martedì 23 febbraio 2010

COPPA EUROPA BEACH CROSS «COPPA CARNEVALE DI VIAREGGIO»

di SERGIO CONTI

Successo annunciato per la prima Coppa Europa Beach Cross svoltasi a Viareggio.Tanto pubblico festoso ha applaudito i vincitori: l’aretino Marco Maddii s’impone nella MX2 e il portacolori della Repubblica Ceca, Filip Neugebauer, domina MX1 e Supercampione. In una cornice oltremodo interessante e con l’allegria che il Carnevale di Viareggio trasportava nell’aria, si è svolta nel migliore dei modi la prima Coppa Europa Beach Cross. Anche la giornata assolata ha favorito l’arrivo del numeroso pubblico sulla spiaggia antistante gli stabilimenti balneari Principe di Piemonte, Imperia e Bagno Lido. Come poc’anzi affermato una cornice di pubblico davvero insolita, tanti bambini ed adulti “in maschera” per l’occasione hanno accalcato le transenne adiacenti il tracciato per ammirare questi funamboli della sabbia. Uno spettacolo davvero al top, merito dei piloti e della disciplina sportiva che per i molti curiosi si è rivelata un’assoluta novità.La manifestazione si è svolta a classi unificate, ovvero MX1 e MX2 tutti insieme, ciò per offrire il massimo dello spettacolo. I mattatori della giornata parlano lingua italiana e ceca, ovvero il nostro Marco Maddii (Suzuki-Delta Racing) grande protagonista in tutte le manche disputate, vincitore della seconda oltre che dell’ assoluta di classe, ed il pilota della Repubblica Ceca, Filip Neugebauer (Kawasaki-Pfeil) rivelazione di questo evento perché “supervincitore” di classe e della finalissima del Supercampione – Coppa Carnevale di Viareggio.Nell’analisi delle rispettive frazioni di gara il pubblico ha potuto assistere a manche combattute e ovviamente ricche di colpi di scena. La prima gara sembrava essere ad appannaggio del nostro Luca Fontanesi (Yamaha-Fonta Racing) che con uno sprint assoluto, dopo poche curve, si involava a capo del gruppo degli inseguitori. Una caduta, poi, toglieva al parmense ogni velleità di vittoria. Via libera, dunque, ad un altro alfiere della Repubblica Ceca, Jiri Cepelak (Yamaha-RSC Corse) che gareggia per un team tutto italiano. La sua vittoria è seguita da Maddii e Martini, giunti nell’ordine sotto la bandiera a scacchi. La seconda gara vede dà subito la caduta al via del protagonista della manche d’apertura, Cepelak, costretto così a recuperare dalle retrovie. Marco Maddii, dopo un corpo a corpo con Martini, si attesta in cima al gruppetto degli inseguitori e non viene più impensierito da nessun avversario involandosi verso la vittoria. Neugebauer giunge alle spalle dell’italiano, seguito da Luca Fontanesi che stavolta non sbaglia nulla e chiude il podio provvisorio. Da segnalare il quarto posto di Luca Moroni con la piccola “125”.Nella manche del Supercampione-Coppa Carnevale, che prendeva i migliori protagonisti delle due classi, è stato Filip Neugebauer che dopo qualche tornata ha avuto la meglio su Maddii che, ancora una volta, era scattato davanti a tutti. Terzo è giunto Gianluca Martini, come sempre positivo su questi tipi di terreno, che si è aggiudicato lo scalino più basso del “super-podio”. Ovviamente grande ovazione per i vincitori di questa gara sperimentale che hanno ricevuto le coppe dall’Assessore allo Sport del Comune di Viareggio, sig. Nicodemo Pistoia.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSAggregato su Addami

