune dell'Aquila paesi limitrofi come San Demetrio, Fossa, Torre dei Passeri, in provincia di Pescara, e Sulmona, che pur non essendo stata inserita nell'area dell'epicentro del sisma del 6 aprile 2009 ha subito danni. I manifestanti, arrivati con 40 autobus e in auto, sfilano lungo via del Corso diretti a Montecitorio e nel pomeriggio si concentreranno in piazza Navona. Alla manifestazione, organizzata dal Popolo delle carriole del presidio di piazza del Duomo, hanno aderito tra gli altri i comitati "3 e 32", "Rete Aq", "Eva" (Eco villaggio autocostruito), "Cittadini per i cittadini" e gli universitari che abitavano la Casa dello studente. I manifestanti vestono magliette con su scritto «forti e gentili», come diceva D'Annunzio, «ma non fessi», e portano bandiere nere e verdi, i colori della città. Mentre in piazza continua la protesta degli aquilani, il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente, è ricevuto a Palazzo Madama dal presidente del Senato, Renato Schifani.
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martedì 6 luglio 2010

«GOVERNO STA ARRIVANDO ALLA FINE DEL FILM»

«Siamo al secondo tempo di un film che non può essere protratto a lungo». Pier Luigi Bersani intravede i titoli di coda di un governo in declino e commenta le polemiche interne alla maggioranza sulla manovra e il ddl intercettazioni. «La soluzione -dice- non spetta a noi, ma non si può andare avanti così, con un governo paralizzato da divisioni non componibili. La maggioranza prenda atto che in questo modo si creano danni seri al paese». «Anche sul tema delle intercettazioni siamo arrivati al capolinea» ribadisce il segretario del Pd. «Abbiamo delle norme che sono contro la legalità, non solo dal lato della libertà d'informazione ma anche dal lato della lotta alla criminalità. Qui vogliono farci votare norme -continua Bersani- che sono state giudicate negative da chi lavora sul fronte antimafia, dalla magistratura inquirente e dai procuratori della Repubblica». Come giudica Pier Luigi Bersani lo scontro in atto tra il presidente del Consiglio e il presidente della Camera? «Siamo a un punto di crudezza dei problemi -risponde Bersani- che riguardano i profili costituzionali, al punto che forse è giusto che comincino a traballare i vincoli di maggioranza». Poi il leader Pd parla anche della manovra finanziaria: «Ci sono norme irrazionali che noi avremmo discusso. Ma che si tolgano 2 miliardi con una telefonata mentre insegnanti, poliziotti e disoccupati non sanno nulla di quello che succede è molto inelegante». Bersani commenta così la telefonata tra Emma Marcegaglia e Giulio Tremonti, in base alla quale gli industriali avrebbero ricevuto rassicurazioni sulla manovra economica. «Anche se capisco -aggiunge bersani- che in questo momento c'è odore di pistola alla tempia... perché questo è un governo che, se concede qualcosa, pretende consenso immediato». L'ipotesi di un governo ponte con un programma limitato alla riforma della legge elettorale ed altri pochi punti, lanciata da ultimo da Antonio Di Pietro? «Non credo che Berlusconi abbia voglia di cambiare alcunché...». «La legge elettorale è il problema numero uno -dice Bersani- da lì originano i 50 decreti, le molte fiducie e un parlamento costituito da persone nominate. con questa legge si soffoca la discussione e si instaura un meccanismo di conformismo e ubbidienza. Certo, non credo che Berlusconi voglia cambiarla -dice bersani a proposito delle parole di Di Pietro- ma ora il problema è un altro, e cioè che il paese non è governato».
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lunedì 5 luglio 2010

MOTOCICLISMO/LA PISTA ABRUZZESE HA OSPITATO IL QUARTO ROUND STAGIONALE DEGLI INTERNAZIONALI D’ITALIA SUPERMOTO, VALIDO ANCHE PER IL TITOLO NAZIONALE 2010 DELLA SPECIALITÀ