lunedì 22 febbraio 2010

MOTOSLITTE: LEPRE INCORONA I SOLITI PLONER, BETTIGA E DEGHI

di SERGIO CONTI


Monte Grappa protagonista nella quarta tappa del Campionato Italiano Motoslitte. A primeggiare tra numerose ed appassionanti sfide, i tre leader di classifica: Alex Ploner, Andrea Bettiga e Giacomo Deghi.Nella tappa veneta del Campionato Italiano Motoslitte targato 2010 il copione è stato rispettato come da pronostico. Tra la bianca neve della località Lepre, in una valle del Monte sacro alla Patria, il Grappa, e il sole che ha riscaldato la giornata si è svolta la quarta tappa del tricolore motoslitte, che ha visto salire sul grandino più alto delle tre classi i soliti tre nomi della stagione 2010: Alex Ploner, Andrea Bettiga e Giacomo Deghi. Ventisette i piloti al via, tra Unica e Trofeo Italia, che hanno regalato suspance ed emozioni ai presenti. Nessun incidente grave a caratterizzato la giornata, ma solo alcune cadute come quella di Jacopo Rossi, Mauro Bormolini e Andrea Bettiga. Ottimo il lavoro del Motoclub Tenno che, diretti dall’efficiente Paolo Pellegrini, ha strutturato una gara ad alto livello, sia di difficoltà che di spettacolo. Ore 10.45 il via ufficiale della giornata sportiva tra la fresca neve veneta, con una bella sfida per quanto riguarda la classe maggiore del campionato e, più precisamente, tra i due piloti in lizza per il titolo finale: il trentino Alex Ploner ed il “gigante buono”, Christian Merli. Il pilota di Fiavè, in sella alla sua Lynx, probabilmente favorito da una partenza azzeccata, ha preso subito il comando della corsa mettendo alle spalle Ploner, che ha dovuto così assaporare un po’ di neve. Il primato della manche è stato nelle mani di Merli finché, sbucati dal salto finale, il pilota di San Cassiano è letteralmente volato, superando all’ultimo metro da Merli. Ottima sfida che purtroppo non si è ripetuta nella altre tre manche della classe Unica poiché Ploner, dopo la partenza a tutto gas, è fuggito via lasciando agli altri concorrenti solo la lotta per la seconda posizione. Sorprende nella quarta tappa anche il trentino di Pozza di Fassa, Roland Zanet, che porta la sua Ski Doo per ben due volte sul secondo gradito del podio di giornata insieme ad un terzo ed un quarto posto. Volgendo uno sguardo alla classifica generale di Campionato, per quanto riguarda la classe Unica, Ploner vola a 400 punti seguito da uno scatenato Christian Merli, che si porta a 80 lunghezze di distacco. In terza piazza nella Unica Nazionale troviamo invece il simpatico boscaiolo del Sud-Tirolo, Peter Gurndin (Ski Doo). Terza posizione che conquista anche nella classe Internazionale superando Michael Pogna che, dopo una gara in penombra, perde il gradino del podio scivolando al quarto posto in classifica. Anche nel Trofeo Italia non sono mancate le emozioni. A sorprendere tutti i presenti è stato un giovane ragazzo di soli quattordici anni che, in sella alla sua Ski Doo, ha regalato numerose emozioni grazie alle sue prodezze nei salti e alle sue curve perfettamente interpretate, portando a casa un risultato molto soddisfacente: Marco Galli. Il livignasco del moto club Trela Pass, nella classe 800, a fatto tenere sulle spine il primo in classifica Andrea Bettiga (Yamaha) soffiandogli addirittura la prima posizione nell’ultima manche, finendogli però alle spalle in quella generale di giornata. Il terzo gradino del podio va a Andrea De Donà (Polaris) che mette alle sue spalle il bressanonese della Lynx, Peter Senoner, per soli due punti. Due punti che li dividono anche il classifica di campionato, dopo la terza tappa di Formazza che li aveva visti entrambi a 185 punti. A guidare il Trofeo Italia 800 è sempre Andrea Bettiga con un totale di 282 lunghezze. Quarta posizione per Davide Dal Bianco (Lynx) e quinta piazza per il giovane Galli, penalizzato dal fatto di non aver preso parte alle prime due prove del ampionato a Ponte di Legno e a Madesimo. A non mollare la testa nella classe 500 del Trofeo Italia è l’altro pilota Yamaha, il quindicenne Giacomo Deghi che, in sella alla sua fedele motoslitte, tiene stretto il primato, sia di giornata che di campionato, davanti al pilota dell’ Arctic Car Alessandro Comella; medaglia di bronzo va invece al giovane Diego Poiatti (Arctic Cat). Classifica della quarta tappa che riflette quella di campionato e che quindi non porta nessuna variazione di posizioni. Tra le squadre trionfa, grazie a Pogna, Zanet e Gelmini, il Motoclub Sebino, che aggiudica ben 183 punti che si vanno ad aggiungere ai 572 conquistati nelle precedenti tre prove di campionato. Prossimo appuntamento per il tricolore è per il 7 marzo a Livigno.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSAggregato su Addami

domenica 21 febbraio 2010

CAOS SANREMO, VINCE SCANU. L'ORCHESTRA IN RIVOLTA SCEGLIE CRISTICCHI E MALIKA

di PAOLA MAURIZIO

La favola marcia di Sanremo, abitata da piccoli Frankenstein cresciuti nelle fabbriche del consenso e da una lunga teoria di principi e regine, è tenuta in vita dalla mistica potentissima e oscura del televoto. Una specie di claustrofobica dittatura televisiva, che ha portato sul podio del festival di nuovo “Amici”, con il prodotto Mediaset chiamato Valerio Scanu, catapultato sull’Ariston sull’onda di un popolo di blogger e fan attaccati freneticamente ai propri cellulari, un micidiale virus capace di incoronare su una tempesta di fischi e di grida l’ultimo dei Savoia, il Pupo e il tenore con “Italia amore mio”. Terzo, grazie alle larghe intese, Marco Mengoni, costruito pezzo per pezzo dal marketing Rai nelle officine di “X Factor”. Una potenza di fuoco che non poteva che schiacciare la sinuosa voce vellutata e marocchina di Malika Ayane e la paradossale ironia di Simone Cristicchi, un virus infinitamente più virulento del nomadismo di Irene Fornaciari e persino del cinismo mortifero di Povia.Sanremo è anche questo. È una finale che fa tremare il paese catodico, è la Clerici che invoca “il popolo sovrano”, sono le urla dell’Ariston (“venduti, venduti!”), è l’orchestra del festival che strappa per protesta gli spartiti, sono le “Tagliatelle di nonna Pina” e la banda dei carabinieri che suona “Guerre stellari”. Certo, è anche Maurizio Costanzo che accoglie sul palco tre operai di Termini Imprese e coinvolge Bersani, seduto in terza fila insieme alla figlia Elisa di 26 anni (“Sempre meglio a Sanremo che sui tetti”, dice lui rivolto agli operai), è quella parte della platea che reagisce vociando, finché Costanzo fa parlare – par condicio – anche il ministro Scajola. Il segretario del Pd, nel pomeriggio braccato da giornalisti e fotoreporter come fosse un animale raro, si è ritrovato a notte fonda al Dopofestival di Youdem a cantare insieme al popolo dei festivalieri “irregolari” del Pd un Celentano doc. Alla fine, è una specie di tumulto mediatico arrivato a materializzarsi nei tumulti veri e propri che hanno accolto, venerdì notte, il principe Emanuele Filiberto davanti al ristorante “Da Vittorio”. Un folla (un’Italia) spaccata in due, una massa ondeggiante e compressa in mezzo alla piccola piazza occupata da masse di sedicenti vip, turisti e festivalieri. “Vergogna, vergogna, vergogna!”, urlavano a squarciagola da una parte, mentre dall’altra ragazzine eccitate lanciavano baci e si facevano fotografare insieme al regale rampollo e altri ancora lo sfioravano e lo baciavano (tra questi un anziano monarchico) come una divinità sbucata miracolosamente dal nulla. I vertici della Rai parlano di “trasparenza” anche di fronte alla notizia che il televoto è gestito da un’azienda del gruppo che realizza “X Factor”, dalle cui officine escono sia Mengoni che il vincitore dei giovani, Tony Maiello. Si tratta della NeoNetwork, ed è stata inglobata dalla Magnolia, la società che realizza il talent show di Rai2 nonché “L’isola dei famosi”. Altro che conflitto d’interessi: come la storia dello spot dei “I raccomandati”, la trasmissione con Pupo e il Principe, mandato in onda durante il festival in barba ad ogni par condicio canora, sbeffeggiata anche dalla abnorme esibizione del regale trio, ieri l’altro, insieme al ct Lippi, con sproloquio vietato dal regolamento annesso. “E’ un’icona, per questo l’ho fatto parlare”, ammette il direttore artistico Mazzi, ignorando forse che le icone nazionali dovrebbero essere le prime a rispettare le regole. Che malmostosi che siamo: le favole non hanno regole. Il re lo sa bene.Le preferenze degli orchestrali La scena dei musicisti dell'orchestra che appallottolano gli spartiti («roba da osteria» per il capostruttura Antonio Azzalini) e li lanciano sul palco per protestare contro l'esclusione di Malika Ayane dai tre finalisti rimarrà nella storia del Festival. Mai come quest'anno l'orchestra è stata protagonista a Sanremo e non soltanto perchè chiamata a esprimere quel 50% del voto che non è servito a frenare l'onda d'urto del televoto, inevitabilmente indirizzato a favore di personaggi ad alta popolarità televisiva, come Valerio Scanu, Pupo, Emanuele Filiberto e Marco Mengoni. Azzalini ha rivelato che l'orchestra aveva assegnato il voto più alto a Simone Cristicchi, mentre il direttore artistico Gianmarco Mazzi ha aggiunto che, com'era facile dedurre dal lancio degli spartiti, anche Malika Ayane ha avuto un giudizio «simile a quello assegnatole dalla critica». Merito anche del direttore Marco Sabiu, che ha saputo uscire dal suo classico ruolo per diventare una divertente spalla di Antonella Clerici. «La protesta è stata spontanea e vista la situazione mi è sembrato giusto dire in diretta che i musicisti stavano esprimendo in modo palese il loro dissenso», racconta Sabiu. «Così come mi è sembrato giusto raccogliere l'invito del direttore di Raiuno Mauro Mazza a invitarli a smettere, perchè avrebbero rischiato di surriscaldare ulteriormente gli animi dentro l'Ariston dove la temperatura era già abbastanza calda». «È stato un grande momento di show, gli orchestrali hanno espresso la loro opinione in modo anche veemente, forte», ha commentato oggi la Clerici. Il podio ideale di Sabiu è formato da «Morgan, Malika Ayane ed Enrico Ruggeri. Mi è dispiaciuto molto dell'esclusione di Morgan, il suo pezzo era insolito, originale, con una bellissima orchestrazione», sottolinea. Al folto crinuto direttore d'orchestra non è dispiaciuto "Italia amore mio", il pezzo di Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici che ha scatenato feroci contestazioni e l'entusiasmo dei televotanti, che l'hanno portato a un passo dalla vittoria. «È una canzone tradizionale ma non è male, c'è una linea melodica e un bell'arrangiamento firmato da Renato Serio».