di PAOLA MAURIZIO



ORTONA

Spettacolo entusiasmante sul Circuito Internazionale d’Abruzzo di Ortona, per il round numero quattro dei Campionati Internazionali d’Italia Supermoto, con lo splendido bis vittorioso del francesino Thomas Chareyre su TM nella S1 International e di Davide Gozzini sempre su TM nel tricolore S1.In una giornata molto calda e fortunatamente ventilata, che ha registrato un’ottima partecipazione di pubblico sugli spalti, ha debuttato anche in Abruzzo questa spettacolare specialità grazie all’interessamento dell’organizzatore DBO e alla preziosa sinergia con il circuito e la Federmoto. Milleseicento metri di derapate, duecentocinquanta dei quali di sterrato, sono stati il teatro di questo confronto che, come vuole il programma di ogni prova, anche sul Circuito Internazionale d’Abruzzo non sono mancate le altre classi nazionali come la Open che ha messo in mostra due bei confronti, con il sempre più forte marchigiano Massimiliano Porfiri (Honda) ancora vincitore e sempre più vicino al leder di campionato Luca D’Addato (Honda), giunto nuovamente secondo. Terzo gradino del podio assoluto e in campionato per il pilota di Olbia Lorenzo Pes (TM). In Coppa Italia ancora una doppia affermazione per il maceratese Diego Monticelli (Honda) che va così ad incrementare la sua posizione di leader in classifica provvisoria di campionato. Posizione d’onore per Paolo Salmaso (Ktm) e terzo Gian Marco Zanon (Aprilia). Nei due Trofei monomarca HM Honda e Suzuki grandi battaglie per la vittoria ma alla fine a salire sul gradino più alto del podio è il capofila Thomas Gory, davanti a Kevin Dursapt e Simone Marchesini, e l’altro capoclassifica Jonny Falai su Giuseppe Fantini e Enrico Veglia, vincitori dei due rispettivi confronti. Prossimo appuntamento con gli Internazionali d’Italia è con la quinta prova a Latina, sull’immancabile e bel circuito internazionale Il Sagittario, il 4 e 5 settembre.S1 GARA-1: La holeshot di debutto è tutta straniera con il velocissimo Adrien Chareyre (Husqvarna-Azzalin) che affronta la prima curva davanti al fratello Thomas (TM factory), quindi l’altro ufficiale TM Davide Gozzini, il francese Thierry Van Den Bosch (Aprilia-PMR H2O), e il leader delle due graduatorie Ivan Lazzarini (HM Honda Racing). All’uscita della prima curva una clamorosa scivolata vede cadere il tedesco Bernd Hiemer (Ktm Motoracing) poi centrato anche da Paolo Gaspardone (Honda) con il primo che riparte dalle ultime posizioni mentre il piemontese ha preso la via dei box per un colpo subito alla spalla destra. In testa si forma subito il trenino composto dal battistrada Adrien Chareyre, seguito da Thomas, Gozzini, “VDB” e Lazzarini. Un paio di attacchi in famiglia ad opera del pilota TM nei confronti del fratello Adrien Chareyre ma al terzo tentativo riesce a passare in testa Thomas e vincere dietro al citato poker di inseguitori. Quinta piazza per il marchigiano Teo Monticelli (Honda-Freccia Team), quindi Andrea Occhini (Suzuki-Rigo Racing), Fabrizio Bartolini (Husqvarna), Elia Sammartin (Honda), Max Verderosa (Honda).S1 GARA-2: Questa volta non sbaglia e Thomas Chareyre (TM) centra subito l’holeshot lasciandosi dietro Davide Gozzini (TM), Adrien Chareyre (Husqvarna) e il tedesco Bernd Hiemer (Ktm) sfortunato in avvio. Dietro al quartetto di testa si posizionano Thierry Van Den Bosch (Aprilia), Ivan Lazzarini (HM Honda), Fabrizio Bartolini (Husqvarna), Elia Sammartin (Honda) e Paolo Gaspardone (Honda). Nel trenino di testa formatosi alle spalle del già solitario Thomas Chareyre non vi sono particolari note eclatanti da registrare, salvo il tentativo di Adrien nel superare Gozzini ma senza successo visto che subito si sono ristabilite le precedenti posizioni. Così, al quattordicesimo passaggio si conclude anche la seconda manche con la replica vittoriosa di Thomas Chareyre che fa sua la prova abruzzese anticipando sul podio generale di giornata Gozzini e il fratello Adrien, quindi Van Den Bosch, Lazzarini, Bartolini, Hiemer, Sammartin, Verderosa, Monticelli.CLASSIFICHES1 GARA-1: 1. Thomas Chareyre (FRA-TM) 14 giri in 18’53.308 e giro più veloce in 1’19.726; 2. A. Chareyre (FRA-Husqvarna); 3. D. Gozzini (ITA-TM).S1 GARA-2: 1. Thomas Chareyre (FRA-TM) 14 giri in 18'48.379; 2. D. Gozzini (TM); 3. A. Chareyre (Husqvarna).S1 ASSOLUTA TRICOLORE: 1. Davide Gozzini (TM) punti 50; 2. I. Lazzarini (HM Honda) 44; 3. F. Bartolini (Husqvarna) 34; 4. E. Sammartin (Honda) 31; 5. D. Monticelli (Honda) 30. S1 ASSOLUTA INTERNAZIONALE: 1. Thomas Chareyre (FRA-TM) 50; 2. Davide Gozzini (TM) 42; 3. Adrien Chareyre (Husqvarna) 42; 4. T. Van Den Bosch (Aprilia) 34; 5. I. Lazzarini (HM Honda) 31.S1 GRADUATORIA TRICOLORE: 1. Ivan Lazzarini (HM Honda) punti 188; 2. D. Gozzini (TM) 179; 3. C. Ravaglia (Aprilia) 120.S1 GRADUATORIA INTERNAZIONALE: 1. T. Chareyre (TM) punti 162; 2. Ivan Lazzarini (HM Honda) 154; 3. D. Gozzini (TM) 153.ASSOLUTA OPEN: 1. Massimiliano Porfiri (Honda) punti 500; 2. Luca D’Addato (Honda) 420; 3. Lorenzo Pes (TM) 310.GRADUATORIA OPEN: 1. Luca D’Addato punti 1.730; 2. Massimiliano Porfiri 1.400; 3. Lorenzo Pes 1.200.COPPA ITALIA ASSOLUTA: 1. Diego Monticelli (Honda) punti 500; 2. Paolo Salmaso (Ktm) 420; 3. Gian Marco Zanon (Aprilia) 310.COPPA ITALIA GRADUATORIA: 1. Diego Monticelli punti 1.830; 2. Paolo Salmaso 1.650; 3. Andrea Taffurelli 998.ASSOLUTA TROFEO HM HONDA: 1. Jonny Falai punti 190; 2. Giuseppe Fantini 170; 3. Enrico Veglia 162.GRADUATORIA TROFEO HONDA: 1. Jonny Falai punti 706; 2. Enrico Veglia 702; 3. Gianluca Guiotto 644.ASSOLUTA TROFEO SUZUKI: 1. Thomas Gory punti 75; 2. Kevin Dursapt 58; 3. Simone Marchesin 52.GRADUATORIA TROFEO SUZUKI: 1. Thomas Gory punti 294; 2. Kevin Dursapt 226; 3. Alessandro Ghirelli 202.
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domenica 4 luglio 2010