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSAggregato su Addami

venerdì 19 febbraio 2010

LA POLITICA S’AGGRAPPA A SAN FESTIVAL

Bonjour tristesse. Il Dio Auditel, da solo, non basta a dare la felicità. Può dare una mano Belen Rodriguez, da ieri sera superstar planetaria avendo l’universo globo scoperto che la dea del gossip ha una voce formidabile oltreché un corpo da reato, contrariamente al povero Toto Cutugno in bianco sanitario. Ma forse non basta nemmeno lei a tirare su Mauro Mazza. Rigido e impettito come un corazziere, il direttore di Rai1 ieri mattina era cupo. Milioni e milioni di spettatori, più di dieci: l’entusiastica macchina da guerra sanremese diffonde i dati della seconda serata che contrariamente ad ogni buonsenso ha tenuto pressoché gli stessi ascolti della prima, e lui – niente da fare - è depresso. Anzi, furibondo. Offeso, addirittura. «Siete così tristi», dice, rivolto alla marea di cronisti stipati in sala stampa. Il tono è plumbeo, l’attacco perentorio. «C’è il pubblico ma il festival delude voi: il problema è vostro, non di chi lo fa. Delude chi, poi?», sibila riferendosi al plauso popolare. Parla di “malanimo”, il Mazza offeso, quando dice che i giornalisti sono gonfi di “pregiudizi” il suo è un gemito: «Dovreste essere contenti di seguire un evento che ha un tale riscontro…». Il cipiglio è lo stesso di Breznev, identico l’approccio al diritto di critica, tanto che a chi gli aveva chiesto un giudizio sulla generosa assenza di concorrenza Mediaset, lui – il grande nocchiero della rete ammiraglia – risponde con un ringhio: «Lei è informato male». Il mitico Gianmarco Mazzi, ossia il direttore artistico, cerca di placare le acque buttandola sul folclorico («un tempo addirittiva ci si menava!»), il prodigo Maurizio Costanzo la butta sul ridere («Mazza, scrivono sempre cose terribili: non stimoliamoli a farlo ancora di più»). Niente da fare: nel mondo ideale di Mauro Mazza – colui che Donna Assunta Almirante ricorda con tenerezza - le ricette dei biscotti della regina Rania, con “O Sole mio” annesso, nonché il Pupo e il principe con le “divas” ululanti al seguito sono un valore non negoziabile, al pari di Dio, Patria e Tricolore. Ah, la politica, grande fantasma di Sanremo 2010. Ai giornalisti viene vietato, durante il “Question Time”, di profferire anche il più vago accenno a qualsiasi cosa che odori anche solo lontanamente di politica, ma in compenso è pronta un’intera batteria tra ministri, sottosegretari, amministratori locali e parlamentari di ambo gli schieramenti per essere schierata alla finale nelle prime file dell’Ariston. Sicuri Scajola, Romani, Bersani, Giorgetti, ma si parla – non risultano smentite – anche di La Russa, Maroni, Brambilla, Vendola e Biasotti. Interpellati in proposito i vertici, vengono mormorate frasi sconnesse circa il “cerimoniale” e le sue regole, mentre l’austero Mazza replica secco «non c’è la par condicio delle inquadrature», nel senso che nonostante la condicio le telecamere possono serenamente indugiare sui volti scolpiti della nostra classe dirigente. È così, nella feudalissima Italia: la politica sbuca anche dal più angusto orifizio. Prendete Berlusconi: le agenzie riferiscono di una cena a Palazzo Grazioli in cui Re Silvio avrebbe detto di aver proposto alla direzione artistica del festival una cantante, tal «Filomena in arte Nena», che avrebbe scritto un brano «sul ruolo delle donne», argomento sul quale il premier è di suo piuttosto ferrato. Nonostante che Filomena sia passata in qualche modo dall’officina “Amici”, la canzone sarebbe stata rifiutata. Di Filomena in Nilla, tuttavia, il passo è lungo. Eh sì, l’immensa Nilla Pizzi, anni 91, ieri è tornata a calcare il palco che la consegnò vittoriosa all’epopea di Sanremo: ieri sera, accompagnata da Carmen Consoli che prima ha cantato in versione rumba “Grazie dei fior” – la prima canzone del primo Sanremo, 1951 - è comparsa sul palco come un’epifania venuta da un altro universo per salutare il pubblico sulle note di “Vola colomba”. Ma l’oggi, ahinoi, è spietato. Un’altra notizia è giunta a rattristare ulteriormente il povero Mazza: Tiziano Ferro, atteso per la finale, ha fatto sapere che non ci sarà. «Laringite», battono le agenzie, ma pare che si tratti di una scusa “diplomatica”. Niet, niet e ancora niet: il festival che non abbiamo visto e che non vedrete mai è quello di chi, a vario titolo, non c’è venuto. Pippo Baudo, Bill Clinton, Checco Zalone, Corrado Guzzanti, Paolo Rossi, Carla Bruni, Raoul Bova, Andrea Bocelli, Claudio Baglioni. Forse sono anche loro troppo tristi per il festival..