FAREFUTURO: «SONO SEMPRE DI PIÙ I BERLUSCONIANI DELUSI»

Il «berlusconiano deluso» è «un tipo umano e politico che sta crescendo di giorno in giorno», secondo «'Ffwebmagazine», periodico online della fondazione Farefuturo che fa capo a Gianfranco Fini. «C`è chi lo dice apertamente, chi, magari, alzando insensibilmente gli occhi a causa di un'insofferenza che non riesce più a nascondere, e chi, evitando di mettersi sulla barricata della polemica, rimane in silenzio, senza più parole per una difesa sempre più d'ufficio, sempre fredda, sempre più falsa. Senza più argomenti», scrive il direttore Filippo Rossi, «partendo da un'esperienza personale». Perché - prosegue - «il 'berlusconiano deluso', in fondo, siamo un po' tutti noi. E questa sensazione non riesce più a rimanere dentro, bloccata dalla forza dell'appartenenza, dall'obbligo dello schieramento. Perché, a un certo punto, la delusione esce fuori con una forza che può diventare rivoluzionaria...».Ieri - racconta Rossi - «ho incontrato un uomo. Era uno di quelli che un annetto fa commentava ogni intervento di Farefuturo con sarcasmo iperberlusconiano. Il velinismo? Ma quando mai! Integrazione? Ma per favore! Democrazia interna? I soliti grilli parlanti! Insomma, uno fedele alla linea, uno che si alzava in piedi alle note di Meno male che Silvio c`è. Mi si è avvicinato in piazza, sorridente. Io gentile ma freddo. Mi ricordavo le critiche quotidiane alle nostre critiche. Lo stillicidio di polemiche. Lui mi sorride, allunga la mano per stringere la mia. Faccio altrettanto. Lui, tranquillo, con voce pulita e piana, senza alcuna strozzatura a individuare qualche forma di dubbio, dice: 'Avevate ragione voi'. E poi ripete, ancora con più convinzione: 'Avevate ragione voi, mi avete convinto'. Faccio finta di non capire, cerco di nascondere la mia soddisfazione. E allora lui chiarisce, senza mezzi termini, con un fiume in piena di parole: 'Silvio Berlusconi non riesce più a convincere, continua a fare annunci ma pensa solo alle sue questioni, alla sua roba. Ho capito che Berlusconi in realtà non ha fatto veramente politica, non ha mai pensato al bene comune...'. Parole esagerate ovviamente. Parole di una persona che si sente tradita nelle sue speranze, nel suo credere che un'Italia nuova, liberale, moderna, legale, laica era finalmente possibile». «Parole - continua l'articolo - di una persona che, in realtà, è cento, mille e chissà quante persone. Sconfortate, demoralizzate, sconsolate. Parole di una persona che oggi acquista la forza del simbolo, di tanti, tantissimi che ci scrivono, ci mandano messaggi, ci occhieggiano sconfortati».
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sabato 3 luglio 2010

«LEGGE BAVAGLIO» PD PRONTO A VOTARE INSIEME AI FINIANI

La crisi interna al Pdl e il caos nel governo che deve ancora metabolizzare le polemiche (anche interne) per la nomina del ministro Brancher, stanno spingendo l'opposizione ad accelerare le iniziative per mettere in difficoltà Berlusconi e i suoi. Importante, su questo fronte, le dichiarazioni Pd sul ddl intercettazioni. I democratici sarebbero pronti a votare gli emendamenti che dovessero essere presentati dalla componente finiana, se in grado di migliorare il testo. Lo annuncia il capogruppo alla Camera Dario Franceschini.«Il gruppo del Pd -spiega- è pronto ad una dura battaglia parlamentare per impedire l'approvazione di una legge che limita la libertà di stampa e pregiudica la possibilità di contrastare con efficacia i reati della criminalità organizzata». «Per questo presenteremo emendamenti in grado di eliminare le parti più pericolose del provvedimento. Ma lavoreremo, come è nostro dovere fare, per limitare i danni prodotti dalle norme introdotte. Anche per questo, sin dai lavori della commissione, potremo votare a favore di quegli emendamenti presentati dai deputati finiani che tendono a migliorare il testo o contenerne i danni».Il segretario Bersani, dal canto suo, avanza l'ipotesi di “soluzioni alternative” alla maggioranza che attualmente sostiene il governo. ''Non si puo' lasciare il paese in questa situazione se la maggioranza non ce la fa, se non ce la fanno, bisogna pensare a qualche altra ipotesi''. Questa l'opinione del segretario del Pd Pierluigi Bersani che oggi e' a Milano dove sta partecipando ai lavori di un'assemblea regionale del partito. Parlando della manovra Bersani ha aggiunto: ''Abbiamo proposto una contro manovra che vale 24 miliardi. Vogliamo discutere di quello che propone il Pd? Insomma, c'e' un'altra strada quella che sta percorrendo il governo e' disastrosa, sia per l'equilibrio sociale sia per la crescita del Paese. Discutiamo in modo aperto in parlamento di come cambiare radicalmente questa manovra. Loro vedano come fare: non si puo' lasciare il Paese in queste condizioni e, ripeto, se non ce la fanno occorre pensare ad altre ipotesi''.''Il 'ghe pensi mi' ci porta contro un muro. Prima o poi di questo dovranno convincersi anche i contraenti di questa maggioranza. Spero che se ne rendano conto prima che poi perche' sono piuttosto preoccupato per il mio Paese e fino a quel momento le ipotesi restano ipotesi''. Cosi' Pierluigi Bersani, a Milano, a margine di una riunione dei quadri regionali del Partito Democratico. ''Interlocutore'' del segretario del Pd e' innanzitutto la Lega (''con cui occorre avviare un 'confronto-scontro'') e poi i finiani che pero' non vengono nominati esplicitamente nel ''warning'' bersaniano. ''Credo che la Lega debba chiarire il senso di quello che sta facendo - spiega Bersani - perche' in nome di un federalismo che ho definito delle chiacchiere, e di questo passo puo' diventare anche peggio ovvero della truffa, qui si e' concesso tutto a Berlusconi e a questo governo. Si sono concesse leggi speciali, insomma di tutto di piu'''. ''Noi questa cosa qui la denunciamo e la Lega lo sappia: noi al federalismo ci teniamo ma la strada e' totalmente sbagliata - conclude -. E quindi noi siamo in un confronto anche aspro con la Lega per richiamarla alla coerenza: non piu' continuare a fare tutte le parti in commedia''.
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