Aggregato su Addami



Aggregatore notizie RSS




Contatore visite gratuito






giovedì 18 febbraio 2010

COPPA EUROPA BEACH CROSS «COPPA CARNEVALE DI VIAREGGIO»SABATO 20 E DOMENICA 21 FEBBRAIO UN EVENTO INDISCUTIBILMENTE ATTESO PERCHÉ NEL WEEK-END DEL TRADIZIONALE CARNEVALE DI VIAREGGIO C’È ANCHE IL MOTOCROSS SU SABBIA

di SERGIO CONTI


Si è svolta nella Sala Rappresentanze del Comune di Viareggio, la conferenza stampa di presentazione della 1^ edizione della «COPPA EUROPA BEACH CROSS - Coppa Carnevale di Viareggio». Durante tale presentazione è stato posto in primo piano l’importante abbinamento Motocross/Carnevale che a Viareggio, in questo fine settimana, catalizzerà l’attenzione dei molti ospiti che giungeranno nella cittadina toscana per il «gran finale», ovvero la tradizionale sfilata domenicale dei carri allegorici. La combinazione con la giornata di chiusura del Carnevale di Viareggio fa prevedere un pubblico eccezionale. Un «main event», dunque, che può richiamare oltre 200.000 spettatori.Proprio nelle parole dell’Assessore allo Sport del Comune di Viareggio, sig. Nicodemo Pistoia, è evidenziata questa opportunità di rendere unico un evento come la «Coppa Europa Beach Cross» in abbinamento con il Carnevale di Viareggio. Ovviamente alle autorità del Comune di Viareggio partendo dal«primo cittadino»,sig. Uardini, va rivolto un grande ringraziamento per aver reso possibile tale evento. Oltre alle autorità presenti, vanno segnalati come graditi ospiti gli inviati dei quotidiani e televisioni locali che hanno riportato una breve sintesi della conferenza stampa ma che sapranno rendere alquanto visibile l’evento nel suo integrale svolgimento. Presente anche Andrea Barbieri, Coordinatore Nazionale Motocross per la Federazione Motociclistica Italiana, primo fautore dei Campionati Internazionali su sabbia di quest’anno. Barbieri ha sottolineato che per il Motocross, quest’occasione, è una vetrina incomparabile. «Credo che questo evento così importante ed unico nel suo genere riuscirà a catalizzare l’attenzione di molti, ma soprattutto renderà onore ad una cittadina come Viareggio».– Si esprime così Andrea Barbieri durante la conferenza stampa – «Sono stato uno dei promotori affinché queste gare su sabbia siano a titolarità internazionale perché il Supermarecross sta ritornando sugli allori e quindi perché non estenderlo anche a piloti stranieri. Proprio per questo esorto la U.E.M. nel valutare seriamente questo evento e trasferirlo anche in altri due o tre paesi europei affinché diventi un campionato continentale a tutti gli effetti. Poi è indubbio che sono felice se il motocross su sabbia sta vivendo una seconda giovinezza.Grazie comunque anche alle autorità locali che con il loro intervento ci permettono di svolgere questi eventi un po’ atipici nel loro genere perché creati per l’occasione (mi riferisco agli evidenti scogli burocratici da superare) ma all’ opposto offrono un ritorno mediatico senza eguali e di sicuro avvicinano il pubblico a questo sport». La pista di circa 1.000 metri, dislocata sull’arenile antistante gli stabilimenti balneari Principe di Piemonte, Imperia e Bagno Lido (quest’ultimo ospita anche tutta la segreteria di gara), sta prendendo forma proprio in queste giornate. Una potente ruspa Komatsu è scesa in spiaggia con un operatore d'eccezione: il noto Armando Dazzi che ha preso a cuore questo evento considerando che abita in Versilia, quindi... gioca in casa. «Sono vicino a casa, sono amico degli organizzatori, voglio dare il massimo per questa occasione perché ci tengo particolarmente. Sarà una pista fantastica». Così ha esordito Dazzi e conoscendo la sua dedizione e professionalità, il tracciato sarà sicuramente un capolavoro. La macchina organizzativa è in pieno lavoro, oltre 50 persone saranno attive per le due giornate di kermesse. Questa gara è il banco prova di un possibile, futuro, Campionato Europeo della specialità. FX Action si è proposta per promuoverlo nei prossimi anni in Italia e all'estero, un progetto ambizioso ed importante sostenuto anche dalla U.E.M. Circa 60 sono i piloti iscritti attualmente, due le categorie che scenderanno in campo: la MX1 e la MX2. La passeggiata adiacente il lungomare sarà il paddock dei team per la due giorni off road. Il pubblico potrà interagire con piloti e addetti ai lavori, le moto da gara saranno ben esposte per soddisfare i tanti curiosi attesi all'appuntamento. Alcuni piloti europei provenienti da Francia, Austria, Repubblica Ceca potranno essere i protagonisti di questa gara senza però escludere i nostri alfieri che, ovviamente, renderanno ardua l’impresa agli stranieri. Maddii, Martini, Bertuccelli, Deny Philippaerts, Fontanesi, Mastronunzio, tanto per citarne alcuni, sono i papabili candidati alla vittoria di questa prima edizione della Coppa Europa Beach Cross e scenderanno in pista più motivati che mai.




Aggregato su Addami



Aggregatore notizie RSS




Contatore visite gratuito




mercoledì 17 febbraio 2010

PUPO & CO., RETORICI CON FISCHI E ANTONELLA "RESUSCITA" MORGAN

di PAOLA MAURIZIO

SAN REMO- Cronache da un universo parallelo. Protagonisti il principe e il pupo. Sbucati, come fossero il cappellaio matto e il bianconiglio, ad una tavola di un’immensa sala vuota di un albergo chiamato, non a caso, Hotel Royal. Una roba da milleunanotte o da telenovela bavarese, fate voi. Un salone più in là ci sono gli stati maggiori di Tv Sorrisi & Canzoni, con Alfonso Signorini che si aggira come un lupo affamato. Qui no, c’è tutt’altra atmosfera. Pupo parla in continuazione, ti tocca, canta e ride a crepapelle, Emanuele Filiberto è più compassato - ovvio, per una persona del suo rango - anche quando quando quello che dice è assolutamente stupefacente: «Io sono amico di Mick Jagger, di Lenny Kravitz… solo qui mi rompono con questa storia del principe». Eccoci – poche ore prima che Antonella Clerici venisse calata da una specie di astronave sul palco dell’Ariston, prima che il Bonolis Paolo con il sodale Laurenti si prendesse tutta l’apertura del festival, soffiando così il fiato lungo di Mediaset pure su Sanremo 2010, e ore prima che la conduttrice rosso confetto leggesse il suo messaggio antidroga per Morgan il peccatore, rivelando qualche patetico verso della canzone vietata al festival - eccoci dunque al centro del dominio del kitsch, nel punto esatto in cui il kitsch incontra la storia, come dimostrato dalle bandiere tricolori e i fischi che hanno accolto il principe e il pupo sul palco. Voi, compagni, sobbalzate alla parola «Savoia», ma Emanuele Filiberto – che insieme a Pupo ed il tenore Luca Canonici è giunto al festival con la canzone Italia, amore mio - è il prodotto postmoderno e post-televisivo della post-storia d’Italia: un luogo in cui non ha più molto senso il passato che conosciamo noi, e dove l’ultimo dei Savoia è un ballerino, un cantante, uno «che quando appare in video aumenta di due o tre punti l’Audimen». «Auditel, si dice Auditel», gli suggerisce qualcuno, e Filiberto, alzando il regale sopracciglio, si gratta la testa facendo spuntare l’abnorme tatuaggio che orna il suo avambraccio.Ah, tragico Sanremo. Antonella sfida le leggi dell’«Audimen», cercando di rendere il tutto ancor più tedioso: la chiacchierata con Cassano da prima elementare, la lacrimevole storia di Susan Boyle, il brutto anatroccolo venuto da un talent show britannico, è degna, al massimo, del Treno dei desideri. In qualche modo si riesce a sopravvivere anche all’inutile canzone di Povia su Eluana. Allora quasi quasi meglio il Pupo e il principe, scaraventati sul palco dell’Ariston direttamente dalla trasmissione I raccomandati per cantare la loro canzone sull’Italia, «nata da una poesia di Emanuele». In pratica, dice in albergo, la questione è che a lui è «grato alla Repubblica e ai cittadini italiani che mi hanno permesso di tornare. Questa canzone è un modo per ringraziarli». Pupo freme: «L’avete sentita? No? E allora ve la canto». Si piazza al pianoforte del Royal e comincia a tuonare la voce. «Italia, amooooreee mioooo», la faccia paonazza, il crescendo incorporato, il pianoforte trema, lui appoggia le note nei versi più sentiti («Io stasera sono qui per dire al mondo e a Dio… Italia amore mioooo!»), e alla fine tutti i presenti esplodono un applauso liberatorio. Ok, parliamo di politica, anche se al festival è semivietato, roba di par condicio. «Il nostro è un paese che deve imparare a specchiarsi nel proprio passato», sentenzia Pupo. Ossia? «Io per esempio ho fatto cose tremende, ho dissipato tutto quello che avevo con il gioco, ero impazzito, ho anche malmenato la mia compagna, ma non ho paura di guardarmi allo specchio». Ehm… Dice Filiberto: «Ho sempre votato a destra. Ma rifletto come un uomo di sinistra». Pausa. «Non so che cazzo voglia dire, ma va bene così». Ah, però. Lo sa che Maria Gabriella di Savoia ha dichiarato che suo padre, ossia il Re, l’Umberto, non avrebbe mai permesso che il principe cantasse a Sanremo? Emanuele s’abbuia, e sibila marmoreo: «Questa gente si dovrebbe preoccupare di più dei propri problemi. Troppo facile far parlare i morti». Oibò. Per un secondo e mezzo, una coltre di cupezza s’abbatte sui presenti. Bisogna capirlo, Filiberto: vuole fare il beniamino televisivo, lui, vuole uno show tutto per sé, e a troppi la cosa non va giù. E ce l’ha pure con i cantanti che l’hanno attaccato perché non è un cantante è non ci dovrebbe stare, su quel palco. «Non sono molto rock». Lui sì che lo è. «Io ascolto i Cure, Depeche Mode, U2…». Sgraniamo gli occhi: certo, da Bono a Pupo il passo è lungo. Lui insiste: «Tom Waits, Rolling Stones, Red Hot Chili Peppers... Ho pure scritto una canzone per Marianne Faithfull». Davvero? «Sì, ho anche fatto il batterista in un gruppo. Si chiamavano gli Aristorock». Su queste note il Pupo e il principe si dissolvono. Pensando a Bonolo, a Clerici e a loro, ora ne siamo certi: Sanremo è un terribile, folle, universo parallelo.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSAggregato su Addami
MARUSHIN ENTRA NEL MOTOCROSS DA QUEST’ANNO MARUSHIN HA DECISO DI IMPEGNARSI IN AMBITO SPORTIVO INIZIANDO PROPRIO DAL MOTOCROSS. PER QUESTO SCENDE IN CAMPO CON LA NUOVA GAMMA OFF ROAD: IL XMR CARVE E L’RS-MX FULL CARBON

di SERGIO CONTI


La A.C. Motors SaS, distributore italiano del marchio Marushin Helmets, ha scelto la disciplina del Motocross per portare alla ribalta delle scene i propri prodotti. Per farlo si è indirizzata su di una struttura tutta italiana, che gareggia a livello nazionale e continentale: il team Massignani Racing guidato da Maximiliano Massignani.L’ex due volte Campione Italiano di Motocross degli anni ’90, ora titolare di una struttura sportiva con annessa scuola di motocross, ha raccolto favorevolmente l’offerta di Marushin per far indossare ai propri piloti il casco distribuito dalla nota azienda fiorentina. Due piloti nel tricolore ed europeo di specialità, più altri due a livello regionale, questo il numero esatto di atleti che da quest’anno vestiranno Marushin sui tracciati di Motocross. Per quanto riguarda i capi scelti, Pierfilippo Bertuzzo (in entrambe le foto) e Enrico Dal Vecchio indosseranno sia l’XMR Carve nella colorazione bianco/nero o nero/bianco lucido, sia lo straordinario RS-MX Carbon realizzato interamente in carbonio. Proprio quest’ultimo è definito il “fiore all’occhiello” di Marushin perché è, in assoluto, il casco più leggero mai costruito prima per l’off road! Realizzato con una calotta in carbonio al 100%, l’RS-MX ha un peso di soli 850 gr. (+/-50gr.), peculiarità di rilevante interesse per chi l’indossa! Ovviamente anche l’XMR si contraddistingue per la calotta in Stone Fibre X2F e quindi per la sua leggerezza: solo 1020 gr. (+/-50 gr.) poi, come per il “fratello” più leggero, adotta ugualmente un sistema di ventilazione forzata, un interno removibile e lavabile in tessuto traspirante.Di vero interesse le proposte della nuova collezione Marushin 2010, che vede il completo rinnovamento di quasi tutta la gamma prodotti ottenuto lavorando per raggiungere quello che ormai è il nostro obiettivo, ossia “Maggior Sicurezza e Minor Peso”. L’obiettivo è stato centrato grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi materiali come il “Fibre X2F”, e il suo completo raggiungimento è stato “certificato” dai risultati strepitosi ottenuti dai nostri prodotti nei test sicurezza eseguiti da enti di rilievo mondiale, con comfort ai massimi livelli.

Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSAggregato su Addami

martedì 16 febbraio 2010

BERLUSCONI: "LE REGIONALI SONO ELEZIONI NAZIONALI, SERVE UNA SCELTA DI CAMPO". IN CALO LA FIDUCIA VERSO IL PREMIER

«Gli italiani dovranno scegliere tra un governo che risolve i problemi e una sinistra impegnata a denigrare il lavoro svolto. Tra un governo che fa le riforme e un'opposizione che dice solo no e che da un immagine negativa dell'Italia all'estero». Lo afferma il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa nella sede del partito per presentare le quattro candidate donna del Pdl alla guida delle Regioni. «Gli italiani dovranno scegliere - prosegue - tra un governo che cerca di alimentare la fiducia e un'opposizione del pessimismo. Insomma la scelta è tra un'Italia positiva e un'Italia denigratoria». Berlusconi si è detto convinto che anche nelle Regioni rosse il centrodestra possa vincere alle prossime regionali. Presentando le quatro candidate donna, Renata Polverini (Lazio), Anna Maria Bernini (Emilia Romagna), Fiammetta Modena (Umbria) e Monica Faenzi (Toscana),il premier dice: «In tutte queste quattro regioni siamo convinti ci siano forti chance, anche nelle cosiddette regioni "rosse" c'è una stanchezza antica che sta esplodendo». Dunque «nessuna delle nostre candidate parte sfavorita, in ognuna ci sono forti chance di vittoria». «Ho sentito i programmi delle candidate, come Pdl ci permettiamo di chiedervi un impegno anche su quattro temi da inserire nei programmi elettorali: il piano casa, più verde, meno burocrazia e meno tasse con più servizi». «A marzo si vota in 13 importanti regioni e gli italiani sono chiamati a una presa di posizione importante e cioè una scelta di campo tra una politica forte e una sinistra delle parole. Queste sono elezioni nazionali che chiamano gli italiani a una presa di posizione importante. E che sarà ancora una volta una scelta di campo»., rincara il premier. «Sono arrivato al convincimento che noi siamo antropologicamente diversi dalla sinistra». "La sinistra intende ritornare all'Ici. Noi l'abbiamo abolita e non vogliamo che torni in auge», aggiunge. «Con la sinistra abbiamo un modo diverso di vedere il rapporto tra Stato e cittadini. Noi garantiamo cose che la sinistra dice di fare ma poi non realizza» aggiunge il premier e spiega che «la sinistra vuole raddoppiare la tassazione sui bot» e che «accenna all'imposta patrimoniale come unico mezzo per ridurre l'indebitamento del Paese».«Per combattere l'evasione fiscale gli uomini della sinistra intendono introdurre negli scambi tra persone la regola della certificazione dell'individualità del passaggio di denaro, quindi la regola per cui si possano fare scambi o acquisti in contanti fino a 500 euro per portarla in 6 mesi a 300 euro e a fine anno fino a 100 euro. Così costruiremmo uno Stato di polizia tributaria», rincara Berlusconi.Al premier replica Bersani: Il Pd certo non è «catastrofista» ed anzi semmai è «ragionevolmente ottimista». Tuttavia, «è ora di dire con chiarezza che all'Italia dei problemi di Berlusconi non interessa che il giusto». «Il governo Berlusconi ha privilegiato l'immagine. Basta, ridimensioniamo i miracoli. I meriti del governo sono chiacchiere», ha dettoa margine di uan visita ai lavoratori della Fiat di Termini Imerese. «Quello che è stato fatto a L'Aquila nell'immediato va bene, ma in prospettiva non ha alcun senso». Bersani ha quindi invitato Berlusconi «a fare un giro in Umbria e nelle Marche, per vedere come hanno lavorato le regioni e gli enti locali per il terremoto quando lui non c'era». « È solo lui - dice Bersani- che tende a raffigurare il giudizio politico come un giudizio di Dio sulla sua persona. Ma per noi non è così. È ora di ricordare a Berlusconi che ha avuto il Governo del Paese per sette anni: se ne assuma le responsabilità, anzichè cercare sempre di scaricarle sugli altri». A proposito della crisi Fiat, il leader Pd ha detto: «Il governo ha commesso una grande ingenuità: quella di legare il tema degli incentivi alla questione di Termini Imerese. In questo modo si è fatto dire dalla Fiat che degli ecoincentivi non le importa. Un grosso errore di strategia e di impostazione di questa vicenda».«Non molliamo, bisogna avere fiducia e non si deve dare per perso lo stabilimento di Termini Imerese. Non si può neppure immaginare di chiudere degli stabilimenti», ha aggiunto Bersani. «La piattaforma deve avere due punti fermi: fare restare la Fiat e farla restare finchè c'è una produzione industriale credibile. Dodici offerte - ha ribadito Bersani ai sindacati - sono troppe, ne serve una seria e questa vogliamo valutarla tutti insieme anche noi». Bersani ha poi assicurato che il Pd terrà un canale sempre aperto sulla questione di Termini Imerese. I sondaggi non vanno nella direzione auspicata dal premier. Flessione di due punti nella fiducia a Berlusconi (46%) con una sfiducia record (52%); Governo e Pdl stabili (40% e 46%); Pd e Idv in crescita rispettivamente di 3 e 2 punti (40% il primo, 38% il secondo): è quanto emerge dalla rilevazione mensile che l'Ipr Marketing fa per conto di Repubblica.it sulla fiducia a Premier, Governo, Ministri e Partiti presenti in Parlamento. Il sondaggio è stato effettuato dall'Istituto IPR Marketing intervistando, tra il 13 e il 14 febbraio, un campione di 1.000 italiani, rappresentativo per età, sesso ed area di residenza della popolazione maggiorenne residente. Il PREMIER La fiducia al Presidente del Consiglio è al 46% contro il 48% registrato lo scorso mese, con una perdita del 2% che va a ingrossare le file degli scontenti, saliti al 52%. Si tratta della «sfiducia» più alta registrata finora, mentre in termini di fiducia i picchi più bassi sono stati a ottobre e novembre (45%), quando però il calo si era distribuito anche sui senza opinione, oggi invece non toccati e stabili al 2%. IL GOVERNO La fiducia nel governo è stabile da quattro mesi al 40%, comunque il punto più basso dall'inizio della rilevazione (agosto 2008). Stabile anche la sfiducia, da novembre ferma sul picco del 56%. I PARTITI In questa speciale classifica sulla fiducia ai partiti, il comando della graduatoria rimane nelle mani del PDL, che si conferma al 46% di fiducia. È da notare però una netta ripresa dell'opposizione di sinistra; se per il PD si registra una crescita del 3%, che gli consente di tornare al 40%, anche l'Italia dei Valori sale di due punti rispetto allo scorso mese e arriva al 38%. L'Udc, stabile al 40%, si conferma al momento seconda forza alle spalle del Pdl, sebbene ora affiancata dal PD. La Lega Nord rimane stabile al 31%. I MINISTRI -Per quanto riguarda ministri, invece, si registra ancora un momento negativo, considerato che ben quindici componenti della squadra di Governo sono al di sotto del 50% di fiducia. In testa al 62%, questo mese si conferma Maurizio Sacconi, titolare del dicastero del Welfare (stabile). Alle sue spalle il Ministro degli Interni, Roberto Maroni, stabile al 60%. Segue al 58% un poker di ministri: Angelino Alfano (stabile), Giulio Tremonti (+1%), Renato Brunetta (-3%), Claudio Scajola (+2%). In totale, 8 ministri si posizionano sopra il 50% ed i rimanenti 15 sotto la soglia.
Contatore visite gratuitoAggregatore notizie RSSAggregato su Addami